Monumenti Aperti: una manifestazione giunta la culmine del successo. Ora da cambiare rispetto all’evoluzione delle esigenze. Come? Il dibattito è aperto

villa_asquer_cagliariCon l’articolo di Vito Biolchini sulla Manifestazione Monumenti Aperti, pubblicato nel suo sito e nei siti/blog dei “blogger del lunedì”, tra i quali Aladinews, si apre un dibattito sul futuro della stessa manifestazione: cosa mantenere? cosa cambiare? e così via. Al riguardo, mentre invitiamo i nostri lettori che fossero interessati a detto dibattito a consultare i siti dei richiamati blogger, laddove sono riportati gli interventi, riportiamo quello del nostro direttore.
ape-innovativaComunque siano contati (in visite e in visitatori) i numeri della manifestazione sono molto alti. Non so in quale misura rappresentino cittadini cagliaritani (Cagliari e dintorni), altri sardi, italiani e stranieri. Sarebbe interessante che si rendessero noti con precisione tali dati, anche se suppongo che la grandissima maggioranza sia appunto di cagliaritani. Indubbiamente emerge un segnale di grande interesse, anzi, di amore per la propria città che fa crescere la curiosità di conoscerla più a fondo. Questo aspetto è importantissimo e da approfondire, anche per orientare le scelte di modifica dell’impostazione della manifestazione M.A. per il futuro, auspicate da Vito e da altri commentatori. Per approfondire questo aspetto a mio parere sarebbe necessario disporre di una analisi su basi rigorosamente scientifiche che ci restituisse alcune informazioni, quali: “Quanto è conosciuta dai cagliaritani la storia della propria città e della Sardegna, della quale storia è espressione non separabile?. Quale è il grado di conoscenza dei luoghi e, cosa altrettanto importante, delle persone (personaggi o semplici cittadini) che hanno avuto un ruolo nella costruzione della città, che hanno fatto Cagliari grande nel tempo?”. E così via… Non sto qui a specificare i termini che andrebbero invece precisati in una “commessa” alla nostra Università, la quale mi risulta abbia le professionalità per svolgerla ottimamente. Perchè l’Università? Perchè appunto lo saprebbe fare e perchè la ricerca sarebbe “a costo zero” nel senso che verrebbe finanziata da risorse già rese disponibili dalla Regione Sarda attraverso la legge regionale n. 7 del 2007 (http://www.regione.sardegna.it/j/v/80?s=53788&v=2&c=3311&t=1) per lo sviluppo delle ricerche scientifiche tra le quali questa che ho proposto rientrerebbe a pieno titolo.
- Nella foto un “monumento chiuso”: la villa Asquer di Cagliari, in viale Ciusa

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