Monthly Archives: marzo 2015

Se il rifiuto nucleare diventa un affare

scorie2di Nicolò Migheli
Smentendo gli annunci, il governo non rivelerà il 2 di aprile i siti possibili per il Deposito Unico delle scorie nucleari. Questa volta non si vuole correre il rischio del 2003 quando la scelta di Scanzano Jonico fatta dal governo Berlusconi, venne bloccata dalla rivolta degli abitanti e dal sindaco di quel comune. La Sogin vuole il coinvolgimento della comunità della località prescelta, in modo da evitare qualsiasi sindrome Nimby. Se le indiscrezioni riferite dall’ex presidente Cappellacci hanno un fondamento, la Sardegna e il Lazio sarebbero le regioni candidate. Il movimento antinucleare, forte del referendum con l’90% di no avutosi in Sardegna, già si organizza. Immagina una resistenza classica, con manifestazioni e blocchi ai porti dei container che trasportano i rifiuti. In realtà la mobilitazione potrebbe essere l’ultimo atto e con nessuna possibilità di successo. L’amministratore delegato della Sogin Riccardo Casale, in una intervista a Panorama del 29 settembre 2014, aveva raccontato come intendano muoversi. La dismissione delle centrali nucleari è l’affare del secolo. Lo smantellamento ha un costo previsto di 6,7 miliardi di euro che vengono già reperiti con le bollette elettriche. Intorno al deposito verrà costruito un parco tecnologico. Ipotizzati mille posti di lavoro tra diretti ed indiretti. Impieghi molto specializzati con una forte presenza di ricercatori. Secondo l’IEA, l’agenzia internazionale sull’energia, nel mondo ci sono 147 reattori in fase di fermata. Dei 434 reattori attivi a fine 2013, 200 dovranno essere smantellati entro il 2040. Un affare da 100 miliardi di dollari. Di sicuro molti di più perché nell’industria atomica come in quella militare, l’aumento dei costi è una costante. L’Italia primo paese ad aver rinunciato al nucleare, si trova in posizione di vantaggio. Il mercato che si apre potrebbe vedere l’industria italiana protagonista. Il deposito unico dovrà essere realizzato entro il 2025, vi è un obbligo europeo a cui a non ci si può sottrarre. La Sogin questa volta intende muoversi con molta cautela utilizzando tutte le strategie possibili di convincimento. Mutuando l’esperienza francese verrà utilizzato il débat public, un metodo di partecipazione e coinvolgimento delle popolazioni. In Francia lo si usa quando gli investimenti per le Grandi Opere superano i 300 milioni di Euro. Il débat è aperto a tutti e le sue conclusioni sono vincolanti. Qualsiasi risultato impegna il maître d’ouvrage, l’istituzione o l’azienda che propone l’opera; se sarà negativo non verrà realizzata. Però non è chiaro cosa la Sogin intenda per dibattito pubblico. Casale imputa il fallimento della scelta di Scanzano ad una cattiva comunicazione. È pensabile che questa volta i metodi partecipativi saranno utilizzati come strumenti per costruire il consenso. Ne sono così sicuri che si attendono candidature di località per ospitare il deposito. L’amministratore delegato della Sogin riferiva il caso di due città svedesi – senza farne il nome – che si sarebbero disputate la collocazione del deposito nucleare di quel paese. Per il momento non sono previste agevolazioni compensative per le popolazioni, come taglio delle bollette o altro. Decisione che spetta al governo e non è stata ancora presa; faranno di tutto per rendere l’opzione più che appetibile. Per la Sardegna si pongono non pochi problemi. In questi anni vi è stata una continua riduzione della partecipazione dello Stato al bilancio regionale. I tagli si sono fatti talmente pesanti da mettere in dubbio le prestazioni minime come quelle della sanità, per citare la più drammatica. Il tasso di disoccupazione è in continua crescita. Metti che il governo decida di oltrepassare la Regione che ha espresso pubblicamente la sua contrarietà, e dialoghi con un comune in cui vi sia una amministrazione compiacente. Che si evochi l’interesse nazionale, quello italiano naturalmente. Che si convincano gli abitanti che quella scelta sarà la soluzione di lavoro e occupazione che cercano invano. A quel punto come ci si potrà opporre? Anche per la petrolchimica erano stati usati argomenti simili: posti di lavoro e ricchezza. Stesse argomentazioni per il furto-voltaico, -termine non mio ma efficace-. Le vicende dei cardi e delle canne non fanno ben sperare. Bisognerà inventarsi efficaci contromisure, essere consapevoli che ci si sta impegnando con una ipoteca pesantissima per i prossimi secoli. Supponendo che il Deposito Unico sia sicuro come affermano i nuclearisti, è comunque una scelta che spazzerà ogni speranza di autodeterminazione, con una ulteriore militarizzazione dell’isola. È impensabile, che materiali così pericolosi vengano lasciati incustoditi in un Mediterraneo turbolento. Tutto può succedere però. In tal caso prepariamoci ad adottare per la nostra isola il significato di Sardigna che ancora compare nel dizionario Treccani. «Sardigna s. f. [da Sardigna, variante ant. di Sardegna, prob. per il clima insalubre e l’aria malsana attribuiti, sin dall’età classica, alla Sardegna] 1. a. In passato, luogo nelle vicinanze di una città dove si depositavano le carogne e i rifiuti della macellazione. b. Attualmente, la zona del reparto sanitario del macello o macello contumaciale destinato alla distribuzione o alla trasformazione delle carni infette che non possono essere usate per l’alimentazione.» Così è.
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Sardegna-bomeluzo22
* L’articolo ddi Nicolò Migheli viene pubblicato anche sui siti di FondazioneSardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra, SardegnaSoprattutto.

Oggi martedì, martis, 24 marzo 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Il diritto del lavoro raccontato con il cinema.
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Chi vuole cancellare sa die de sa Sardigna?

giganti mont'e prama 1di Salvatore Cubeddu

Penserete che l’evento istituzionale più importante della settimana trascorsa sia costituita dalla visita della Presidente della Camera? Purtroppo no. Certo, Laura Boldrini è una bella figura di donna e di di militante della sinistra. Intorno a sé crea fascino ed attesa. Vorrei soffermarmi più a lungo su di lei – ma ci ritornerò alla fine – se non ci fosse una notizia oggettivamente più rilevante e, come spesso succede, più spiacevole per noi e per le nostre cose.

La giunta regionale non ha messo un soldo nella legge finanziaria per sa die de sa Sardigna 2015. Lo scorso anno si era scusata della modestia della somma dicendo che doveva gestire un bilancio approvato dal governo di centro-destra. Quest’anno se n’è totalmente ‘dimenticata’, ponendo le condizioni per cancellare definitivamente la festa dei sardi. - segue -

La guerra dei nostri nonni. La Brigata Sassari in musica

BRIGATA SS VANNI 2Sassari – L’orchestra della Scuola Media n° 5 celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale.
“La guerra dei nostri nonni – la Brigata Sassari in musica”
sedia di Vannitoladi Vanni Tola
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Quale Università e quale Università per la Sardegna?

Maria Del Zompo Programma 16 2 15Inizia il mandato del nuovo Rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo. Si anima in dibattito sul ruolo dell’Università in generale e in Sardegna. Con Aladin parteciperemo, promuoveremo, rilanceremo, come abbiamo sempre fatto, essendo l’Università uno dei nostri terreni di intervento privilegiato.
- Oggi su Democraziaoggi un intervento di Andrea Pubusa.
Magnifica Del Zompo, eccoti due appunti
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Congresso CSS: Giacomo Meloni confermato segretario nazionale

Giacomo seg CSSAl VII Congresso nazionale della Confederazione Sindacale Sarda (CSS), celebratosi ieri domenica 22 marzo, Giacomo Meloni è stato confermato Segretario nazionale per il prossimo mandato.

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413AVANTI SAVOIA
Emanuele Filiberto, principe di Venezia e Piemonte, elogia Matteo Renzi.
Un altro passo verso il ritorno della monarchia.

Oggi lunedì, lunis, 23 marzo 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU:
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Coalizione sociale

landini caMaurizio Landini e la “coalizione sociale”
di Benedetto Sechi

Non sarà Solidarnosc, il movimento che Maurizio Landini vuole far nascere dall’incubatore FIOM, ma forse, anche inconsapevolmente, ne vorrebbe o potrebbe ricalcare le orme.

Certo l’Italia di oggi non è la Polonia comunista di Wojciech Jaruzelcki , nè Matteo Renzi sembrerebbe somigliargli, per quanto possiamo rilevare in lui alcuni tratti da “caporale”. Ma all’esperienza di Solidarnosc, sindacato guidato dall’elettricista Lech Walesa, divenuto poi Presidente della Polonia, Landini dovrebbe guardare con attenzione. A quell’esperienza dovrebbero guardare anche coloro i quali si affrettano a liquidare la “Coalizione Sociale” come un mostro da abbattere, il velleitario tentativo di contrapporsi al “Grande Riformista”, lanciato verso grandi successi per “cambiare Verso all’Italia intera”. Poco importa se nel cambiare verso, pare non si vada da nessuna parte, l’importante è far vedere che qualcosa si muove.

Purtroppo non sembra sia lo smembramento dell’impianto delle autonomi locali a risolvere i problemi, anzi in quell’ambito i pasticci sono enormi, servizi cancellati e comuni gravati di compiti insopportabili, considerando i tagli imposti e la scarsa credibilità della politica locale. Sostituire le province, triplicando le unioni dei comuni, aggiungendovi qualche area metropolitana, sembra una medicina peggiore del male. Così come lasciare in piedi un inutile Senato, ed una Camera di ben seicentotrenta deputati, non appare una grande riforma, se non fosse per il fatto che, trattandosi di nominati, daranno stabilità al presidente-ca po partito di turno che, benevolmente, li ha messi in lista, assegnando una poltrona certa, al di là dei loro meriti. In fondo, l’unico vero obiettivo delle diverse riforme, appare essere una sensibile riduzione del livello di partecipazione democratica dei cittadini, che si sta traducendo nell’allargamento dell’area del non voto.

Si comprende allora perché l’iniziativa di Landini è avversata perfino dalla CGIL, che mai ha digerito Solidarnosc, figuriamoci adesso che glielo confezionano in casa. In fondo Landini fa quello che il sindacato italiano ha sempre fatto. Pretende, giustamente, di svolgere un ruolo politico. Gli accordi interconfederali degli anni ‘70, le piattaforme contrattuali dei metalmeccanici, che contrattavano diritti e più stato sociale, ore per lo studio ai lavoratori, ma anche la salute in fabbrica e fuori da essa, caratterizzavano il sindacato italiano come un soggetto politico, che voleva contare al di là degli ambiti corporativi. Da questo punto di vista numerose sono le stagioni di lotta, anche in Sardegna, che hanno delineato i tratti di questo soggetto. La stessa UIL di Benvenuto, coniò un efficace slogan “UIL il sindacato dei cittadini”

Landini tenta perciò di ritornare, con modalità diverse, nel solco della tradizione sindacale italiana. Vorrebbe essere un soggetto che non si occupa solo dei suoi aderenti, ma si propone come aggregazione sociale per difendere i soggetti più deboli della società, perfino i lavoratori autonomi, oltre ai precari. In fondo Landini ha solo raccolto la sfida che Renzi stesso gli ha lanciato, accusando il sindacato italiano di badare solo agli interessi dei lavoratori occupati. C’è quindi da insospettirsi della repentina risposta del Governo, che vorrebbe affrettarsi a varare una legge, per regolare la vita dei sindacati, pur nei limiti stabiliti dall’art. 39 della Costituzione.

Indiscutibilmente, però, appare incerta la piattaforma programmatica di Landini e & C. Non avrebbe respiro, infatti, se si limitasse ad una opposizione sociale verso il Governo, ma inevitabilmente anche verso tutti i partiti, di maggioranza e di minoranza. Questi , infatti, farebbero fronte comune, temendo la trasformazione del “Movimento” in temibile concorrente elettorale. Così come fu per Solidarnosc, è inevitabile che la sua credibilità passi attraverso un progetto di sviluppo economico e sociale e perfino di un nuovo modello di stato, che sappia essere attraente ed efficace. Insomma se si scende sul terreno della politica, in senso generale, la proposta non può essere timida, nè parziale: in questo caso sarebbe destinata ad una sconfitta e riposta nella soffitta delle cose vecchie di una certa sinistra.

18-03-2015 Benedetto Sechi
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landini2
Coalizione sociale, la Fiom fa sul serio
21 Marzo 2015, ripreso da Democraziaoggi

—  Massimo Franchi, Il Manifesto 13.3.2015

Per capirne di più, torniamo sul progetto di Coalizione sociale con questo reportage sulla prima riunione informale della «associazione di associazioni». Landini sembra cercare una “terza via”: nè Podemos nè Syriza, ma un mocimento capace di cambiare il paese contro l’alleanza Renzi-Confindustria. Il leader dei metallurgici ha riunito nella sede della FIOM una cin­quan­tina di asso­cia­zioni, movi­menti, per­so­na­lità. Quasi tutti vec­chi com­pa­gni di strada: Emer­gency, Libera, Arci, Giu­sti­zia e Libertà, vari costi­tu­zio­na­li­sti. Come nuovi com­pa­gni di viag­gio si pos­sono citare gli stu­denti, le par­tite Iva, i free­lance, per­fino i gruppi cat­to­lici. Una vera «rete» da aprire «sul territorio». A metà aprile il lancio del nuovo movimento.

Nes­sun par­tito invi­tato, nes­sun par­tito all’orizzonte. Ma, si sa, la panna media­tica si monta in fretta. Ed è bastato un arti­colo del Cor­riere della Sera che dava conto della let­tera del segre­ta­rio gene­rale della Fiom per creare un pan­de­mo­nio: «Nasce la Pode­mos di Landini».

La novità comun­que c’è ed è rile­vante. La Fiom è la pro­mo­trice di que­sto pro­getto e ha un’idea su come por­tarlo avanti. La forma che dovrebbe pren­dere la «coa­li­zione sociale» è quella di «un’associazione di asso­cia­zioni», sulla fal­sa­riga di “Libera” di Don Ciotti che non a caso è in prima fila nella par­tita. Un appun­ta­mento più isti­tu­zio­nale per lan­ciare il pro­getto dovrebbe esserci a metà aprile.Nes­suno — tanto meno Lan­dini — si è dilet­tato con nomi o sim­boli. Al momento l’unico nome e l’unica pro­po­sta è sem­pli­cemtne «coa­li­zione sociale», defi­nito «uno spar­tito» ancora tutto da scri­vere. Con alcuni capo­saldi però: indi­pen­denza, auto­no­mia, pen­siero col­let­tivo. Fare poli­tica — «come la Fiom fa da 115 anni» — pro­muo­vendo la par­te­ci­pa­zione, seguendo i prin­cipi della Costituzione.

L’idea di Lan­dini — che oggi sarà esa­mi­nata dagli altri movi­menti e da buona parte del gruppo diri­gente nazio­nale e locale della Fiom — è quello di darsi obiet­tivi strin­genti a par­tire dal tema lavoro. Lo scopo è ricon­qui­stare diritti in tutti i campi: beni comuni, giu­sti­zia, par­te­ci­pa­zione. Gli stru­menti saranno vari: dal refe­ren­dum abro­ga­tivo a quello pro­po­si­tivo, dalla legge di ini­zia­tiva popo­lare alla con­trat­ta­zione sociale sul ter­ri­to­rio. Nes­suna par­te­ci­pa­zione diretta a qual­siasi tipo di ele­zione, ma non si esclude di appog­giare sin­goli can­di­dati o movi­menti locali. In stretto rap­porto — come è sem­pre stato — con i par­titi e movi­menti poli­tici della sini­stra. Il modello dun­que non è Pode­mos (par­tito nato da una pro­te­sta sociale) o Syriza (fede­ra­zione di par­titi e movimenti).

«Io non so par­lare né spa­gnolo né inglese, parlo a mala­pena l’italiano. Quello di domani (oggi, ndr) è solo l’avvio per dare sostanza a una lotta per cam­biare il paese non come vogliono governo o Con­fin­du­stria ma come vogliono le per­sone che hanno a cuore giu­sti­zia sociale, libertà e i diritti del lavoro», ha riba­dito Lan­dini. Se pro­prio si vuole guar­dare a un modello, ad un esem­pio del pas­sato si può pen­sare al sin­da­cato che in Inghil­terra finan­ziava il Labour o alla rina­scita del par­tito socia­li­sta francese.

Nel frat­tempo in agenda c’è già un appun­ta­mento a Firenze il 23 marzo. E la mani­fe­sta­zione del 28 marzo, che da ieri ha anche un nome e un pro­gramma: si chia­merà “Unions”, la pri­ma­vera dei diritti e si terrà di (sabato) pome­rig­gio a Roma con cor­teo da piazza Ese­dra (ore 14) a piazza del Popolo, esat­ta­mente lo stesso pro­gramma de “La via mae­stra” del 12 otto­bre 2013.

Lan­dini ha lan­ciato l’idea della coa­li­zione sociale a novem­bre: met­tere assieme chi ci sta con­tro Renzi e la sua coa­li­zione con Con­fin­du­stria. A Cer­via tre set­ti­mane fa ha avuto il via libera da parte dell’assemblea nazio­nale dei dele­gati. Il docu­mento con al cen­tro il pro­getto di «coa­li­zione sociale» ha rice­vuto con oltre il 90 per cento avendo il voto favo­re­vole anche della com­po­nente rifor­mi­sta dei “camus­siani” gui­dati da Gianni Ven­turi. La stessa Camusso è stata messa al cor­rente del pro­getto e delle riu­nioni già orga­niz­zate. Non che que­sto abbia dimi­nuito la sua con­tra­rietà, ma (i pro­ba­bili) attac­chi che arri­ve­ranno da altri espo­nenti della Cgil hanno comun­que uno scudo solido nel fatto che l’operazione è già stata spie­gata e illu­strata ai ver­tici di Corso Italia.

La guerra dei nostri nonni – la Brigata Sassari in musica

BRIGATA SS VANNI 2Sassari – L’orchestra della Scuola Media n° 5 celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale.
“La guerra dei nostri nonni – la Brigata Sassari in musica”
sedia di Vannitoladi Vanni Tola
La Scuola Media 5+12 di Sassari, per ricordare l’anniversario della Prima Guerra Mondiale, ha predisposto un progetto didattico dal titolo: ”La guerra dei nostri nonni – la Brigata Sassari in musica”. Il progetto si realizza attraverso una rappresentazione musicale che vede protagonisti gli alunni della 3° B della Media n° 5 (indirizzo musicale) in formazione orchestrale, il noto compositore e musicista sardo Mauro Palmas, autore delle musiche che saranno eseguite e un attore, Maurizio Mezzorani che interpreterà dei brani che si riferiscono al periodo storico ricordato. L’attività progettuale e organizzativa, realizzato con un notevole impegno dei protagonisti, è stato coordinato dalle docenti di strumento musicale della Scuola media di Via Gorizia, Sabina Sanna (chitarra), Monica Uzzanu (pianoforte), Teresa Loriga (flauto) e Patrizia Manca (percussioni). La prima rappresentazione dello spettacolo è stata realizzata alcuni giorni fa nella bellissima Villa Siotto a Sarroch. Il debutto a Sassari, invece, è previsto per martedì 24 Marzo al “Palazzo di Città” (Teatro Civico) alle ore 18,00. Successivamente l‘orchestra si esibirà nell’incantevole e suggestiva Grotta di S. Giovanni d’Antro a Pulfero (provincia di Udine) il 14 Aprile e, sempre nel mese di Aprile, alla Caserma Gonzaga di Sassari in data da stabilire. Riferimento importante della rappresentazione saranno le letture dell’attore Maurizio Mezzorani per gli spettacoli a Sarroch e Sassari, e dall’attore friulano Gabriele Benedetti a Pulfero. Ugualmente importante, significativa e originale è stata la scelta del Maestro Mauro Palmas, autore delle suggestive musiche, di esibirsi insieme ai giovani musicisti dell’orchestra suonando con loro e tra di loro come uno dei tanti musicisti dell’orchestra.
Uno spettacolo nel quale si racconta un periodo importante della nostra isola caratterizzato dall’impegno e dal contributo di sangue che una intera generazione di Sardi ha dato per la causa dell’unità della Nazione, distinguendosi per manifestazioni di coraggio che hanno determinato e caratterizzato la storia e le leggendarie imprese della famosa Brigata Sassari. Un’iniziativa caratterizzata da un considerevole lavoro di ricerca di quei valori che fanno parte della cultura della nostra terra attraverso la riscoperta dei testi, delle testimonianze giunte fino a noi nei decenni passati che si mescolano armoniosamente con i brani musicali dalle sonorità tipicamente dell’isola.
Brigata SS VANNI 1

Avviso ai naviganti

ParteciPiazza-212x300Gli organizzatori comunicano che l’evento ParteciPIAZZA! causa avverse condizioni meteo è rinviato a data da destinarsi (probabilmente sarà inserito nelle iniziative di Monumenti aperti di Cagliari del 9/10 maggio 2015)

Oggi la CSS a Congresso

Gli splendidi mosaici tunisini

trionfo di Venere dall' antica città romana di Bulla Regia (Jendouba).Gli splendidi mosaici tunisini: Il trionfo di Venere, dall’antica città romana di Bulla Regia (Jendouba).
Venere è accompagnata da alcuni Tritoni, divinità marine: notare sul capo le zampe e le chele dei crostacei e, a destra, una grande conchiglia (sembrerebbe piena di gamberetti!).

Dominigu 22 de marzu 7° Congressu Nazionale CSS

Dominigu 22 de marzu 7° Congressu Nazionale CSS

Oggi domenica, dominigu, 22 marzo 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: VII Congresso CSS / Invece l’evento ParteciPIAZZA! causa avverse condizioni meteorologiche è rinviato a data da destinarsi (probabilmente sarà inserito nelle iniziative di Monumenti aperti del 9/10 maggio 2015).
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