Monthly Archives: gennaio 2014

L’Europa, quasi inesistente nella campagna elettorale sarda. Nei programmi c’è, ma mancano una visione e una politica per il “che fare?”

aladin-lampada-di-aladinews312Sardegnaeuropa-bomeluzo-stelle-400x211111L’Europa, quasi inesistente nella campagna elettorale sarda. Nei programmi c’è, ma mancano una visione e una politica per il “che fare?”

il mondo di aladin…

il mondo di aladin

SARDEGNA, TERRA DESOLATA, SCOMPAIONO I PAESI

Bimbo e morte su Aladinews
di Piero Marcialis, Fondazione Sardinia

In un panorama così desolato non si può vivere umanamente molto a lungo.
E’ ora, dunque, di ripartire. Ripartire dai paesi (dae sas biddas).
Dai paesi per farli ridiventare comunità, la fonte degli ideali.
Per farli rivivere come centri di cultura, di economia, di politica.
(Manifesto della gioventù eretica del comunitarismo,
di Eliseo Spiga – Francesco Masala – Placido Cherchi, gennaio 2000
)

Già da alcuni anni la Fondazione Sardinia si occupa del problema del progressivo spopolamento dei nostri paesi: diminuzione di abitanti che non si limita al dato quantitativo, ma diventa elemento qualitativo, in termini di peggioramento della qualità della vita con la sparizione di servizi in realtà già carenti: chiude l’ufficio postale, o apre saltuariamente, chiudono scuole elementari e medie e vanno a combinarsi coi paesi vicini, costringendo a volte i fanciulli a percorsi penosi e disagevoli; chiudono, o diventano intermittenti, anche le farmacie, i laboratori medici, il medico generico e specialisti vari, i chioschi di giornali; cinema, teatro, informazione e spettacolo scompaiono del tutto o quasi; persino dei generi alimentari diventa carente la presenza, non parliamo dell’abbigliamento e di altri generi; aumenta la dipendenza dai centri urbani, l’obbligo di recarsi in città, il pensiero di andarci stabilmente, perchè a questo punto tanto vale viverci, e poi la città ha il fascino di una vita più libera dal controllo sociale, l’illusione che la noia non abiti mai là, che ci si arrangi meglio, con più occasioni.

Così il paese va in declino, la data della sua morte dipenderà soltanto dal prolungarsi o meno dell’agonia.

I risultati di uno studio del Centro di Programmazione Regionale, presentato questo giovedi 23 gennaio in un Convegno a Cagliari, sono allarmanti.

Presentano infatti un elenco di 30 comuni sardi in via di estinzione: Armungia (il paese natale di Emilio Lussu), Ballao, Esterzili, Seulo, Ussassai, Bortigiadas, Aidomaggiore, Ardauli, Asuni, Baradili, Montresta, Morgongiori, Nughedu Santa Vittoria, Ruinas, Simala, Sini, Soddi, Sorradile, Ula Tirso, Cheremule, Villa Verde, Villa Sant’Antonio, Anela, Borutta, Nughedu S. Nicolò, Giave, Martis, Padria, Semestene, Monteleone Roccadoria.

Gli ultimi due sarebbero condannati a scomparire entro dieci-quindici anni.

Hanno illustrato i dati: Gianluca Cadeddu, direttore del Centro Regionale di Programmazione; Gianfranco Bottazzi e Giuseppe Puggioni, dell’Università di Cagliari; Massimo Esposito, dell’Università di Sassari; gli esperti Antonello Angius ed Elena Angela Peta.

Che cosa si può, si deve, fare di fronte a questa catastrofe demografica?

Una catastrofe che non segnala solo una diminuzione della popolazione, ma un impoverimento sociale, culturale, politico, antropologico.

Paesi che sopravvivono dal tempo dei nuraghi, che oggi, dagli anni ’60, gli anni della Rinascita bugiarda, anzichè rinascere hanno visto dimezzata la popolazione, emigrati o inurbati i giovani, le forze migliori.

Sono 128 i paesi a rischio e il loro territorio interessa quasi un terzo della superficie dell’Isola. La loro scomparsa, entro questo secolo, è catastrofe generale, desertificazione della Sardegna, scomparsa della stessa identità.

Il tasso di natalità si riduce e supera il tasso di mortalità in tutta l’Isola, mentre il numero dei residenti si mantiene solo grazie all’immigrazione degli ultimi vent’anni: è fenomeno che toccherà l’intera Isola, non si creda che le città continueranno a crescere assorbendo il contado, il declino riguarderà anche i centri urbani, finirà la loro crescita; previsioni e proiezioni matematiche, calcolate sulle tendenze degli ultimi cinquantanni, mostrano una Sardegna che si riduce complessivamente a poche aree della costa e della pianura, molto meno popolate di quanto sono attualmente.

Le cause del disastro sono molteplici ed è dalla presenza intrecciata di molte di esse che si genera il fenomeno, così dunque anche i rimedi devono essere complessi e in grado di affrontare le diverse problematiche, partendo dallo studio e dall’analisi accurata caso per caso e dalla ricerca di soluzioni mirate che possono essere diverse caso per caso.

Il primo problema da affrontare è di far nascere reazioni e azioni positive; nei singoli paesi ognuno vede la realtà di questo fenomeno, ma fino a oggi le reazioni sono inadeguate: ad alcuni, con ottimismo fatalista, non sembra che ci si debba preoccupare (“andrà meglio, non sarà sempre così”); altri, con fatalismo pessimista, sono rassegnati al peggio (“non c’è niente da fare”).

Forse una strada da percorrere è quella di mettere in rete i paesi più vicini, favorendo i collegamenti, creando sinergie (come si usava dire tempo fa), organizzando servizi comuni, occasioni di ripresa, nuove soluzioni.

Fondazione Sardinia in questi anni ha cercato di agire su questi aspetti, a Bitti, a Seneghe, a Gesturi, dove abbiamo promosso incontri, dibattiti, convegni, coinvolgendo gli amministratori, gli operatori economici, sociali e culturali, i leader locali a qualunque titolo.

Proseguiremo questo impegno anche quest’anno, sia negli stessi comuni, sia in altri due che stiamo individuando in provincia di Sassari e di Nuoro.

L’esortazione dei nostri amici, ormai scomparsi, che ho messo in premessa, risale al 2000: abbiamo perso tempo, oggi è più urgente che mai.
SARDEGNA, TERRA DESOLATA, SCOMPAIONO I PAESI.

PIERO MARCIALIS
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Sulla questione riproponiamo un intervento di Vanni Tola, pubblicato su Aladin del 26 dicembre 2013.
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro
La Sardegna senza Sardi? Drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?
di Vanni Tola
“La Sardegna senza Sardi?”.
Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. Ipotesi preoccupanti, difficili da accettare perché pongono in discussione certezze consolidate. La millenaria civiltà isolana messa in crisi dal fenomeno delle “culle vuote”? Eppure è cosi. L’indice di natalità dell’isola è notevolmente inferiore, circa la metà, di quello che sarebbe necessario per mantenere costante la popolazione. L’indice dell’incremento demografico è negativo ormai da decenni in quasi tutta la Sardegna con l’unica eccezione di alcune limitate aree costiere (della Gallura, del Cagliaritano e del Sassarese). Centinaia di paesi potrebbero scomparire per mancanza di abitanti già dai prossimi decenni. La programmazione economica della Sardegna, i programmi di sviluppo, le strategie delle forze politiche impegnate nell’ennesima tornata elettorale, non possono più ignorare il problema, devono anzi considerarlo il punto di riferimento per qualunque nuova ipotesi riguardante lo sviluppo dell’isola. Alcuni esempi. Non ha più senso oggi, per la maggior parte delle amministrazioni comunali, predisporre piani urbanistici di sviluppo considerato che si va incontro a importanti decrementi della popolazione. Allo stesso modo occorre rivedere la progettazione e il ridimensionamento di una serie di servizi pubblici (in primo luogo sanità, edifici scolastici e altri) con riferimento alle previsioni di spopolamento delle aree amministrate. Naturalmente le previsioni demografiche sono appunto delle previsioni, non sono realizzate con la speranza che si concretizzino ma soprattutto per consentire la possibilità di intervenire in modo adeguato per governare le dinamiche in atto. Già alcuni studiosi propongono una lettura meno pessimistica degli scenari di decremento della popolazione, qualcuno formula perfino l’ipotesi che il decremento della popolazione possa perfino rappresentare una opportunità per determinare migliori condizioni di vita per i Sardi “residui”. Altri propongono di esaminare la possibilità di invertire le tendenze demografiche registrate e prevedibili per il futuro prossimo. Una proposta molto interessante e innovativa e che farà certamente discutere è quella avanzata dal prof. Giuseppe Pulina direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Partendo dalla considerazione che in Sardegna si registrano tassi di natalità che sono tra i più bassi al mondo e che i giovani continuano a emigrare, Pulina propone di attivare interventi concreti ed efficaci per invertire la tendenza ad un significativo spopolamento della Sardegna e delle zone interne in particolare. La principale attività dell’isola, l’agro-pastorizia, stante l’attuale andamento demografico tende a diventare nei prossimi decenni una attività praticata quasi esclusivamente da lavoratori anziani, e perfino a essere fortemente ridimensionata nel suo ruolo e nelle sue potenzialità economiche. La soluzione indicata è quella di programmare, per i prossimi dieci anni, l’accoglienza di quindicimila coppie di immigrati, un vero e proprio progetto di ripopolamento o se preferite di riantropizzazione di vaste aree dell’isola come è avvenuto in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e Australia. Un progetto che non deve essere inteso esclusivamente in termini di trasferimento di forza lavoro bensì come progetto di inclusione di persone nella nostra realtà garantendo loro progetti di vita validi e accettabili a cominciare dal diritto di cittadinanza per i loro figli. La realizzabilità di tale progetto potrebbe essere favorita da finanziamenti europei già disponibili, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, se si avrà il coraggio, la capacità e la lungimiranza di predisporre adeguate programmazioni. La Sardegna potrebbe essere la prima realtà europea a realizzare un piano di questo tipo. L’isola si candiderebbe così a diventare un’area geografica di accoglienza e gestione programmata di flussi migratori che potrebbero, a loro volta, concorrere a rivitalizzare una società tendenzialmente minacciata di estinzione o comunque di un drastico ridimensionamento del proprio ruolo nel mondo. Ancora una volta la discussione, il confronto, lo studio di ipotesi di sviluppo valide e alternative alle logiche e alle scelte del passato ci pone drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?
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Manifesto-delle-Comunita-di-Sardegna

I 6 programmi di governo delle 6 coalizioni che si presentano alle elezioni sarde

aladin-lampada-di-aladinews312Eccoli: http://aladinews.blog.tiscali.it/2014/01/25/elettorando-i-programmi-elettorali/?doing_wp_cron. Buona lettura domenicale!
Sardegnaeuropa-bomeluzo-stelle-400x211111- L’EUROPA nei programmi di governo delle coalizioni

Michelangelo - Maria col Bambino (Madonna Medici)Michelangelo: Maria col Bambino (Madonna Medici). Mausoleo dei Medici (Sacrestia Nuova, S.Lorenzo, Firenze). Il Bambino, a cavalcioni della gamba della mamma, si torce all’indietro per succhiare il latte, ignorando noi che Lo guardiamo…La malinconia di Maria è data dal presagio del suo (inutile ?) sacrificio…

M’illumino d’immenso

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413MATTINA
M’illumino d’immenso.
(Giuseppe Ungaretti, 26 gennaio 1917)

MARIO E GIUSEPPE FRANCESE
La sera del 26 gennaio 1979 a Palermo, davanti a casa sua, il giornalista Mario Francese muore assassinato con sei colpi di pistola da Leoluca Bagarella, mafioso del clan di Luciano Liggio e Totò Riina.
Davano fastidio le sue inchieste sui delitti e sull’organizzazione della Mafia.
Era nato a Siracusa il 6 marzo 1925, lasciato l’ufficio stampa della Regione Sicilia, lavorare per “Il giornale di Sicilia”.
Il figlio Giuseppe ha dodici anni, nato a Palermo il 9 settembre del 1966.
Ha sentito gli spari che uccidevano il padre. Da quel momento la sua vita ha “un immenso vuoto e un’incredibile ansia di giustizia”.
Figlio di una vittima di mafia viene assunto alla Regione, senza concorso.
“Ma c’è da chiedersi: quanti hanno fatto un concorso alla Regione? E quei pochi che l’hanno fatto, non si sono rivolti a nessuno? I loro padri, magari con le loro amicizie, a volte con le loro vere e proprie connivenze. Noi dobbiamo dire grazie solo ai nostri padri, morti da uomini in un mondo di “quaquaraqua”.
Giuseppe muore suicida il 3 settembre del 2002, non aveva ancora 36 anni.

Bomeluzo-AustraliaAUSTRALIA
Oggi 26 gennaio è l’Australia day, festa nazionale.
Si ricorda il 26 gennaio 1788, quando il capitano Arthur Phillip sbarcò nella baia di Sidney e fondò il primo insediamento di bianchi in Australia.
Gli aborigeni chiamano questo giorno “Invasion day”.
Tra una settimana ci sarò, sperando di non essere troppo invadente.
Nel riquadro Australia by Bomeluzo

GIOVANNI PAOLO NURRA grafica18GIOVANNI PAOLO NURRA
Nasce a Cagliari il 26 gennaio 1659 (altri dicono il 25) Giovanni Paolo Nurra.
Giurista e filologo, sacerdote e canonico della Cattedrale di Cagliari, studioso di storia, tradizioni e curiosità della Sardegna. Secondo Nurra l’uso della “Tinectura sardiniaca” di cui parla Aristofane (la porpora) veniva dalla Sardegna, non da Sardi in Asia Minore, estratta dai murici del mare sardo. “Tra i letterati sardi più benemeriti” (Pasquale Tola), ebbe rapporti con letterati ed eruditi italiani dell’epoca, viaggiando molto nella penisola.
Morì a Firenze il 24 giugno 1711.

Michelangelo - Il Profeta Daniele (Volta della Cappella Sistina)Michelangelo: Il Profeta Daniele (Volta della Cappella Sistina).

Sardegna. Terra della conoscenza e della comunità educante

sardi-e-ape2-MG_4800-1024x5751-300x168Lunedì 27 alla MEM di Cagliari: Sardegna. Terra della conoscenza e della comunità educante.
Un focus a tutto tondo. Un’indagine con i protagonisti, gli osservatori del mondo dell’istruzione e della conoscenza per entrare nel merito delle tematiche spinose che investono i modi, i tempi e i luoghi della scuola e della formazione in Sardegna. È quanto propongono SardegnaSoprattutto e l’associazione Lamas, all’interno del progetto S’ischola de su trabagliu/ La Scuola del Lavoro, lunedì 27 gennaio presso la Mediateca di via Mameli a Cagliari dalle 9:30 alle ore 20:00.
Sono stati invitati i candidati alla Presidenza delle Regione Sardegna Michela Murgia, Francesco Pigliaru e Mauro Pili (impossibilitato a partecipare Ugo Cappellacci) e dirigenti scolastici, dirigenti dell’Ufficio Scolastico regionale, docenti universitari, ricercatori, sindacalisti, giornalisti, filosofi ed artisti.
Il grave deficit educativo, che vede la Sardegna penalizzata da un altissimo tasso di dispersione e da bassi valori di successo scolastico, con percentuali di diplomati e laureati inferiori rispetto persino al Mezzogiorno d’Italia, inducono ad interrogarsi su come organizzarsi per perseguire la qualità ed i traguardi dell’eccellenza formativa. Best practice e protocolli internazionali, riorganizzazione intorno a un unico, grande, straordinario progetto di “normalizzazione” su cui confluiscano, in maniera organica, gli investimenti dei vari enti territoriali, in una visione unitaria che ricomprenda le scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia fino all’università ed alle competenze in capo all’intera società sono le premesse del discorso che entrerà nel merito del significato di “pari opportunità” nell’istruzione e della messa in “rete” delle autonomie scolastiche.

PROGRAMMA

con gli occhiali di Piero

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413BARONE GIUSEPPE MANNO
Muore a Torino il 25 gennaio 1868 il barone Giuseppe Manno.
Era nato ad Alghero il 17 marzo 1786, figlio di un ufficiale della Marina sarda. Il padre, di nobile famiglia originaria della Sicilia, fu seguace di Giovanni Maria Angioy nel 1796. Giuseppe, di idee opposte a quelle del padre fu fedele servitore della casa Savoia, amico di Stefano Manca di Villahermosa e amico, tramite lui, di Carlo Felice.
Ne ebbe notevoli premi: la nomina di barone, senatore del Regno, presidente del Senato a Torino. Scrisse una notevole Storia della Sardegna, criticata però per la palese tendenza di parte.
Cagliari gli ha dedicato una delle vie principali, l’antica Sa Costa, costola che separa il quartiere de Sa Marina da Castedd’e susu (Castello).

Michelangelo - La Sibilla Eritre (volta della Cappella Sistina)Michelangelo: La Sibilla Eritrea (volta della Cappella Sistina)
Licia Lisei. Consulta un libro sacro: quel che è scritto inizia con la Q (Qoelet ?) Il fanciullo in alto alimenta la fiamma soffiando…

Isidoro si presenta e parte!

isidoroformazione_logoConferenza stampa di presentazione del progetto Isidoro del programma Cultivar Fiera Internazionale della Sardegna, Cagliari, mattina di venerdì 24 gennaio 2014.

Cappellacci prima di mollare nomina suoi amici al vertice di Sardegna Ricerche per il prossimo triennio

Disperaz2In articulo mortis la giunta regionale nomina per il prossimo triennio (2014-2015-2016) il vertice di Sardegna Ricerche (Comitato tecnico di gestione); precisamente: la dott.ssa Maria Paola Corona (nomina a componente e presidente) e i proff. Gaetano Di Chiara (nomina a componente) e Vincenzo Piras (nomina a componente e designazione a vice presidente). Ecco la delibera sul sito della Regione: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20140123122929.pdf

DELIBERAZIONE N. 55/2 DEL 31.12.2013

gli occhiali di Piero su…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
PARLA ANCORA…
Una cosa certamente non potremo mai perdonare al segretario del PD: aver ridato la parola a un tale che dovrebbe essere in galera.

SFORTUNATE NOZZE DELL’EROE
Giuseppe Garibaldi 1860Il 24 gennaio 1860 si sposa, per la seconda volta, Giuseppe Garibaldi.
Curiosamente nelle sue biografie tale evento gioioso non è citato.
Infatti non fu molto gioioso. Subito dopo la cerimonia, in casa del marchese Raimondi, alla presenza del governatore Lorenzo Valerio e del conte Giulio Porro Lambertenghi, l’eroe ebbe un biglietto che lo informava che la sua dolce sposa amava altri, e questo anche nell’imminenza delle nozze.
Consegnava il biglietto il maggiore Rovelli, uno degli amati dalla ragazza, un altro era l’ufficiale garibaldino Luigi Cairoli, che naturalmente l’aveva lasciata avendo saputo delle nozze col suo generale.
La sposa, Giuseppina Raimondi, figlia naturale del marchese, 18 anni, bellissima, non smentì, confermò. Garibaldi all’istante la lasciò.
Non la vide mai più. Il matrimonio fu annullato nel 1880.
Cairoli, espulso dalle file garibaldine, non fu uno dei Mille.
Il generale si sposò per la terza volta con Francesca Armosino, dalla quale aveva già avuto 2 figli. Anche Giuseppina nel 1880 sposò Luciano Mancini.
Cairoli morì in Siberia nel 1865, dopo una sfortunata spedizione in Polonia.
Garibaldi, lo sapete, morì a Caprera nel 1882.
Giuseppina morì a Birago, in Brianza, il 27 aprile 1918, a 77 anni.

CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE E NON SAPERE
Il 24 gennaio 1972, nell’isola di Guam, Pacifico occidentale, si arrende uno strano soldato. E’ Shoichi Yokoi, giapponese, che dal 1944 è nascosto nella foresta senza sapere che la guerra è finita. Il suo nome ormai non lo ricorda più nessuno, almeno dalle nostre parti, però la figura del “giapponese che continua a combattere una guerra finita” entra nei discorsi in maniera sarcastica, per indicare l’anacronismo di molti che si impegnano in battaglie scadute. – segue -

Start up Qurami. La tecnologia per non sprecare il tempo

ape innovativaQurami logoQurami ti restituisce la cosa più preziosa: Il Tempo. Ecco l’App per risparmiarlo. Intervista a Roberto Macina
Vogliamo dare la possibilità alle persone di migliorare la qualità della vita attraverso la tecnologia (Roberto Macina).
di Alessandro Ligas, Ttecnologico
La pienezza e il significato della vita si ritrovano sempre di più in tempi e spazi virtuali. (G. Simmel)
Qurami è un’applicazione per smartphone che permette di fare la fila senza dover essere fisicamente nella struttura. Un’applicazione che ci permette una migliore gestione del nostro tempo sostituendo l’improduttività delle code da “biglietti di carta”, che ritiriamo ogni volta che siamo costretti a fare una fila, con biglietti “virtuali” che ci permettono di prenotare e conoscere, in tempo reale, il numero esatto di persone che si hanno davanti in fila e il tempo di attesa stimato e di essere avvisato da notifiche sull’avvicinarsi del proprio turno, mentre “si fa altro”. - segue -

Opportunità per l’innovazione e l’internazionalizzazione del settore agroalimentare

ape innovativasardegna ricerche logo ampiologo convegno 24 gen 14Opportunità per l’innovazione e l’internazionalizzazione del settore agroalimentare, se ne parla al Parco Scientifico e Tecnologico di Tramariglio.
Sardegna Ricerche e Porto Conte Ricerche organizzano per domani venerdì 24 Gennaio un convegno dal titolo “ Il Cluster tecnologico Nazionale Agrifood CL.A.N. – Nuove opportunità per innovazione e internazionalizzazione nel settore agroalimentare”. Comunicazioni di Maria Paola Corona e dei rettori dell’Università della Sardegna (di Cagliari e di Sassari). Altri relatori Sergio Uzzau, Martino Muntoni, Pierluigi Pinna, Daniele Rossi, Luigi Montanari, Massimo Iannetta. Seguirà una tavola rotonda con rappresentanti di associazioni imprenditoriali, aziende e organismi di ricerca. Concluderà i lavori Gianluca Cadeddu, Direttore del Centro Regionale di Programmazione. Aladinews seguirà i lavori del convegno e ne riferirà ai propri lettori.
Ulteriori informazioni: http://www.portocontericerche.it/news/programma%20giornata%20clan%20agrifood.pdf