La riforma della pubblica amministrazione: l’eterno ritorno

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di Franco Meloni

Il nuovo presidente della Confindustria Giorgio Squinzi, nella sua relazione all’assemblea generale dell’associazione tenutasi a Roma il 24 maggio, tra le cose che ha detto, ha invocato la riforma della pubblica amministrazione (“madre di tutte le riforme”) e la semplificazione normativa in tempi rapidi, argomentando che tale intervento riformatore comporterebbe una diminuzione del deficit, attraverso i tagli alla spesa pubblica per ridurre la pressione fiscale,  sostenere i consumi e il credito alle imprese: tutte condizioni per la ripresa e la crescita. Come dargli torto specie sull’importanza decisiva della pubblica amministrazione, quando l’operare della stessa è efficiente ed efficace, in grado di costare di meno e fornire servizi adeguati?
Dalle parole di Squinzi sembra però che la pubblica amministrazione, o meglio, le pubbliche amministrazioni, siano organismi immobili sostanzialmente uguali a se stessi da secoli. E invece non è così. Infatti: come non prendere atto che la pubblica amministrazione è complessivamente un cantiere di riforme da sempre? Se vogliamo limitarci alle più importanti riforme, diciamo da almeno ventidue anni (leggi 142/90 e 241/90). E mica si è trattato di interventi di poco conto, se solo pensiamo alle iniziali leggi di riforma di Amato-Cassese (il mitico decreto legislativo 29 del 1993, poi novellato nel DLvo 165/2001), quando il personale della PA fu “privatizzato” e le PA riorganizzate nell’inseguimento degli standard delle migliori amministrazioni pubbliche europee. O agli interventi del Ministro Bassanini. Ma, se pensiamo a tempi più recenti, dobbiamo parlare degli interventi del Ministro Brunetta (spesso confusi e contradditori, ma c’era anche del buono, come la tenace proposizione della trasparenza) fino a quelli attuali di Monti e Patroni Griffi. Ma tutto ciò evidentemente non è servito a molto, se un importante attore del sistema paese come il presidente della Confindustria, reclama oggi la necessità della riforma della PA, quasi nulla fosse finora accaduto. Ha ragione Gianfranco Rebora che in un recente intervento sul suo blog (Oltre la crisi fiscale dello Stato), da noi ripreso come importante contributo al dibattito su come riformare le PA oggi, cita se stesso con riferimento a uno scritto del 1999 (Un decennio di riforme… Edizioni Guerini, Milano), descrivendo una situazione tuttora riproponibile:
“Un ipotetico profondo conoscitore delle leggi e dei regolamenti sull’amministrazione pubblica, che avesse fermato il proprio aggiornamento agli inizi del 1990, si troverebbe 10 anni dopo a fronteggiare una realtà completamente nuova e modificata. Tuttavia, se ci si pone da un diverso punto di vista, quello del cittadino non particolarmente informato che si vale delle specifiche prestazioni offerte dalle amministrazioni pubbliche, sia centrali che locali, la percezione del mutamento potrebbe essere molto più contenuta e, forse, quasi inesistente”.
Ecco, Giorgio Squinzi, appare proprio come il “cittadino non particolarmente informato” di Rebora. Al riguardo, forse il cittadino Squinzi qualche o molte responsabilità ce le ha proprio, ma indubbiamente interpreta il comune sentire del cittadino medio (che lui non è). Ne consegue che non possiamo fermarci alle possibili critiche alla Confindustria: ma dove eravate finora? Laddove avete precise responsabilità di gestione di pubbliche amministrazioni (come le Camere di Commercio) non sembra riusciate a dare convincenti esempi di innovazione organizzativa, etc. Ma questo atteggiamento sarebbe in fondo sterile e poco produttivo per l’effettivo cambiamento.

E, allora: che fare? Forse occorre ripensare la Pubblica Amministrazione in modo profondamente diverso da quanto abbiamo saputo fare fino ad ora. Per esempio ridiscutendo le missioni delle attuali pubbliche amministrazioni, avendo il coraggio di proporre qualcosa di nuovo che sia adeguato alle esigenze dei cittadini e delle imprese. Il citato contributo di Rebora, insieme a tanti altri, alcuni dei quali segnaleremo su questo sito, costituisce un valido punto di partenza. Lo abbiamo già detto e in questa direzione ci stiamo appunto muovendo.

Franco Meloni Paoletto Fanni e altri 62-63_2

2 Responses to La riforma della pubblica amministrazione: l’eterno ritorno

  1. admin scrive:

    Da La Nuova Sardegna di sabato 26 maggio 2012
    CAGLIARI «Sulle riforme serve il dialogo con i cittadini e i sindacati»
    È la richiesta del segretario della Cgil sarda, Enzo Costa, che interviene sul «caos determinato dall’assenza di una proposta politica da parte dei soggetti che hanno proposto i referendum». La riforma degli enti locali, secondo Costa, «dovrà prevedere un decentramento di competenze e risorse dalla Regione verso il territorio, riconoscendo un ruolo centrale agli enti intermedi nell’articolazione democratica della pubblica amministrazione e, soprattutto, dovrà rispettare una logica di sistema che abbia al centro il cittadino e il territorio». Un processo indispensabile che dovrà compiersi in tempi stretti con la condivisione delle decisioni e per gradi: «Partire da una fase transitoria che mantiene i territori provinciali attuali e istituire le due aree vaste possibili, Cagliari e Sassari, per arrivare in un secondo momento alla definizione degli ambiti ottimali in cui concentrare le competenze in materia sociosanitaria, scuola, ambiente, trasporti, servizi a rete, viabilità, rifiuti, politiche per lo sviluppo economico del territorio e dei servizi per l’impiego».

  2. admin scrive:

    LA RISPOSTA DEL MINISTRO PATRONI GRIFFI
    Le parole del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi confermano la bontà del cammino intrapreso dal Governo.
    Bisogna attuare in primo luogo le leggi già vigenti da qualche anno che non sono state applicate.
    Bisogna attuare in tempi certi le semplificazioni introdotte con “Semplifica Italia” e bisogna ragionare al tavolo con imprese ed Enti locali su nuove semplificazioni che introdurremo nel prossimo provvedimento.
    Ma bisogna lavorare anche sul piano della trasparenza e della produttività della Pubblica Amministrazione attuando le norme che ci sono e correggendo quelle che non hanno funzionato. Proprio per questo invito il Presidente Squinzi al Dipartimento per un confronto operativo su Riforma PA e Semplificazioni. Siamo disponibili da subito.

    DAL SITO DEL DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA
    giovedì 24 maggio 2012

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