Fiera Internazionale della Sardegna: chi lavora per la sua chiusura fa il gioco della speculazione edilizia! Le giuste risposte nel documento della Coalizione “Cagliari Città Capitale”

CANELLES55 FIERA CAlampada aladin micromicroL’Unione Sarda di oggi ripropone la disastrata e inaccettabile situazione della Fiera Internazionale della Sardegna. Niente di nuovo rispetto a quanto si sa da tempo. La situazione e le proposte d’intervento per superarla sono contenute nel documento della Coalizione Cagliari Città Capitale, che è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Municipio il 15 febbraio u.s., presenti Enrico Lobina, candidato sindaco di CCC, Roberto Mirasola, Franco Meloni, e con la partecipazione in qualità di esperto del comm. Paolo Fadda. A tale documento e alle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa rinviamo ritenendo siano state effettuate analisi esaurienti e avanzate proposte convincenti, da sottoporre comunque al dibattito perché si decida per il meglio e al più presto. Ciò che preoccupa è che il risanamento/ripensamento/rilancio della Fiera venga presentato come un’eventualità, prospettandosi come possibile una sua chiusura/liquidazione, che sarebbe un grosso regalo per quanti hanno in mente possibili speculazioni edilizie nelle aree del quartiere fieristico. Riteniamo e ribadiamo che non devono esistere opzioni diverse rispetto al risanamento/ripensamento/rilancio della Fiera. Per questo scopo abbiamo condiviso l’idea di una conferenza straordinario sull’intera questione da tenersi entro il mese di marzo, che deve disegnare il futuro della Fiera, anche cogliendo l’occasione della prossima 68a edizione, che deve celebrarsi come Fiera di transizione, anticipatrice di una nuova auspicabile positiva stagione. La Camera di Commercio, la Regione Sarda, il Comune di Cagliari e quelli dell’area metropolitana, le Associazioni di categoria, l’Università della Sardegna sono chiamate ad un impegno straordinario per le delineate finalità.
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FIERA: ECCO IL SERVIZIO DELL’UNIONE SARDA di oggi 27 febbraio 2016
Le aziende speciali nella bufera: Atzori si dimette dalla presidenza del Centro servizi.
La Fiera senza contratto. L’area di viale Diaz è regionale, l’accordo è scaduto nel 2009. – segue
Alla Fiera nemmeno gli affitti sono in regola. Il rapporto con la Regione, proprietaria della aree, si è interrotto nel 2009. Viale Trento aveva anche proposto un rinnovo del contratto per trent’anni, ma dalla Camera di commercio non sono arrivate risposte, quando presidente era Giancarlo Deidda. Un’altra grana da risolvere, l’ennesima, nell’ente di viale Diaz, sul quale incombe ancora la minaccia della liquidazione. Non va meglio nell’altra azienda speciale della Camera, il Centro servizi per le imprese: il presidente Cristian Atzori si è dimesso all’improvviso. «Motivi personali», dicono gli atti ufficiali. Ma sulla decisione potrebbero aver influito i recenti rilievi sulla sua gestione, arrivati durante una riunione con Paola Piras, commissaria straordinaria nel Largo Carlo Felice.
TROPPE SPESE Nelle due aziende della galassia camerale i conti non tornano. Tagli e piani seri di rilancio: sono le parole d’ordine imposte da Piras. Altrimenti si passerà «all’adozione degli atti conseguenti». E addio Fiera, per come la conoscono – tragicamente immutata – generazioni di cagliaritani. Falle nei bilanci e pericoli stavolta non sono descritti in documenti riservati ma nella delibera che approva la Relazione previsionale e programmatica 2016 della Camera di commercio. La commissaria deve fare i conti con una riduzione del 40 per cento dei contributi destinati all’ente e con un riforma nazionale del sistema camerale ancora incerta. Quindi stringe la cinghia per tutte le attività controllate. Sulla Fiera, dove per il 2016 era previsto un disavanzo di un milione di euro, la professoressa scrive che «i costi fissi del personale sono ingiustificatamente smisurati rispetto allo standard». Chiede «l’allineamento delle retribuzioni, e l’eliminazione dell’assegno ad personam (una corposa voce aggiuntiva in busta paga) oggi corrisposto, al fine di scongiurare la liquidazione dell’azienda». In più pretende un piano industriale serio. Non come altri, in passato, con previsioni d’incasso gonfiate per la varie manifestazioni e mai mantenute, che obbligavano la Camera a sborsare altri soldi.
LO STANZIAMENTO Quest’anno in viale Diaz andranno 650 mila euro, non un centesimo di più. Devono bastare, altrimenti saranno adottati gli atti conseguenti . Intanto Piras propone un restyling del quartiere fieristico e la ristrutturazione di alcuni padiglioni. Ma c’è un altro problema da risolvere: la titolarità di tutta l’area. La maggior parte è della Regione e il contratto di concessione è scaduto da anni: nonostante i tentativi di accordo, non è mai stato rinnovato. Oggi, scrive la commissaria, «il dialogo con la Regione è stato riavviato, si sono svolti numerosi incontri per la definizione dei contenuti del nuovo contratto parallelamente alla definizione della missione strategica dell’ente».
Enrico Fresu
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