Università della Sardegna. Spazio ai candidati a Rettore dell’Università di Cagliari

STUDENTI antica universita' di BolognaL’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 – Edizione CA)
Un professore alla conquista di Marte
È un ingegnere chimico, Giacomo Cao, docente di piazza D’Armi, ricercatore dal 1990 e professore ordinario di Principi di Ingegneria chimica dal 2001. Due anni di esperienza negli Usa all’“University of Notre Dame”, a Cagliari coordina un gruppo di ricerca all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie per l’esplorazione robotica e umana dello spazio, oltre ad occuparsi di temi legati ai processi chimici, alla produzione di materiali innovativi e alla medicina rigenerativa. Dal 2013 è presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna: «Le tecnologie per l’esplorazione umana dello spazio hanno ricadute importanti sulla terra», spiega Cao, convinto che «l’Università deve saper rappresentare al territorio visioni di futuro, come ad esempio l’aerospazio e la chimica verde, in grado di sostenere l’economia di questa terra».
Altri incarichi compaiono nel curriculum, tra cui quello di responsabile del programma di Bioingegneria del Crs4 e altri in strutture (come consorzi e società) non solo universitarie.
– segue –
UNIVERSITÀ. Elezioni in marzo: Giacomo Cao è candidato alla carica di rettore
«PRONTI A TORNARE IN ORBITA»

L’ingegnere dello spazio: il nostro Ateneo volerà alto.
L’ingegnere dello spazio è pronto per la sua missione. Non è Marte, ma un pianeta da esplorare c’è pur sempre, il pianeta-Università. E Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna, ci mette lo stesso entusiasmo, già se lo sogna questo “sbarco” al rettorato. Puntiglioso quanto basta per un ingegnere, non perde di vista l’orologio per riuscire a rispettare tutti gli appuntamenti che già riempiono la sua agenda elettorale. Tipico tour da candidato in corsa: un incontro con gli studenti («voglio migliorare i loro servizi»), uno con i docenti, un altro con il resto dell’Università. «Ma ne vale la pena», giura.
Perché professore?
«Sento che c’è desiderio di cambiare, voglia di mettere l’ateneo in mani adeguate».
Le sue?
«Non lo dico ma… quello che ci vuole: Cagliari è a un bivio, il rischio peggiore che pavento è che diventi una teaching university. Faremo di tutto per restare anche una research university».
Tradotto: didattica e ricerca.
«Un ateneo moderno deve saper coniugare armonicamente l’una e l’altra. Ma per raggiungere gli obiettivi di crescita dobbiamo ricostruire il senso di appartenenza, condividere, tutti assieme, politiche e strategie della realtà istituzionale. I due cuori dell’Università, quello docente e quello tecnico-amministrativo, quest’ultimo finora non ben valorizzato, devono poter lavorare assieme per la struttura a cui appartengono, pena un forte detrimento».
Cose urgenti da fare.
«È assolutamente necessario che rivisitiamo la convenzione Università-Azienda sanitaria (Aou) perché sia i docenti sia il personale tecnico-amministrativo trovino l’ambiente ideale dove mettere a disposizione le loro professionalità. E poi dobbiamo trovare risorse finanziarie libere per fare politica di ateneo».
Soldi? E dove sono?
«Possiamo attrarre studenti stranieri e io sto lavorando per favorire l’ingresso di giovani di lingua spagnola, più adattabili, puntando sul Sud e Centro America. Penso a scuole e master estivi e a corsi per chi, a una certa età, ha ancora il piacere di studiare: tre cose per procurarci quelle risorse libere per fare politica universitaria».
Lei parla di reclutamento di docenti di qualità: non è soddisfatto?
«Sarà necessario valorizzare il merito, anche nel caso dei ricercatori a tempo e degli assegnisti, per una ripartizione di fondi più equa. Va garantita la messa in ruolo di chi è capace, in riferimento agli standard nazionali, europei e internazionali».
Nel suo programma parla di task force?
«Sì, che si dedichi totalmente ai progetti di ricerca regionali, nazionali e internazionali, non solo europei, sfruttando i contatti con tutti gli attori del mondo scientifico, Cnr, Agenzie spaziali, Comunità europea».
È pronto a fare il rettore?
«Pur avendo svolto un’importante attività scientifica grazie al mio gruppo di lavoro, è da una ventina d’anni che maneggio e gestisco bilanci economici e patrimoniali. Competenze oggi imprescindibili per guidare un ateneo».
Tre ingegneri in corsa…
«Chissà che uno non vinca».
Rinuncerà ai viaggi spaziali?
«Io non ho mai viaggiato nello spazio, i voli parabolici li fanno i miei allievi. Ma viaggerò tantissimo, per il bene dell’ateneo».
Carla Raggio, su L’Unione Sarda di domenica 15 febbraio 2015

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