in giro con la lampada di aladin…

bandiera-SardegnaEuropalampada aladin micromicroL’isola deve utilizzare 417 milioni in 15 mesi, o Bruxelles se li riprenderà
Fondi europei, un tesoro a rischio

(La Nuova Sardegna on line 27 settembre 2014) CAGLIARI. La Sardegna deve spendere ancora 417 milioni di fondi europei. Lo dovrà fare massimo in 15 mesi, entro la fine del prossimo anno, altrimenti c’è il rischio che Bruxelles se li riprenda indietro per «manifesta incapacità». È una gara contro il tempo e sarà persino più avvincente di qualunque corsa all’oro. Annunciato dall’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, il giacimento è la parte finale del finanziamento (1,361 miliardi) concesso dall’Europa alla Sardegna per costruire strade, potenziare le aree urbane e soprattutto colmare quel «vuoto nelle infrastrutture» che da sempre condannano l’isola a essere fra le cenerentole del Vecchio Continente. Il miliardo o oltre doveva essere messo in ballo dal 2007 al 2013, ma come sempre accade è stata concessa una proroga di due anni, scadenza 31 dicembre 2015. «Sarebbe un delitto sprecarli – ha detto l’assessore – perché sono soldi veri che possono davvero cambiare la faccia della Sardegna». In sette anni, con esasperante lentezza, è stato speso intorno al 69 per cento, 943 milioni, del maxi fondo. Nella volata finale bisognerà fare molto meglio: il 37 per cento residuo, 417 milioni appunto, dovrà essere investito in meno di un anno e mezzo. Soprattutto da oggi in poi – è questa la seconda sfida – bisognerà davvero mettere questi soldi al servizio dell’economia reale. Servono, progetti veri, perché «finora ben 353 milioni sono stati impiegati per operazioni di ingegneria finanziaria che non hanno nulla sul territorio», ha denunciato Paci. Dunque: subito più velocità e poi maggiore qualità, è la scelta ella Giunta che proprio ieri ha ridisegnato strategia a obiettivi. «Abbiamo coinvolto i Comuni – ha proseguito l’assessore – per decidere quando, come e dove investire» poche voci ma buone, è l’ultimo ordine di scuderia e sarà quello preteso anche per la prossima programmazione europea, 2015-2020, quando da Bruxelles arriverà quasi un altro miliardo e mezzo. «Non possiamo sbagliare, sarebbe imperdonabile – ha continuato Paci – Per questo, abbiamo potenziato anche gli assessorati, ma non siamo ancora al meglio. Progetti, organizzazione interna, compresi i controlli sui pagamenti: deve essere tutto più scattante». Per evitare tra l’altro anche di finire nel mirino dell’Europa. Perché oltre a vivere l’incubo di vedersi portare via eventuali milioni imbalsamanti, sono quelli non spesi, Bruxelles ha fatto capire che vuole trasparenza anche sui pagamenti. In questi anni qualcosa di storto deve essere invece successo. Poche settimane fa, Bruxelles ha messo sotto indagine la Sardegna dopo aver riscontrato che nelle procedure (la parola esatta è rendicontazione) ha commesso ben 3 punti in più del massimo degli errori previsti, il 2 per cento. «Certo – ha concluso Paci – qui corriamo il pericolo che ci puniscano, ma risponderemo e speriamo in un’assoluzione». Con la speranza che l’Europa sia benevola, ma non lo sarà mai sui 417 milioni ancora in bilico. (ua)
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Delrio: fondi UE, 15 mesi per 15 miliardi da spendere al Sud
Audizione in commissione Politiche Ue della Camera

(Regioni.it 2573 – 30/09/2014) Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è intervenuto in commissione Politiche Ue della Camera evidenziando come il negoziato per l’esclusione dei fondi di cofinanziamento dal patto di stabilità “va fatto con la nuova Commissione”.
Delrio aggiunge anche che nei prossimi 15 mesi ci saranno 15 miliardi da spendere nelle Regioni del Sud: “nei prossimi 15 mesi ci sono oltre 15 miliardi da spendere”, e se si guarda a tutto il 2015, le regioni del Sud possono contare su risorse per 25-30 miliardi.
Quindi Delrio sottolinea come “non abbiamo un problema risorse nell’immediato, ma di esecuzione, è arrivato il momento di tirarsi su le maniche, fare meno filosofia e far partire i cantieri, i progetti”. E’ inutile qualsiasi protesta per la dilazione, di circa sei mesi, dell’inizio della programmazione 2014-2000. Anche perché, per quanto concerne i fondi europei già a disposizione, “il rischio del disimpegno non è affatto improbabile, nonostante tutto il lavoro che stiamo facendo e nonostante stia per partire l’Agenzia per la coesione”.
Per quanto riguarda i cofinanziamenti da non calcolare nel patto di stabilità, Delrio ribadisce che “se l’Ue decide di fare un piano di investimento perché il problema è la crescita e se decide che il piano è urgente e indispensabile, ritengo che sia coerente considerare tutte le spese relative ai programmi approvati dalla commissione Ue estranee al patto di stabilità”.
Servono inoltre entro il 2016 i piani sviluppo settoriale: “Il Paese ha una difficoltà che consiste nel non avere piani strategici di sviluppo settoriale”, che l’Ue considera come una delle “condizionalità ex ante perché l’utilizzo dei fondi europei sia efficace”.
“Noi siamo obbligati – spiega Delrio – a predisporre dei piani strategici entro il 2016 ma vogliamo concludere tutto in largo anticipo”, includendo nelle condizioni per un uso efficace dei fondi Ue anche “l’adeguamento agli standard europei” in materia di appalti e aiuti di Stato. Altra condizione “limitante” l’uso dei fondi è “la scarsa capacità amministrativa”. Anche per questo l’intenzione “è asciugare lo schema azioni-risultati attesi e verificare la reale esistenza delle condizioni amministrative per gestione” dei fondi.
Infine Delrio annuncia che “l’accordo di partenariato” sui fondi Ue per il 2014-2020 “e’ chiuso e richiedera’ un paio di settimane prima di essere formalizzato”

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