LA SARDEGNA CHE VOGLIAMO. QUALE SVILUPPO PER LA SARDEGNA?

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    DOCUMENTO DELLA SEGRETERIA GENERALE A CONCLUSIONE DELLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE POPOLARE DEL 29 FEBBRAIO 2016
    Via Roma, 72 – 09123 Cagliari
    Tel. 070.650379 – Fax 070.2337182 www.confederazionesindacalesarda.it css.sindacatosardo@tiscali.it
    SINDACADU DE SA NATZIONE SARDA – SINDACATO DELLA NAZIONE SARDA

LA SARDEGNA CHE VOGLIAMO
QUALE SVILUPPO PER LA SARDEGNA?

La CSS ha fortemente voluto lunedì 29 febbraio 2016 la GIORNATA DI RISCOSSA per il lavoro vero, quello che Papa Francesco, parlando ai lavoratori nella sua visita a Cagliari del 22 settembre 2013, ha più volte affermato nel testo scritto, consegnato all’Arcivescovo di Cagliari Mons. Arrigo Miglio col mandato di diffonderlo: “Ho detto lavoro “dignitoso”, e lo sottolineo, perché purtroppo, specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza il rispetto del riposo, della festa e della famiglia…”.
GIORNATA DI RISCOSSA – per uno sviluppo eco-sostenibile
Già prima della promulgazione dell’Enciclica “Laudato sì” il 24 maggio 2015, lo stesso Papa Francesco a Cagliari aveva affermato: “Il lavoro dev’essere coniugato con la custodia del creato, perché questo venga preservato con responsabilità per le generazioni future. Il creato non è merce da sfruttare, ma dono da custodire. L’impegno ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei settori ad esso collegati, come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia impegno di tutti. Ecologia…e anche ecologia umana”.
La Confederazione Sindacale Sarda ha chiamato a raccolta tutte le forze politiche, i Movimenti e i Comitati che in questi anni hanno organizzate lotte per l’ambiente pulito, contro i poligoni e le fabbriche di bombe, per il registro tumori ed opposizione al vecchio modello di sviluppo che -ormai fallimentare e morente – altre forze e poteri forti intendono rilanciare con soldi pubblici e inganni.
Per questo motivo la giornata ha visto nella mattinata una Manifestazione sotto l’androne del Palazzo del Consiglio Regionale in via Roma a Cagliari dove sono intervenuti i leader di tutti i Movimenti a commento del grande striscione di 6×3 metri che campeggiava davanti al porticato del Palazzo con la scritta:
“FABBRICHE DI BOMBE – CENTRALI A CARBONE – NON E’ LAVORO MALEDETTI E DELINQUENTI I TRAFFICANTI DI ARMI E CHI FA LE GUERRE”

Nel convegno serale, tenutosi nel salone della Ex-Distilleria/Città dell’Impresa a Pirri, i relatori dr. Massimo Dadea, dr. Vincenzo Migaleddu, Prof. Gianfranco Bottazzi e dr. Marco Meloni hanno svolto il Tema: “LA SARDEGNA CHE VOGLIAMO” e risposto alla domanda: “QUALE SVILUPPO PER LA SARDEGNA?”

La posizione della Confederazione Sindacale Sarda -CSS
LE TRE EMERGENZE
– segue -

1.FUGA DEI NOSTRI GIOVANI
Abbiamo voluto ascoltare il grido d’allarme dei nostri giovani che in massa in questi ultimi 5 anni hanno lasciato la Sardegna.Più di 15 mila giovani, laureati o diplomati cercano lavoro all’estero e la loro età media è di 33 anni. I nostri giovani partono perché vogliono essere valorizzati e sono pronti per la mobilità internazionale, mentre la Sardegna assiste per lo più indifferente all’allontanamento progressivo degli stessi. Abbandonano la nostra isola le migliori energie intellettuali su cui la nostra società ha investito e sperato. Se non riusciremo nel breve periodo a restituire speranza e fiducia verso la Sardegna, creando opportunità ed occasioni vere di lavoro, non ci sarà futuro per questi nostri giovani, ma nello stesso tempo non ci sarà avvenire per la Sardegna che già oggi ha difficoltà a superare la lunga crisi strutturale in cui è immersa. E senza giovani, dinamici ed intelligenti si spegne la nostra isola dove rimarremo noi soli vecchi, anziani, deboli, malati e bisognosi di assistenza.
Quali soggetti allora potranno essere i protagonisti del nuovo sviluppo che vogliamo?

2.LO SPOPOLAMENTO DEI NOSTRI PAESI
Recenti studi ci dicono che il numero dei figli per donna in Sardegna è dell’1,10% anche l’età media del parto 32 anni è la più alta d’Italia. Tenendo poi conto che l’età media anagrafica dei sardi è di 45,7 e che gli oltre 65 anni sono il 22,1%, mentre la popolazione tra i 15/64 anni si attesta al 66,1% dobbiamo ammettere che ci avviamo ad essere tra qualche anno una popolazione prevalentemente di anziani con tutti i problemi che ciò comporta. Se il dato dell’incremento delle nascite dovesse mantenersi come quello attuale tendente a meno o pari a zero, la proiezione del numero di abitanti della Sardegna nel 2050 sarebbe pari a meno 300 mila abitanti (come un
quartiere di Roma). I nostri paesi si spopolano, soprattutto quelli dell’interno e moltissimi di essi sono destinati a scomparire perché perdono le scuole, gli sportelli bancari e postali e in genere i servizi. Lo spopolamento si rivela anche nel 2014 uno dei mali che affliggono la Sardegna: 7.200 residenti emigrati nello stesso anno. Le mete più ambite sono Gran Bretagna e Germania all’estero
ma anche Lazio e Lombardia in Italia. Il numero di abitanti aumenta solo nelle province di Cagliari (+1.098) e Olbia Tempio (+1.432).
Dai dati ISTAT emerge che la popolazione della Sardegna al 1 gennaio 2015 era pari 1.663.286 abitanti, di cui 815.035 maschi e 848.251 femmine. Sul fronte dello spopolamento, basti pensare che, nel corso del 2014, sommando il saldo naturale (la differenza tra i morti e i nati) e il saldo migratorio (la differenza tra i residenti acquistati e quelli persi – gli emigranti nel corso del 2014 sono stati 45.079, un incremento di 2.920 persone rispetto al 2013) si sono persi 573 abitanti, compensati non a caso dalla crescita di Cagliari (+1098), e Olbia Tempio (+1.432), mentre tutte le altre province sarde hanno fatto registrare dei saldi negativi: Sassari (-382), Oristano (-868), Nuoro (-567), Carbonia Iglesias (-694), Medio Campidano (-535) e Ogliastra (-57)

3.L’INQUINAMENTO CAUSA DEL DISSESTO AMBIENTALE E CAUSA DEI TUMORI E DELLE MALATTIE CON TASSI SUPERIORI ALLE MEDIE EUROPEE
Questo tema è STATO approfondito con dati statistici ed proiezioni di immagini dall’ESPERTO dr. Vincenzo Migaleddu che, oltre ad essere Presidente dell’ISDE Medici per l’ambiente, è un sostenitore intelligente e tenace contro ogni abuso e disastro socio/ ambientale.

DISIMPEGNO DELLA GIUNTA REGIONALE E DELLA POLITICA IN GENERALE
Questa nostra iniziativa con la manifestazione di questa mattina e il convegno serale sono un vero e proprio avviso di messa in mora di questa nostra classe politica, che mostra di avere il collo e la testa rivolta al passato, di cui ripete sprechi, errori e scelte inaccettabili senza produrre lavoro vero, senza aprire orizzonti nuovi, senza avere progetti e “sogni” per i sardi e la Sardegna.

I 445 mila ettari di terreno inquinato (dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente) mettono la Sardegna come capofila delle Regioni Italiane più inquinate, addirittura prima della Campania, della Terra dei Fuochi e prima della Puglia dell’ILVA di Taranto. Nonostante ciò, si vogliono spendere 120 milioni di euro (stima iniziale), complice la Giunta Regionale, per la costruzione di una Centrale a Carbone di 300 megawatt termici, ad appena 500 metri dall’abitato di Portoscuso, che produrrà circa 400 mila tonnellate di CO2, in aperto contrasto con le decisioni della recente Conferenza Internazionale di Parigi che indicava come prioritaria la scelta della dismissione delle Centrali a Carbone esistenti nel mondo per diminuire drasticamente l’emissione di CO2 in atmosfera. La Rusal, Azienda russa attuale proprietaria dell’Eurallumina, per il suo rilancio pone, oltre alla costruzione della Centrale a carbone, altri due vincoli:
1. Il dissequestro della parte del bacino dei fanghi rossi attualmente sotto sigillo dal magistrato dr. Marco Cocco per disastro ambientale ed effetti negativi sul tratto di mare antistante Carloforte;
2. La sopraelevazione delle attuali colline di fanghi rossi con pericoli di smottamento com’è avvenuto sul Danubio in Ungheria e il disastro del Rio Doce in Brasile.
La gestione del Piano Sulcis di 620 milioni, è stato affidato dalla Giunta Pigliaru al plenipotenziario e plurincaricato ing. Tore Cherchi che farebbe bene a godersi la lauta pensione. La gestione della Zona Franca Urbana dell’intera Provincia Carbonia/Iglesias evidenzia sul sito del Ministero delle Attività Produttive ben 4 mila piccole aziende che hanno avuto i finanziamenti De Minimis dai
10/20/40 mila euro. Ci chiediamo che fine hanno fatto questi soldi e perché non si sono tradotti in occasione di lavoro e/o in attenuazione del fenomeno di povertà di quei territori. Povertà che è drammaticamente presente in larghe fasce di popolazione, ma che è meno diffusa da quel che appare nelle manifestazione di pochi che, tra l’altro godono di ammortizzatori sociali robusti.
La convinzione della CSS è che persiste la presa in giro e talvolta la palese strumentalizzazione degli operai che “lottano” per l’Eurallumina e l’Alcoa, che noi proponiamo venga trasformata in Fabbrica per la lavorazione dell’alluminio riciclato in quanto studi internazionali danno l’evidenza che per produrre un Kg di alluminio da riciclo bastano O,7 watt contro i 14,5 watt per produrne un
Kg. con la lavorazione della bauxite, che tra l’altro deve essere importata dall’esterno come pure il carbone per la sciagurata centrale in progettazione. Inoltre l’alluminio riciclato è ottimo come qualità e la sua lavorazione non produce inquinamento da
residui, come invece avviene con la bauxite. La notizia sorprendente è che l’Italia è la prima in Europa per la produzione di alluminio da riciclo e la terza al mondo, preceduta al primo posto dal Giappone.

LE NOSTRE PROPOSTE
1. Subito l’apertura dei cantieri per le bonifiche delle aree inquinate (2 mila posti di lavoro per 20/30 anni);
2. Agricoltura biologica, dalle erbe officinali alle colture di ogni tipo;
3. Nuove tecnologie nelle coltivazioni e nell’allevamento (l’87% di ciò che mangiamo e consumiamo nelle nostre tavole viene dall’esterno della Sardegna). Basterebbe che questa percentuale si abbassasse al 60% e subito avremmo migliaia di posti di lavoro in quei settori, dove è radicato il pregiudizio che i giovani si rifiuterebbero di tornare alla campagna; mentre chi viaggia e
va a visitare le Aziende moderne specializzate in agroindustria e allevamento (qualcuna per fortuna anche in Sardegna come Cantine e Caseifici rinomati) presenti soprattutto nelle regioni del centro/nord d’Italia e all’estero vi racconterà sicuramente di aver incontrato giovani laureati in biologia, in Fisica dell’atmosfera e meteorologia, in chimica e tantissimi giovani laureati e diplomati
che amano il loro lavoro con soddisfazione e buoni guadagni. Un capitolo a parte meriterebbequello interessantissimo della promozione della pesca e dell’acquacoltura nei nostri fiumi,nei nostri laghi,nelle nostre lagune e nei nostri mari che garantirebbero ulteriori posti di lavoro;così pensiamo anche alle attività collaterali che si potrebbero sviluppare attorno alle stazioni termali e agli stabilimenti per la TALASSOTERAPIA e centri di benessere tra cui le cliniche della cura del silenzio;
4. Turismo tutto l’anno e diffuso nei territori con collegamenti aerei costanti da e per la Sardegna per tutta l’Europa ed il Mondo. Purtroppo con le ultime politiche regionali (non c’entra niente l’Europa come ha recentemente chiarito il consigliere europeo on. Renato Soru) la Sardegna rischia l’isolamento totale ed il ritorno indietro di 30 anni; per questo come CSS in Commissione
Bilancio del Consiglio Reg.le abbiamo chiesto le dimissioni dell’assessore Massimo Deiana ed abbiamo avanzato la proposta, accolta con favore da molti consiglieri regionali presenti (ignorata però totalmente dalla stampa e tv locali) di trasformare l’aeroporto di Decimomannu in aeroporto per i voli low cost e trasporto merci sull’esempio dello scalo di 2° livello di Girona in Spagna. Alla obiezione che lo scalo di Decimomannu, anche dopo la partenza del contingente tedesco, è ancora aeroporto militare, abbiamo ricordato che anche lo scalo di Elmas per lungo tempo era aeroporto militare al punto che gli stessi fino a poco tempo fa’ cogestivano col personale civile la medesima torre di controllo;
5. Trasporti interni veloci e sicuri (treno/autolinee/metropolitana leggera). Riproponiamo il biglietto unico sulle tratte urbane (bus/metro) che dovrebbero avere un Gestore unico (per es. il CTM) ed il documento di viaggio coordinato per le tratte extraurbane). Inoltre il treno veloce Cagliari – Sassari – Cagliari avvicinerebbe le due Università di Cagliari e Sassari, favorendo il
progetto di un compendio unico per l’Università della Sardegna;
6. Patrimonio culturale/artistico/archeologico. La Sardegna è un museo a cielo aperto ed il suo patrimonio va tutelato, custodito e valorizzato. Ricordiamoci che i nostri nuraghi sono un unicum in tutto il mondo e che i Giganti di Mont’e Prama sono sculture nuragiche a tutto tondo, statue scolpite in arenaria gessosa locale la cui altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri. Reperti archeologici unici che ci invidia tutto il mondo, capaci di attrarre turismo, tali che hanno modificato la storia dell’arte perché, diversamente da quanto conoscevamo e studiato relativamente alle statue a tutto tondo del bacino mediterraneo, i nostri giganti, secondo le ultime ricerche, risalgono al IX secolo a.C. o addirittura all’XI secolo a.C., antecedenti, perciò, ai kouroi della Grecia antica, prima del grande scultore greco Fidia – Atene, 490 a.C. (circa) – 430 a.C. (circa). Creare opportunità di lavoro per i giovani archeologi laureati e diplomati; guide e operatori nei musei e siti archeologici territoriali. Anche questo è lavoro;
7. Investimenti in nuove tecnologie e ricerca. Nuovo ruolo delle Università sarde e promozione di borse di studio per i giovani talenti. Occorre mettere le università in rete e supportare le ricerche nel campo della nuova economia, delle nuove fonti energetiche, nelle scienze sociali mirate alla ricerca e sperimentazione di modelli partecipativi;
8. Risparmio energetico con investimenti nelle energie rinnovabili (eolico, solare, fotovoltaico, geotermia, idroelettrica), privilegiando i ricercatori sardi e le aziende sarde che realizzano componentistica (pannelli fotovoltaici, celle e tegole fotovoltaiche);
9. Reddito di lavoro garantito per i disoccupati e precari. (scarica da Internet la Proposta di Legge della CSS e di numerosi Movimenti di Sassari);
10. Lotta agli sprechi in tutti i settori, a partire dalla Sanità. Per esempio notiamo che negli Ospedali c’è l’ordine di buttare tutto il cibo avanzato e comunque non consumato (magari ancora sigillato nei contenitori. Si butta anche il pane, neppure sfiorato dagli ammalati, pane che prima veniva dato come scarto ad alcune ditte per gli animali. Ma noi della CSS proponiamo che, sull’esempio di alcuni Ospedali dell’Emilia Romagna e della Toscana, si ritorni alle cucine e mense interne di più reparti (in media 200 ospiti), abbandonando il servizio catering costosissimo, impersonale e spesso disgustoso;

11. Sostegno alle famiglie e alle singole persone indigenti e/o alla soglia della povertà. I controlli per ogni euro che esce dalle casse pubbliche deve essere giustamente soggetto ai controlli dovuti sia
sulle Associazioni sia sui Centri che gestiscono talvolta consistenti finanziamenti, fosse anche la Caritas, Istituti religiosi o gli stessi parroci e vescovi. Per esempio chi ha controllato che i 6 milioni dati alle Diocesi sarde per gli oratori si siano spesi per questa finalità importante. Se tale non fosse, occorre esigere la restituzione di parte di quelle somme di denaro pubblico. Anche sulle politiche per l’accoglienza a favore degli immigrati occorre maggiore attenzione, non solo nei controlli, ma
nel richiamare la necessità del dovere nostro di responsabilizzare queste nostre sorelle e fratelli, impegnandoli nel rispetto delle leggi, delle nostre tradizioni e costumi, coinvolgendoli in lavori socialmente utili (manutenzioni scuole e arredi urbani/giardini, pulizia degli spazi comuni, servizio a tavola nelle stesse mense, dove risulta che spesso non si riassettano neppure il posto dove
consumano i pasti;
12. Rinnovata e severa vigilanza di tutte le Istituzioni Regionali e Locali per la lotta antinucleare e NO al Deposito unico nazionale delle scorie nel territorio sardo. Plauso a quei comuni della Sardegna, come da ultimo il Comune di Ottana, il cui Consiglio Comunale in data 17/02/2016 all’unanimità ha dichiarato Comune denuclearizzato;
13. Investimenti in infrastrutture (strade e fogne). Tramite Area (ex-IACP) impegnarsi in politiche per la costruzione di case popolari con la priorità del recupero delle abitazioni sfitte nei centri storici. Incentivi ai privati per ristrutturare obbligatoriamente le abitazioni che ne avessero necessità, ma anche per il decoro dei quartieri, all’interno dei quali occorre recuperare spazi e sale per le attività sociali e per i gruppi culturali e sportivi. Utilizzare lo strumento delle zone franche urbane;
14. Valorizzare la grande occasione dei porti, delle zone franche doganali, a partire dal porto di Cagliari. I tecnici hanno calcolato posti di lavoro tra i 200/300 nell’immediato;
15. Rilancio del Teatro Lirico di Cagliari, dei Teatri della Sardegna, utilizzo del Parco della Musica concretizzando i progetti per l’utilizzo del Piccolo Teatro (400 posti) e dei Laboratori. Curare meglio gli eventi e spettacoli musicali, teatrali e di cinema nelle città e in tutti i territori della Sardegna.Coordinare opportuni eventi coll’arrivo in porto delle navi di crociera.
16. Scuola/cultura/Recupero Scolastico (17% dispersione scolastica), Scuole popolari e tv scuola. In Sardegna c’è un ritorno all’analfabetismo in fasce consistenti di popolazione. Progetto che potrebbe recuperare forza lavoro tra insegnanti e ATA;
17. Cagliari città metropolitana. Nuovi investimenti per le 17 città e paesi interessati. Cagliari capitale della Sardegna dentro un contesto mediterraneo ed europeo;
18. Raccolta e gestione dei rifiuti. Generalizzare la raccolta differenziata e rompere la corsa folle alle nuove discariche (vedi UTA) e ingrandimento dell’inceneritore del CASIC fonte di
inquinamento e tumori;
19. Istituzione obbligatoria del Registro dei Tumori in tutti i territori della Sardegna. Controlli aria/acque/mare/laghi e fiumi. Servono figure specializzate anche lauree brevi nelle materie ambientali;
20. Gestione intercomunale dell’acqua e delle riscossioni (fuori Abbanoa ed Equitalia);
21. Patrimonio/storico/culturale/linguistico. Necessità di una Legge Reg.le sulla Scuola Sarda che corregga il rapporto alunno per classe non superore a 20 alunni per classe e per i piccoli paesi a
15 alunni per classe, recuperando così scuole ed istituti chiusi per effetto di una Legge Nazionale che impone 30 alunni per classe. Recupero di posti per insegnanti e ATA. Restituzione delle scuole nei paesi e serenità per gli alunni più piccoli e le famiglie, contro lo spopolamento dei nostri paesi;

22. Insegnamento curriculare della LINGUA SARDA nelle due varianti principali Campidanese e Logudorese in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
23. Rilancio della Fiera Internazionale della Sardegna con apertura verso il mare per l’esposizione di materiale per la diportistica e cantieristica navale, mettendo freno a politiche di
corto respiro che hanno visto recentemente mortificare il ruolo storico e propulsivo delle Camere di Commercio ed in particolare quella di Cagliari che tra l’altro ha chiuso l’unico laboratorio chimico-merceologico della Sardegna che aveva il compito di certificare le merci in arrivo nell’isola;
24. Politiche del Credito. A maggio 2016 sparisce definitivamente la Banca di Sassari e a giugno
2017 il Banco di Sardegna. La Fondazione del Banco di Sardegna ora Fondazione Sardegna cede la maggior parte delle sue azioni (soldi dei sardi) alla Banca Emiliana BPER. In Sardegna si perderanno 800 posti di lavoro e si chiuderanno 200 sportelli bancari soprattutto nei piccoli paesi.
Scelta che a breve sarà fatta anche da Poste Italiane SpA. Il Presidente Pigliaru e l’assessore al Bilancio Paci affermano che non devono entrare nell’autonomia delle scelte aziendali. Amara considerazione: Ma i soldi sono dei sardi e non del dr. Antonello Arru Presidente del Banco di Sardegna e dell’on. Antonello Cabras Presidente della Fondazione.

AUGURI A TUTTI I SARDI, Liberiamoci quanto prima da chi non ci aiuta ad avere ali per poter volare e fare della Sardegna un luogo di pace, di lavoro, di benessere e di felicità.

Cagliari, 29 Febbraio 2016
Il Segretario Generale della CSS
Dr Giacomo Meloni

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