Monthly Archives: novembre 2019

Oggi sabato ultimo giorno del mese: 30 novembre 2019

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foto-sardine-brescia-300x214Sardine, un bel movimento, un sasso nello stagno
30 Novembre 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Sono un amante delle sardine, che al tempo loro, arrostisco frequentemente al mare o in paese, solo il loro profumo inteso è un bel piacere; dunque anche per questo ho accolto con piacere l’irrompere sulla scena politica di questo movimento. Il nome evoca in me momenti indimenticabili e desiderabili. Ma questa mobilitazione cos’è? Certo, […]
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CONTROCANTO
Sardine, ovvero l’innocenza necessaria
25-11-2019 – Marco Revelli su Volerelaluna
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Che succede?

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Le giovani promesse del bene comune
di Enzo Bianchi
in “la Repubblica” del 25 novembre 2019
Si tratta di ripensare una nuova resistenza (…) In questo senso, l’indignazione delle coscienze contro il contagio dell’odio, che si manifesta in questi giorni nelle piazze del nostro Paese dove i giovani sono stipati come sardine, se avrà la capacità di essere voce non solo “contro” ma anche “per un orizzonte sociale nuovo”, e dunque saprà approdare alla “politica”, può suscitare speranza. Questo lavoro di ricostituzione e riappropriazione dell’orizzonte del bene comune sarà lungo, richiederà fatica e resistenza; ma le nuove generazioni possono esserne protagoniste efficaci.

Tutti denunciano il crescere nel nostro Paese di frustrazioni, disillusioni mescolate a rabbie e rancori. La nostra convivenza è grama per le troppe situazioni di precarietà, di esclusione, di concreta e ingiusta povertà, sofferta in particolare dalle fasce più deboli della popolazione. I desideri di mutamento della situazione sembrano non trovare vie di realizzazione, accrescendo così il senso d’impotenza di molti cittadini di fronte ai mali denunciati: illegalità, corruzione, inconcludenza dei politici… È sempre più faticoso trovare convergenze e visioni condivise dell’avvenire sociale, mentre viene progressivamente a mancare la fiducia negli altri e la speranza nell’edificazione di una convivenza bella e buona. La crisi della politica è innanzitutto una crisi di fiducia verso quelli che hanno l’incarico di vigilare sul bene comune e sull’interesse generale: ambizioni personali smisurate, manovre, calcoli elettorali, promesse non mantenute, lontananza dalla vita reale dei cittadini, carenza di visioni a lungo termine, comportamenti demagogici e populisti sono diventati insopportabili.
Il comportamento di alcuni, troppi, getta discredito sull’insieme dei politici e impedisce di vedere il comportamento virtuoso di chi vive la politica come servizio. Ma la società non può fare a meno della politica, la quale è l’affermazione di un “noi, insieme” che trascende i particolarismi, gli interessi individuali e definisce le condizioni di una vita condivisa.
Per questo si tratta di ripensare il “contratto sociale” e di definirlo in termini nuovi, che affermino il primato del bene comune e sappiano ispirare il comportamento nel vivere insieme e nell’abitare il pianeta.
Contratto sociale nel quale siano inscritte non solo libertà e uguaglianza, ma anche fraternità, senza la quale le altre necessarie urgenze sociali restano fragili.
Si tratta di ripensare una nuova resistenza a questa dominante che attraversa l’Europa e che si nutre di affermazione dell’io individuale e di esclusione dell’altro, di chi è debole, e dell’erigere a presidio identità contro gli altri. In questo senso, l’indignazione delle coscienze contro il contagio dell’odio, che si manifesta in questi giorni nelle piazze del nostro Paese dove i giovani sono stipati come sardine, se avrà la capacità di essere voce non solo “contro” ma anche “per un orizzonte sociale nuovo”, e dunque saprà approdare alla “politica”, può suscitare speranza.
Questo lavoro di ricostituzione e riappropriazione dell’orizzonte del bene comune sarà lungo, richiederà fatica e resistenza; ma le nuove generazioni possono esserne protagoniste efficaci.
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Auguri Andrea, sacerdote, operaio, poeta!

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Oggi venerdì 29 novembre 2019

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Ieri e oggi (in) decisioni politiche e loro conseguenze
29 Novembre 2019
Pietro Casula – Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo. Su Democraziaoggi.
Neuss (Germania). Sono trascorsi circa 100 anni da quando John Maynard Keynes – economista e politico britannico – regalò idee al mondo. Una delle sue frasi intelligenti mi è venuta in mente leggendo le news della politica sarda di questi ultimi giorni: “La più grande difficoltà nel mondo non consiste nel far accettare nuove idee alle persone, ma far si che dimentichino le vecchie“ […]
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Che succede?

c3dem_banner_04FINANZIAMENTI AI PARTITI. VALORI DELLA COSTITUZIONE. PD, IRI E SARDINE
28 Novembre 2019 by Forcesi | su C3dem.
Ugo Magri, “I magistrati in guerra con Matteo” (La Stampa). Paolo Balduzzi, “Finanziamenti come peccato, quel tabù da rimuovere” (Messaggero). Claudio Cerasa, “Proteggere il mestiere della politica dalla repubblica delle procure” (Foglio). Ugo Sposetti, “Renzi è vittima di se stesso” (intervista al Foglio). Tommaso Nencioni, “Proprietari di tutto, anche dei partiti” (Manifesto). COSTITUZIONE: Ezio Mauro, “Eravamo nati tutti uguali” (Repubblica). Giorgio Lattanzi, “La Costituzione ancora attuale, ma oggi è poco condivisa” (intervista al Corriere della sera). PD: Gianfranco Brunelli, “Il Pd? Un partito della sinistra senza più un progetto” (intervista all’Avvenire). Mario Ricciardi, “Ora Zingaretti deve scegliere tra le due anime del Pd” (Espresso). IRI? Dario Di Vico, “Quella strana voglia di partecipazioni statali” (Corriere della sera). SARDINE: Enzo Bianchi, “Le giovani promesse del bene comune” (Repubblica). Ilvo Diamanti, “La gioventù già adulta delle sardine” (Repubblica). Piero Bevilacqua, “Le nuove piazze sono le antenne della sinistra” (Manifesto).

Oggi giovedì 28 novembre 2019

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f1e7a2a1-43fe-4bac-87c6-cb200e907f96I padroni della finanza e la liberazione dei mercati
28 Novembre 2019
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Le continue crisi del capitalismo occidentale hanno compromesso la prosperità e il benessere dei cittadini, aumentato le disuguaglianze, ridotto la crescita, abbassato i salari e “generato una crisi di aspettative e di fiducia nel futuro che ha capovolto l’ottimismo dei decenni passati”. Il capitalismo, a parere di Pino Arlacchi, configura oggi la “più grande minaccia alla sicurezza e al benessere di tutti noi”[…]
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Il 2 dicembre “Storie di lavoro femminile” all’hostel Marina
“Manifattura tabacchi. Storie di lavoro al femminile”, ideazione, testo e regia di Rita Atzeri ed in scena Carla Orrù e Marta Gessa produzione Il crogiuolo, andrà in scena lunedì 2 dicembre, ore 19.30, all’Hostel Marina, scalette San Sepolcro di Cagliari. Organizzano l’Anpi, Il crogiulo, il CoStat, la Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco.

Castello sorcesco: una storia infinita

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- Su Giornalia: ripetere giova. Spazi civici a Cagliari: il problema ( che non si vuole affrontare) è la gestione.
Dall’esame di un caso concreto (il persistente inutilizzo del cd palazzo sorcesco, recentemente ristrutturato) al problema generale di carenza regolamentare del Comune di Cagliari.
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- Su Aladinpensiero online: Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?
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- Beni comuni urbani: l’Università in campo. L’Università di Cagliari presenta un progetto in sintonia con le esigenze della partecipazione dei cittadini alla gestione dei beni comuni urbani.

Oggi mercoledì 27 novembre 2019

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Che vuoto! Uras si dimette! La sinistra sarda novella araba fenice?
27 Novembre 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
Oh, ragazzi! Gioia, gaudio e tripudio, si apre una nuova fase per Campo Progressista Sardegna. All’assemblea regionale del partito, Luciano Uras e Giuseppe Verona si son dimessi! Da cosa chiederete, visto che si sono ridotti a così poca cosa: dimissioni rispettivamente da presidente e tesoriere del partito.Niente allarmi o preoccupazioni! Il tesoretto è al sicuro, […]
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L’Università di Cagliari presenta un progetto in sintonia con le esigenze della partecipazione dei cittadini alla gestione dei beni comuni urbani

is-mirr-e-colle-san-michele-25-nov19immaginedicaar1bBONAS NOAS. Rispondendo alle esigenze e accogliendo le richieste dell’associazionismo di base il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari (DICAAR) diretto dal prof. Giorgio Massacci, ha presentato alla Fondazione di Sardegna un progetto denominato: “NeighborHub: riconoscimento, riuso e gestione condivisa dei beni comuni urbani. Un modello per la creazione di distretti socio-culturali diffusi a partire dai quartieri di edilizia popolare”. Il progetto – che prevede la realizzazione di un modello di gestione dei beni comuni urbani a partire dai quartieri di edilizia popolare e di partecipazione dei cittadini all’amministrazione del territorio – trova perfetta corrispondenza nelle linee di ricerca-azione del DICAAR, specificamente seguite dal prof. Ivan Blečić e dalla dott.ssa Valeria Saiu (referente del progetto). Il progetto inoltre è sostenuto da numerose associazioni socio-culturali; in particolare fanno parte del partenariato [segue]

Newsletter

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Newsletter n. 172 del 26 novembre 2019

DISARMARE LA PACE

Care Amiche ed Amici, [segue]

Cagliari si Slega: FLASHMOB delle SARDINE sabato 7 dicembre in Piazza Garibaldi

sardine-ca-sar-5-dic19*** COMUNICAZIONE IMPORTANTE ***
IL FLASHMOB delle SARDINE si svolgerà SABATO 7 DICEMBRE 2019 in Piazza Garibaldi, anziché al bastione San Remy giovedì 5, come precedentemente detto.
Abbiamo optato per Piazza Garibaldi al fine di garantire la partecipazione delle persone in sicurezza e consentire un accesso più agevole anche alle persone con disabilità.
Abbiamo virato la data al weekend per consentire la partecipazione ai lavoratori e studenti, seguendo le vostre esigenze.
Vi chiediamo di condividere l’evento e di invitare tutti i vostri amici e amiche! Cerchiamo di essere quanti più possibile, è l’opportunità più grande per poter dare un grande segno di antifascismo, di unione e di solidarietà!

Che succede?

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Sardine e rappresentanza politica

Alfiero Grandi, su Democraziaoggi.

Il movimento delle sardine è iniziato a Bologna – a sorpresa – con ironia e determinazione per contrastare la crescita della Lega e la sua presunta vittoria politica, data troppo per scontata da gruppi dirigenti frastornati dai sondaggi e indeboliti dal distacco da settori decisivi della società. Questo movimento si sta diffondendo, confermando che settori importanti della società sono decisi a farsi sentire per bloccare la resistibile ascesa della Lega. Vedremo dove arriverà e quanto si estenderà, speriamo molto.
La prima riflessione che si può fare è che fino a poco tempo fa il Movimento 5 Stelle raccoglieva settori importanti di insoddisfazione, ma il governo giallo verde ha dato un colpo decisivo alla rappresentanza politica “né di destra né di sinistra”, perchè è apparso chiaro che sotto questa formula ha dominato di fatto una svolta a destra, culturale, sociale e politica in tanti campi, segnatamente su migranti e sicurezza, argomenti in cui Salvini ha fatto il bello e il cattivo tempo per tutto il Conte 1.
La seconda riflessione è che “né di destra né di sinistra” è una formula politica ormai logora e che non ha più la forza di indicare un percorso politico convincente. Le prove concrete di questa formula dal marzo 2018 ad oggi hanno dimostrato che così in realtà si dà spazio alla crescita dei valori e del peso della destra. Per di più una destra estremista che mette in serio imbarazzo perfino i moderati che avevano contribuito a dare vita al vecchio centrodestra. Salvini sta cercando strumentalmente di stemperare a fini elettorali alcuni comportamenti ma la sostanza non cambia.
La terza riflessione è che c’è un’area di persone, giovani ma non solo, che non ha il timore (tutto ideologico) di apparire solo contro. Perché essere contro le ingiustizie, contro il razzismo, contro il rifiuto degli stranieri, contro il fascismo è del tutto motivato, anche se non basta, ma questo è un altro discorso. Riuscire a bloccare le derive peggiori vuol dire darsi il tempo per creare le condizioni per elaborare proposte e trovare soluzioni. Del resto fermare la crescita della Lega è oggi la premessa per riaprire la possibilità per l’Italia di non precipitare nel buco nero, di diventare un paese cattivo, egoista, chiuso in sé stesso, reazionario, perfino sanfedista, tentazioni ben visibili e che la Lega spande a piene mani.
La quarta riflessione è che non si può rispondere ad un movimento come questo solo rivendicando risultati e buon governo. Non bastano solo i risultati del buon governo, sottovalutando l’impatto dell’attacco politico generale che sta cercando di fare la Lega. I risultati sono importanti ma non bastano, anche perché l’Emilia ha sempre dato una particolare torsione all’iniziativa locale, con orizzonti di solidarietà oltre quello regionale, con l’ambizione di creare un modello sociale nuovo, più avanzato, di fare crescere l’insieme, di impostare legami forti attraverso l’estensione dello stato sociale e in una dialettica forte ma regolata nella società e nell’economia. In sostanza con ambizioni di costituire un modello a respiro nazionale. Come si fa ad esercitare un ruolo nazionale se l’orizzonte coincide con quello regionale? È evidente che l’ambizione deve essere di parlare al paese e oltre, cioè essere un esempio, anche se non un universo compiuto ed appagato. Altrimenti il movimento delle sardine non ha ruolo perché il suo no parte da altre motivazioni che si aggiungono ai risultati del governo locale.
La quinta riflessione è che valutare la società dell’Emilia Romagna come un insieme di obiettivi raggiunti, appagata, porta a sottovalutare le contraddizioni, i problemi che esistono anche in questa regione. Non a caso il movimento dei raider è partito da Bologna, non a caso molti intervistati alle manifestazioni di Salvini hanno motivato il loro cambio di campo con problemi irrisolti nella sanità, nel sociale, nel sentirsi soli. Certo votare per la destra sarebbe la soluzione peggiore ma le motivazioni del disagio vanno ascoltate e rappresentate perché indicano che non tutto è risolto, anzi. Di più, ci sono scelte importanti da compiere per garantire il futuro economico, produttivo, ecc. e non dipendono solo dall’ambito regionale, altrimenti si rischia di sentirsi appagati e questo non consente di capire i problemi da affrontare.
La sesta riflessione è che senza abbandonare la valutazione proposta agli elettori sui risultati dell’amministrazione regionale resta il problema di uscire dalla difensiva, altrimenti il contesto politico rischia di rimanere appannaggio di Salvini e della destra. Il movimento delle sardine ha il merito di avere sollevato il problema, anche se non lo risolve, almeno per ora, e quindi è necessario che senza mettere in secondo piano il confronto sul governo della regione venga posta con chiarezza in campo anche l’alternativa politica alla destra. Ad esempio sui migranti e l’accoglienza, oppure sull’ambiente. Contro la destra per un’alternativa politica e con una discussione sui risvolti nazionali ed europei che ne derivano perché deve riemergere lo schema del confronto tra alternative politiche.
La settima riflessione riguarda le nuove modalità per diffondere una posizione politica. Già all’epoca di Berlusconi si crearono movimenti di contrasto come i girotondi. È evidente che il movimento appena iniziato è diverso e oggi il perno è la convinzione che occorre fare diga contro una destra inaccettabile, reazionaria, sanfedista, usando lo strumento della rete per mobilitare. La rete è la novità che ha consentito a Salvini di lanciare un’opa sul governo del paese, facendo crescere l’incubo della sua vittoria, da troppi data per scontata, ma la rete è anche lo strumento che può essere usato contro, confermando che esiste una domanda politica che oggi non trova risposta. Si caratterizza con un contro perchè l’alternativa è confusa e per ora non è disponibile. Se la risposta a questa domanda di politica alternativa alla destra non trovasse risposta si potrebbe verificare un ripiegamento oppure una proiezione politica diretta, un po’ come è avvenuto con il M5Stelle.
L’ottava riflessione riguarda il problema politico che emerge. Da un lato c’è una consapevolezza politica probabilmente con motivazioni diverse tra loro, un orientamento democratico e di sinistra che sembrava scomparso da questa stagione, dall’altra un interfaccia politico che non è in grado per ora di candidarsi a diventarne l’interlocutore, di tradurre questa spinta in progresso politico, purtroppo questo avviene senza distinzioni interne sostanziali.
La nona riflessione riguarda l’individuazione di una modalità per rispondere all’esigenza di una alternativa politica netta. Potrebbe venire un contributo da parte dell’intellettualità e dell’associazionismo democratico e di sinistra che potrebbero aiutare a raccordare positivamente questi due mondi oggi sostanzialmente paralleli. La questione non è tanto di evitare di mettere il cappello sulle sardine, per la semplice ragione che non se lo farebbero mettere, quanto di raccoglierne il messaggio politico e la spinta, ammettere l’incredibile caduta di credibilità dell’interfaccia politico di sinistra e tentare di risalire con l’aiuto delle energie disponibili che sono tante e hanno statura intellettuale sufficiente, a patto che ci sia disponibilità all’ascolto e alla traduzione politica delle richieste, scuotendosi di dosso subalternità e giorno per giorno. C’è da augurarsi che le elezioni regionali in Emilia Romagna abbiano offerto l’occasione non solo per respingere l’offensiva della Lega ma per avviare la ricostruzione politica e sociale di un’alternativa credibile alla destra in Italia. Limitarsi a ritardarne la vittoria non basta e le sardine chiedono di più.
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Oggi martedì 26 novembre 2019

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is-picciocus-de-palabandaSulla pagina fb del Circolo culturale “Is picciocus del Palabanda” l’intervento introduttivo del prof. Francesco Maceri, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, all’incontro su “Cattedrali nel tempo. Spazi liturgici e opere d’arte”: https://www.facebook.com/stampaxiassociazioneculturale/photos/a.232390537181858/808639592890280/?type=3&theater
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La nuova questione cattolica
Rileggere le stagioni passate per interpretare una stagione politica inedita Gianfranco Brunelli su Il Regno.
Orfani di un grande passato. Di tanto in tanto, torna sui media il tema del rapporto tra cattolici e politica. Dopo l’esperienza storica della Democrazia cristiana (DC) è una questione irrisolta. Un’intervista, un libro, un manifesto ne fanno oggetto di un breve dibattito. Volto in genere a determinare se la gerarchia ecclesiastica sia intenzionata o meno a benedire un nuovo «partito cattolico». A rifare la DC. Poiché questo è l’unico cliché dei media ed è l’inevitabile rimpianto dell’ultima generazione che visse quei giorni.
Quei giorni sono passati. Non torneranno. E tuttavia la questione rimane. [segue]

Intervista a Andrea Pubusa e Tonino Dessì su Nuovo Cammino

img_0679Intervista con due esperti di cose sarde: Andrea Pubusa e Tonino Dessì
Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo dell’Università di Cagliari, da sempre impegnato in politica – nel corso degli anni compresi fra il 1984 e il 1994, è stato Consigliere regionale della Sardegna. Insieme con lui Tonino Dessì, giurista, dirigente regionale, già assessore regionale della Giunta Soru. Ambedue sono tra i maggiori competenti sulle tematiche costituzionali e statutarie ed autorevoli esponenti del CoStat (Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria).

Oggi lunedì 25 novembre 2019

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Oggi a Cagliari Mostra e Spettacolo contro la violenza sulle donne: ogni 72 ore un femminicidio
25 Novembre 2019 su Democraziaoggi.
Madri della Costituzione – Mostra e spettacolo a Cagliari
Oggi, ore 18: Mostra sulle madri costituenti – 0re 19,30 Spettacolo teatrale “Le ceneri di Atilia” di Clara Murtas (ingresso libero)
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Giornata contro la violenza sulle donne
Cagliari via S. Domenico n. 10 -
Organizzano: ANPI, CoStat, Associazione Terra Battuta, Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco.
Lotta sacrosanta quella di oggi contro la violenza sulle […]
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LA “NUOVA QUESTIONE CATTOLICA” NON È POLITICA MA RELIGIOSA
22 Novembre 2019 by Forcesi | su C3dem.
Sull’ultimo numero del Regno Attualità il direttore Gianfranco Brunelli dedica l’editoriale al tema del rapporto tra chiesa e politica, tra cattolici e politica (“La nuova questione cattolica Rileggere le stagioni passate per interpretare una stagione politica inedita”). La sua tesi è che, nell’attuale contesto, la questione cattolica si pone come questione religiosa, cioè “come confronto nella società tra riferimenti valoriali e culturali”: “A preoccupare – scrive Brunelli – deve essere il ‘salvinismo’ e non solo o non tanto Salvini. Sono i salvinisti gli interlocutori che la Chiesa deve cercare. Parrocchia per parrocchia”. La sfida è religiosa.