Giovedì 22 ottobre 2020

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d1572887-d167-4a0f-92a4-c505b8d85b5eC’è una comicità amara nella pandemia?
22 Ottobre 2020
Amsicora su Democraziaoggi.
Compagni ed amici, confesso: la mia naturale e sardesca vena ironica si sta prosciugando sotto i colpi tremendi del Covid. Eppure – pare impossibile – anche in questa vicenda drammatica c’è chi fa ridere. Prendete Salvini, con quel suo parlare assertivo, a ben vedere proprio degli insicuri, dice che non bisogna chiudere, che la produzione, […]
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1b139955-49ed-43f9-bc5d-387d9ab62f9fLiberal-socialisti e digitali: il dossier sul nuovo M5S che è tutto un programma
Cinque stelle. Comincia da questa settimana il percorso verso gli Stati generali grillini del 7 e 8 novembre
Giuliano Santoro su il manifesto.

Il manifesto, EDIZIONE DEL 20.10.2020 PUBBLICATO 19.10.2020, 23:59
Se non è un vero e proprio documento congressuale, poco ci manca. Anche se viene impacchettato e consegnato al dibattito come contributo tecnico. La ricerca si intitola «Dopo il coronavirus: la cultura politica del Movimento 5 Stelle», è stata commissionata dalla senatrice grillina Barbara Floridia al professore Domenico De Masi ed è stata presentata ieri in senato, presente Vito Crimi. Dunque, il sociologo che già in passato (per di più rivendicando di essere un elettore del Pd) aveva collaborato col M5S sui temi legati al lavoro e al reddito, adesso strappa a Davide Casaleggio il ruolo di futurologo che aveva ereditato dal padre.

Attraverso alcuni questionari distribuiti a diverse figure pentastellate in forma anonima, anche se non mancano i «big», De Masi cerca di tracciare il profilo del Movimento 5 Stelle che verrà. Quasi 300 pagine che cadono a fagiolo in una fase in cui la stragrande maggioranza degli eletti grillini ha bisogno di articolare meglio il cambiamento organizzativo e la mutazione prossima.

Incrociando i dati e mettendo insieme le risposte alle sue domande, spiega la committente Floridia, De Masi «descrive quale sarà la più probabile evoluzione della nostra cultura politica». Il documento prospetta una strada «che si collocherà sul solco del socialismo liberale», con lo stato a dettare le linee «nei settori strategici» e i cittadini che diverranno attori economici «con un nuovo spirito cooperativistico».

«Il Pd sarà sempre meno in grado di raccogliere l’eredità della sua storia – profetizza il documento – Le sinistre radicali resteranno litigiose, continueranno a perseguire schemi antichi e resteranno scollegate dai profondi cambiamenti tecnologici». Quanto al M5S, «terminata la pandemia agirà da pungolo dell’opinione pubblica e promuoverà un completo ripensamento dell’attuale modello di sviluppo». Presentando il lavoro, De Masi parla di «decrescita serena» per descrivere «la riduzione graduale, pianificata e condivisa degli eccessi patologici del sistema consumista e dell’economia neo-liberista». Anche se poco prima Floridia ci aveva tenuto a sottolineare che il M5S persegue «la terza via tra crescita e decrescita».

E allora «il reddito di base» consentirà ai giovani di formarsi e un ‘Piano casa’ permetterà loro di vivere in autonomia», anche se ci si troverà sempre più di fronte ad una società di anziani, dunque «la priorità sarà quella di invecchiare bene e meglio». Fattore di ringiovanimento della società saranno i migranti. Qui De Masi cerca di trascinare il M5S su posizioni più avanzate rispetto al passato recente. «Sarano respinte le politiche sovraniste e conservatrici contro il diverso», recita la ricerca. Poi si fa una concezione alla razionalità economica sostenendo che «il migrante è descritto come una risorsa e dunque le tecnologie digitali consentiranno di creare una corretta previsione dei ‘profili di migranti’ necessari».

In politica estera si auspica che l’Italia sia «interlocutore strategico per Washington e Pechino». Quanto alla discussione sulle alleanze di governo, il M5S viene descritto come «una forza politica matura che si siede al tavolo con altre forze». Diversi i passaggi su democrazia diretta e partecipazione digitale, mai un riferimento al ruolo (o al pregresso) della piattaforma Rousseau.

Il testo viene diffuso proprio nella settimana che dà il via al cammino del Movimento 5 Stelle verso gli Stati generali. Al momento sono state annunciate altre mozioni. Quella di Alessandro Di Battista, che rivendica l’autonomia del M5S da destra e sinistra, difende il tetto del doppio mandato e il ruolo del «sistema operativo» gestito da Casaleggio. Il gruppo «Parole Guerriere», invece, propone un’organizzazione simile a quella dei partiti tradizionali. Il vicepresidente del parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo disegna una segreteria composta da dodici persone.

Alla fine della scorsa settimana si è fatto avanti anche il sottosegretario Stefano Buffagni, con un documento che suona come una mediazione interna: apre alla direzione collegiale ma sostiene che il M5S non deve sottoscrivere «alleanze strutturali».

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