in Chida Santa

flagellazione del CaravaggioLa flagellazione di Gesù del Caravaggio: L’opera, conservata a Napoli (Museo di Capodimonte) è una delle tele dipinte in città, dove il Caravaggio aveva cercato rifugio. La luce evidenzia il bel corpo di Cristo, legato alla colonna, con in capo la corona di spine, ed evidenzia anche i movimenti concitati dei tre aguzzini, uno dei quali è dietro la colonna mentre gli lega le braccia; un altro, dall’espressione particolarmente crudele, lo afferra per i capelli, e si prepara a usare il flagello; un terzo è curvo in primo piano mentre si inchina a prendere a sua volta il flagello. Sta per avere inizio la flagellazione. Il pathos è soprattutto creato dal forte contrasto tra luce e ombra, secondo quella “maniera” che sarà detta, appunto, “caravaggesca”
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Barabba“Noi vogliamo Barabba”, di Honoré Daumier (1852) – Daumier è uno degli esponenti di spicco del Realismo Francese, ed è il primo dei grandi pittori dell’800 a dipingere un quadro di soggetto religioso, il suo intento però, non è quello di riprendere il tradizionale “Ecce Homo”. Il suo è un intento etico e politico: mostrare l’ottusità e la subalternità della folla al volere dei potenti e dei manipolatori: quella stessa folla che pochi giorni prima aveva accolto Gesù con gli “osanna”, ora lo abbandona e lo scambia volentieri con il malfattore Barabba. La forma è volutamente essenziale ed espressiva: per dare forza al suo messaggio, l’artista utilizza un segno volutamente approssimativo e un color “terra” volutamente sgradevole.

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