Giorgio Massacci presenta ii suo Progetto d’Ateneo

studenti di bolognaL’UNIONE SARDA
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 – Edizione CA)
«Ateneo aperto al mondo»
Giorgio Massacci: lauree che abbiano un vero sbocco
UNIVERSITÀ. L’ex preside d’Ingegneria corre per aggiudicarsi la carica di rettore

Due isole possono essere un arcipelago. Almeno, così la vede Giorgio Massacci, uno dei cinque candidati alla carica di rettore dell’Ateneo cagliaritano: «Vero, in Sardegna ci sono due università, ma dal mio punto di vista c’è l’Università: gli Atenei devono fare sistema, giocare insieme la partita per ottenere finanziamenti e mantenere la buona qualità dell’offerta formativa, contando anche sulla grande attenzione della Giunta regionale per lo studio universitario». Massacci in teoria sarebbe uomo di numeri, ma assicura: «Sono un ingegnere umanista, anche se la migliore definizione di me l’ha data una laureata in filosofia. – segue –
«Strano ingegnere»?
«Esatto. Questo, perché le ho detto come la penso: ritengo che un manager, e il rettore lo è, debba maneggiare algoritmi e numeri, che sono il mio campo, ma guai se le decisioni scaturissero solo da formule matematiche».
Quale marcia in più ritiene di avere?
«Rispetto agli altri candidati? Ciascuno di noi cinque è migliore degli altri in precisi campi, ma nessuno di noi è migliore di tutti in tutto, e ci aiuterà il fatto che il nuovo rettore erediterà un Ateneo gestito in modo virtuoso da chi l’ha preceduto. Aggiungo che la capacità gestionale deriva dalla capacità di dialogo con le altre competenze e che la mia formazione anche manageriale, acquisita nella scuola dell’Eni, completa la mia preparazione».
Perché ha deciso di candidarsi al trono?
«Premesso che il rettore non è il re dei mille docenti e dei 26 mila studenti iscritti, bensì il coordinatore di forze e intelligenze che formano l’Ateneo, ritengo che sia un sbocco naturale quando si è maturato un certo tipo di curriculum. Scuola dell’Eni a parte, sono stato presidente di corso di studi, preside della facoltà d’Ingegneria, realizzatore del servizio di prevenzione e protezione nell’Ateneo. Questi incarichi, la formazione manageriale, il ruolo di valutatore della qualità della didattica e dei processi amministrativi sono buone basi per la gestione, a mio parere, fermo restando che tutti i cinque candidati sono di alto livello».
Se Massacci diventasse rettore…
«… aprirei l’Università alla società e alle scuole superiori, proseguirei il già ottimo lavoro svolto per internazionalizzarla anche con Erasmus, punterei sulla formazione dei docenti delle superiori, ai quali le riforme a raffica hanno devastato la scuola».
Aprire l’Ateneo all’esterno significa anche organizzare corsi per non universitari?
«Certamente, anche se le norme nazionali e universitarie lo rendono difficoltoso. Per la parte che ci riguarda dobbiamo essere più agili, operando sulla base di decisioni non prese sempre e solo al vertice, bensì con un’autonomia che colleghi responsabilità e risultati. Questo in tutto, non solo per i corsi per non universitari».
Non ci sono troppi corsi di laurea, spezzettati?
«Credo anch’io che sia necessario modificarli per avvicinarli di più al mondo del lavoro. Si può fare solo con un piano strategico da scrivere assieme ai docenti e ai ricercatori, con seri studi scientifici alla base, ricordando che l’Ateneo ha anche obiettivi culturali e deve sostenere la ricerca di base. La nostra Università deve continuare a essere generalista, affiancando però ricerca e didattica».
Molti laureati fuggono all’estero.
«Vero, in questo momento l’Italia non dà prospettive professionali, è inevitabile che una quota vada fuori. Ecco perché l’offerta dev’essere estesa fino a un certo punto, tenendo però presente che se è troppo ridotta genera una migrazione studentesca, cioè di giovani che vanno altrove già per studiare, non solo per lavorare».
Il punto centrale della sua campagna elettorale?
«Ciascuno di noi non è ciò che promette per il futuro, bensì quello che ha fatto nel passato. Propongo il mio».
Luigi Almiento

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Tecnico uscito dalla scuola per manager

Laureato in Ingegneria mineraria nel 1977, ordinario di sicurezza del lavoro e difesa ambientale a Ingegneria, Giorgio Massacci ha 60 anni, è sposato e ha due figli. La sua preparazione manageriale è maturata nella scuola superiore “Enrico Mattei” dell’Eni. Dal ’92 ha introdotto l’insegnamento della Sicurezza del lavoro nella facoltà cittadina, seconda in Italia dopo il Politecnico di Torino. La Firas (Federazione italiana degli addetti alla sicurezza) gli ha assegnato il premio Academia 2009.
Dal 2003, per sei anni è stato responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’Università e presidente del corso di studi in Ingegneria per l’ambiente e il territorio. È stato preside della facoltà di Ingegneria dal 2008 al 2012. Da sette anni è nel Senato accademico. Dal 2000 si occupa di qualità: è l’unico docente della Sardegna iscritto all’Albo Crui per la valutazione dei corsi di studio universitario di tutte le aree in tutto il Paese e all’Albo dei valutatori Quacing. (l. a.)

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