Togliatti sull’organizzazione

genio della lampada bomeluzoIl poeta Arrigo Heine, passeggiando una notte, non ricordo per quale città del Reno, immaginava di essere continuamente seguito da una specie di genio che si incaricava di tradurre in atti le idee e i propositi germogliati nel suo cervello, e quando egli pensava che bene sarebbe stato l’abbattere dalla facciata di una cattedrale non so più quali immagini regali, ciò subito veniva eseguito, e così via. Anche noi abbiamo a nostra disposizione un genio di questa natura. Esso è la nostra organizzazione. Tracciata la linea politica, indicati gli obiettivi da raggiungere, l’organizzazione interviene per darci la capacità di attuare la prima e raggiungere i secondi. Essa dispone gli uomini nel modo più adeguato al lavoro che debbono compiere e in questo modo raddoppia le loro capacità di lavoro, il loro rendimento.
* tratto dalla prefazione al volume “Il Partito – Togliatti” di Romano Ledda, Ed Riuniti Roma, 1972

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  1. […] ———-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti———————————– Gli Editoriali di AladinewAladinAladinpensiero ————————————————————- Quel che c’è di buono e quello che manca all’elenco di Fraccaro 23 Settembre 2018 Massimo Villone – Il Manifesto del 20.9.2018 ——————————————————————————————————————————————————- (Henri Matisse. “Interior with an Egyptian Curtain”, 1948). Originale e copia. ————————————————————————— Casalino: che scandalo pretendere leale collaborazione dalla burocrazia! 23 Settembre 2018 A.P. su Democraziaoggi. ————————————————————- – In argomento, su Aladinews. L’intendance suivra, l’intendenza seguirà. ——- “L’intendenza seguirà” (“L’intendance suivra”): diceva il generale De Gaulle e forse prima di lui Napoleone Buonaparte, per far capire che alle decisioni dei vertici (politici, militari, ecclesiastici, etc) dovevano seguire conformemente le fasi attuative. Questa bipartizione di funzioni, pensandola in questo momento riferita ai “rami alti” dell’amministrazione dello Stato, prevede che il decisore politico faccia le sue scelte, certo attendibilmente realizzabili (ad impossibilia nemo tenetur) per poi (o contemporaneamente) entrare in gioco i manager, gli organizzatori, insomma tutti coloro che hanno la competenza formale e la capacità sostanziale di trasformare gli indirizzi in piani operativi e concrete realizzazioni. In questo modello il decisore politico deve essere appunto un abile politico e non necessariamente un tecnico. Certo deve capire di cosa si sta occupando e deve avere capacità di valutazione lungimirante della possibile trasformazione in realtà degli obiettivi stabiliti. La bravura dei decisori politici sarebbe quindi quella di indicare chiaramente gli obbiettivi e di individuare i soggetti e le strutture capaci di attuarli, ovviamente assegnando le risorse necessarie [...]. Oggi abbiamo bisogno di buoni politici, di capaci mediatori di interessi, che sappiano certo utilizzare al meglio le migliori risorse tecniche e il personale tecnico di cui dispone il paese, ma che non deleghino ai tecnici le loro attribuzioni e responsabilità. Ecco perchè in fatto di gestione della cosa pubblica occorre ristabilire una gerarchia: la politica, la buona politica (e quelli che la sanno interpretare al meglio e con il consenso dei cittadini) sta al vertice di questa gerarchia; pertanto al vertice dei grandi processi decisionali, che sono validamente possibili solo in quanto assunti per via democratica, cioè con la partecipazione popolare e con le regole democratiche. Poi vengono i tecnici, in posizione quindi gerarchicamente inferiore, almeno in questo ambito [...]. ———— – In argomento: Togliatti e l’organizzazione. […]

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