Ma quale Giustizia!… Ci sarà pure un Giudice a Berlino?

Arborea 22 1 15sedia-van-gogh4di Vanni Tola
Arborea: Una brutta storia di “straordinaria follia” . Operazione militare in grande stile per sfrattare una famiglia di contadini.
La vicenda che ha visto protagonista la famiglia Spanu di Arborea è una di quelle storie che è difficile raccontare, una brutta storia fatta di ingiustizie e di diritti formalmente legittimi, di miseria degli uomini e di disumanità sociale. I protagonisti sono dei contadini , la famiglia di Giovanni Spanu, un agricoltore di 76 anni che vive nel centro agricolo di Arborea. Il motivo scatenante è una cambiale agraria della Banca di Sassari per un importo di 25 milioni di lire sottoscritta dal signor Spanu che non sarebbe stata onorata nei termini stabiliti. Ciò ha determinato la vendita all’asta dell’azienda agricola Spanu per un importo irrisorio rispetto al valore reale del bene e la conseguente ordinanza di sfratto della famiglia dalla loro azienda, promossa dall’acquirente “vincitore” dell’asta pubblica. Il proprietario dell’azienda asserisce di aver saldato il proprio debito, seppure con qualche anno di ritardo, ma questo non è bastato per arrestare le procedure di vendita all’asta attivata dalla Banca di Sassari e l’esecuzione forzosa dello sfratto della famiglia dalla propria azienda realizzata con largo impiego della forza pubblica. Tutto regolare, formalmente regolare. Si è applicata la legge. Ma allora perché ci viene voglia di parlare di storia di “straordinaria follia”? Altri protagonisti di questa brutta storia sono il sig. Mossa, imprenditore serricolo e la sua consorte avv.to Annalisa Concedda, aggiudicatari dell’asta relativa alla proprietà del sig. Spanu. Questi signori non hanno fatto altro che fare un buon affare. Hanno comprato a poco prezzo un’azienda agricola di un contadino di 76 anni e della sua famiglia in un’asta pubblica. Tutto secondo la legge, tutto regolare. E poi “gli affari sono affari”, la coscienza non c’entra, la legge è legge e, si sa, che in Italia la legge la si fa rispettare sempre e comunque, a qualunque costo. Bravi, complimenti a tutti. Ma sarà poi giusta questa legge che, di fronte alla rovina di intere famiglie, non sa fare altro che essere inflessibile? Bisognerebbe pensarci. Potrebbero esserci soluzioni a alternative più dignitose e rispettose dei diritti delle persone? In attesa che ciò accada i Sardi onesti e giusti non possono fare altro che augurare, ai vincitori dell’asta pubblica che hanno rilevato l’azienda della famiglia Spanu, di goderselo come meritano questo grande affare che hanno realizzato. Come pure augurare ogni bene a quei funzionari della Banca di Sassari cosi precisi ed inflessibili nell’applicare le regole del credito agrario. E non può mancare un plauso ai funzionari dell’ordine pubblico per non aver risparmiato nell’impiego di uomini e mezzi pur di fare trionfare la Giustizia. Decine di carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa, altre decine in divisa e in borghese e un numero imprecisato di pattuglie di carabinieri, polizia, vigili urbani di Arborea, Corpo forestale regionale a blindare i sei ettari di terreno coltivati a fragole e carote dalla famiglia Spanu. E perfino un elicottero della Polizia a controllare dall’alto la situazione, più una autobotte dei vigili del fuoco, due ambulanze e una autocolonna di camion per caricare gli animali e i beni degli ex proprietari. Bravi, bravi, davvero bravi!

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giudice-a-Berlino- Ci sarà pure un giudice a Berlino. “Ci sarà pure un giudice a Berlino”, è una battuta teatrale presa da un’opera di Bertold Brecht riferita alla storia, vera o inventata, di un mugnaio della città di Potsdam, il quale, nel 1700, per contrastare un sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, senza esito, a tutti i giudici germanici per avere riconosciuto il suo diritto, volle arrivare addiritura a Federico il Grande di Prussia. Si recò quindi nella capitale, a Berlino, dove l’umile ma testardo mugnaio ebbe giustizia. “Il miglior giudice è il re” sostiene convinto il popolo nella tradizione drammaturgica.

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