Il Papa oscurato

rocca-21-ott-21
lampadadialadmicromicro1E’ già online e tra poco in distribuzione del cartaceo il n. 21, del 1° novembre 2021, di Rocca, quindicinale della Cittadella Pro Civitate Christiana di Assisi. Nel darne pubblicità, riproduciamo di seguito l’editoriale del direttore Mariano Borgognoni. Come è noto Aladinpensiero ha insieme con altre news online stipulato un accordo di collaborazione con la Cittadella di Assisi, in particolare per la diffusione delle informazioni relative al Sinodo della Chiesa cattolica universale e ai connessi cammini sinodali della Chiesa italiana. Giova anche ricordare che Aladinpensiero è media partner dell’associazione Amici sardi della Cittadella di Assisi.
—————————–

Il Papa oscurato
ROCCA 1 NOVEMBRE 2021

di Mariano Borgognoni

Un amico mi butta lì una battuta: «voi di Rocca siete diventati i portavoce del partito del Papa».
Dissimulo una certa irritazione: «noi papolatri? Giammai!». Rispetto sincero ed anche affetto sì, ma mai assenso acritico per la «sedia» pontificia a prescindere. Questa è la cifra di Rocca, rivista laica di ispirazione cristiana.
Qualche giorno dopo apro Avvenire e leggo il messaggio rivolto da Francesco al IV Incontro mondiale dei Movimenti Popolari (Emmp). Lo percorro da cima a fondo e quasi quasi la battuta del mio amico non produce più irritazione: «bisognerebbe fondarlo davvero il partito del Papa!» dico fra me e poi giudiziosamente
mi censuro, anche perché i Papi cambiano.
2c9f46c8-fdc1-4d2f-9b06-223e283f8225
In quell’intervento pontificio c’è un manifesto evangelico con una dimensione politica forte ed esplicita. D’altra parte se l’Evangelo non parla alle ferite dell’umanità in carne ed ossa è lettera morta o peggio, paralizzante consolazione, invece di essere speranza concreta di una liberazione che comincia dal presente e attende il Regno. Occorre guardarsi da chi parla del Regno senza calarsi nel presente e nel suo bisogno di giustizia e di vita buona.
I giorni seguenti sono andato spigolando per siti, giornali e giornaloni. Niente o troppo poco ho trovato in riferimento alla straordinaria forza di quel messaggio: il Papa è stato oscurato!
Ma cosa dice Francesco in quell’intervento?
Sarebbe troppo lungo enunciarne tutti i punti, ci torneremo puntualmente nel prossimo numero. Per ora basti citare alcuni elementi essenziali, a partire dalla considerazione iniziale del Papa secondo cui la pandemia ci ha messo davanti agli occhi disuguaglianze «che tanti meccanismi di post-verità non hanno potuto occultare». Quindi non basta tornare al prima «perché questo sarebbe davvero suicida e, se mi consentite di forzare un po’ le parole, ecocida e genocida». Torna in questo incipit l’ecologia integrale di Bergoglio; la convinzione che devastazione dell’ambiente e sfruttamento dell’uomo sull’uomo vanno da sempre a braccetto. E che quindi custodia della natura e cura della umanità più fragile sono la via difficile ma necessaria per dare una prospettiva alla casa comune e una speranza di giustizia tra gli uomini dentro la casa comune.
Che fare quindi per dare gambe ad una economia (oikonomia=legge/governo della casa) che serva senza asservire? Beh intanto questo deve diventare il compito di una politica autorevole e rigenerata, capace di compiere scelte fonrti a cominciare da un «salario universale» che dia la possibilità «ad ogni persona in questo mondo di accedere ai beni più elementari della vita» e dalla «riduzione della giornata lavorativa». Insomma, aggiunge il Papa «lavorare meno affinché più gente abbia accesso al mercato del lavoro».
Finisco qui anche se Francesco pone altri obiettivi di enorme importanza: dalla liberalizzazione dei brevetti sui vaccini, al condono dei debiti ai Paesi poveri, alla preservazione dei beni comuni, alla cessazione della fabbricazione e del traffico delle armi.
Un intervento di rara chiarezza e di grande forza etica e politica che tende a restituire al confronto sul futuro del mondo globalizzato la dimensione giusta, una risposta forte alla domanda di crescente uguaglianza, di universalizzazione dei diritti sociali e civili a cominciare dalle tre T: tierra, teto, trabajo. Terra, casa, lavoro.
E’ imbarazzante che su di esso non si sia aperta una discussione vera perché è chiaro che il contenuto del messaggio domanda un cambiamento radicale del paradigma economico dominante che, nella sostanza, esclude la possibilità di un governo democratico dei processi economico-sociali, relegando la politica a pura amministrazione dell’esistente. Di un esistente in crisi o in ripresa ma pur sempre dentro i sacri
paletti definiti dalle leggi ferree del mercato e del sostegno pubblico ad esso subalterno.
Concludo con una considerazione più domestica. In Italia e in Europa si sta discutendo di quello che abbiamo chiamato Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come non porsi dentro questo percorso il grande obiettivo della piena e buona occupazione? Ci siamo tornati più volte in questi mesi perché avvertiamo che sul tema del lavoro si gioca la tenuta civile di una società, il suo benessere e il suo futuro. Certo perseguire la piena occupazione richiede l’utilizzo di molte leve ma l’unica veramente decisiva è quella di mettere questo obiettivo al primo posto dell’agenda sociale e politica e piegare su di esso l’insieme
delle scelte di bilancio, delle politiche fiscali e redistributive, degli investimenti nella ricerca e nella formazione.
Ci sono le forse sociali, culturali, politiche capaci di assumersi questa missione? L’oscuramento pontificio rendere lecito il dubbio. Ma non abbiamo alternative alla coltivazione attiva della speranza.
Mariano Borgognoni
……………………..
sinodo-schermata-2021-08-23-alle-11-52-08
————————————————-
logo76Chiesadituttichiesadeipoveri.
Newsletter n. 236 del 26 ottobre 2021
PER IL FUTURO DEL MONDO
Care Amiche ed Amici,

in questa settimana, il 30 e 31 ottobre, si riunirà a Roma il G 20 sotto la presidenza di Draghi. I temi all’ordine del giorno, crisi ecologica e pandemia da Covid, riguardano né più né meno che la salvezza del mondo. Noi non abbiamo modo di influire sulle sue decisioni, ma ci sembra che “i Grandi” potrebbero trarre ispirazione per il loro lavoro dal fatto che a Roma c’è anche la presenza del papa. Fino a qualche decennio fa questa ispirazione avrebbe potuto essere partigiana ed escludente, dato che il cattolicesimo definiva se stesso come l’unica religione vera e la Chiesa cattolica come unica arca fuori della quale non potesse darsi salvezza; l’ispirazione che oggi ne può venire è al contrario universale e includente sia per il riconoscimento operato dal Concilio Vaticano Secondo dei doni di Dio profusi come semi in tutte le religioni e le culture, sia per l’affermazione di fraternità tra tutti gli uomini che papa Francesco ha condiviso con ogni religione e ha esteso in particolare all’Islam con cui nel patto di Abu Dhabi ha firmato l’attestazione che “le diversità di religione… sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”. Lo stesso papa nel messaggio ai Movimenti popolari del 16 ottobre scorso ha chiesto a se stesso e a tutti gli altri leader religiosi “di non usare mai il nome di Dio per fomentare guerre o colpi di Stato”. Questa ispirazione può pertanto essere oggi tale da incoraggiare tutti i responsabili della vita sulla Terra a perseguire l’unità umana, a adottare un’ecologia integrale, a far proprio il Trattato già varato dall’ONU per la proibizione di tutte le armi nucleari, a promuovere la fine della corsa al riarmo e delle relative spese, nonché a indurre a una conversione dell’ideologia delle Forze Armate; tutto ciò al fine di costruire un mondo in cui rimangano come unici uccisi dal fuoco delle Forze Armate quelli uccisi per sbaglio nei set cinematografici di Hollywood.
Sarebbe bene inoltre che i partecipanti al vertice mondiale fossero informati del fatto che a Roma è stata da poco istituita una Scuola che promuove il pensiero e cerca le vie per dar luogo alla stesura e all’adozione per tutto il mondo di una Costituzione della Terra. Si potrebbe dire che i convenuti a Roma, come responsabili di popoli e protagonisti decisivi della scena mondiale, di tale Scuola potrebbero essere i primi docenti e discepoli. Sarebbe bello infatti che fra loro sorgessero persone iniziative e politiche che facessero proprio questo progetto, lo includessero nelle tematiche presenti nella comunità delle Nazioni e lo portassero a buon fine, in modo che la Terra intera possa avere la sua Costituzione: una Legge fondamentale che garantisca diritti e doveri a tutti gli uomini e le donne del pianeta e che con il supporto di efficaci garanzie giuridiche ed istituzionali assicuri che la Terra sia salva, la vita sia prospera e la storia continui.
Come si sa le Costituzioni hanno offerto molte volte e per molto tempo le più alte esperienze di giustizia e di pace nei singoli Stati, sicché si può pensare che il modello costituzionale esteso sul piano globale possa mantenere analoghe promesse per tutti i Paesi.
Anche la sfida della pandemia conduce nella stessa direzione, suggerendo di instaurare una politica dei beni comuni dell’umanità che non si possano né comprare né vendere, che siano fuori commercio e messi a disposizione di tutti da un’economia di liberazione, a cominciare dalla decisione della non brevettabilità dei vaccini contro il Covid e dei farmaci salvavita.
Che tale proposta non sia mai stata formulata fin qui non depone contro la sua attuabilità, ma deriva piuttosto dal fatto che finora da ogni punto del pianeta la Terra è apparsa frammentata e divisa e il corso storico si è andato svolgendo attraverso contrapposizioni etniche, religiose, culturali e politiche via via apparse come insormontabili, sicché una Costituzione di tutta la Terra sembrava impensabile; ma oggi la Terra può essere osservata dall’alto come un tutto globale e anzi un poliedro, come dice il Papa, e come si sa al mutamento del punto di vista corrisponde il mutamento delle cose; oggi in realtà le divisioni identitarie, pur feconde e inviolabili nel loro ordine, non sono più tali da precludere unità più costruttive e più vaste. Né questa costruzione di un ordinamento costituzionale mondiale può essere considerata un’utopia di intellettuali, se negli anni 80 del 900 un mondo ricomposto nella pace, “senza armi nucleari e non violento” fu proposto da due grandi compagini statali, l’Unione Sovietica e l’India, pur appartenenti a mondi diversi, i cui popoli insieme rappresentavano un quinto dell’umanità.
Nel nostro sito pubblichiamo il messaggio di papa Francesco ai membri dei movimenti popolari che il papa chiama affettuosamente “poeti sociali”; tale messaggio per la precisione con cui il papa ha evocato i I principi da osservare, opzione preferenziale per i poveri, destinazione universale dei beni, solidarietà, sussidiarietà, partecipazione, bene comune, e per le misure concrete suggerite, come il salario universale e la riduzione dell’orario di lavoro, ha suscitato le ire del sito antibergogliano integralista “Stilum Curiae” di Marco Tosatti. È anche da segnalare che dopo l’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha preso una forte posizione a favore dei migranti nel Mediterraneo e contro il loro respingimento e la loro riconsegna ai lager libici.
Con i più cari saluti

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it


ROCCA 1 NOVEMBRE 2021

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>