Racconti per l’estate. L’importanza delle piccole cose: la lettera di Barbara

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Da ragazzo ero molto timido, forse lo sono ancora, ma dissimulo e non sembra. Figuriamoci con le donne! Fino alle classi superiori avevo sempre frequentato classi maschili (le elementari e le medie; all’asilo mamma mi ritirò fin dal secondo giorno, per incompatibilità con l’autoritaria suor Giuseppina). Perfino in chiesa le bancate erano rigidamente separate tra maschi e femmine e poco o nulla c’era concesso relazionarci. Le mie nuove compagne, quelle del tecnico per ragionieri Martini, che iniziai a frequentare a 14 anni, mi sembravano tutte grandi (d’età, anche quando coetanee) e soprattutto irraggiungibili. Era “normale” che poco di curassero di me. Esercitavano su di me un malcelato fascino e pensavo segretamente che qualcuna mi avesse in considerazione perlomeno per la mia bravura negli studi. Comunque così era e bisognava solo avere pazienza di crescere. [segue] In terza (la sezione era la B) – io sedicenne e poi diciassettenne – la classe originaria fu innestata da un nuovo gruppo, in prevalenza formato da donne (almeno così ricordo) che studiavano come seconda lingua il tedesco (la nostra era lo spagnolo). Fu una sorta di ciclone che sconvolse positivamente la classe originaria verso la nuova composizione. Tornando al mio rapporto con le donne, questa nuova situazione fece fare un salto alla mia intraprendenza verso l’altro sesso. La prova provata fu quando Barbara, bella, solare e simpatica nuova compagna di classe, mi chiese segretamente un aiuto. Lei era una appassionata sportiva e, tra l’altro, brava tennista, socia della prim’ora del Tennis Club. Aveva litigato con un dirigente del Sodalizio sportivo e aveva deciso di dimettersi. Mi chiese allora di scrivere con lei la lettera di dimissioni. ”Tu sei bravo - mi disse – e ti sarà facile trovare le parole giuste”. Scrivemmo la lettera, a due mani, e Barbara ne fu molto soddisfatta. Non ho mai saputo se poi effettivamente la spedì. Ma questo ai fini del mio raccontarvi non ha alcun rilievo. Perché la cosa più bella fu che Barbara contribuì ad aumentare la mia auto stima e a migliorare il mio rapporto con le donne. E non mi sembra poco, Barbara carissima.
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Le illustrazioni: 1) vignetta di Licia Lisei per Cittàquartiere; 2) l’Istituto tecnico commerciale Pietro Martini in via Sant’Eusebio, Cagliari.
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- Anche su Giornalia.

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