Piero Angela

Il toccante discorso di Alberto Angela sul padre Piero.

“Grazie per essere venuti. Ringrazio voi che siete qui e ringrazio chi è a casa e partecipa, ringrazio anche i media, la stampa, i tv. Da collega vi dico che avete fatto un lavoro molto corretto, di tatto, molto professionale. Non è facile per me questo discorso, di solito sono abituato ad andare a braccio ma in questa situazione mi capirete. È un discorso difficile: penso che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci però accade.
[segue]
Vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà. Quel comunicato che tutti avete letto, l’ultima cosa fisicamente che ha detto è stata quella, con poche forze. Mia sorella e io l’abbiamo trascritto. Se voi lo guardate non è un discorso ufficiale: è come qualcuno che parla agli amici.
Qualcuno che a fine vacanza dice “vabbè io vado”.
C’è molto affetto, amore, verso tutti.
È stata anche una persona – lo dico da figlio e collega – a unire ma non a dividere pur mantenendo le sue opinioni ferree. Una dote difficile da trovare. Il suo stile, il suo tatto lo conoscete tutti, ma la cosa bella che ha colpito tutti noi della famiglia è stato vedere questi messaggi che arrivavano e che non erano pieni di dolore o sofferenza ma di amore, che è un sentimento. Ho notato solo questo. È stata una cosa che mi ha molto colpito. Un sentimento che si trasforma in valore e i valori sono eterni. È questo il miglior vestito per papà, per il viaggio che farà.

Lui ci ha insegnato tante cose con trasmissioni, libri, ha usato tutti i media per divulgare. L’ultimo insegnamento l’ha dato non con le parole ma con l’esempio: mi ha insegnato in questi ultimi giorni a non avere paura della morte, che è la paura di qualsiasi essere umano. L’ha attraversata con una serenità che mi ha sconvolto, che mi ha colpito. Mai visto in mezzo allo sconforto o alla tristezza. Ha fatto una quantità di cose e questo è uno dei motivi per cui se n’è andato soddisfatto. Ha attraversato quest’ultimo periodo con una razionalità, come se fosse quasi una missione Apollo. Quando ha capito che era ormai arrivato il suo tempo ha fatto le sue ultime trasmissioni e pure un disco jazz.
Aveva una forza incredibile. Ha fatto un discorso ai familiari e dopo 24 ore che l’ha fatto se n’è andato. Mai vista una cosa cosi. Lo dico come figlio e collega giornalista. Aveva un approccio alla vita razionale, scientifico, e di amore, di come la vita dovrebbe essere vissuta.

Ho avuto la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa. Papà amava ripetere un suo aforisma: “Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire”. Lo ripeteva e credo lo abbia interpretato fino alla fine. Per lui era importante avere una vita colma, era un insegnamento per tutti noi. Riempire la vita, amare tutte le passioni come ha fatto lui. Anche se da torinese sembrava molto riservato c’era un fuoco dentro di lui. A mio modo di vedere lui continuerà a vivere attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz. Continuerà a vivere in tutti quei ragazzi che cercano l’eccellenza, con sacrificio. Sarà vivo in tutte le persone che cercano di unire, di assaporare la vita. Una persona scientifica ma con il senso dell’umorismo grandissimo. Era bravo in tutte le cose, persino nel disegno. Una mente che, ancora adesso, mi sorprende. L’eredità che ci lascia è importante: non è un’eredità fisica ma di atteggiamento nel lavoro. Anche io cercherò di fare la mia parte”.Oggi

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