Elezioni a Cagliari. Ecco un buon programma di base per costruire l’alternativa

La Quinta A pag fb
CAGLIARI: PER COSTRUIRE L’ALTERNATIVA

1. Nell’imminenza delle prossime elezioni comunali, è legittima, opportuna, ed anzi auspicabile qualsiasi iniziativa capace di proporre contenuti di governo, tanto più se ispirata ad istanze di partecipazione diretta dei cittadini ed alla soddisfazione dei loro bisogni.
2. Tale partecipazione può ben esprimersi mediante la presentazione di programmi e di liste di candidati. Un pluralismo di proposte è connaturato ai differenti bisogni, alle differenti sensibilità ed alle differenti ispirazioni ideologiche dei movimenti o partiti che si riconoscono in questa prospettiva.
3. Il sistema elettorale e la dinamica stessa della consultazione penalizzano i movimenti che si muovono al di fuori del sistema dei grandi partiti o delle loro aggregazioni. In particolare, certamene esclude dalla rappresentanza le liste che non raggiungano un buon risultato elettorale ed impedisce l’utilizzazione dei resti.
4. In presenza di un accordo sui principi ispiratori di fondo, e sul rispetto reciproco, è possibile, ed auspicabile, che queste istanze, pur mantenendo l’assoluta autonomia, sperimentino la possibilità di presentare un raggruppamento unitario che le contenga.
5. Ciò, praticamente, significa la presentazione di una coalizione con un candidato sindaco comune alle liste che la compongono.
6. Il vantaggio, dal punto di vista tecnico è evidente. Significherà che tutti i voti espressi dalle liste che la compongono saranno utilizzabili e che anche le liste che non raggiungano il quoziente possano aspirare ad avere almeno una rappresentanza minima sulla base dei resti ottenuti.
7. L’eventuale costituzione di una coalizione comporta la condivisone di principi e l’impegno al rispetto di alcune regole.
8. Quanto al primo aspetto, dovrà esser chiaro, pima di tutto, che la costituzione di una coalizione non richiede la elaborazione di un programma comune. Ciascuna delle liste potrà elaborare liberamente il proprio programma, scegliere le proprie priorità e proporsi così, con la propria identità, agli elettori.
9. Ai partecipanti alla coalizione, tuttavia, sono richiesti la condivisione di principi comuni, il rispetto delle specificità programmatiche espresse dalle altre componenti e l’assenza di punti programmatici tra di essi incompatibili
10. Quanto al secondo aspetto, dovranno convenirsi: a) la scelta di un nome comune per la coalizione, secondo le regole indicate dalla legge elettorale; b) l’individuazione di un candidato sindaco individuato di comune accordo o mediante lo strumento delle primarie; c) la costituzione di un gruppo ristretto di rappresentanti in grado di elaborare il contenuto comune della coalizione e governare agevolmente il processo che porta alla sua costituzione.

Si tratta, come si vede di indicazioni di carattere tecnico.

Dal punto di vista politico, si tratta di una proposta di largo respiro. Il dialogo tra componenti che, pur nella loro diversità, riconoscono tra i propri principi una forte ispirazione alla partecipazione dei cittadini e l’affermazione del diritto all’autogoverno non può esaurirsi nella partecipazione alla competizione elettorale di Cagliari, ma deve intendersi come il contributo all’apertura di una più ampia fase “costituente” che abbia l’ambizione di preparare, attraverso un percorso di riflessione e di proposizione, un più vasto rinnovamento della politica in Sardegna, anche in prospettiva delle future consultazioni in ambito regionale.
Ciò dando atto di come il modello organizzativo dei partiti, oggi in evidente crisi, anche in Sardegna, non solo appare inadeguato a rispondere ai bisogni espressi dai primi titolari del potere democratico, i cittadini, ma presenti anche pericolosi fenomeni di involuzione.

La convergenza deve riguardare, evidentemente, i principi ispiratori. Tuttavia, da essi devono potersi trarre le linee generali di convergenza sui punti programmatici autonomamente sviluppati da ciascuna delle forze che partecipano alla coalizione.

I 4 grandi temi.

LA DIGNITA’
Finalità della politica è prima di tutto il rispetto della dignità della persona umana. Ogni persona è portatrice di una inalienabile dignità che si manifesta nei diversi cicli di vita, a seconda della età, del sesso e delle condizioni personali di ciascuno.
La dignità non è retorica affermazione ideale, bensì fondamento di specifici diritti della persona ad aver garantite condizioni di vita adeguata, significa il diritto al lavoro, ad un ambiente salubre, all’assistenza in caso di necessità …
L’amministrazione pubblica è debitrice del rispetto di tali diritti e deve informare la propria azione al loro soddisfacimento.
Ciò comporta, tra l’altro, che la erogazione dei servizi fondamentali della persona, come la salute, l’acqua, i trasporti, l’istruzione …. non può essere delegata al mercato ed ai suoi movimenti speculativi, bensì garantita direttamente dall’Amministrazione pubblica.

LA PARTECIPAZIONE
Le attuali regole democratiche prevedono l’istituto della delega dei poteri, che originariamente appartiene al popolo, alle istituzioni che rappresentato i cittadini. Ciò tuttavia, non può e non deve significare cessione definitiva del diritto dei cittadini a partecipare della cosa pubblica. Partecipare significa, prima di tutto riaffermare il diritto all’autodeterminazione. I cittadini, anche, ma non solo, attraverso le istituzioni alle quali affidano l’amministrazione, conservano il diritto di decidere della propria appartenenza. Nonostante l’Amministrazione comunale non sia una sede deliberativa per molti dei diversi assetti istituzionali, tuttavia, con la sua sua azione, partecipa ad un processo di affermazione dell’autonomia. La partecipazione implica il diritto dei cittadini ad essere consultati nel momento delle scelte fondamentali che riguardano la vita della città. Implica il diritto alla creazione di organismi intermedi che consentano l’espressione della volontà popolare e, in taluni casi a realizzare forme di autogoverno compatibili con l’interesse collettivo che riguardino specifiche collettività territoriali o fondate su interessi comuni. Implica pertanto la disponibilità di strumenti (anche attraverso normazioni e pratiche innovative della sperimentata “democrazia partecipativa”), e strutture/spazi partecipativi, promossi e tutelati dall’amministrazione pubblica, che contribuiscono a renderla effettiva.

L’APPARTENENZA. SALVAGUARDIA DELLE PROPRIE CULTURE
La città, il suo territorio, la sua cultura, la sua aria, il suo mare, le sue strade, i suoi commerci appartengono ai suoi cittadini. La città evolve e si modifica, per un verso, per incontrollabili fenomeni esterni, di carattere economico, sociale, istituzionale, ma, per altro verso, come conseguenza delle scelte operate dai suoi amministratori.
Queste scelte, in grado di modificare le sembianze materiali ed immateriali della città, sono operate dai suoi amministratori. L’azione di governo della città deve essere effettuata in nome e per rispondere agli interessi dei propri cittadini e di chi la abita.
Poiché la città appartiene ai suoi cittadini, dovrà essere governata per rispondere al meglio alle loro aspirazioni collettive. Una città dove siano garantiti prima di tutto gli elementi fondamentali del vivere civile, a partire dalla qualità dell’aria, dell’igiene, della mobilità, l’istruzione, la salvaguardia della propria cultura, intese anche come volano per la creazione di opportunità che favoriscano l’attività economica ed il lavoro. Dovrà sempre essere chiaro che le politiche dell’Amministrazione dovranno sempre essere finalizzate alla edificazione non di una città da “vendere”, ma di una città da abitare.

LA SOLIDARIETA’
La città potrà vivere e svilupparsi solo se avrà capacità di aprirsi e di mostrare segni di solidarietà. Solidarietà interna, con i soggetti più deboli che richiedono maggiori attenzione e maggiori risorse nelle politiche sociali. Solidarietà territoriale, perché la città si apre all’area vasta e con essa condivide l’esigenza di fornire servizi adeguati che, non di rado, non possono essere forniti senza una forte collaborazione. Solidarietà con i nuovi cittadini, sia che arrivino dai paesi vicini che da altri Paesi, il cui contributo alla crescita, economica e culturale, della comunità è talora misconosciuto eppure essenziale e ricco di potenzialità, se ben governato e non lasciato a uno spontaneismo irresponsabile.

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Si tratta, sia ben chiaro, della proposta di temi di discussione volti a verificare se esista uno zoccolo comune sul quale costruire i programmi più dettagliati di ciascuna forza, e se, vi sia un accordo, anche metodologico, che possa portare alla costruzione di una coalizione che non sia soltanto una contingenza, ma un’apertura verso il futuro.
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- La foto panoramica della città è tratta dalla pagina fb del Raggruppamento politico La Quinta A.

6 Responses to Elezioni a Cagliari. Ecco un buon programma di base per costruire l’alternativa

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