Cospito e 41 bis

cospitoRiceviamo e volentieri pubblichiamo
Da: Rifondazione Comunista Sardegna
Data: lun 30 gen 2023 alle 17:13
Oggetto: Comunicato PRC-SE – Cospito e 41 bis
[segue]
Detenuto presso il carcere di Bancali, da 100 giorni, l’anarchico Alfredo Cospito conduce uno sciopero della fame contro le condizione disumane di reclusione alle quali sottoposto: quelle del 41 bis. Cospito è stato condannato a vent’anni di reclusione per una strage mai avvenuta, per la quale adesso la Corte di Cassazione chiede l’applicazione del reato più grave dell’ordinamento giuridico italiano, quello di strage contro la sicurezza dello Stato (art.285 cp) con contestuale ridefinizione della pena in ergastolo ostativo. Reato mai contestato per le stragi vere, con morti pesanti come macigni, quali Bologna, Capaci, via D’Amelio. Nei confronti di Alfredo Cospito, evidentemente, si registra una particolare ostinazione giudiziaria e detentiva che ha pochi
precedenti in relazione a quanto imputatogli.
Il 41 bis consta in una serie di privazioni mirate ad azzerare la frequenza dei contatti con l’esterno; è una misura oggettivamente punitiva e repressiva tout court rispetto alla già effettiva privazione della libertà. Alfredo Cospito chiede e vuole avere la possibilità di tessere interazioni umane, di leggere i libri che vuole, di avere più di un’ora d’aria per poter vedere il cielo senza il filtro delle sbarre. Cospito lo sciopero della fame lo sta facendo
davvero, ha perso 35 kg e stante le cose da perdere non ha che la vita. A perdere, pure, è e sarà quella tanto decantata civiltà della rieducazione della quale si riempiono la bocca i liberali di ogni colore, ad oggi, lontani dall’auspicio/previsione di Beccaria sull’avvento di un’epoca dove “le pene saranno moderate, sarà tolto lo squallore e la fame dalle carceri, la compassione e l’umanità penetreranno le porte ferrate”.
Anche il nostro Partito, dunque, fa proprio l’appello lanciato dai suoi compagni anarchici, dalla varie organizzazioni della Sinistra e associazioni che da sempre lottano per i diritti dei detenuti, da decine di avvocati e giuristi, affinchè l’impianto di un regime speculare nella sua crudezza alla gravità dei reati che si vorrebbe combattere sia messo in discussione a partire da subito, ovvero dal ritorno di Alfredo Cospito al regime carcerario ordinario. Siamo perfettamente consapevoli che alcuni reati debbano essere perseguiti in modo più severo di altri, ma non si può far finta di niente di fronte a trattamenti disumani e degradanti, specie se protratti per anni;
sostenuta anche dal Consiglio d’Europa e dal Comitato delle nazioni Unite contro la tortura, è una battaglia di civiltà.

Enrico Lai – Segretario PRC-SE – Sardegna
Antonio Satta – Segretario PRC-SE – Nuoro
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