Elezioni. Un commento a caldo. Vince il centro destra trainato da una destra egemone. Il Pd paga le sue scelte isolazioniste di rinuncia a vincere con una robusta coalizione costituzionale che avrebbe sbarrato l’avanzata della destra.

elezionidisperazioneVince il Partito dell’astensione (oltre il 35% sul totale degli aventi diritto al voto) che guadagna 10 punti rispetto alle precedenti elezioni politiche (2018).
È un dato che preoccupa molti, ma non certo i Partiti (con qualche eccezione), considerato che tra le cause principali dell’aumento dell’astensionismo stanno le pessime leggi elettorali (regionali e nazionale) volute da tutti (o quasi) i Partiti. Ne sia esempio la pessima e anticostituzionale legge elettorale vigente, il Rosatellum, della quale porta la maggiore responsabilità il Pd! In argomento noi in Sardegna abbiamo la legge elettorale regionale peggiore tra tutte le leggi elettorali delle Regioni italiane, che nonostante i dichiarati impegni di sua modifica da parte di tutti i Partiti resta immutata a combinare guai.
Ma parliamo dei dati elettorali: stravince la coalizione di centro destra, con lo strepitoso successo dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e con il deludente risultato della Lega e di Forza Italia.
Deludente anche il risultato del Pd nella riduttiva coalizione del centro sinistra, nella quale è giusto evidenziare il buon risultato dell’alleanza Verdi-Sinistra e anche di +Europa. Nelle previsioni la modesta cifra di Unione popolare, purtroppo. Ottimo il risultato del Movimento 5 Stelle, di grande rilievo al Sud, che frena la decadenza e si avvia alla costruzione di un vero partito. Quasi tutto torna rispetto alle previsioni, compreso il dato che una coalizione costituzionale (Pd, movimenti 5 stelle, verdi-sinistra, terzo polo, altri) avrebbe avuto la maggioranza dei voti e dei parlamentari. La destra vince e di diritto governerà il Paese, con un programma inquietante per gli interessi del paese, soprattutto dei ceti meno abbienti. Pensiamo alle politiche dell’ambiente, del sostegno all’occupazione, degli investimenti sociali (istruzione e salute in primis). Pensiamo alle politiche fiscali. Pensiamo ai diritti civili. Pensiamo poi alle politiche internazionali e al nostro ruolo in Europa, nel pieno di una gravissima crisi economica e di “terza guerra mondiale a pezzi” (come dice Papa Francesco) diffusa nel mondo, non solo quindi in Ucraina, che rischia di diventare guerra totale. Nel nuovo parlamento, ridimensionato per numerosità dei suoi componenti e conseguentemente nella capacità di rappresentanza territoriale, si rende indispensabile una seria, coesa ed efficace opposizione, che tale sarà solo se collegata ai sindacati, all’associazionismo e ai movimenti della democrazia di base. Siamo consapevoli che la destra è maggioritaria in parlamento, ma non nel paese.
Attendiamo ora i risultati elettorali effettivi e le prime decisioni delle forze politiche.
C’è molto da lavorare con necessità di nuovo protagonismo politico, soprattutto dei giovani, nella pratica di una coinvolgente alleanza intergenerazionale.
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