Sulle dichiarazioni programmatiche di Francesco Pigliaru. Le parole sono importanti, anche quelle che mancano

Daniele da Volterra Arameocarta-Sardegna-1354
Le parole sono importanti, anche quelle che mancano. E che aspettiamo.
di Vanni Tola
Non è facile commentare con una sintesi le dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru che, naturalmente, analizzano un’articolata serie di problemi. E non lo faremo. Certo le dichiarazioni programmatiche, come le letterine a Gesù Bambino della nostra infanzia, non vanno al di la di una infinita serie di buoni proponimenti, tutti da verificare nella realtà quotidiana. Non è questo il caso. A dire il vero le dichiarazioni del Presidente evidenziano una ricerca concreta di cambiamento della politica regionale, un forte desiderio di semplificare le procedure legislative, di riformare profondamente l’apparato burocratico della regione, una certa determinazione nel voler liberare la nostra regione dalla crisi e dai ritardi nello sviluppo che stanno alla base dei principali problemi della comunità isolana. Ciò detto, si avverte pure una indeterminatezza generale, una non ben definita ipotesi complessiva, l’assenza di una scelta strategica principale per lo sviluppo dell’isola, che appare come elemento di continuità con le precedenti fallimentari Amministrazioni regionali. Si e portati a pensare che la nuova Giunta non finisca poi con l’operare rincorrendo i problemi e le questioni aperte piuttosto che con l’obiettivo di realizzare un progetto organico di trasformazione e sviluppo che ci piace definire “nuovo piano di rinascita”. Alcuni esempi per rendere maggiormente comprensibile il ragionamento. Si parla nelle dichiarazioni del Presidente di crisi delle produzioni industriali e dell’occupazione ma non emerge un’ipotesi ben definita di sviluppo industriale alternativa alle precedenti. La Sardegna crede ancora nell’industria o si considera il comparto industriale tradizionale una sorta di comparto “da liquidare” per concentrare risorse ed energie principalmente su agropastorale e industria turistica? Scommetterà la Regione sulla possibilità di costituire a Porto Torres un grande polo europeo per i prodotti di base della chimica verde e la realizzazione di un apparato industriale indotto, riconvertendo ciò che rimane dell’industria petrolchimica o si ritiene, come molti sardi pensano, che la possibilità di attivare nell’isola una moderna industria chimica e biochimica debba essere considerata definitivamente conclusa? L’idea che la Sardegna possa svilupparsi esclusivamente valorizzando l’agro-industria e l’industria turistica con una forte protezione dell’integrità ambientale e paesaggistica è molto più diffusa di quanto si pensi e non è certamente priva di un qualche fondamento. Resta però aperta la questione se la Sardegna debba o no disporre anche di un apparato industriale e tecnologico innovativo (ricerche su nuovi materiali, nanotecnologie, bioingegneria, genetica, attività aerospaziali) come in tante altre realtà. Un ulteriore aspetto che appare poco evidenziato nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru riguarda poi l’insieme di problemi, fra loro strettamente interconnessi, quali salute, inquinamento ambientale, aree di grave emergenza sanitaria, bonifiche di suoli, acque e aria. Porto Torres è uno dei siti ambientali d’interesse nazionale per un elevatissimo livello d’inquinamento che ha fatto rilevare dati molto preoccupanti (qualcuno dice perfino superiori a quelli di Taranto), un incremento di patologie tumorali e respiratorie da vera emergenza sanitaria. A Ottana un esponente di un Comitato di cittadini ha denunciato l’avvenuto decesso per tumore di oltre quaranta operai che hanno lavorato nel medesimo impianto industriale. Per non parlare poi delle aree con servitù militari e di tutte le altre realtà interessate da situazioni di gravissima emergenza sanitaria e ambientale. Ci saremmo aspettati dal Presidente l’annuncio un piano straordinario, prioritario e urgente, insomma, qualcosa di più di generici riferimenti alla difesa del diritto alla salute e all’integrità ambientale. E infine, per quanto riguarda i piani di settore dei principali comparti produttivi isolani, Pigliaru si limita a rimandare al programma generale della coalizione per esaminare nel merito i proponimenti della Giunta. Certamente lo faremo con attenzione e interesse ma resta forte la sensazione, lo ribadiamo ancora una volta in chiusura, che non si abbia la capacità, la volontà, la lungimiranza di lavorare intorno ad un’unica e ben definita ipotesi strategica di sviluppo alla quale rapportare e finalizzare le diverse azioni e gli interventi della nuova Giunta.
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Daniele-da-Volterra-Arameo IL BRAGHETTONE
Daniele da Volterra, detto il braghettone, Arameo.
[NdD] Il dipinto di Volterra non c’entra… o forse sì
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Guido Reni San Matteo e l'angelo
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Sardegna-bomeluzo22
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Le parole sono importanti. Anche quelle che mancano. E che aspettiamo.
I due deficit politici del presidente

di Franco Meloni
Per Francesco Pigliaru le parole sono importanti. Ricordo una mattina di alcuni anni fa quando chiuse rapidamente una riunione all’Università (di cui era pro rettore alla Ricerca scientifica) perchè, ci disse, doveva terminare di scrivere, immagino rivedere attentamente, un articolo per La Nuova Sardegna del giorno dopo. Dunque occorreva essere precisi e dedicarvi tutto il tempo necessario. E’ sicuramente con lo stesso scrupolo che ha redatto il documento delle sue dichiarazioni programmatiche da presidente della regione, sicuramente soppesando ogni singola parola scritta. Pertanto prendiamo sul serio ogni parola e analizzeremo con attenzione e commenteremo il contenuto del documento, come già abbiamo cominciato a fare con l’editoriale di Vanni. Il documento, anche tenendo conto dell’analisi di Vanni, è totalmente condivisibile e anch’io lo sottoscrivo: per quanto dice, ma ci riserviamo di esprimere valutazioni e giudizi successi per quanto è allo stato troppo generico e indeterminato e di capire e dare le nostre valutazioni e giudizi su quanto ancora non detto e che è necessario dire quanto prima. Anche su questo versante Vanni è stato precisamente esigente! Voglio ora esprimere un mio parere di carattere generale: le dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru hanno due “deficit politici”, di fondamentale importanza, che attengono uno alla sardità e l’altro all’europeismo. Tratto queste due questioni in maniera intrecciata, come è giusto che sia. Non è pensabile che il programma del presidente (e della sua coalizione), così come è attualmente formulato, prescinda da una esplicita visione del posizionamento istituzionale della Sardegna, oggi e in prospettiva, in Italia e in Europa. Al riguardo è vero che Pigliaru non poteva sollevare la bandiera dell’indipendentismo o del sovranismo che lo vuole praticare anticipatamente (gli indipendentisti e i sovranisti sono pur sempre una minoranza, seppure importante, della coalizione di centro sinistra), ma la visione che sottende il documento appare francamente riduttiva, niente altro di diverso da un “autonomismo sbiadito”, che non ci porta molto lontano. Pigliaru si guarda bene dal pronunciare parolacce quali indipendentismo e sovranismo e neppure federalismo, utilizza in un passaggio il termine “sovranità” nell’accezione di auto-responsabilità (cito testualmente: “…il principale esercizio di sovranità cui vogliamo dedicare tutta le nostre capacità ed energie, è un’essenziale assunzione di responsabilità verso cui orientiamo la nostra azione di governo”). Non basta certo! Specie nell’attuale momento storico, che ha necessità di una Sardegna rinnovata, anche nelle sue istituzioni, consapevole delle proprie risorse e potenzialità, capace quindi di un suo protagonismo, indispensabile per sopravvivere nel quadro degli attuali rapporti di forza tra entità territoriali (nel confine statuale e in quello europeo). E’ solo in questo quadro, che, come detto, richiede anche una nuova struttura istituzionale della regione, che credo possa iscriversi, citando Vanni: un auspicabile progetto organico di trasformazione e sviluppo che ci piace definire “nuovo piano di rinascita”. Per fare tutto questo non si può prescindere da una politica sulla lingua sarda, sull’identità sarda, sull’università della Sardegna… in definitiva su chi siamo noi sardi e chi vogliamo o vorremo/vorremmo essere. E, allora: è possibile che Pigliaru non parli della nuova costituente statutaria, a cui siamo tenuti anche in virtù degli esiti referendari sardi? E’ possibile che parli dell’Europa sostanzialmente come vincolo per la nostra economia, come purtroppo è, ma che non necessariamente deve continuare ad essere, o, ancora, come bancomat per prelevare tutte le risorse finanziarie possibili? Importante ma terribilmente riduttivo. E’ possibile che parli d’Europa senza fare cenno all’incredibiie situazione di discriminazione politica dei sardi, impossibilitati, per ottusa e incostituzionale legge italiana (modificabile domani se solo ci fosse la volontà politica dei grandi partiti italiani) ad avere propri rappresentanti nel parlamento europeo? Si chieda Pigliaru se, per fare un esempio, le stesse nostre difficoltà di utilizzare pienamente e con efficacia i fondi europei siano solo problemi organizzativi e di preparazione del personale tecnico, amministrativo e anche politico. Come pur è vero, ma non sono spiegazioni sufficienti a dare conto della situazione. Credo infatti che questo come tanti altri problemi non possano essere disgiunti da uno, più pesante di tutti: l’incapacità della Regione di esercitare un ruolo politico nel quadro europeo, sia nei confronti dell’Italia che s’interpone tra la regione e le istituzioni europee, sia nei confronti dell’istituzioni europee, direttamente, laddove ciò è possibile, anche attualmente, per esempio per incidere, modificandole o integrandole, sulle politiche europee. Ma di tutto quanto detto Pigliaru non si cura, destando il più che legittimo sospetto che per lui bastino l’onesta, la competenza, la tecnica e la razionalità per risolvere i problemi della Sardegna, minimizzando quello che in realtà è soprattutto un problema di Politica. Si dirà che la coalizione del centro sinistra potrà integrare il programma e precisare l’impostazione data dal presidente. Vedremo e vedremmo. Nel mentre parliamo, scriviamo e sottoponiamo i nostri argomenti al presidente, ai politici, ai cittadini sardi…
Per ora chiudo qui, con un’informazione/richiesta. Segnaliamo che dopo il dibattito, attualmente in corso in Consiglio regionale, vi saranno a breve due primi importanti appuntamenti laddove il presidente è chiamato ad esporre le sue idee, possibilmente “aggiornando” il programma: 1) l’inaugurazione della Fiera internazionale della Sardegna, prevista nella tarda mattinata del 25 aprile, dove in un passato non troppo recente il presidente della regione faceva il punto sulla situazione economica della regione e sulle prospettive future; 2) sa die de sa Sardinia, con specifico riferimento alla seduta aperta del Consiglio regionale, prevista la mattina del 28 aprile.

5 Responses to Sulle dichiarazioni programmatiche di Francesco Pigliaru. Le parole sono importanti, anche quelle che mancano

  1. admin scrive:

    SardiniaPost on line
    Monito di Pigliaru: “La riforma del Titolo V non intacchi l’autonomia”
    Articolo pubblicato il 6 aprile 2014

    Il presidente Francesco Pigliaru lancia un chiaro monito al governo nazionale rivendicando l’autonomia della sua regione nell’iter di revisione costituzionale dei rapporti con lo Stato. “In campagna elettorale – si legge in una sua dichiarazione – ho sostenuto che la sovranità per noi è un fondamentale esercizio di responsabilità, un esercizio nel quale concentrare tutte le nostre energie per far funzionare al meglio le istituzioni che dipendono da noi, per dimostrare, prima di tutto a noi stessi, che siamo in grado di esercitare tutto il potere che ci compete, offrire servizi di qualità ai nostri cittadini e garantire diritti”.

    “Continueremo – conclude Pigliaru – ad attuare questo esercizio di responsabilità, un diritto per noi essenziale; tuteleremo i nostri spazi di sovranità attuali e futuri. Non ci sono riforme del Titolo V che possano farci cambiare idea su questo punto. Vigileremo affinché la riforma in discussione in Parlamento, che al momento non si applica alle regioni speciali, non intacchi il patrimonio di democrazia autonomistica inciso nello Statuto di autonomia e nelle sue norme di attuazione”.

  2. admin scrive:

    Europa-Sardegna
    Una buona, inattuata, legge regionale sarda: http://www.consregsardegna.it/XIVLegislatura/Leggi%20approvate/lr2010-13.asp
    LEGGE REGIONALE 30 GIUGNO 2010, n. 13
    Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12.

  3. […] Ripubblichiamo un articolo del direttore scritto il 21 aprile 2012, che mantiene intatta la sua validità Verba volant, scripta manent. Consigli, non richiesti, al Sindaco di Franco Meloni Il nostro Sindaco è un buon politico (dice lui di essere stato allevato a pane e politica) e sa anche improvvisare un discorso, riempirlo di contenuti interessanti e non banali e lo sa ben comunicare, anche con la forza della sua freschezza giovanile. Lo ha fatto benissimo oggi all’inaugurazione della Fiera Internazionale Campionaria della Sardegna (cito la dizione ufficiale, rimarcando che i due aggettivi, internazionale e campionaria, dovrebbero essere ridefiniti e riempiti di significati all’altezza dei tempi, ma questo è un altro discorso). Tuttavia di altro avremmo avuto e abbiamo bisogno. Sì, il Sindaco è bravo, sa parlare a braccio, ma noi oggi avremmo voluto sentire da lui un discorso più ampio, con il rischio di un po’ di noia, ma più meditato, meglio se scritto e distribuito a tutti, così che avrebbe lui scelto di saltarne alcune parti per non tediare la platea. Insomma voglio dire che oggi avremmo voluto che il Sindaco esprimesse linee politico-programmatiche di carattere prevalentemente – segue -economico, chiare e definite, almeno nell’impostazione, sullo sviluppo della nostra città: come stiamo, dove vogliamo andare, quali sono i nostri punti di forza e le nostre debolezze… Questo cogliendo pienamente l’occasione odierna: l’inaugurazione della più importante rassegna economica della Sardegna, decisamente bisognosa di essere ripensata e rilanciata. In generale dico che abbiamo necessità di ridare valore alle parole e fino a prova contraria le parole che contano sono soprattutto quelle scritte (verba volant, scripta manent, dicevano i latini), che meglio esprimono i concetti o almeno si prestano meno a interpretazioni disinvolte (una cosa e il suo contrario). Signor Sindaco: torniamo alle vecchie buone abitudini che sono quelle di costruire i discorsi che contano, anche affidandosi a bravi ed esperti collaboratori che li scrivano sulla base delle indicazioni politiche e li corroborino con le opportune ricerche e approfondimenti. Si dirà: ma perchè questo pistolotto rivolto al Sindaco e non anche alle altre autorità presenti all’inaugurazione? La risposta è che ognuno va criticato singolarmente e io ho scelto di “prendere di mira” il Sindaco e che non è mai giusto fare generalizzazioni (ma chi ha orecchie per intendere intenda), e poi… E’ che al Sindaco teniamo più che ad altri, perchè da lui, Massimo Zedda e dalla sua funzione ci aspettiamo, come cittadini, molto, moltissimo: ci permettiamo di correggere lui anche per correggere gli altri ed evidentemente noi stessi. ——————- Integrazione del 23 aprile 2014 In verità per quanto riguarda la partecipazione del presidente della Regione alla cerimonia di inaugurazione un richiamo lo abbiamo fatto nell’editoriale di Aladinews del marzo 2014. […]

  4. […] vogliono togliere qualsiasi potenziale eversivo, paventando che mostri agli occhi di tutti la loro carenza di sardità, a cui peraltro essi poco tengono e che solleciti pericolose spinte indipendentiste o financo […]

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