Dalla resistenza alla ricostruzione

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di Vanni Tola

Buoni propositi per l’autunno.

Terminata la pausa estiva caratterizzata, tra l’altro da una insolita e “pazza” crisi di governo, si ricomincia. Per noi che trascorriamo parte del nostro tempo utilizzando i social per confrontarci con gli altri, per analizzare e apprendere, si impone una riflessione importante. E’ necessario riprendere e ricostruire un’etica del confronto e del dialogo che alcuni noti personaggi politici e del mondo della comunicazione hanno contribuito a devastare alimentando la pratica dell’odio, del sospetto e dell’insulto, contro chiunque esprima concetti che non coincidano con il proprio modo di pensare. Non intendo rivolgere nessun appello alla esasperata pazienza e tolleranza nei confronti di individui che si collocano al di fuori di un confronto civile, tutt’altro. Occorre fare, ciascuno per se, delle scelte che concorrano a migliorare lo stare nei social. Alcuni punti che offro soltanto come base di partenza della discussione e che invito tutti ad integrare. 1) E del tutto inutile imbarcarsi in sterili polemiche contro chi insulta gli interlocutori, contro chi si sente depositario di certezza incrollabili che spesso utilizza per provocare reazioni, incrementare rancori e odio, generando paure e malcontento. Meglio non rispondere in alcun modo. “Ragli d’asino non salgono in cielo” o se preferite in limba “A paraulas macca oricras surdas”. Lasciate cadere le provocazioni in un eloquente silenzio. 2) Si è appena insediato un nuovo governo. Composizione originale, se volete strana e fuori dai vecchi modelli di riferimento. Per ciascuno di noi non è certamente il meglio, speravamo forse in qualcosa di diverso, in una formazione di governo che meglio rispondesse alla nostra visione di società, ai nostri ideali di riferimento. Bene, ma che si fa? Continuiamo a piangerci addosso e a strapparci le vesti in un dignitoso quanto inutile isolamento o diventiamo più realisti del Re? La seconda, direi. Intanto prendiamo atto del fatto che, nella situazione data, non si poteva fare di meglio e che esisteva un serio pericolo di vedere la destra fascista al potere con Salvini presidente del Consiglio. Diventare realisti significa provare ad individuare possibili sviluppi positivi della vicenda e favorirne il miglioramento e la realizzazione. E’ innegabile, per esempio, che, con l’insediamento del nuovo governo, è nettamente cambiato il rapporto con l’Unione Europea e la possibilità di stabilire con i paesi partner rapporti di dialogo e confronto costruttivi. Si profila un cambiamento della politica dell’immigrazione e dell’accoglienza, la gestione dell’economia e nelle mani di politici competenti. Non è esattamente quello che molti di noi si aspettavano ma è indubbiamente molto meglio di ciò che ci siamo lasciati alle spalle. 3) Quale comunicazione nei social? E’ inevitabile che la destra di Salvini e Meloni, da sempre in campagna elettorale, scateneranno una campagna mediatica contro il governo come non ne abbiamo viste mai. I primi segnali sono già evidenti, da “governo venuto da Bruxelles” ai commenti sull’aspetto fisico e il basso titolo di studio della ministra dell’agricoltura. Proviamo a non rispondere, a lasciare cadere nel vuoto tutte le sciocchezze e le provocazioni che gli staff propagandistici confezioneranno e diffonderanno con impegno. Aiutiamo gli italiani a “dimenticare Salvini” evitando di nominarlo continuamente nei nostri post. Sfidiamo i beceri che scrivono insulsaggini sul piano della logica, della correttezza di analisi, degli obiettivi da realizzare. Diffondiamo le esperienze di partecipazione dal basso alla realizzazione di pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti e quant’altro rappresenti un momento di crescita della società contro il disfattismo dei diffusori di odio, paura e malcontento. E’ una delle poche armi in possesso di chi, attraverso i social, vuole dare il proprio modesto contributo per la crescita sociale del Paese.
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vanni-sett19

Foto sotto: Sedini, Domus de ananas, foto di Vanni Tola.

One Response to Dalla resistenza alla ricostruzione

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