Monthly Archives: maggio 2015

Dispersione scolastica e politiche regionali di contrasto. L’emergenza non consente la calma della Giunta. Fate subito un’unità di crisi. Come? Ispiratevi per esempio ai Magnifici Sette…

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di Franco Meloni
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Il rapporto Crenos ha ulteriormente messo in risalto il fenomeno della dispersione scolastica e universitaria, una vera e propria emergenza per la Sardegna. Come si contrasta? Le politiche messe in campo dalla Regione, con risorse statali, comunitarie e proprie negli anni passati non hanno avuto in generale esito positivo. Il trend attuale è di continuo aggravamento. La Giunta regionale ha impostato nuove politiche di contrasto, di cui diamo informazione riportando i documenti ufficiali che le descrivono. Non facciamo allo stato una disamina degli stessi, che peraltro hanno carattere di indirizzo generale, seppure con alcuni dettagli descrittivi di specifiche attività. Di primo acchito ci sembra che prevalga un approccio eccessivamente calmo, rassegnato rispetto ai tempi burocratici, considerati vincoli insormontabili, mentre il carattere di emergenza imporrebbe provvedimenti eccezionali, da realizzare in certa parte in tempi rapidi. Ad esempio l’affidamento alle procedure normali dei bandi non consente di muoversi con efficienza, rapidità ed efficacia. Ovviamente non si vogliono suggerire modalità irregolari, ma chiedere che si studino e si scelgano procedure che consentano tempi rapidi e risultati misurabili già dal momento in cui di fanno le attività.
Occorre il coinvolgimento di diversi soggetti, che il documento prevede esaustivamente (“… i diversi attori che agiscono nel sistema dell’istruzione e della formazione, in primis Assessorati regionali, USR, scuole e Università. Verranno attivati dei tavoli strategici a carattere interistituzionale tra i diversi Enti che hanno competenza e interessi nel sistema formativo sardo, composti da rappresentanti della Regione, degli EELL, dell’Ufficio scolastico regionale, delle Università, delle associazioni di categoria e dagli ulteriori stakeholders individuati sulla base di specifiche esigenze”), ma non ci si preoccupa del coordinamento operativo, che a nostro parere dovrebbe essere affidato a una task force o “unità di crisi” che dir si voglia, composta da persone competenti, motivate e disponibili, selezionate con sistemi efficaci. Come? Beh esempi interessanti possiamo trovarli in almeno tre film, per le modalità con cui si costruiscono i “gruppi di lavoro”: “I magnifici 7“, The Commitments (con questi riprendiamo una vecchia idea) e, ancora, “Gli intoccabili“. Suggeriamo a Pigliaru, Paci, Firino e soci di visionarli insieme, con predisposizione all’apprendimento…
Frequenza200-logo-IntervitaTorneremo sull’argomento, ma non vogliamo chiudere senza suggerire una rassegna di “buone pratiche” in giro in Italia e nel mondo che affrontano in modo serio la questione dispersione. Con riferimento alla dispersione scolastica (che è una parte del problema) richiamiamo ancora una volta il “Progetto Frequenza 200“, che ci sembra ben congegnato e che, allo stato, dovrebbe aver già prodotto risultati da valutare. Approfondiremo a breve.
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Delibera del 19 maggio 2015, n. 24/10 [file .pdf]
Programmazione Unitaria 2014-2020. Strategia 1 “Investire sulle Persone” – Priorità Scuola e Università.
- All. 1 24/10 [file .pdf]
- All. 2 24/10 [file .pdf]
- All. 3 24/10 [file .pdf]

Filosofia della Navigazione

Caspar David Friedrich - On a Sailing Ship (1820)Filosofia della Navigazione: il viaggio per mare. Friedrich dipinge molte barche, con una o più vele, alla fonda o in alto mare, ma anche lungo il corso di fiumi e canali. Il viaggio in barca è metafora del corso della vita umana, con i suoi rischi, pericoli, imprevisti: ha la sua stessa aleatorietà e precarietà e, se non travolta dalla tempesta, ha comunque un ultimo approdo, fatale. Ma in questo caso, la “filosofia della navigazione” ha un significato positivo e di speranza: è la coppia, unita a dirigere il battello, verso un porto sicuro: il matrimonio come auspicio di navigazione serena (per quanto si può).
L’alba, al momento, è radiosa. Nessuna tempesta all’orizzonte. (licialisei).
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Caspar David Friedrich – On a Sailing Ship (1820)

con la lampada di aladin… sulle origini

cittàquartiere NS 1986 1 e 2-3cittàquartiere Ns 1986 4-5 e 6-7lampadadialadmicromicro132Gli storici fanno discendere Aladinpensiero dalle seguenti pubblicazioni in sequenza temporale: 1) Gulp! (Anno I, n. 1, 1° ottobre 1967); 2) Scuola Popolare dei Lavoratori (1972); 3) Cittàquartiere; 4) Cittàquartiere nuova-serie (1986, vedasi la copertina dei numeri: primo, 2-3, 4-5 e 6-7)… fino appunto a 5) Aladin-Aladinpensiero-Aladinews (marzo 2012).

La buona Sardegna accoglie gli immigrati. Ora serve una buona politica di accoglienza

MALMSTROEM E ALFANO, PARTE FRONTEX PLUSPigliaru: “Abbiamo dimostrato l’efficienza e la generosità dei sardi”
30 maggio 2015 - Il servizio di Francesca Mulas su SardiniaPost.

Decreto di Pigliaru per la costituzione del Comitato di sorveglianza del POR FSE 2014-2020

bandiera-SardegnaEuropa1- Decreto del Presidente del 25 maggio 2015, n.55 [file.pdf]
Costituzione Comitato di sorveglianza del POR FSE 2014-2020.

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413- In questo giorno, poeti, scacchisti, e l’arte del tradimento politico. Un anno fa su Aladinpensiero.
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Gaber ElezioniElezioni, con Giorgio Gaber.
VADO A VOTARE
Sono 25 anni che sto a Quartu e ho gia votato 5 volte alle comunali.
Se la situazione di Quartu non è buona la colpa deve essere mia:
evidentemente ho votato sempre male.
Questa volta non voterò più come le altre volte. Chissà…
Il problema vero però non è per chi votiamo oggi,
ma che cosa abbiamo in mente di fare da domani in poi

Oggi domenica 31 maggio, dominigu 31 de maju, 2015

22 Crenos rapportoaladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: il rapporto Crenos.
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- Oggi alle 18 CONCERTO PICCOLO, con Studium Canticum, chiesa di Santa Chiara, Cagliari.
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RAS: insediata la Consulta regionale per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Qualche riflessione: con l’autoreferenzialità non si aiutano le imprese ad innovare e a creare lavoro

consulta regionale ricercaape-innovativa2Riportiamo la nota informativa della Regione, apparsa sul suo sito web, sull’insediamento della Consulta regionale per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica. Molto importanti e condivisibili le dichiarazioni dell’assessore Raffaele Paci, soprattutto per la parte in cui ha sottolineato l’importanza della relazione tra la ricerca scientifica e l’attività di impresa per la creazione di opportunità di lavoro. La ricerca scientifica soprattutto in Italia (e in Sardegna in misura ancor più accentuata) è svolta in massima parte dalle Università e dai centri di ricerca pubblici; infatti è pochissima la ricerca finanziata dai privati. La ricerca scientifica è tradizionalmente suddivisa in ricerca di base e ricerca applicata. Sappiamo quanto questa bipartizione sia difficilmente applicabile alla realtà, tanto che qualcuno sostiene che la vera bipartizione sia tra ricerca (scientifica) seria e ricerca falsa (o non-ricerca scientifica), ma non entriamo in questa discussione. Vero è che una parte della ricerca scientifica, quella più classificabile come “di base”, non deve avere precise applicazioni e ricadute misurate e misurabili a breve o medio termine, ma solo in tempi non definiti o definibili se non per approssimazione. Si tratta della ricerca più libera, quella che va dove vuole. Ed è giusto e bene che essa venga finanziata in modo consistente dalle risorse pubbliche, altrimenti non sopravvivrebbe, neppure per l’attività di geniali ricercatori privi di mezzi. Invece, una parte della ricerca più vicina alla definizione di “ricerca applicata” deve essere preordinata nelle sue finalità, deve rispondere a precise richieste del committente, sia esso pubblico che privato. Deve, per esempio, aiutare le imprese a innovarsi in modo permanente in tutti gli aspetti della loro attività: innovazione di prodotto, di processo e di gestione.
Università-liaison-office-3Bene, in gran parte questa è la ricerca che deve finanziare la Regione, attraverso la sua buona legge n.7 del 2007, la cosiddetta legge Gessa, che prende il nome dal suo più deciso promotore, il prof. Gianluigi Gessa, consigliere regionale all’epoca della sua approvazione. Per aiutare la Giunta regionale, che nella normalità della sua composizione non è formata da docenti universitari come nel caso sardo, detta legge ha previsto la costituzione di un apposito organismo, denominato “Consulta regionale per la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica”, con una precisa composizione, che potremo definire come un mix tra rappresentanti del mondo della ricerca, delle istituzioni e delle imprese. Nel caso della Consulta insediata dall’assessore Paci non ne sappiamo esattamente la composizione, perchè non abbiamo trovato in rete il decreto costitutivo, che peraltro deve essere obbligatoriamente pubblicato (eventualmente permanendo questa inadempienza chiederemo alla Regione di farlo, attraverso la procedura dell’accesso civico), ma visionando il breve filmato sul sito della Regione ci sembra prevalente la partecipazione degli accademici e dei rappresentanti dei centri di ricerca, mentre è carente la presenza del mondo delle imprese e dei lavoratori. Forse la presenza di questi due soggetti dovrebbe essere corroborata, anche con una modifica integrativa dell’art.8 della legge. Al riguardo rispetto al mondo delle imprese, sarebbe opportuno prevedere una presenza del rappresentante dell’Unioncamere regionale, istituzione che rappresenta formalmente il mondo delle imprese sarde e, ancora, dare spazio alle realtà più innovative del mondo imprenditoriale come le start up. Diciamo questo per una precisa considerazione, soprattutto pensando al ruolo dell’Università rispetto all’innovazione nelle imprese: non è possibile che questa relazione, tuttora difficile e non soddisfacente, veda il prevalere autoreferenziale dell’Università. Sta in questa anomala sproporzione uno dei principali problemi della scarso grado di innovazione delle nostre imprese. Proprio sul versante del trasferimento della ricerca scientifica alle imprese, che costituisce una delle priorità degli investimenti cofinanziati dai fondi europei, occorre una vera valutazione di come è stato gestito il programma “Innovare” (beneficiari le Università di Cagliari e di Sassari e Sardegna Ricerche, con l’esclusione delle Camere di Commercio pur presenti nei documenti progettuali), finanziato dai fondi FESR del ciclo programmatorio 2007-2013, con fondi consistenti, che peraltro non si è stati capaci di spendere del tutto, prevedendosene una parziale restituzione alla Commissione europea. Tale auspicata valutazione dovrebbe comportare decisive correzioni nella programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, che la citata priorità degli impieghi innovativi confermano in misura prevalente rispetto ad altre finalità. E queste osservazioni valgono anche per quanto riguarda la gestione dei fondi della legge 7/2007.
Infine, solo a mo’ di punt’e billettu, in quanto contiamo di riprenderla in altri prossimi interventi, vogliamo sottolineare l’importanza dell’attività di comunicazione nella programmazione e nella realizzazione dei progetti di ricerca scientifica, spesso del tutto colpevolmente trascurata.
Come abbiamo detto in altra occasione: un modo anch’esso di combattere gli sprechi.
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(Dal sito Ras, 29 maggio 2015) Università: ricerca e innovazione, insediata la Consulta. Paci: le risorse ci sono, bisogna fare sinergia con le imprese per creare occupazione.
La Consulta, che si è insediata e riunita per la prima volta questa sera nell’assessorato della Programmazione, ha il compito di supportare la Giunta regionale nell’individuare i fabbisogni principali di ricerca e alta formazione e gli strumenti per attuarli.

2 giugno Festa della Costituzione e della Repubblica

ampi 2giu 2015

ELETTA la SEGRETERIA e la DIREZIONE NAZIONALE della CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA-CSS

Giacomo MELONI segr gen CSSIl Consiglio Nazionale della CSS, riunito a Cagliari/Pirri venerdì 29 maggio 2015, ha eletto a grande maggioranza la Segreteria e la Direzione Nazionale, Css loghetto biscompletando così gli Organismi Sindacali dopo il VII Congresso Nazionale del 22 marzo 2015.
La Nuova Segreteria Naz.le è così composta:
Giacomo Meloni Segretario Generale Nazionale
Antonello Carai Segretario Nazionale
Antonio Casula Segretario Nazionale
Pietro Doneddu Segretario Nazionale
Marco Mameli Segretario Nazionale
Giampiero Marras Segretario Nazionale
Vincenzo Carlo Monaco Segretario Nazionale
La Nuova Direzione Nazionale, oltre il Segretario Generale e l’intera Segreteria Nazionale, comprende tutti i Segretari Nazionali di Federazione ed i Segretari Territoriali:
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con gli occhiali di Piero e con Pericle in playback…

Giovanna-d-Arco2-LiseiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413- Un anno fa su Aladinpensiero, ricordando Giovanna D’Arco e altri…
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DISCORSO DI PERICLE AGLI ITALIANI
Il nostro governo favorisce i pochi invece dei molti, nonostante questo viene chiamato democratico.
Qui noi ridiamo quando ci dicono che “la legge è uguale per tutti”, e ridiamo anche quando noi stessi diciamo che riconosciamo i meriti del buon cittadino.
Quando un cittadino si distingue, noi lo ostacoliamo, perchè sta cercando di screditarci, soprattutto se è un poveraccio.
Noi in Italia facciamo così.
Noi siamo sospettosi l’uno dell’altro e ci infastidiamo quando qualcuno vuole fare di testa sua o addirittura vuole rispettare le leggi: lo chiamiamo “gufo” e con altre parole e paroline che ci piacciono tanto.
Noi siamo liberi e facciamo tutto quello che ci piace, noi, chiaro?, ma non è che tutti se lo possono permettere… e siamo sempre pronti a fronteggiare i nemici e soprattutto gli amici.
Noi trascuriamo i pubblici affari, perchè ci facciamo gli affari nostri e gli affari pubblici ci interessano se servono a risolvere gli affari nostri.
Noi in Italia facciamo così.
Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati, a rispettare le leggi e a proteggere quelli che ricevono offesa, ma erano tutte scemenze della scuola pubblica.
Noi seguiamo ciò che è giusto e ciò che ci fa comodo, questo è buon senso.
Qui in Italia facciamo così.
Noi consideriamo ogni discussione un ostacolo alla nostra democrazia, perchè la democrazia è Cosa Nostra.
Per noi la felicità è frutto della libertà è la libertà è frutto della furbizia.
Insomma proclamo Roma capitale dei furboni, scuola di ipocrisia, ed è perciò che siamo aperti ai ricconi di tutti i paesi e odiamo ogni straniero povero.
Noi in Italia facciamo così.
——————- - segue l’originale -

i colori

Affreschi romani i colori LL
I colori degli affreschi romani, la natura del colore su www.didatticarte.it/Blog/?p=3210
Didatticarte- Didatticarte
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- Teoria e tecnica del colore.

Oggi sabato, sabudu, 30 maggio, maju, 2015

22 Crenos rapportoaladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: il rapporto Crenos 2015.
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ape-innovativaLogo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
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Rapporto Crenos: l’assessore Raffaele Paci invita a fare sistema.

Rapporto Crenos 2015: un richiamo alle responsabilità dell’Università sarda

Crenos 29 5 2015Coro Lorenzo Costa LLIl rapporto Crenos è stato presentato oggi nell’aula magna della facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari – Università della Sardegna. La pubblicazione che contiene il rapporto è disponibile a richiesta per il tramite del sito web del Crenos; una sintesi efficace, a cura dello stesso Crenos, è qui disponibile. Nei mass media locali e in numerosi siti web, istituzionali e no, sono già presenti servizi giornalistici (compresi reportage fotografici) sull’evento. Ne segnaliamo alcuni. Sui contenuti del rapporto torneremo nei prossimi giorni. Rifacendosi alla parte del report sintetico, nella nota odierna ci limitiamo a segnalare il perpetuarsi del “disastro istruzione” che caratterizza negativamente la Sardegna. Non sembra, a nostro avviso, che vi sia la consapevolezza della drammatica situazione e pertanto la volontà-capacità di adottare le misure più opportune, soprattutto da parte di quanti nelle Istituzioni hanno risorse e competenze (quelle formali) per intervenire. Non ci riferiamo solo ai decisori politici. Pensiamo per esempio all’Università, la quale deve assumersi le sue responsabilità. Ma, tanto per fare un esempio, parlando del dato dei laureati (il più basso in Italia) cosa può dire una dirigenza accademica, che speriamo sia al tramonto, che ha fatto la lotta ai fuori-corso, non al fenomeno dei fuori corso, che infatti non ha minimamente risolto, incapace di capire le esigenze delle persone e contribuendo ad aggravare il dato del “numero dei laureati”? Per questa come per altre questioni, come giustamente (e autocriticamente) diceva il “barone” Sabino Cassese, rifacendosi a una famosa frase di J. Kennedy: “Non basta dire quello che il paese può fare per l’Università, dobbiamo anche dire quello che l’Università può fare per il paese. Quindi sarebbe un errore cominciare col dire “Dateci più soldi”. No. Dobbiamo anche dire quali sono le nostre responsabilità. Che cosa abbiamo fatto per evitare tutti gli abbandoni? Perchè l’Italia è riuscita in 50 anni a portare tutti i ragazzi alle scuole elementari e non riusciamo dopo 150 anni a portare alla laurea tutti gli iscritti all’Università? Queste sono nostre responsabilità. E quindi non poniamo il problema esclusivamente in termini rivendicativi. C’è qualcosa che il paese deve fare per l’Università (e, ovviamente, per la ricerca), ma c’è anche qualcosa che l’Università può fare per il paese”.
Ecco, se vogliamo uscire da questa situazione, lo possiamo fare solo partendo dal coraggio di invertire la rotta. Noi siamo con chi vuole cambiare, sapendo che come avversari del cambiamento ci sono molti “lupi travestiti da agnello”, tra questi includiamo Renzi e il suo governo!

rap crenos 2015I fattori di competitività: note dolenti per istituzioni e istruzione
(…) Il quadro derivante dall’analisi dell’istruzione è assolutamente deficitario. Pur in miglioramento rispetto al 2009, la Sardegna mostra nel 2014 una percentuale di laureati tra la popolazione attiva pari al 13,1%, persino in calo rispetto al 2012 (14%); tale dato colloca la nostra regione ultima fra le regioni italiane e addirittura 265esima (su 269) fra le regioni europee; la media dell’Unione Europea (29,3%) è più che doppia rispetto al dato sardo. Decisamente negativo appare anche il dato sull’abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni. La regione è nona su 269 regioni europee e seconda in Italia per tasso di dispersione: poco meno di un giovane su quattro (il 23,5%) in Sardegna non termina gli studi superiori. Questo dato è migliore in termini assoluti rispetto agli anni precedenti (-0,8% rispetto al 2013 e -2% rispetto al 2012) ma peggiore relativamente al resto delle regioni europee dato che la Sardegna guadagna 4 posizioni in questa classifica. (…) Leggermente migliore la condizione dell’Isola per quanto riguarda il dato sulla formazione permanente degli adulti: la Sardegna si colloca nella prima metà della classifica (125° su 268 regioni) con un tasso del 9,7%, superiore al dato del 2013 (7,4% e 165° posizione), superiore anche al dato nazionale per il 2014 (8,0%) e non lontano dalla media UE28 (10,7%). [i grassetti sono redazionali]
- Il servizio dell’ufficio stampa di Unica.
- Il servizio sul sito della RAS.
- Il servizio su Videolina.
- Il servizio su SardiniaPost.
- Il servizio di CagliariPad.
- Il servizio AGI.

- Sintesi del rapporto a cura del Crenos.

Emergenza democrazia

Quale male oscuro nei nostri paesi?
29 Maggio 2015
democraziaoggi loghettodi Andrea Pubusa su Democraziaoggi

Cosa succede nei nostri comuni? Ad Orune si ammazza un giovane che va a scuola, li si spara, di là si mette una bomba nel municipio, di là ancora s’inviano pallottole all’assessore. Ma non basta. In alcuni per le elezioni si presenta solo una lista, in altri nessuna. Come ad Austis, dove, peraltro nei dieci anni della sindacatura della Prof.ssa Lucia Chessa, non sono mancate le turbolenze. Dice la ormai ex sindaca: “Non me lo aspettavo. Dopo anni di attacchi, raccolte di firme, occupazioni comunali, insulti per i quali sono dovuta ricorrere alle querele, pensavo che questo dissenso venisse canalizzato verso una proposta civile, innovativa e in grado di dare risposte al paese. Mi sono sbagliata evidentemente“. Ecco il punto. Il dissenso si esprime in forme deviate, spesso da codice penale, ma quando si tratta di fare una proposta e mettere su una squadra di governo, ci si tira indietro. Vita democratica piatta. Nessun impegno organizzato. Dice ancora la Chessa: “Spiace constatare che non si è stati capaci di mettersi di impegno per una proposta politica per il paese. È forse mancato l’interesse ad amministrare un piccolo comune?”
Non molto più incoraggiante è la situazione dei molti comuni a lista unica. Il più noto è Gavoi, centro culturale rinomato, paese dove in passato c’è stata una vivace vita democratica, che ha fatto emergere dirigenti politici a livello provinciale e regionale. Uno di questi paesi a lista unica è Atzara, dove un ex sindaco, Alessandro Corona, senza competitori, prova a conquistare il municipio.
Corona centra la questione quando parla di “problema democratico” nei territori più marginali. - segue –