la lampada di aladin sull’economia della Sardegna…

aladin-lampada3-di-aladinews312- Economia e immigrati. Far rinascere i paesi fantasma con l’agricoltura plurietnica. Andrea Saba, su La Nuova Sardegna on line.
- Per un nuovo meridionalismo. Le ricette per lo sviluppo. Paolo Savona su L’Unione Sarda.

Economia e immigrati
Far rinascere i paesi fantasma con l’agricoltura plurietnica

Si potrebbe ottenere allo stesso tempo il recupero dei campi e quello demografico, necessario una specifico progetto regionale Gli esempi da seguire
di Andrea Saba, LA NUOVA SARDEGNA, 2 LUGLIO 2014
Probabilmente la mia è una ipotesi di lavoro un po’ utopica. È stato varato a Porto Torres il progetto Matrìca sulla chimica verde. Prevede l’utilizzo di cardi, coltivati in Sardegna per la produzione di una serie di prodotti chimici bio-compatibili. I criteri per la diffusione della coltivazione dei cardi saranno elaborati da Matrìca, Cnr, Regione e Università. Se si pervenisse alla soluzione che gli agricoltori che coltivano questo vegetale, secondo gli standard indicati, hanno la certezza di vendere in modo ragionevolmente remunerativo il loro prodotto all’industria chimica, questo potrebbe essere uno strumento ottimo per il rilancio della agricoltura in Sardegna. Il problema degli agricoltori è da sempre lo stesso: la vendita del prodotto. Per alcuni periodi il mercato è positivo, poi difficoltà dei trasporti, concorrenza, calo della domanda ecc, rendono precaria la coltivazione. La crisi demografica allontana sempre più i sardi dalla agricoltura. Ma, avere la certezza che, se una parte del podere viene destinato alla coltura del cardo e questo ha un mercato sicuro e remunerativo, può rendere convenienti anche altre forme di coltivazione con un margine di rischio maggiore. E quindi fungere da volano e consentire un recupero di un settore fondamentale. Ma questa opportunità potrebbe anche essere utilizzata per fare fronte alla tragedia demografica. Nei prossimi dieci anni almeno nove comuni nella provincia di Sassari saranno estinti.Vuote le case deserti i campi. Ma se in quei campi si accertasse che è coltivabile il cardo per la chimica, allora si potrebbe sperimentare un tentativo di recupero demografico di assoluta avanguardia. I paesi estinti hanno case abitabili. Come nella ipotesi che abbiamo sostenuto con Luigi Manconi, potrebbe sperimentarsi la creazione di una comune pluri-etnica: nuovi contadini per culture moderne con tecniche d’avanguardia di diverse razze e religioni sarebbero un esempio efficiente della società di domani. Il tasso di fertilità dei sardi ormai non ne consente la riproduzione: è pari a 1,08 quando il minimo indispensabile è del 2,1. Quindi i paesi estinti non potranno essere recuperati da soli sardi, ma sarebbe interessante una comunità globalizzata. Del resto, il più affascinante quartiere, la Marina di Cagliari è ormai da tempo una ottima comunità pluri-etnica. In alcuni comuni si sono già insediati pastori marocchini o rumeni: la disponibilità di abitazioni facilita il processo di insediamento. Ma sarebbe troppo ottimistico pensare che il recupero dei paesi in via di estinzione possa avvenire spontaneamente. Lo stesso gruppo che deve mettere a punto la coltura dei cardo, Matrica, Cnr, Regione e Università, dovrebbe esaminare anche l’aspetto demografico. Occorre uno specifico progetto regionale. Il prezzo delle abitazioni e delle terre dei comuni in via di estinzione deve, necessariamente, essere assai basso: quindi un “fondo regionale” dovrebbe affiancare lo strumento che conduce l’indagine sulla convenienza della coltivazione ed acquistare le terre e le case abbandonate per metterle a disposizione di cooperativa di coltivatori multinazionali. Anche di recente Jaques Delors – uno dei padri dell’Europa – ha sostenuto che solo l’emigrazione controllata può fare fronte alla crisi demografica europea (ma quella sarda è molto più grave). Ma “emigrazione controllata” significa che gli emigranti devono avere una abitazione ed un lavoro, se no divengono fonte di disordine sociale. In Lombardia il latte con cui si produce il formaggio più venduto del mondo, il Grana Padano, è munto da mungitori indiani Sich, famosi guerrieri; gli operai delle ceramiche di Città di Castello sono tutti africani e i conciatori di Vicenza-Arzignano sono serbi. Tutti sono perfettamente integrati e non esistono conflitti sociali. Dunque si può produrre chimica di avanguardia mondiale salvando nel contempo, con una operazione di altrettanta modernità e coraggio, dei paesi bellissimi che rischiano di morire.
Andrea Saba, LA NUOVA SARDEGNA, 2 LUGLIO 2014
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01 luglio 2014, L’Unione Sarda on line.
Per un nuovo meridionalismo
- Le ricette per lo sviluppo

di Paolo Savona

Nei giorni scorsi, a Ischia, si è riunito un gruppo di amici mossi da una comune cultura, quella dello sviluppo, di cui si parlerà a Oristano il prossimo 3 luglio con l’intervento del presidente Pigliaru. Il gruppo aveva come relatori molti personaggi di rilievo, tra i quali i professori Dominick Salvatore (economista italo-americano che partecipò alla stesura di un Piano di Rinascita), Domenico De Masi (un intelligente sociologo che ha censito una decina di modelli sociali nel suo Mappa Mundi) e Massimo Lo Cicero, storico protagonista del meridionalismo culturale. La conclusione è che il riscatto del Mezzogiorno passa dall’applicazione del Modello delle 3E: Economia, Etica ed Estetica. Sembra un modello astratto, ma l’analisi del documento sottoscritto dai partecipanti mostra la concretezza del discorso. Sono state infatti individuate le priorità da affrontare per ogni dimensione del problema.
La dimensione Economica della crisi meridionale ha una doppia faccia: quella dell’habitat stringente per l’attività di impresa rappresentato dal comportamento burocratico della P. A. e dalla rigidità che incontrano le imprese sul mercato del credito e del lavoro; e quella dei vincoli europei non funzionali alla crescita e, di conseguenza, allo sviluppo del Mezzogiorno. Si è concordato che le costruzioni, oltre che le esportazioni, sono il motore della crescita del reddito e dell’occupazione, ma anche la leva tradizionalmente usata in Italia e all’estero per uscire dalle crisi. Si è convenuto che il riavvio di questo motore può avvenire sia rimuovendo ostacoli interni, come le lungaggini burocratiche che ostacolano la realizzazione delle opere, sia europei, utilizzando meglio e più ampiamente lo strumento della Banca Europea degli Investimenti. Si trascura che l’uso della BEI è previsto nel Trattato di Maastricht che si è inspirato alla Banca Mondiale creata con l’Accordo di Bretton Woods, la quale ebbe un ruolo importante nel determinare il successo della Cassa del Mezzogiorno prima maniera fornendo metodi di scelta degli investimenti e mezzi finanziari.
L’attivazione di questo strumento non comporta problemi di scelta se passare all’unione politica o meno come quelli sollevati dagli eurobond o dagli eurounion bond. Un profondo rinnovo delle aree metropolitane, dalle infrastrutture alle abitazioni, sarebbe un campo in cui BEI e istituzioni potrebbero cimentarsi creando reddito e occupazione, oltre che migliore vivibilità ed economie rilevanti per il Paese.
Il rilancio delle costruzioni ed esigenze di intervento ben più ampie impongono di migliorare la dimensione Etica anche del Mezzogiorno per assicurare la giustizia dei rapporti tra soddisfazione i bisogni e la soddisfazione dei bisogni qualitativi di introspezione, amicizia, amore, gioco e convivialità, tenendo conto che il loro raggiungimento non richiede sovente aggravio di costo economico. Nella società dei servizi la prevedibilità, la qualità, l’affidabilità rappresentano il valore massimo del lavoro e dei suoi prodotti. Essere galantuomini è sempre più un vantaggio competitivo.
La dimensione Estetica ha una doppia valenza: offre garanzie attraverso una buona convivenza civile e la serenità dei rapporti. L’estetica dei beni e dei servizi nell’ambito della società post industriale, poi, conferisce ad essi un valore economico aggiuntivo rispetto a quello sostanziale. Al decoro inteso come arricchimento estetico va sommato il decoro inteso come presa di coscienza del proprio valore e come gelosa difesa della propria identità.
La soddisfazione di questi tre elementi è un antidoto ai mali endemici del Mezzogiorno e l’unica garanzia per il ripristino della mobilità nella scala sociale basata sui principi di merito, equità, eguaglianza delle opportunità e delle tutele che ha prevalso nel corso di alcuni decenni nell’Italia post bellica.

4 Responses to la lampada di aladin sull’economia della Sardegna…

  1. […] Saremo in grado di farlo? Di Vanni Tola (http://www.aladinpensiero.it/?p=19142#more-19142) – Economia e immigrati. Far rinascere i paesi fantasma con l’agricoltura plurietnica. Si potrebbe ot… Di Andrea […]

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