Vogliamo la Pace nel mondo non la guerra diffusa

costituente-terra-logoRESISTENZA E RESA
di Raniero La Valle

La guerra in corso in Ucraina e una campagna elettorale infelice, tra le più drammatiche nella storia della Repubblica, costituiscono l’intreccio perverso nel quale è implicata oggi la nostra vita e la nostra azione pubblica. Anche il nostro obiettivo di una Costituzione della Terra ne è duramente messo alla prova.

Dinanzi a queste due emergenze dobbiamo registrare purtroppo una risposta di rassegnazione e una doppia resa.

La prima nei confronti di questa guerra, che viene identificata con la “fine della pace” e il ritorno a un mondo diviso da un conflitto permanente tra il blocco occidentale e quello opposto. Tale conflitto, passando per la neutralizzazione della Russia, dovrebbe concludersi (ammesso che sfugga all’olocausto atomico) con la partita finale tra l’America (o la NATO) e la Cina. Questa visione comporta la fine della globalizzazione, il ritorno al mercato selvaggio in cui irretire anche il nuovo protagonismo cinese, l’abbandono delle politiche ecologiche, la rinunzia alla prospettiva di un’umana unità del mondo.

Qui la resa consiste nel dare tutto ciò per scontato, nel dedurne un unico allineamento possibile dell’Italia, quello con la NATO e l’Europa a lei fedele, e nel considerare ogni infrazione di questa ortodossia un attentato alla sicurezza dell’Italia: lo dice il coro mediatico ed è quanto sostiene il ministro Di Maio, che invoca una Commissione parlamentare d’inchiesta per snidare quanti abbiano intrattenuto rapporti amichevoli con la Russia, dimenticando che la cura dell’amicizia con la Russia e con ogni altro Paese faceva parte fino a ieri dei suoi doveri come ministro degli Esteri, e ignorando che l’ostinazione dei governanti nel voler dare la propria sicurezza in ostaggio alla NATO è quella che ha gettato l’Ucraina nell’attuale tragedia.

La seconda rassegnazione è quella all’incubo di una vittoria elettorale della Destra, che darebbe l’Italia alla Meloni, la “mujer” che non giudica il fascismo ma, imparziale, lo “consegna alla storia”. Di più, obbedendo ai sondaggi e miracolando la Destra, l’ingegnosa legge elettorale vigente riporterebbe al ministero degli Interni Salvini, che chiuderebbe in faccia ai naufraghi il chiavistello dei porti e, con appositi accordi, sulle orme di Minniti, provvederebbe a far loro riaprire le porte delle carceri e dei lager libici. Per non dire della festosa ascesa di Berlusconi alla presidenza del Senato, e magari al Quirinale.

Qui la resa consiste nel considerare questi risultati come già acquisiti, abbandonandosi alla sindrome della sconfitta, e cercando di salvare il salvabile o almeno se stessi, “perdendo con onore”.

L’iniziativa, di cui vi do qui l’annuncio, è un tentativo di resistere ad ambedue queste rassegnazioni e di reagire a questa doppia resa. Essa infatti incrocia sia la guerra che le elezioni, ed è sottoscritta da un gran numero di elettori, “sovrani e sovrane”, ispirati ai valori costituzionali e agli ideali di una vasta rete associativa del mondo laico e di quello cristiano. Si tratta di un invito ai candidati di tutti i partiti a guardare più in alto e a prendere l’impegno di promuovere, nel futuro Parlamento, un Protocollo da sottoporre a tutti gli Stati e da allegare sia al Trattato sull’Unione europea che allo Statuto delle Nazioni Unite: un “PROTOCOLLO SUL RIPUDIO SOVRANO DELLA GUERRA E LA DIFESA DELL’INTEGRITÀ DELLA TERRA”.

Il ripudio è quello già sancito dalla Costituzione italiana e previsto dalla Carta dell’ONU, e comprende ogni forma di genocidio, come quella consistente in sanzioni indiscriminate. Questo ripudio è detto sovrano (come è “sovrano” il debito!) perché è richiesto agli Stati, e intende rovesciare la guerra sovrana e il suo dominio come criterio del politico e arbitra del rapporto tra i popoli. Esso intende infine deporre ogni altro sovrano, economico, culturale o religioso, che si pretenda tale non riconoscendo alcun altro “al di sopra di sé”.

L’adozione di questo Protocollo come integrazione e sviluppo dei Trattati esistenti, sarebbe in linea di continuità con altri grandi momenti della vita internazionale: con la Carta Atlantica del 1941 (14 agosto 1941), con la dichiarazione di Nuova Delhi del 1986 per un mondo libero dalle armi nucleari e non violento (27 novembre 1986), con il Trattato INF Reagan-Gorbaciov per l’eliminazione dei missili a raggio intermedio del 1987 (8 dicembre 1987), con il Trattato dell’ONU per la proibizione delle armi nucleari (TPNW, 20 settembre 2017).

Il Protocollo proposto comporterebbe la definitiva abolizione e interdizione delle armi nucleari e delle altre armi di distruzione di massa. Esso segnerebbe anche il superamento della NATO e di ogni altra alleanza difensiva di parte, che sarebbero sostituite da un nuovo sistema di sicurezza collettivo, garantito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e dovrebbe cominciare da una riduzione graduale e condivisa delle spese militari nonché della fabbricazione e del commercio di tutti gli armamenti.

Il Protocollo sancirebbe anche il dovere della difesa della Terra, patria e madre di tutti, nonché la rinunzia a modificare con la forza i confini degli Stati , la liberazione e il riconoscimento del diritto e dell’autodeterminazione dei popoli, e si concluderebbe con l’indicazione dell’obiettivo finale, che è quello di una Costituzione della Terra che assicuri giusti ordinamenti e la garanzia dei diritti e dei beni fondamentali per tutti gli uomini e le donne del Pianeta nessuno escluso.

Il testo del Protocollo si trova a questo link: http://www.costituenteterra.it/un-protocollo-sul-ripudio-della-guerra/ Oggi lo riproduciamo anche sotto.

All’appello rivolto ai candidati si può aderire con la firma da inviare all’indirizzo mail:

ripudiosovrano@gmail.com.
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IL PROTOCOLLO SUL RIPUDIO DELLA GUERRA

Il Protocollo sul Ripudio Sovrano della Guerra da discutere in Parlamento dovrebbe avere i seguenti contenuti.

Le Alte Parti Contraenti hanno convenuto le Disposizioni seguenti, che vengono allegate al Trattato che istituisce l’Unione Europea e allo Statuto delle Nazioni Unite

La guerra è ripudiata in tutte le sue forme, comprese le sanzioni indiscriminate e ogni altra modalità di genocidio, a cominciare dalla definitiva abolizione e interdizione delle armi nucleari e delle altre armi di distruzione di massa, biologiche, chimiche, radiologiche, come delle mine antiuomo.

Un nuovo sistema di sicurezza collettivo, garantito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adempierà alle funzioni di mutuo aiuto e di difesa già esercitate dalle alleanze militari di parte e comporterà una riduzione graduale e condivisa delle spese militari nonché della fabbricazione e del commercio di tutti gli armamenti.

Dovere di tutti i popoli e Stati è la difesa della Terra, patria e madre di tutti. Compito e obiettivo comune è arginare un uso delle risorse lesivo dell’ambiente naturale, ripristinare l’equilibrio ecologico e salvaguardare le specie viventi.

La coesistenza fraterna degli Stati in ogni circostanza, favorevole o avversa, la rinunzia a modificarne con la forza i confini, la liberazione e il riconoscimento del diritto e dell’autodeterminazione dei popoli sono norma comune e bene fondamentale dell’intera Comunità della Terra.

A partire dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri, dalle culture e valori dei popoli e dalle esperienze di convivenza pacifica già in atto nella famiglia umana assumiamo l’impegno di predisporre con un’ampia consultazione e promulgare una Costituzione della Terra che garantisca giusti ordinamenti, la dignità del lavoro e il godimento universale dei diritti e dei beni fondamentali a tutti gli uomini e le donne del Pianeta nessuno escluso.

Nel chiedere questo impegno legislativo e politico ai nostri futuri rappresentanti in Parlamento noi sappiamo che il ripudio della guerra nella sua piena effettività comporta il rovesciamento di una cultura millenaria e il passaggio a un nuovo corso storico che è compito della politica assecondare e governare. Le candidate e i candidati che condivideranno e manterranno l’ impegno che qui viene loro richiesto sj segnaleranno in tal modo agli elettori per affidabilità e lungimiranza.

Seguono le prime firme:

Raniero La Valle, Tecla Mazzarese, Domenico Gallo, Grazia Tuzi, mons. Domenico Mogavero, già vescovo di Mazara del Vallo, Moni Ovadia, Paola Paesano, Luigi Ferrajoli, Agata Cancelliere, Nino Mantineo, Felice Scalia, Enrico Peyretti, Claudio Ciancio, Francesco Di Matteo, Angelo Cifatte, Giangiacomo Migone, Francesco Comina, Sergio Tanzarella, Maurizio Serofilli, Raul Mordenti, Il presidente e il Direttivo di “LAUDATO SI’, un’alleanza per il clima, la cura della terra, la giustizia sociale” (Mario Agostinelli, Virginio Colmegna, Emilio Molinari. Daniela Padoan, Emanuela Vicentini, Guido Viale, Marco Cavedon, Oreste Magni, Simona Sambati), Marilù Fantini, don Renato Sacco, Giovanna Carotti, Paolo Bertagnolli, Rosemarie Bertagnolli, Christian Troger, Rita Dé Chilovi, Luigi Bertagnolli, Rita Rauch, Trebo Hermann, Martha Verdorfer, Gianni Ventura, Donatella D’Ecclesiis, Patrizia Scaini, Elisabetta Maetzke, Michelangelo Bovero (università di Torino), Guglielmo Fransoni (Università di Foggia), Silvio Mazzarese (Università di Palermo), Francesco Pallante (Università di Torino), Paola Parolari (università di Brescia),Valentina Pazè (Università di Torino), Persio Tincani (università di Bergamo), Franco Valenti (membro Centro Studi Immigrazione Verona), UDIPALERMO (presidente Mariella Pasinati), Aid for Education (presidente Simona Lavo), Carolina Gorni, Domenica Sottini, Stefania Chiaf, Irma Avi. Antonio Marotta (direzione nazionale di Rifondazione comunista), Rosario Nicchitta (architetto), Luisa Capitummino, Valentina Chinnici (Consigliera comunale Palermo), Domenica Coratti, Anna Maria De Filippi, Pina Mandolfo (regista), Anna Staropoli (sociologa). Fondazione Calzari Trebeschi, Brescia (Presidente Fulvio Bertoletti), Associazione Sostenibiltà Equità Solidarietà (Presidente Maurizio Pallante), Le rose bianche, Palermo, Emily Palermo, Circolo Laudato sì Palermo, Associazione Governo di Lei, Associazione Erripa Achille Grandi, Adel Jabbar (sociologo), Michele Negro, Sergio Paronetto, Attilio Pisanò (università del Salento), Carla Padovan, Giovanni Benzoni, Maria Chiara Zoffoli, Domenico Basile, Carlo Fiocchi, Leopoldo Cassibba, Antonio Gorgellino, don Marco Tenderini (Lecco), don Achille Rossi, Antonio Guerrini, “L’altrapagina”, Marco Romani, Anna Sabatini Scalmati, psicoterapeuta, Giacomo Cortesi, il Centro Ernesto Balducci di Zugliano (Udine): Davide Almacolle, Roberta Guarnotta, Gianluigi Bettoli, Valentina Degano, Alessandro Capuzzo, Paolo Tubaro. Bruno Fini; Carmen Barro e Enzo Marcolin (Pordenone), Raffaele Luise, don Giovanni Cereti, Vittorio Bellavite, Marco Romani, “Pane pace e lavoro”, Amici della Cittadella / Memoria e profezia (Assisi): Renzo Salvi (presidente), Silvano Balestra, Gabriella Cappiello, Rosaria Carbone, Maria Gabriella Mansi; Redazione di “Rocca”, quindicinale della PCC (Assisi): Mariano Borgognoni (direttore), Franca Cicoria, Riccardo Valeriani, Maria Luisa Arena, Gianfranco Schiavone (presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà), Maria Angela Bertoni, Vincenzo Cesarano, Annalisa Comuzzi, Anna Pitotti, Battista Villa, Renata Zille, Antonio Peratoner, Grazia Santin, Antonello Lestani, Tina Zani, Marco Lombardo, Giorgio Scichilone (Università di Palermo), Vittoria Scotto di Vettimo, RETEDASI FVG (Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale del Friuli Venezia Giulia), Angelo Capitummino, Gianni Giardi, Elena Lanzoni “TONALESTATE”, Franco Meloni (Aladinpensiero), Andrea Pubusa (Università di Cagliari, Democraziaoggi), Giacomo Meloni (segretario generale CSS), Marco Mameli (assotziu consumadores Sardigna).

Chi intende aderire a questo documento può aggiungere la sua firma scrivendo all’indirizzo mail:

ripudiosovrano@gmail.com

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