Il 2 settembre 1813 a Cagliari

STORIA SARDA
di Piero Marcialis

Il 2 settembre 1813 a Cagliari, nella piazza de Is Istelladas (dove oggi sorge il mercato di S.Benedetto) viene impiccato Salvatore Cadeddu, il capo della Congiura di Palabanda del 1812.
Avvocato, segretario dell’Università (oggi diremmo direttore generale), era già stato tra i capi della cacciata dei piemontesi da Cagliari il 28 aprile 1794.
Nel 1812, “anno della fame”, a Cagliari la corte di Vittorio Emanuele I vive nel lusso, mentre il popolo sardo muore di fame (muove davvero, non per modo di dire) un gruppo di patrioti pensò di liberare la Sardegna.
Per averlo soltanto progettato essi furono condannati, chi a morte, chi al carcere, chi all’esilio.
Avrei dovuto raccontare oggi la loro storia a Quartu, nella biblioteca comunale. L’amica Elena Vacca, fin dal 14 luglio, ne aveva chiesto la disponibilità. Solo pochi giorni fa le fu risposto di no, gli spazi saranno occupati da altra attività. Non è facile fare cultura a Quartu.

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Nell’occasione ripubblichiamo un intervento del prof. Andrea Pubusa su Democraziaoggi del 31 dicembre scorso, con il quale avanzava la proposta di dedicare a Salvatore Cadeddu la Facoltà di Giurisprudenza, per le ragioni ben spiegate nel suo scritto. Oggi la Facoltà di Giurisprudenza non esiste più, in quanto per effetto dell’applicazione della legge di riforma delle Università (riforma?) dell’improbabile ministro Gelmini al nostro Ateneo, la stessa facoltà è stata inglobata nella “Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche“, nella quale sono confluite anche Economia e Scienze Politiche. La proposta mantiene intatto il significato simbolico attribuitogli da Andrea, comunque occasione per ricordare un grande patriota sardo e cagliaritano.
Perché non dedicare Giurisprudenza a Salvatore Cadeddu?
31 Dicembre 2012

Andrea Pubusa

Oggi [31 dicembre 2012] alle 12, su iniziativa del Comitato per i Martiri di Palabanda, nell’0rto botanico il Comune di Cagliari scoprirà due lapidi in onore dei MARTIRI DI PALABANDA. L’appuntamento dei partecipanti è fissato alle ore 11.30 all’ingresso dell’Orto Botanico. Da lì si partirà per lo scoprimento delle due lapidi. E’ prevista la partecipazione di un suonatore a launeddas, per il Comune è probabile la presenza del sindaco.
L’iniziativa è importante, ma si può e deve far di più.

Le iniziative sul bicentenario della congiura di Palabanda mi hanno dato grandi emozioni e consentito tante piccole scoperte. Ad esempio, che ho lavorato per ormai circa 40 anni nel luogo in cui l’Avv. Salvatore Cadeddu aveva la “casa di campagna”, dove riuniva un club di democratici. Ho appreso che l’ingresso del suo orto (l’attuale orto botanico), per lui, che veniva da Castello, era nei pressi del Convento dei capuccini, più o meno dove oggi si accede alla Facoltà di Giurisprudenza.
Sarà il caso, ma è una felice coincidenza che, dopo la damnatio memoriae del sito e del suo proprietario, a circa 150 anni dalla congiura e dal supplizio dei suoi promotori, in quel luogo sia sorta la Facoltà di Giurisprudenza. Dunque, la congiura di Palabanda ideata e decisa nel luogo dove da oltre mezzo secolo si formano alla democrazia e ai diritti i giovani sardi.
C’è però in tutto questo una cosa che mi tormenta. Fra questi due momenti non c’è alcun legame, nessuna consapevolezza. Salvatore Cadeddu vagheggiava una società democratica, non so se nella forma della monarchia costituzionale enucleata nella Costituzione di Cadice del 1812 oppure nella più radicale forma della repubblica sul modello rivoluzionario francese. Certo è che anche la Costituzione di Cadice del 1812 rispetto alla monarchia assoluta dei Savoia era un fatto rivoluzionario. Anticipava di oltre trent’anni lo Statuto albertino. Si ricordi che la prima Costituzione concessa da Carlo Alberto nel 1821 fu revocata dieci giorni dopo proprio da Carlo Felice, che, per reprimere i moti liberali, chiamò le truppe austriache! Carlo Felice ancora grondante del sangue di tanti rivoluzionari sardi.
Comunque sia il club di Palabanda era una fucina di idee e propositi democratici, riuniva intellettuali e popolani, così come oggi la Facoltà di Giurisprudenza forma le nuove leve di giuristi e con la ricerca dà un contributo alla cultura giuridca nazionale. Fra i due momenti, se ci fosse consapevolezza storica, dovrebbe esserci uno stretto legame. Fin dalla costruzione della Facoltà, alla metà degli anni ‘50 del 1900, si sarebbe dovuto darle il nome di ”Palabanda – Salvatore Cadeddu”. Ma per far ciò occorreva conoscere la storia del luogo e ancor più averlo scelto coscientemente per ubicare la Facoltà di Giurisprudenza. Ma è stato solo un caso. Un caso felice, tanto più che Cadeddu era un giurista ed anche segretario dell’Università. A questo lgame, non avendo dato rilievo ex ante, si può però dare rilievo ex post. Adesso, chiamando lo Studio giuridico cagliaritano “Facoltà di Giurisprudenza di Palabanda “Salvatore Cadeddu”. Ma so, ahinoi!, che anche in Facoltà la consapevolezza è di là da venire. Si lavora e si studia in un luogo nel quale la damnatio memoriae imposta dai savoia continua sotto la Repubblica e dopo la conquista delle libertà democratiche per le quali Salvatore Cadeddu e gli altri Martiri di Palabanda diedero la vita. Non è giunto il momento di porre rimedio all’omissione? Il Comitato potrebbe sensibilizzare il Comune, che oggi scopre le lapidi ai Martiri, a fare un passo formale verso la Facoltà.

2 Responses to Il 2 settembre 1813 a Cagliari

  1. admin scrive:

    Vedi anche il ricordo di Salvatore Cadeddu sul sito della Fondazione Sardegna: http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=6619

  2. […] ANNIVERSARI. Un anno fa su Aladinpensiero […]

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