Monthly Archives: novembre 2022

Impegnati per la Pace, ostinatamente, sempre e comunque!

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Martedì a Cagliari bella assemblea con il Presidente dell’ANPI Pagliarulo: ecco l’intervento.

a4ea3026-9d25-44c4-8910-9865b77c9a37Si è svolta martedì 29 cm a Cagliari un’affollata assemblea con il Presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Sono intervenuti, oltre ai dirigenti sardi dell’Anpi, il segretario regionale della CGIL e quello dell’Arci, dando vita ad un interessante confronto sui temi del lavoro, della guerra e della pace nonché della crisi socio-culturale del Paese. Ha concluso il presidente nazionale dell’ANPI, con un intervento, di cui pubblichiamo una sintesi, ricordando che Pagliarulo ha tralasciato i temi già trattati negli interventi di apertura.

L’intervento di Gianfranco Pagliarulo

e07b0772-9e52-4546-ba04-b2aa58ad39cdSvolgiamo questo incontro in un tempo drammatico, quello di una sconfitta di portata storica. E ha fatto bene chi mi ha preceduto a porsi e a porre una serie di interrogativi, a cominciare dal fatto che è cambiato il mondo. Mi permetto di aggiungere a queste riflessioni qualche parzialissima considerazione.
Credo che occorra ragionare su due parole: sovranisti e conservatori. Il termine sovranismo di estrema destra è un neologismo che richiama immediatamente la più classica parola nazionalismo. Certo, è cambiato il contesto: non siamo più all’inizio del Novecento o negli anni 20 o negli anni 30. Il sovranismo attuale mi pare in gran parte motivato da una reazione ad alcuni aspetti della globalizzazione. Non prevale per ora la violenta aggressività politica e anche militare del nazionalismo novecentesco. Al contrario il sovranismo sembra caratterizzato dall’idea di una chiusura nei propri confini come a definire una priorità di valori e di interessi: “American first” o “Prima di tutto gli italiani” sono slogan di chi si immagina in una fortezza assediata con il nemico alle porte, a cominciare dall’UE che di per sé non gode affatto di buona salute.
Eppure del nazionalismo classico l’attuale sovranismo sembra conservare alcuni tratti distintivi, come la propensione all’autoritarismo, la tendenza a superare i confini costituzionali, l’idea spesso inespressa della presunta superiorità di quel determinato popolo, di quella patria, di quell’insieme di terra e sangue – terra e sangue! – nel cui nome fu scatenato il più drammatico conflitto della storia dell’umanità, la Seconda guerra mondiale.
Conservatori è invece una parola antica e non a caso Giorgia Meloni è presidente dei Conservatori riformisti europei. Ma il significato di questa parola è molto cambiato. Conservatore è l’ex leader inglese Johnson, conservatrice è Liz Truss, entrambi caratterizzati da una radicalità molto lontana dal tradizionale costume dei tories. Neocon, neoconservatori, è il nome di quella corrente americana che si incarnò nel governo di Bush Junior e nella teoria dell’esportazione manu militari della democrazia. A suo modo conservatore è Donald Trump, portatore di una politica protezionista e isolazionista. In sostanza oggi la parola conservatore è relativamente indefinita e sovente si sposa con le parole oscurantista, nazionalista e, spesso, isolazionista. C’è un grumo di idee, emozioni, giudizi e pregiudizi diverso da Paese a Paese ma comune in tanti Paesi che racchiude una miscela composita di “ismi”: oscurantismo e nazionalismo, come già detto, e assieme razzismo, autoritarismo, neofascismo, neonazismo, con una spiccata propensione al rifiuto delle conquiste della scienza, all’irrazionalismo, qualche volta al misticismo religioso o profano, quella cosa premoderna che alcuni chiamano “pensiero magico”.
Conservazione in questa nuova indefinita accezione e sovranismo come una sorta di novello nazionalismo sono quindi, a mio avviso, le parole chiave dell’estrema destra attuale nel mondo e in Italia.
Tutto ciò non è nato da ieri a oggi, non è una Minerva che nasce miracolosamente dal cervello di Giove, ma ha una lunghissima incubazione, presumo quantomeno una trentina d’anni. Da quanti decenni la Lombardia è in mano al centrodestra? Tutte le regioni del nord Italia sono in mano alle destre dal 2020. 14 regioni sono dal 2020 al centrodestra e cinque al centrosinistra. E i Comuni? E ancora: quanto è cambiato il Paese dal 1994 con Silvio Berlusconi che vinse le elezioni? Voglio dire che la Meloni non è frutto del destino cinico e baro, ma l’esito di una lunga fase preparatoria e assieme – penso – l’avvio di una nuova fase.
Questa lunghissima incubazione coincide con eventi che hanno profondamente cambiato il mondo e che sono interconnessi: dalla rivoluzione tecnologica-informatica ai cambiamenti dell’organizzazione e in alcuni casi del lavoro. Se questo processo ha assunto forme diversissime da Paese a Paese, in un punto è relativamente costante: il progressivo e sempre più veloce aumento delle diseguaglianze sociali. Non è un mistero che la maggioranza degli elettori popolari si riconosce nei partiti di destra in Italia, o che a maggior ragione negli Stati Uniti il consenso di Trump è acquartierato di gran lunga nella grande provincia.
La politica che chiamiamo democratica e di sinistra ha in gran parte smarrito i legami sociali e la connessione sentimentale con gran parte del suo popolo e si è allontanata dal mondo del lavoro, che a mio avviso rimane il cuore del problema. Se ci avviciniamo al nostro Paese osserviamo che i partiti costituenti sono tutti scomparsi; il più vecchio partito oggi presente in Parlamento è la Lega; i partiti attuali hanno smarrito la funzione fondativa che avevano svolto dal dopoguerra fino agli anni 70, e che era fondamentalmente duplice: erano l’anello di congiunzione fra la società e lo Stato, fra il popolo e le istituzioni operando così una virtuosa correzione a un difetto storico del nostro Paese fin dai tempi dell’unità. E svolgevano anche un ruolo fondamentale di formazione civile educando alla politica milioni e milioni di persone in particolare attraverso i grandi partiti di massa. Tutto questo non c’è più e oggi siamo, per così dire, nudi alla meta nella inedita circostanza del primo governo repubblicano a guida di estrema destra post fascista. Aggiungo a questo proposito che non mi pare corretto parlare di un governo fascista tout-court e anche di un partito fascista tout-court, Fratelli d’Italia. Uso le parole di Alberto Olivetti quando ha parlato di Fratelli d’Italia come di un partito con elementi di fascismo in sospensione. Il che non esclude affatto né la presenza di vocazioni autoritarie, come si più leggere nell’infelicissimo decreto cosiddetto anti-rave e nelle dichiarazioni programmatiche sul semipresidenzialismo e sull’autonomia differenziata, né esclude possibili future degenerazioni. Questa nuova conformazione dei partiti rende spesso asfittiche, parziali o del tutto assenti le loro capacità di proporre analisi articolate della realtà, com’era invece costume dei partiti di massa.
Il mondo dell’associazionismo, che per sua natura non tende ad essere né partito né istituto di ricerca, si trova nella particolare condizione di provare a riempire questo vuoto dando vita a momenti o a luoghi di riflessione e di analisi come per esempio state provando a fare voi, come stiamo provando a fare noi, come stanno provando a fare altri soggetti associativi.
Ma nella particolarissima situazione attuale, nel pieno di una guerra che sembra sempre più pericolosa e vicina, quando tutti sentiamo che possono essere messi in discussione i pilastri del vivere comune, e cioè la Costituzione e i suoi princìpi di libertà e di eguaglianza, si ridefinisce nella realtà quotidiana anche una parte dei nostri compiti: per ciò che riguarda l’ANPI agli obblighi legati alla memoria e anche ai sacrosanti riti laici ad essa legati, come le commemorazioni, i giri con le corone, l’ossequio commosso alle lapidi, si aggiunge – sottolineo: si aggiunge, non si sostituisce – un plus di impegno civile e sociale teso sia all’attività di formazione civica – le scuole – e culturale, sia alla ricostruzione di un rapporto di fiducia fra popolo e istituzioni democratiche. A quest’ultimo proposito la drammatica consumazione di quel rapporto di fiducia si manifesta sia con quanto di protesta c’è stato nel voto per l’estrema destra, sia in quel 40% di elettori che non ha votato o che ha annullato la scheda. Credo, in sostanza, che questa sia la grande sfida a cui noi, voi, l’intero mondo dell’associazionismo, sia pur con toni diversi a seconda della natura delle Associazioni, siamo chiamati.
In questa situazione una più generale prospettiva di unità deve rapidamente passare dal libro dei sogni al sogno che si concretizza, anche perché a ben vedere il Novecento ci ha insegnato questo nel male e nel bene. Nel male quando il fascismo prevale dal ’22 in poi anche grazie alla divisione fra le forze antifasciste del tempo. Nel bene quando dal ’43 in poi la politica dei Comitati di Liberazione Nazionale fu alla base della vittoria della Resistenza e dei primi anni successivi alla Liberazione.
Finisco.
Nella nebbia che da tempo ci avvolge, il tema della deportazione politica, come giustamente ha detto chi mi ha preceduto, troppo spesso è stato oscurato o addirittura dimenticato. Forse c’è un punto di malizia politica in questa rimozione, connessa ai tentativi di delegittimare la Resistenza. Si tratta di un ulteriore argomento di riflessione tutto sommato proprio dell’insieme delle Associazioni antifasciste e resistenziali a cominciare dall’ANPI. Ricordo anch’io la grande importanza della costituzione del Forum delle associazioni perché per la prima volta dopo tanti decenni stiamo provando a mettere a valore tutto ciò che ci unisce e senza dubbio, con tutte le difficoltà e le contraddizioni della vita reale, questo processo andrà avanti in una prospettiva unitaria di cui non conosciamo tempi e modalità ma che è oramai tracciata. Voi tutti siete una parte essenziale e insostituibile di questo processo unitario ed è interesse non solo vostro, ma dell’ANPI, del Forum, del mondo dell’associazionismo, del nostro Paese, che il vostro patrimonio non vada disperso. Perché? Perché prima d’essere un pezzo di storia d’Italia è un pezzo di storia degli italiani; è un patrimonio di sofferenza, di vita e di pensiero, unico e insostituibile.

Carissime compagne e compagni, buon lavoro!
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Roma, la pace, l’abbraccio, l’Anpi
Gianfranco Pagliarulo

La nostra associazione è stata protagonista di una mobilitazione memorabile, partecipando con migliaia di iscritte, iscritti, dirigenti. E insieme alle altre realtà promotrici, si è confermata soggetto politico ineludibile sulla questione guerra, oltre che sulla difesa della democrazia e della Costituzione
Costituzione Democrazia Guerra e Pace

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Roma, 5 novembre. In migliaia le donne e gli uomini dell’Anpi hanno sfilato da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni
È avvenuto un grande abbraccio. Chi c’era, sa. Chi ha visto la diretta sui social, sa. Chi ha letto i più importanti quotidiani del giorno successivo o ha visto le tv a reti (quasi) unificate, probabilmente non sa, o non sa bene.

Si è svolta a Roma una manifestazione di dimensioni straordinarie, con più di 100mila persone, con una sola parola d’ordine: pace. Dietro questa parola, ovviamente, una sorta di decalogo. Cessate il fuoco, trattativa e negoziato, intervento pacificatore delle Nazioni Unite, ruolo di intermediazione dell’Unione Europea, conferenza di pace, smilitarizzazione, messa al bando delle armi nucleari, stop alla corsa al riarmo, sicurezza reciproca condivisa, liberazione dalla guerra. Un percorso – oggi è di moda dire road map – che porti a una nuova coesistenza pacifica in un mondo multipolare. Questa manifestazione, promossa da Europe for Peace, è stata diretta e organizzata da un cartello di centinaia di associazioni, movimenti, sindacati dei più diversi orientamenti, con una fortissima e significativa presenza del mondo cattolico. Il Presidente della CEI, Cardinale Zuppi, ha inviato un autorevolissimo messaggio di adesione e partecipazione.

L’Anpi è stata fra le protagoniste di una giornata indimenticabile, partecipando fra l’altro con migliaia di iscritte e iscritti, attiviste e attivisti, dirigenti. Una giornata memorabile, che restituisce speranza ed entusiasmo ai tanti che sembravano rassegnati al silenzio davanti a un vero e proprio terrorismo mediatico scatenatosi fin dall’invasione. Quando chiunque si permetteva di contraddire sia pur parzialmente il verbo del mainstream dominante veniva messo alla gogna come putiniano, in un delirio bellicista teso a militarizzare l’opinione pubblica. Come se fossimo in guerra. E forse lo siamo. Lo specchio deformante è stato infranto, e questo è merito di quei centomila e passa, che hanno rappresentato un’altra Italia, quella che, proprio perché condanna senza remissione l’invasione russa e le sue sanguinose conseguenze, da tempo pensa che occorre agire diplomaticamente per far cessare l’inutile strage, avviare una de-escalation, allontanare l’ombra mostruosa di un conflitto nucleare, restituire al mondo una dimensione di umanità che sembra smarrita.

Questi i fatti. La rappresentazione dei grandi media, invece, ha ridotto il grandissimo peso politico e civile della manifestazione a una controversia fra segretari di partiti, imponendo un grottesco paragone fra il popolo che si è riversato a Roma e qualche centinaio di attivisti di partito, parlamentari e quant’altro che si è riunito a Milano in ostentata polemica con la manifestazione nazionale. In sostanza l’immagine che è stata data di un corteo grandioso e pulsante di aspettativa e dei brevissimi comizi che si sono succeduti in modo tambureggiante, con decine di migliaia di persone che non sono riuscite ad arrivare in piazza San Giovanni, tanto imponente era il corteo, ebbene, tutto ciò è stato ridotto a un confronto polemico fra Conte, Letta, Calenda, ignorando così la funzione straordinaria (letteralmente, cioè al di fuori dell’ordinario) dell’associazionismo democratico nella sua più ampia declinazione: associazioni, movimenti, sindacati. Quale funzione? La funzione fondamentale della rappresentanza democratica di quelle che la Costituzione chiama formazioni sociali, in questo caso del pensiero e della volontà di pace di una parte rilevantissima della società italiana, che sino a oggi era stato espresso soltanto nei sondaggi in clamoroso contrasto con le scelte governative, e che dal 5 novembre si conferma, per così dire, autorevole soggetto politico nel senso più ampio del termine.

L’associazionismo democratico laico e cattolico è stato e rimarrà un soggetto politico ineludibile sulla questione della pace e della guerra, ma anche – aggiungo – sui temi della difesa della democrazia e della Costituzione, oggi più che mai centrali alla luce di alcuni segnali incontrovertibili: il contrasto alla diseguaglianza, tema propriamente costituzionale come recitato dall’articolo 3, il programma semipresidenzialista del governo Meloni, il recente decreto legge cosiddetto anti-rave “portatore – com’è scritto in una presa di posizione della segreteria nazionale Anpi – di una gravissima e intollerabile ambiguità che può far emergere una propensione autoritaria”.

La scesa in campo di un nuovo movimento per la pace a Roma evoca uno scenario nuovo e allude alla possibilità che esso si replichi a Berlino, Londra, Parigi, Madrid. Per ciò che riguarda il nostro Paese, ancora bisogna evitare la trappola delle polemiche, dello scontro, peggio, delle invettive e del tifo da stadio, che fanno soltanto il gioco dei circoli più bellicisti. Perché ancora? Perché costoro hanno dato le carte per mesi, impedendo manu militari che si aprisse un vero dibattito pubblico sui temi della guerra e della pace, riducendolo al teatrino dei talk show, con tanto di aggressioni a chi si permetteva di dissentire. Costoro hanno subito il colpo del 5 novembre, ma di certo non si rassegneranno. Viceversa, occorre allargare il campo del negoziato e della pace, essere instancabili nella prospettiva unitaria, rifiutando ogni degrado della discussione, accogliendo punti di vista diversi ma convergenti sull’urgenza di un’iniziativa politica verso la trattativa.
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Roma, 5 novembre, Piazza San Giovanni. Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, durante l’intervento dal palco di Europe For Peace

In conclusione il 5 novembre è un punto di non ritorno e un punto di (ri)partenza, che fa onore a tutte e tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione, che, a costo della fatica di un viaggio spesso lungo, hanno consegnato all’intero Paese la possibilità di una speranza di pace. È avvenuto un grande abbraccio di popolo. Aggiungo qui ed ora il mio, se me lo consentite: uno speciale abbraccio alle compagne e ai compagni dell’Anpi che hanno risposto con responsabilità ed entusiasmo all’appello alla partecipazione che abbiamo lanciato. La poetessa Alda Merini ha scritto: “Ci si abbraccia per ritrovarsi interi”. Ecco, un abbraccio ai mille e mille e mille dell’Anpi. Perché così ci ritroviamo interi. Persone. Cuore e cervello. Sogni e saggezza. Avanti!

Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi
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RASSEGNA 30.11.2022. IL DOPPIO VOLTO DELLA MANOVRA
30 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
La Rassegna del 30 novembre 2022 (fonte Ceccanti e altro). Si segnala: Angelo Panebianco riflette sul Terzo polo: “Scommesse centriste tra destra e sinistra” (Corriere della sera). Veronica De Romanis commenta la manovra di governo: “Il doppio volto della manovra” (La Stampa). Claudio Cerasa rimprovera la Meloni: “Meloni e la surreale e pericolosa demonizzazione del POS” (Foglio). Gustavo Zagrebelsky commenta criticamente il ministro Valditara: “Altro che merito e umiliazioni, in aula si cresce insieme” (intervista a La Stampa). Rosalba Carbutti annota: “Schlein quasi candidata. E nasce nel Pd la corrente laburista” (Qn). Giulia Merlo sul dialogo Calenda-Meloni: “Calenda è l’alleato occulto di Meloni per gestire Forza Italia” (Domani). Giovanna Vitale e Tommaso Ciriaco: “Armi a Kiev per il 2023. Il governo ora farà un decreto” (Repubblica). Gianfranco Cerea, “Se al Nord la scuola passa alle regioni” (lavoce.info). PARTITO DEMOCRATICO: Matteo Lepore, “Compagni, chiamiamolo partito del lavoro” (Repubblica). MONDO: Nello Scavo, “Via da Odessa un’altra volta. Prima le bombe ora il gelo” (Avvenire). Stefano Zamagni, “Per punire Putin si rischia di sacrificare gli ucraini” (intervista a Il Fatto). Paola Peduzzi, “Le ingerenze virtuose. I casi di Iran e Cina” (Foglio). David Carretta, “Sulla Cina la Ue vuole una linea sua, non quella di Biden” (Foglio).
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Giovedì 1 dicembre 2022
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Prossimamente a dicembre
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Oggi mercoledì 30 novembre 2022

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Eventi, Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————————
Manovra, solo tante piccole bandierine
30 Novembre 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
La legge di bilancio 2023 è diversa da quanto le destre avevano annunciato in campagna elettorale. Da un lato è evidente il tentativo della maggioranza di affermare che il governo va avanti come promesso, senza però riuscirci perché la realtà è diversa da quella delineata in campagna elettorale. Dall’altro, Giorgia Meloni si è resa […]
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Che succede dalle nostre parti e nel mondo?

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Per la Pace sempre e comunque!
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RASSEGNA STAMPA 29.11.2022
30 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
La Rassegna stampa del 29 novembre 2022 (fonte Ceccanti e altro). Si segnala: UCRAINA: Nello Scavo, “Kiev senza pace si prepara alla fuga” (Avvenire). Lorenzo Cremonesi, “Mosca contro le parole del papa. E rinvia i colloqui sul nucleare” (Corriere della sera). Eugenio Somaini, “La crisi ucraina, le sue origini e i suoi possibili sviluppi” (un saggio su Mondo Operaio). Mauro Magatti, “Il realismo del dialogo” (Avvenire). GOVERNO: Giorgia Meloni intervistata dal direttore del Corriere, Luciano Fontana: “Questo governo durerà”. OPPOSIZIONI: Paolo Armaroli, “Conte, la volpe nel deserto” (La Ragione). Franco Monaco, “Il fantasma di Bonaccini, e Renzi si aggira per il Pd” (Il Fatto). Stefano Folli, “I condoni, Conte e la cautela del Pd” (Repubblica), Laura Cesaretti, “Armi a Kiev fino al 2023Opposizione spaccata: liti nel Pd, M5S pro Putin” (Il Giornale). Laura Pennacchi, “Il progetto radicale che serve alla sinistra” (Repubblica). Ceccanti, Tonini, Bentivogli e altri, “Appello laburista” (Foglio). INOLTRE: Davide De Luca, “Breve storia dell’egemonia della destra in Lombardia” (Domani). Marco Buti, “Ecco perché va difeso l’approccio della Commissione europea sul nuovo Patto di stabilità” (Sole 24 ore).
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RASSEGNA 28.11.2022. SI PUO’ SALVARE IL PD?
28 Novembre 2022 su C3dem
La Rassegna stampa del 28 novembre 2022 (fonte Ceccanti e altro). Si segnala: SUL PD: Ezio Mauro, “Cosa manca all’opposizione” (Repubblica). Gianni Cuperlo, “Obiezioni sullo scioglimento del Pd e sul voto a Moratti” (Domani). Antonio Floridia, “Scegliere o sciogliersi. Lo sforzo di salvare il Pd rischia di essere vano” (Domani). Concetto Vecchio, “Luigi Zanda compie 80 anni, Ricordi e opinioni” (intervista al Corriere). Stefano Bonaccini, “Il mio Pd aperto e di sinistra” (intervista, ieri, a Repubblica). SUL GOVERNO: Claudio Cerasa, “Perché adesso l’opposizione deve cambiare” (ieri, Foglio). Francesco De Bartolomeis, pedagogista emerito, “Il ministro dell’istruzione? E’ una disgrazia” (intervista a Domani). Ilvo Diamanti, “Il merito a scuola supera l’esame. Otto italiani su dieci lo vogliono” (Repubblica). Andrea Manzella, “Con il PNRR una svolta culturale” (Corriere della sera). Giuliano Ferrara, “Considerazioni sulla nuova tregua italiana” (Foglio). Gianluca De Feo, “L’Italia e le armi all’Ucraina” (Repubblica). Adolfo Battaglia, “Su lavoro ed uguaglianza serve un paino di 5 anni” (Repubblica). SULL’UCRAINA: Paolo Mieli, “La tragedia dell’Ucraina, da Stalin a Putin” (Corriere). Giuliano Da Empoli e Francois Colosimo, “Fino a dove può spingersi Putin?” (ieri, sul Foglio). INOLTRE: Sergio Fabbrini, “Unilateralismo e nazionalismo, la Germania di Scholz” (ieri, Sole 24 ore). Romano Prodi, “Così il gas può cambiare gli equilibri dell’industria a livello mondiale” (Messaggero).
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Giovedì 1 dicembre 2022
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In attività

e07b0772-9e52-4546-ba04-b2aa58ad39cdmanifesta-rwmMarco Mameli della segreteria della Css ci invia il seguente messaggio:
“L’avv. Pubusa comunica: processo RWM. Tutti rinviati a giudizio. Tutte le ass. parti civili ammesse” Quanto prima ulteriori dettagli.
584f1b22-899b-4785-a7b0-833254476c7cPer la Pace sempre e comunque!
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8d6d29d3-287e-443d-bd13-e61d61507e24Iran: https://www.rainews.it/amp/articoli/2022/11/qatar2022-mondiali-calcio-la-tifosa-delliran-allo-stadio-con-la-maglia-masha-amini-22-la-foto–virale-9bc49085-8d25-481b-b0af-b14445dce47a.html
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RASSEGNA 28.11.2022. SI PUO’ SALVARE IL PD?
28 Novembre 2022 su C3dem
La Rassegna stampa del 28 novembre 2022 (fonte Ceccanti e altro). Si segnala: SUL PD: Ezio Mauro, “Cosa manca all’opposizione” (Repubblica). Gianni Cuperlo, “Obiezioni sullo scioglimento del Pd e sul voto a Moratti” (Domani). Antonio Floridia, “Scegliere o sciogliersi. Lo sforzo di salvare il Pd rischia di essere vano” (Domani). Concetto Vecchio, “Luigi Zanda compie 80 anni, Ricordi e opinioni” (intervista al Corriere). Stefano Bonaccini, “Il mio Pd aperto e di sinistra” (intervista, ieri, a Repubblica). SUL GOVERNO: Claudio Cerasa, “Perché adesso l’opposizione deve cambiare” (ieri, Foglio). Francesco De Bartolomeis, pedagogista emerito, “Il ministro dell’istruzione? E’ una disgrazia” (intervista a Domani). Ilvo Diamanti, “Il merito a scuola supera l’esame. Otto italiani su dieci lo vogliono” (Repubblica). Andrea Manzella, “Con il PNRR una svolta culturale” (Corriere della sera). Giuliano Ferrara, “Considerazioni sulla nuova tregua italiana” (Foglio). Gianluca De Feo, “L’Italia e le armi all’Ucraina” (Repubblica). Adolfo Battaglia, “Su lavoro ed uguaglianza serve un paino di 5 anni” (Repubblica). SULL’UCRAINA: Paolo Mieli, “La tragedia dell’Ucraina, da Stalin a Putin” (Corriere). Giuliano Da Empoli e Francois Colosimo, “Fino a dove può spingersi Putin?” (ieri, sul Foglio). INOLTRE: Sergio Fabbrini, “Unilateralismo e nazionalismo, la Germania di Scholz” (ieri, Sole 24 ore). Romano Prodi, “Così il gas può cambiare gli equilibri dell’industria a livello mondiale” (Messaggero).
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RASSEGNA 27.11.2022
27 Novembre 2022 su C3dem
La Rassegna stampa del 27 novembre 2022 (fonte S. Ceccanti).
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Giovedì 1 dicembre 2022
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L’avv. Pubusa comunica: processo RWM. Tutti rinviati a giudizio. Tutte le ass. parti civili ammesse.
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Chi sono i credenti
La Repubblica – 28 Novembre 2022

di Enzo Bianchi sul suo blog
In una conversazione con un teologo cristiano sul tema della fede Umberto Galimberti a un certo punto insorge e dice con forza: “Mi sento offeso dalla cultura cristiana che chiama quelli che non credono ‘non credenti’, al negativo, e quelli che non credono in Dio ‘atei’, che è un altro negativo. Abbiamo diritto di cittadinanza senza essere definiti in negativo”.

Questa rivendicazione è molto significativa: da un lato attesta la reale difficoltà da parte dei cristiani di definire chi non si professa credente in Dio come loro, dall’altro mi sembra si possa individuare qui una domanda per i cristiani.

Chi è colui che crede? Perché credere innanzitutto significa aderire, fare fiducia, mettere la fiducia in… Credere ingloba in sé la speranza. Difatti noi oggi siamo consapevoli che se pur c’è una differenza cristiana questa non sta nella capacità di credere: molti umani vivono di fede, nutrendo ogni giorno pensieri e atteggiamenti di fiducia, aderiscono a un orientamento con il quale stare al mondo e magari renderlo più abitabile e più umano, mentre altri che, a differenza dei primi, si dicono cristiani si nutrono di un cinismo che li segna attraverso dottrine e formule che non richiedono nessun atto di fiducia, nessun movimento e cammino verso una meta, magari sconosciuta, ma che li preceda come una promessa.

Per gli ebrei la fede è innanzitutto umana, è un atto di fiducia che si regge anche senza un oggetto in cui credere, ma anche per i cristiani questa fede resta primaria come atto assoluto che si consuma nel quotidiano rapporto con gli altri.

Com’è possibile credere in Dio che non si vede, o in Cristo, se non si è capaci di porre la fiducia negli umani che vediamo, incontriamo e con i quali viviamo? Proprio per questo noi cristiani prima di lamentarci della crisi della fede in Dio dovremmo interrogarci sulla crisi della fede nel prossimo. Non è morto solo Dio, è morto anche il prossimo! Se si intende la fede cristiana non tanto come un nutrire idee o pretese certezze, ma come un seguire, un essere impegnati in una sequela, in una chiamata di Gesù, allora quelli che non si confessano cristiani o dicono di non avere conoscenza di Dio non vanno chiamati “non credenti”. Anche Gesù si è stupito di trovare fede in greci e di non trovarla invece tra i giudei, il popolo in alleanza con Dio.

Fede e incredulità non sono distribuite secondo canoni e frontiere stabilite da noi, anzi abitano sia il credente in Dio sia chi sa aver fiducia senza pensare a Dio. E poi anche di questo oggi siamo consapevoli: che quelli che si dicono credenti in Dio sovente hanno nulla in comune tra loro, soprattutto non hanno lo stesso Dio perché di lui hanno immagini diverse, a volte immagini che danno a Dio un volto perverso.

C’è un credente in ogni ateo e c’è un ateo in ogni credente, anzi significativamente Ernst Bloch ha scritto che “solo un ateo può essere un buon cristiano, solo un cristiano può essere un buon ateo”, perché aveva compreso come il cristianesimo è negazione della religione alla quale basta un dio per funzionare.

Nel nostro mondo globalizzato la marea di quelli che non credono in Dio è estesa e in crescita. Non sarebbe il caso che le chiese cercassero di rendere complice questa realtà, di prestare attenzione alla fiducia, che non è assente, invece di essere attente unicamente ai credenti in Dio delle altre religioni?

Teofilo di Antiochia scriveva: “Tu mi chiedi di mostrarti il Dio in cui credo, ma io ti mostrerò l’uomo in cui credo e se tu vorrai capirai il mio Dio!”.

Oggi martedì 29 novembre 2022

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Eventi, Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————————
Oggi il Presidente dell’ANPI Pagliarulo a Cagliari
29 Novembre 2022 su Democraziaoggi
Oggi alle ore 17, presso il Ghetto sala delle mura in Castello a Cagliari, incontro-dibattito con Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale dell’ANPI, che affronterà le questioni della guerra e della pace, nonché la grave situazione economica e l’attacco del governo ai lavoratori e ai poveri.
Partecipate tutti!
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La nostra scuola per la democrazia e la cittadinanza
29 Novembre 2022
Caterina Gammaldi su Democraziaoggi
La dichiarazione dell’on. Sasso, deputato della Lega, resa in Parlamento in risposta all’intervento del ministro Valditara durante il question time del 23 novembre scorso, merita un commento.
La riproduco a beneficio di chi non l’ha ascoltata perché chi legge possa comprendere qual è la partita in gioco fra quella che l’onorevole Sasso chiama la “nostra […]
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RWM

ef4ed93e-9f62-4895-9104-fd3167a81155RWM, ieri la marcia per la pace, oggi rinvio a giudizio in Tribunale
28 Novembre 2022
A.P. su Democraziaoggi
Ieri una combattiva e numerosa marcia per la pace è partita dallo stabilimento RWM e poi ad Iglesias ha invaso le strade e le piazze chiedendo la riconversione. Niente più armi ma beni e servizi per il pacifico vivere quotidiano.
Oggi la lotta si è spostata al Palazzo di Giustizia dove il giudice doveva decidere sul rinvio a giudizio di dirigenti dell’azienda e dei comuni interessati e sull’ammissione delle numerose associazioni pacifiste e ambientaliste costituitesi parte civile per continuare la battaglia nelle aule di giustizia. Ebbene, anche qui pieno successo. Tutti rinviati a giudizio gli imputati, tutte ammesse parti civili. Il 3 marzo inizierà il dibattimento. Occorre ricordare che il Consiglio di Stato ha già annullato l’autorizzazione concessa dal Comune di Iglesias al raddoppio degli impianti. Quindi la battaglia contro la produzioni di armi della RWM è in pieno svolgimento con esiti finora positivi.
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com-rwmIglesias, 28 novembre 2022

Nota Stampa
AMMISSIONE PARTI CIVILI E RINVII A GIUDIZIO NEL PROCEDIMENTO CONTRO RWM E ALTRI

Questa mattina, il Giudice dell’Udienza Preliminare nel procedimento penale contro RWM e altri (dott.ssa Anzani) ha deciso di ammettere al processo, in qualità di Parti Civili, con diritto al risarcimento dei danni nel caso in cui i reati dovessero essere confermati, tutte le associazioni, i comitati e i sindacati indicati dal Pubblico Ministero (dott.ssa Spano) come parti offese.
Ciò, in quanto le condotte sotto il vaglio della magistratura, relative a potenziali reati compiuti nel corso dei procedimenti autorizzativi per l’ampliamento della fabbrica di bombe sita in Iglesias-Domusnovas, qualora venissero confermate, risulterebbero lesive del lavoro delle stesse associazioni, a difesa dell’ambiente, della legalità e della comunità civile nel suo complesso.

Inoltre, il GUP ha stabilito il rinvio a giudizio di tutti gli imputati.
[segue]

Oggi lunedì 28 novembre 2022

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Eventi, Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————————
Lo specchietto per le allodole dei livelli essenziali delle prestazioni
28 Novembre 2022
Massimo Villone su Democraziaoggi

Di una recente dichiarazione dell ministro Calderoli vogliamo riprendere l’affermazione che il paese ha più velocità e i ritardi del sud sono colpa dello Stato centralista, e non dell’Autonomia. Che è “una opportunità per dimostrare di sapere amministrare meglio di come fa lo Stato e portare maggiori risorse ai propri territori”. Dire che è […]
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Che succede e che succederà? In marcia per la Pace.

manifesta-rwmMarco Mameli della segreteria della Css ci invia il seguente messaggio:
“L’avv. Pubusa comunica: processo RWM. Tutti rinviati a giudizio. Tutte le ass. parti civili ammesse” Quanto prima ulteriori dettagli.
584f1b22-899b-4785-a7b0-833254476c7cPer la Pace sempre e comunque!
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Giovedì 1 dicembre 2022
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Prossimamente a dicembre
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L’avv. Pubusa comunica: processo RWM. Tutti rinviati a giudizio. Tutte le ass. parti civili ammesse.
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Sulla stampa

c3dem_banner_04RASSEGNA 25-26.11.2022 (2). PD IN CERCA D’IDENTITA’
26 Novembre 2022 su C3dem
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RASSEGNA 25-26.11.2022 (1). IL PAPA AGLI UCRAINI: “IL VOSTRO DOLORE E’ IL MIO DOLORE”
26 novembre 2022 su C3dem
[segue]

Oggi domenica 27 novembre 2022. In marcia per la Pace

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Eventi, Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————————
Carbonia. Anche a Carbonia, Circoli giovanili e Commissioni giovanili: comunismo, marxismo e leninismo. Il Fronte della Gioventù Comunista, esce l’opera di Gramsci, “decisiva per i giovani comunisti”
27 Novembre 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi
Come ogni domenica dal 1° settembre 2019, un nuovo post sulla storia di Carbonia.
Un lavoro collettivo volto alla crescita dei giovani, così in Paolo Spriano: “Si è costituito il movimento giovanile comunista,… un movimento di massa a cui, nello stesso partito, deve presiedere un funzionario scelto tra i quadri giovanili” sottolineando, lo storico, quanto […]
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Che succede e che succederà?

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Domenica 27 novembre 2022
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Giovedì 1 dicembre 2022
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Prossimamente a dicembre
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Che succede e succederà?

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Sabato 26 novembre 2022
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Domenica 27 novembre 2022
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Oggi sabato 26 novembre 2022

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Eventi, Opinioni, Commenti e Riflessioni—————————————
Se le assemblee parlamentari chiamano alla guerra
26 Novembre 2022 su Democraziaoggi.
Domenico Gallo
Qualificando la Russia come “Stato terrorista”, il Parlamento Europeo ha compiuto un altro passo in avanti nel girone infernale della guerra ed un passo indietro rispetto alla possibilità di ricercare un’intesa di pace.

La guerra che sta massacrando l’Ucraina ha conosciuto una nuova escalation di sofferenza e di terrore. La nuova strategia militare della Russia […]
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Subito lo Ius Culturae

FdM-2022-sito-copertinad03262b0-5114-4947-a0e2-167924d3abf1L’offensiva della Chiesa sui diritti dei migranti “Subito lo Ius Culturae”
di Francesco Moscatelli

in “La Stampa” del 24 novembre 2022 [segue]

25 novembre: Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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c3dem_banner_04RASSEGNA 24.11. SULLA MANOVRA, SUL REDDITO, SULLA SANITA’
24 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem
Dalla Rassegna di S. Ceccanti (qui) e da altre fonti, segnaliamo: GOVERNO/LA MANOVRA: Paolo Gentiloni, “Bene la cautela e il deficit contenuto. Ora meno sussidi” (intervista a Qn). Giuseppe Pisauro, “La riforma del Patto di stabilità può insegnare all’Italia a pensare nel lungo termine” (Domani). Giovanni Orsina, “Quella della Meloni è una manovra di chi pensa di duyrare cinque anni” (intervista a Il Dubbio). GOVERNO/REDDITO: Marco Bentivogli, “La demagogia non crea lavoro” (Repubblica). Valentina Conte, “Reddito. Otto mesi per un impiego. La sfida impossibile per il governo” (Repubblica). Raffaele Tangorra (presidente Agenzia delle politiche attive per il lavoro), “Molti non sanno leggere, trovare loro un posto è davvero difficile” (intervista a Repubblica). Alberto Gentili, “Studi sospesi, niente reddito”. (Mattino, GOVERNO/SANITA’: Eugenia Tognotti, “La nostra salute non è più una priorità” (La Stampa). Filippo Anelli (pres. Ordine dei medici), “Così si incentiva la fuga dei medici. Tra 8 anni anni ne mancheranno 80mila” (intervista a La Stampa). QUESTIONI APERTE: Carlo Cottarelli, “La società del ’18 politico’” (Foglio). Francesco Moscatelli, “L’offensiva della Chiesa sui diritti dei migranti: ‘Subito lo ius culturae’. Zuppi all’Anci” (La Stampa). Dario Di Vico, “Draghismo anti-povertà. I dati Istat lo dimostrano” (Foglio). Roberto Napoletano, “La pedagogia della solidarietà di Mattarella” (Il Quotidiano).
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RASSEGNA 24.11 / 2. SUL PARTITO DEMOCRATICO
24 Novembre 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem

Carlo Bertini, “Alle primarie dei dem spunta Amendola (per evitare la scissione)” (La Stampa. Piero Fassino, “Stare al governo ha ferito il Pd. Ora un congresso costituente” (intervista a Il Riformista). Giuliano Ferrara, “Perché al Pd serve un atto di distruzione creativa” (Foglio). Fabio Martini, “Manifesto Bonaccini” (La Stampa9. Paolo Mieli, “Lo smarrimento del Pd e le scelte a sinistra” (Corriere della sera). Paolo Pombeni, “La profonda crisi dei Democratici segna la fine della forma partito?” (Il Quotidiano). Daniela Preziosi, “Il Pd cerca un segretario ma può finire di ritrovarsene anche due” (Domani). Gianni Cuperlo, “Il Pd resterà ma va rifondato” (intervista al Manifesto). Andrea Orlando, “Penso a un Pd socialista” (intervista al Foglio). Claudio Bozza, “Torna ‘L’Unità’. Sansonetti direttore” (Corriere della sera).
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1b18458e-f1fb-4bdf-89f6-f30d902d79cdcoordinamento-dcostIl Coordinamento per la Democrazia Costituzionale propone un OdG che potrebbe essere sottoposto all’approvazione dei Consigli Comunali. Ci facciamo carico di promuovere tale iniziativa nei confronti di tutti i Comuni della Sardegna,

Ricordiamo che per firmare il DDL di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 Cost., lanciato dal CDC nazionale, si può andare al sito del CDC:
http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/ra
ccolta-firme-proposta-di-legge/

oppure direttamente al link:
https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=CDC
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Ordine del Giorno sull’Autonomia Differenziata (AD) ex art.116, c.3, cost. proposto dal CDC-ER e CDC nazionale

Il Consiglio Comunale di ______________________________________________
premesso che
> da parte delle Regioni Lombardia Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta nelle pre intese del 2019 la devoluzione ex art. 116, c.3, cost. rispettivamente di 20,23 e 16 materie tra quelle indicate nell’art. 117 cost. tutte di interesse anche nazionale;
> è vero che l’art.116, c.3, Cost. ammette il trasferimento a singole regioni che lo richiedano di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie indicate nell’art.117 Cost…” ma è altresì vero che la richiesta, estremistica e non conforme ad una lettura corretta dell’art.116 Cost di devolvere alle regioni tutte o quasi tutte le materie indicate stravolge in modo inammissibile lo stesso art.117 Cost. e viola i principi degli artt. 5 e 119 Cost;
> nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal ministro Calderoli un disegno di legge sull’attuazione dell’AD che presenta/va i seguenti caratteri: a) al parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nel processo di formazione delle intese. Ciò dato che la commissione bicamerale per le questioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l’aula è chiamata a una “mera approvazione”, non potendo entrare nel merito dell’intesa; b) vengono sottratte alla Stato le competenze legislative e le relative funzioni amministrative per le materie richieste nelle pre-intese del 2019. Viene tolta potestà legislativa allo Stato persino sulla legislazione che disciplina i principi generali regolanti le singole materie, così alterando in modo inammissibile l’intero impianto dell’art. 117 Cost. Norma quest’ultima che prevede o materie di esclusiva competenza statale o materie di competenza concorrente tra Stato e Regione ma non certo materie di esclusiva competenza regionale; c) le intese sarebbero modificabili solamente se la Regione fosse d’accordo. In caso contrario diventerebbero immodificabili; d) le intese tra Regioni e Stato sarebbero approvate anche senza la preventiva definizione legislativa di LEP, costi e fabbisogni standard, perequazione strutturale; e) il finanziamento dell’AD avverrebbe all’inizio utilizzando il criterio della spesa storica (la stessa che perpetua le attuali diseguaglianze tra territori) , nell’ambito di un regime transitorio che non si sa come e quando avrà fine; f) con la clausola di invarianza per la finanza pubblica (art. 7 DDL Calderoli) se una regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre regioni ne avranno di meno; d) risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale – scuola, sanità, infrastrutture strategiche, ambiente, lavoro, beni culturali, norme generali sull’istruzione, produzione e distribuzione nazionale dell’energia, e molto altro .
> se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita a morte l’unità giuridica ed economica della Repubblica (art.2, 3 e 5 Cost.) con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell’uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
>Nessuna delle tre regioni richiedenti ha mai spiegato – né tantomeno dimostrato la fondatezza de – le ragioni per le quali sarebbe utile e giusto trasferire quelle materie alla competenza regionale;
>esiste una relazione e interdipendenza tra tutte le Regioni e i territori italiani tali per cui il sistema paese cresce o arretra assieme;
> il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda soprattutto le Regioni quanto invece il rafforzamento delle autonomie locali;
> molte Regioni e moltissimi Sindaci, tra cui quelli di Bari, Napoli e Bologna, hanno manifestato contrarietà alle richieste ex art.116 Cost. da parte delle tre regioni

    questo premesso si chiede al Governo che

> qualunque futuro disegno di legge attuativo dell’autonomia differenziata ex art. 116, comma, 3, Cost., sia inviato alle Camere come DDL ordinario, al fine di permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel paese su scelte che determineranno importanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali. Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali e soprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione di merito delle eventuali intese;
> vengano obbligatoriamente definiti – prima di eventuali intese con singole regioni – LEP, costi fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza. Vietando in particolare regimi transitori governati da fantomatiche “commissioni paritetiche” prive di qualsiasi legittimazione politica;
> ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia;
> il processo di eventuale devoluzione di cui all’art.116, c.3. Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà nell’esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali;
> il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia ex art.116, c.3, cost trovi fondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili con l’unità della Repubblica e col principio di uguaglianza. Caratteri che non risultano presenti nelle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna;
> sia portato rapidamente alla discussione in Senato il DDL di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 Cost., lanciato dal CDC nazionale, non appena completata la raccolta firme nell’aprile 2023.
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Sabato.
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Domenica.
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Giovedì 1 dicembre 2022
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Prossimamente a dicembre
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