Monthly Archives: settembre 2019

Oggi giovedì 26 settembre 2019

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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Il Parco geominerario della Sardegna espulso dalla rete UNESCO. Una fine annunciata.
26 Settembre 2019
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
Non sono mai stato convinto della formula istituzionale adottata per la valorizzazione delle straordinariamente importanti vestigia minerarie della Sardegna.
L’accorpamento, mediante legge n. 388/2000, sotto l’ombrello-quadro della legge n. 394/1991, dell’intero patrimonio sparso per tutta l’Isola mi parve fin dall’inizio concentrare due difficoltà.
La prima era quella insita nel modello […]
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piketty_capital_21st_century_346204238-300x200Piketty: il capitalismo non è più in grado di giustificare le sue disuguaglianze
[di Fabrizio Tonello]
By sardegnasoprattutto/ 23 settembre 2019/ Culture/
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La storica sentenza della Corte Costituzionale sull’aiuto al suicidio.
26 Settembre 2019
A.P. su Democraziaoggi.
Ho sempre ritenuto che il diritto sia accettabile (non dico giusto) quando risponde al buon senso. Così è del tutto ragionevole, al di là di ogni credo, che in casi come quello del Dj Fabo o della Englaro di Uelbi, ci sia l’assistenza pubblica al fine vita. Non lo è invece generalizzare, non tener conto […]
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Agenda Onu 2030: presentazione del Rapporto ASviS 2019

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Venerdì 4 ottobre 2019, Roma: presentazione del Rapporto ASviS 2019
“L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” [segue]

Oggi mercoledì 25 settembre 2019

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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Magistratura: a proposito delle dichiarazioni di Di Matteo e del correntismo.
25 Settembre 2019
Aldo Lobina su Democraziaoggi.
«L’appartenenza a una cordata è l’unico mezzo per fare carriera e avere tutela quando si è attaccati e isolati, e questo è un criterio molto vicino alla mentalità e al metodo mafioso». Lo ha detto il pm antimafia Nino Di Matteo presentando in streaming la sua candidatura al Csm contro la «degenerazione del correntismo». […]
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Scuola: niente scartoffie, più spazio alla didattica con gli alunni in carne ed ossa.
25 Settembre 2019
Lucio Garofalo su Democraziaoggi.
Vorrei caldeggiare alcune proposte che sono di autentico buon senso, per rilanciare il ruolo di centralità e di rilevanza sociale che un tempo si ascriveva alla scuola in quanto “comunità educante”, e non azienda. In primis, auspico e propugno la cancellazione dei test Invalsi, in particolare nella Scuola Primaria, per […]
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Domenica. Nel Tempo del Creato

ch-evang-29-9-19Nel tempo del creato la Chiesa Evangelica Battista di Cagliari in comunione con le altre confessioni cristiane promuove una preghiera ecumenica; tema di questo anno è la biodiversità. Vi aspettiamo domenica!
https://seasonofcreation.org/it/home-it/
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“How dare you”? L’intervento integrale di Greta Thunberg al Summit Onu sul clima
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Documentazione sulla recente risoluzione del Parlamento Europeo

ATTUALITÀ: ANPI • FASCISMO • PARLAMENTO EUROPEO
Comunismo come nazifascismo: anche l’Anpi contro la risoluzione del Parlamento europeo
ep_logo_neg_itLa risoluzione del Parlamento Europeo (19 settembre 2019): https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html

Oggi martedì 24 settembre 2019

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Meglio tardi che mai!
24 Settembre 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
La storia e anche la cronaca non si fa con i se e con i ma, ma talora nella storia e nella cronaca è quasi d’obbligo ricorrere ai se. Pensate alla Sardegna e alla politica italiana. Oggi il M5S e PD fanno il governo insieme, ma chi lo avrebbe detto fino a un mese e […]
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Che succede?

c3dem_banner_04IDEE E SPUNTI SUL FUTURO DELL’ITALIA
23 Settembre 2019 by sammarco | C3dem.
Goffredo Bettini, “Agenda per un Pd senza Renzi” (Foglio). Ilvo Diamanti, “Un Paese senza identità politica” (Repubblica). Sergio Fabbrini, “Le tre priorità per sbloccare l’Italia” (Sole 24 ore). Alessandro Penati, “I falsi maestri dell’economia” (Repubblica). Emanuele Felice, “Idee semplici contro il declino” (Repubblica). Michele Ainis, “Una cittadinanza per l’integrazione” (Repubblica). Enrico Giovannini, “Chi non paga si può già individuare. Lo Stato sa tutto di noi” (intervista a Repubblica). Nadia Urbinati, “La discontinuità si gioca su migranti e neoliberismo” (Manifesto). Roberto Petrini, “La manovra verde in arrivo” (Repubblica). Chiara Saraceno, “L’emergenza asili nido. Cosa vogliono le famiglie” (Repubblica). Giuseppe De Rita, “Una capitale senza” (Foglio). Maurizio Ferrera, “Un welfare per il quinto stato” (Corriere).

Addio a Edoardo Salzano, maestro dell’urbanistica italiana

eddy_giardino-di-casaIl teorico della città come bene comune, “casa di tutti”, è morto a Venezia a 89 anni.
Il ricordo su eddyburg online: http://www.eddyburg.it/2019/09/eddy-il-ricordo-dei-suoi-amici.html

Sciopero per salvare la Terra e i viventi: fioccano le adesioni

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CSS loghettoSALVIAMO LA NOSTRA TERRA DAL DISASTRO CLIMATICO
LA CSS IN PIAZZA PER IL FUTURO DELL’UMANITA’

La Confederazione Sindacale Sarda-CSS partecipa ed invita tutti a partecipare alle manifestazioni che in tutta la Sardegna, come in tutto il mondo, vengono organizzate dai giovani del Gruppo Fridays for future a difesa del clima e dell’ambiente con al centro l’amore per la nostra Terra, casa comune.
In Sardegna la grande mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico viene declinata anche su altri tre grandi temi:
- Rispetto dei termini per la decarbonizzazione
- Contro la realizzazione della dorsale del metano
- Per le bonifiche dei siti industriali inquinati.
La Confederazione Sindacale Sarda sarà in piazza Venerdì 27 settembre 2019 per unire la propria voce a difesa della nostra casa in fiamme non solo nella foresta dell’Amazzonia dove i primi incendiari criminali sono comandati dallo stesso Governo, ma purtroppo in molte altre parti del mondo dove avanza inesorabilmente il disastro del cambiamento climatico.
Esso è frutto del sistema economico in cui viviamo che causa devastazione ambientale e diseguaglianze che porteranno al collasso della nostra società.
Gravissima l’assenza degli Stati Uniti di Trump, del Giappone e dell’Australia al vertice sul clima dell’ONU, quasi a voler sottolineare che questi grandi Governi non credono agli avvertimenti degli scienziati sulla emergenza climatica che pure si manifesta con eventi disastrosi nei loro stessi Paesi.
L’emergenza clima mette in evidenza l’urgenza che i Grandi della Terra facciano scelte concrete perché si fermi il disastro in atto e si scongiuri la catastrofe.
La Terra, così piccola nell’Universo, rischia di implodere, ma noi che l’abitiamo possiamo ancora salvarla.
Per questo il grido di allarme che in questi giorni, soprattutto le giovani generazioni, non si stancano di portare in tutte le piazze del mondo, può salvare il futuro dell’umanità.

Economia

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La manovra taglia e cuci
di Roberta Carlini, su Rocca*

I numeri devono ancora spuntare, nero su bianco. Ma il nuovo governo si avvicina alla sua prima decisiva prova – la manovra economica – con qualcosa di antico e qualcosa di nuovo. Molti commentatori, soprattutto tra gli occhiuti economisti, hanno sottolineato gli elementi in comune tra il nuovo governo e quello che all’improvviso è caduto in una giornata di mezza estate. In particolare, la tendenza a fare promesse che richiedono ingenti risorse pubbliche non accompagnate da precisa indicazione sulla loro copertura: dove prenderanno i soldi per attuare la riduzione del cuneo fiscale (tasse e contributi sul lavoro), i nuovi asili nido, gli incentivi all’economia verde, l’investimento su scuola e università, per parlare solo di alcuni dei capitoli del libro degli impegni (o dei sogni) dell’esecutivo giallorosso?

qualcosa di nuovo
Ma nell’apertura della stagione di bilancio 2019-2020 c’è anche qualcosa di nuovo, ed è bene non trascurarla: il ritrovato rapporto con l’Europa e il cambiamento dell’atteggiamento dei governi e delle istituzioni europee rispetto al governo italiano – che, prima ancora di produrre eventuali decisioni positive, ha già avuto effetti concreti nel confermare una fase di «bonaccia» dei mercati, che a sua volta premia il debito pubblico italiano riducendo così la spesa per interessi. Così, l’Italia affronta la sfida della manovra di bilancio alleggerita di alcune ansie (e spese) di troppo che derivavano esclusivamente dalla scarsa credibilità e bellicosità dei precedenti governanti. È vero che una parte di questi – il M5S – è socio di maggioranza dell’attuale governo, e addirittura occupa la prestigiosa e cruciale postazione degli Esteri. Ma è anche vero che la nebulosità delle sue intenzioni e il cordone di sicurezza che gli è stato messo intorno fanno sì che, in campo europeo, la cifra del governo Conte 2 sia chiarissima: l’Italia è tornata in Europa, dopo aver per quattordici mesi giocato pericolosamente tra dentro e fuori. Di fatto, il governo gialloverde non aveva mai davvero compiuto atti concreti contro le regole dell’Unione; pure, le sue minacce inconcludenti sono costate un bel po’ in termini di credibilità e spesa per interessi. Dunque la prima novità che darà la cornice generale alla manovra giallorossa è questa: non dovremo aggiungere alle tante difficoltà dell’economia privata e pubblica dell’Italia anche una vana e costosa sfida all’unione monetaria della quale facciamo parte. La seconda novità è che anche l’Europa ha un nuovo governo, con la Commissione che si è insediata dopo le elezioni: dunque va valutato se e come il quadro delle compatibilità dentro il quale le politiche nazionali devono muoversi può cambiare. Infine, c’è da registrare il cambio della guardia ai vertici della Bce, che dà il contesto della politica monetaria: qui le prospettive sono abbastanza chiare, poiché Christine Lagarde, che sostituisce Mario Draghi, non ha intenzione di cambiare la politica di «quantitative easing», il che vuol dire che continuerà una fase di tassi bassi e liquidità monetaria.

un sentiero stretto
Tutto bene, quindi? Le cose si fanno più facili? Non proprio. Uno scampato pericolo non è ancora un programma. Il neoministro dell’economia Gualtieri ha messo in chiaro la sua intenzione di perseguire una politica espansiva, non ostacolando o deprimendo la crescita, ma allo stesso tempo di non voler sfidare l’Unione europea sul livello del deficit. Siamo sempre nella logica del «sentiero stretto», per usare l’espressione coniata a suo tempo da Piercarlo Padoan, ultimo ministro dell’economia del centrosinistra. Adesso, abbiamo al governo un nuovo tipo di centrosinistra, nel quale il Pd non pare intenzionato a indossare la sola divisa del guardiano del rigore e il Movimento Cinque Stelle ha un profilo incerto, non più apertamente antieuro e anti-Europa ma deciso a tenere alte alcune sue bandiere. La principale, il reddito di cittadinanza, è già entrata nell’ordinamento con la scorsa manovra, ma si tratterà ora di attuarla concretamente; ha già mostrato alcuni suoi limiti, e anche una sorprendente bassa adesione da parte della cittadinanza: le domande sono state meno del previsto, al punto che i risparmi che ne sono derivati già sono stati messi in bilancio, per l’anno in corso, a riduzione del deficit.
Incassato, simbolicamente, questo successo, il M5S passerà a rivendicare misure costitutive della sua (non tanto certa) identità; in particolare, per quel che riguarda la manovra economica, quelle che vanno sotto il nome di «green new deal», ossia a favore di uno sviluppo economico ecologicamente compatibile e di rilancio degli investimenti ambientali.
Su questo terreno, l’intesa con il Pd è stata semplice. Almeno finché ci si è tenuti sulle generali: più problematico semmai era l’innesto con la cultura leghista e gli interessi della base sociale del partito di Salvini, più diffidente riguardo ai «lacci e lacciuoli» che a tutela dell’ecosistema sono posti o vanno aggiunti all’iniziativa economica e alle proprietà private.
Ma cosa significhi poi in concreto promuovere una crescita sostenibile è difficile da dire. Sul piano generale, può essere una utile bussola per scegliere, ad esempio, quali incentivi fiscali tagliare (quelli dannosi per l’ambiente) e quali
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il premier Giuseppe Conte
con il neoministro per l’Economia Roberto Gualtieri
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introdurre nel momento in cui si mette mano al sistema di detrazioni e deduzioni fiscali, dalla cui riforma ci si attende di raccogliere una parte delle risorse destinate a coprire il blocco degli aumenti dell’Iva. Sappiamo però bene che, quando materialmente si va a tagliare una agevolazione, la reazione delle categorie interessate, spesso non abbienti, può essere molto dura: basti pensare a cosa è successo in Francia con la rivolta dei gilet gialli, che protestavano proprio contro un caro-carburante che era sicuramente «benefico» dal punto di vista ambientale ma assai doloroso per i piccoli autotrasportatori, pendolari, autisti. La strada più semplice è lavorare sugli incentivi anziché sui disincentivi: aggiungere, non togliere. Ma questo si può fare se si hanno a disposizione molte risorse pubbliche; non è il caso dell’Italia, che invece dovrà trovare risorse, sia per la manovra sull’Iva (sui 24 miliardi di euro), che per continuare nelle spese già impegnate (altri 3-4 miliardi), che per finanziare l’altra grande misura sulla quale il programma del nuovo governo si è impegnato: la riduzione del cuneo fiscale, ossia le tasse e i contributi sul lavoro.

con quali soldi?
In parte, l’enorme mole di questa manovra potrà essere coperta dal ridimensionamento della spesa per interessi (resa possibile, come si scriveva prima, dalla politica della Bce e dalla riduzione del rischio-Italia); un altro contributo positivo, già evidenziato nella prima parte di que- st’anno, viene da aumenti di gettito deri- vanti dalle misure dei passati governi, come la fatturazione elettronica; infine, potrà esserci qualche spicciolo derivante dallo stop ad alcune misure prese per volontà della Lega, in particolare l’estensione della flat tax sulle partite Iva ai redditi fino a 100.000 euro. Ma tutto ciò non basta. Dunque, per finanziare il blocco degli aumenti dell’Iva e avviare la riduzione del cuneo fiscale (che, ha già detto Gualtieri, sarà fatta nell’arco di tre anni), serve altro. Cosa?
Puntare solo sul debito, come voleva fare il precedente governo, non è un’opzione possibile per l’attuale. Non ci sarà nessuna sfida per avvicinare il rapporto tra deficit e Pil al 3% o addirittura superarlo, come voleva Salvini. Né la nuova Commissione sarebbe aperta su questo: l’intenzione è quella di interpretare il Patto di stabilità, ma non di riformarlo. In questa «interpretazione» si inseriranno le richieste italiane e la contrattazione con Bruxelles. In particolare, sullo scomputo degli investimenti «verdi» dalla spesa che si calcola per misurare i fatidici tetti di deficit. Un’altra manovra, proposta dal ministro italiano, prevede di utilizzare meglio i fondi strutturali europei, in due sensi: accelerare le procedure e soprattutto la loro spesa, che troppo spesso impiega molto tempo per tradursi in realtà; chiedere un cambiamento delle regole, per cui la quota di cofinanziamento nazionale (vale a dire, la spesa che gli stati e le Regioni devono mettere sul piatto per accompagnare i progetti europei) sia scomputata dal patto di stabilità. Questa proposta ha un senso: a volte i fondi europei non si possono spendere perché il corrispondente investimento italiano è bloccato dagli stessi vincoli europei, il che è un paradosso. Ma bisognerà vedere se la Commissione acconsentirà a questa modifica, e soprattutto quanto tempo ci vorrà.

una scommessa difficile
Di certo, queste speranze non si tradurranno in realtà in pochi mesi, ossia nel tempo in cui la manovra 2020 deve essere presentata. Tutto fa prevedere dunque che il governo Conte 2 cercherà di ridimensionare le nuove spese (magari preparando la riforma del cuneo fiscale ma rinviandone il grosso al 2021-2022), puntando per la «fase uno» alle misure necessarie per bloccare l’aumento dell’Iva; di far aumentare le entrate da lotta all’evasione fiscale (è vero, si tratta di un sempreverde, ma i successi della fatturazione elettronica fanno capire quanto sarebbe potente un uso efficace delle tecnologie per metter mano al più grosso problema strutturale dell’Italia, l’evasione fiscale); di far lievitare quelle spese sulle quali la Commissione europea è più disponibile a dare flessibilità, ossia gli investimenti pubblici.
È una scommessa difficile, tutta da chiarire. Ma per ora si può registrare con sollievo l’uscita di scena di uno spreco di risorse, quale sarebbe stata la flat tax cara ai leghisti (una manovra a favore dei più ricchi); e il beneficio di un clima di collaborazione con le istituzioni europee, che – a meno di nuove ondate di instabilità legata a eventi internazionali o ai nuovi contorcimenti della politica interna – potrebbe darci qualche mese di tregua.

* Roberta Carlini
ROCCA n.19 1 OTTOBRE 2019
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Che succede?

SULL’USCITA DI RENZI DAL PD
c3dem_banner_0422 Settembre 2019 by sammarco | su C3dem.
Paolo Rodari, “Nessuna benedizione a Renzi. I cattolici guardano ancora al Pd” (Repubblica). Marco Tarquinio, “La mossa di Renzi e il cantiere della quarta gamba” (Avvenire). Romano Prodi, “Il partito di Renzi è come lo yogurt” (intervista a Repubblica). Nando Pagnoncelli, “Italia Viva è al 4,4%. Solo per uno su quattro Renzi ha fatto bene” (Corriere della sera). Roberto D’Alimonte, “Renzi al 6,4%. Il 75% dei voti presi a +Europa, Pd e Fi” (Sole 24 ore). Franco Monaco, “Renzi e il solito partito dell’io” (Il Fatto). Giorgio Tonini, “Lettera a un amico che ha lasciato il Pd per Italia Viva” (landino.it). Giulio Quercini, “Caro Matteo ti ho sempre votato ma oggi non ti seguo” (Libertà eguale). Graziella Pagano (militante storica del Pd a Napoli), “Pd addio, vado con Renzi” (Repubblica). Emanuele Macaluso, “Da Matteo scissione personalistica. Se il Pd non reagisce finirà male” (intervista a La Stampa). Pierluigi Bersani, “Sinistra più larga oltre il Pd” (intervista a Repubblica). Maria Elena Boschi, “C’è una prateria davanti a noi” (intervista al Corriere). Luca Lotti, “Perché sono rimasto nel Pd” (Foglio). Domenico De Masi, “Gli intellettuali ora aiutino Pd e M5S” (Il Fatto). Claudio Tito, “I dubbi su Renzi di Cinte e dei ministri: non possiamo fidarci” (Repubblica). Giorgio Gori, “Serve un congresso straordinario” (Foglio). Stefano Folli, “Franchi tiratori sul patto Pd-M5S” (Repubblica). Claudio Cerasa, “Contro l’Ulivo formato grillino” (Foglio).

Oggi lunedì 23 settembre 2019

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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Il nuovo Parlamento europeo condanna, equiparandoli, nazifascismo e comunismo. I rischi attuali per la democrazia del revisionismo storico
23 Settembre 2019
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
La recente risoluzione del Parlamento europeo (votata anche dagli europarlamentari del PD), che condanna, equiparandoli, nazifascismo e comunismo, va valutata alla luce del contesto in cui è stata approvata.
Benchè i sovranismi abbiano vinto le elezioni europee in alcuni Paesi dell’Unione, complessivamente la velleità di spostare a proprio favore l’assetto rappresentativo e di governo dell’intera […]

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La risoluzione del Parlamento Europeo (19 settembre 2019): https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html

Enzo Bianchi, monaco.

“È tempo di un insurrezione delle coscienze”
intervista a Enzo Bianchi
di Maria Laura Giovagnini
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pubblicato su
“Io Donna”
14 settembre 2019

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Sopra una quercia c’era un vecchio gufo. Più sapeva e più taceva, più taceva e più sapeva».
Scolpita sulla pietra, la frase accoglie chi arriva a Bose, la comunità di monaci e monache di chiese cristiane diverse in provincia di Biella diventata un centro di spiritualità di livello internazionale.
[segue]

Save the date. Punta de billete.

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Il C.A.S.M.I., Comitato per le Associazioni Sarde per la Mobilità Internazionale, ti invita a “Connessioni 19 – IV Fiera del volontariato internazionale in Sardegna”, sabato 19 ottobre 2019 ore 10, ex Manifattura Tabacchi a Cagliari
- L’evento intende favorire l’incontro tra istituzioni, organizzazione del terzo settore e cittadini, per la condivisione di buone pratiche e la realizzazione di progetti nell’ambito dei programmi europei per la mobilità, il lavoro e la formazione.
- Il programma di “Connessioni” include seminari, workshop e uno spazio di networking riservato alle associazioni.
- Agenda dei lavori:
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Oggi domenica 22 settembre 2019

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Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia Imperatore d’Etiopia, decreta la ‘Costituzione del Comune di Carbonia’
22 Settembre 2019
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Carbonia
Nell’80° anniversario, proseguiamo nell’appuntamento domenicale sulla storia di Carbonia con la rievocazione della costituzione del Comune. I precedenti post il 1° l’8 e il 15 settembre.
- Il Regio Decreto Legge del 5 novembre 1937, n.2189, istituisce il nuovo Comune di Carbonia, in località Monte Fossone, che comprende nella sua circoscrizione, oltre all’intero territorio […]
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sbilanciamoci-20
Una nota per i diritti, l’ambiente, il lavoro
Il prossimo mercoledì 25 settembre alle 14.30 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (Roma, via della Missione 4), la Campagna Sbilanciamoci! presenterà il suo nuovo dossier sulla Nota di Aggiornamento del DEF: 10 proposte della società civile per un’economia diversa e un modello di sviluppo sostenibile
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