Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna: «…Le associazioni di categoria, che per legge concorrono alla gestione del sistema camerale, devono – tutte e auspicabilmente insieme – farsi un esame di coscienza per capire cosa non ha funzionato e perché non si è riusciti ad impedire il deterioramento di un ente che appartiene a tutta la Sardegna»

Fiera Sardegna panoramalampada aladin micromicroCome non essere d’accordo! E’ una dichiarazione fortemente autocritica, dalla quale è giusto partire. Le Associazione di categoria non possono che prendere in mano la situazione subentrando con immediatezza nella gestione della Camera di Commercio, attraverso il nuovo Consiglio camerale. Per questa finalità occorre che il presidente della regione proceda alla decretazione di sua competenza, fissando nel medesimo atto la data di convocazione del nuovo organismo che dovrà procedere all’elezione del presidente e della giunta camerale. Attenzione: la soppressione dell’Azienda speciale Fiera non chiude automaticamente la Fiera impedendo la manifestazione di aprile/maggio e le altre eventuali. Semplicemente (si fa per dire!) tutta la gestione dell’attività dell’azienda disciolta passa direttamente alla Camera di Commercio, compreso il personale dell’ex Azienda Fiera, contrattualizzato con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di natura privatistica. Peraltro detto personale è indispensabile per la continuità dell’attività fieristica, così come stabilito nella stessa determinazione commissariale del 23 marzo 2016.
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Monumento-al-tubo-300x225Da L’Unione Sarda
Confartigianato: «Giusto chiudere la Fiera»
Il presidente Murgianu sferra un duro attacco alla gestione dell’ente

La chiusura dell’ente Fiera: «Decisione giusta, oltre che obbligata. Abbiamo asstistito a uno spettacolo penoso». Il sistema della Camera di commercio: «Da riformare». Le associazioni di categoria: «Devono farsi un esame di coscienza».
Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna, non ha perso tempo a cercare giri di parole per dire la sua sugli ultimi avvenimenti che stanno scuotendo il mondo imprenditoriale cagliaritano e la gestione della galassia di potere intorno all’ente commissariato, ora guidato da Paola Piras. Murgianu non risparmia critiche nei confronti dei colleghi al vertice delle associazioni che rappresentano le attività produttive: «I nodi che stanno emergendo in queste settimane, ultimo quello che riguarda il Laboratorio Merceologico, con sette licenziamenti, li avrebbero dovuti affrontare per tempo le associazioni di categoria, assumendosi la responsabilità di anni in cui gli organi amministrativi e gestionali, composti da dirigenti da esse stesse designati, accumulavano quei disavanzi che non sarebbero stati tollerati in nessuna impresa privata».
È il caso dell’azienda speciale Fiera, appena cancellata, con un buco di oltre un milione previsto per il 2016. «Un atto non concordato con la nostra associazione», attacca Murgianu, «ma è stata presa una decisione giusta, oltre che obbligata. Era infatti risaputo che fosse da anni un ente in grande difficoltà, gestito senza una minima strategia di rilancio. Possiamo parlare», continua, «di incapacità di gestione e mancanza di visione da parte di chi ha sempre dato per scontato che poi, alla fine, a ripianare le perdite, elemento certo ogni anno, dovesse essere la Camera». – segue –
Quello degli ultimi tempi, è l’affondo del presidente di Confartigianato sulla Fiera, è stato «uno spettacolo penoso. Le associazioni di categoria, che per legge concorrono alla gestione del sistema camerale, devono – tutte e auspicabilmente insieme – farsi un esame di coscienza per capire cosa non ha funzionato e perché non si è riusciti ad impedire il deterioramento di un ente che appartiene a tutta la Sardegna». C’è spazio anche per una stoccata: le imprese rappresentate dai vari presidenti, sostiene Murgianu, «chiedono che la gestione camerale sia improntata esclusivamente all’interesse dell’economia del territorio e che non siamo impegnati in una corsa alla poltrona o alle prebende di questa o quella carica».
Enrico Fresu

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Fonte: L’Unione Sarda 31 marzo 2016, articolo ripreso da ComuneCagliariNews
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Fiera della Sardegna, si chiude: la decisione della Camera di Commercio
– Su Sardinia Posta 31 marzo 2016 Cagliari, Cronaca.

Una gestione ormai insostenibile e antieconomica: con queste parole la Camera di Commercio di Cagliari ha messo la parola fine alla Fiera della Sardegna, azienda speciale creata nel 1979 per organizzare le manifestazioni fieristiche e gestire il centro congressi di viale Diaz a Cagliari.

Cronaca di una fine annunciata, se si legge la delibera firmata pochi giorni fa dalla commissaria della Camera di Commercio, Paola Piras: più volte nei mesi scorsi si era chiesto all’azienda Fiera di ridurre le spese e preparare un bilancio per il 2016 che prevedesse tagli e riorganizzazione. Niente di tutto questo è arrivato negli uffici di Largo Carlo Felice: l’ultimo documento, datato al 21 marzo scorso, è un bilancio di previsione per il 2016 che però non prevede aggiustamenti sui conti in rosso dell’azienda.

A pesare sulle uscite, in particolare, sarebbero i costi di gestione del centro congressi e soprattutto quelli per il personale: diciassette dipendenti con contratto a tempo indeterminato, oltre a un consiglio di amministrazione di cinque persone e un collegio di tre revisori. Per l’anno in corso si calcolavano novecento mila euro in uscita per gli stipendi del personale e quasi due milioni per tenere in piedi la struttura e le sue attività: una previsione, quella della Fiera, che non fa ben sperare e che soprattutto non prevede l’autogestione senza un contributo sostanzioso della Camera di Commercio.

Il bilancio di previsione, secondo la commissaria Piras, “Non contiene alcuna misura di riduzione dei costi del personale”. Non solo: nei conti della Fiera c’è una voce in rosso che potrebbe essere recuperata se il personale rinunciasse al bonus di produttività. I dipendenti però non ci stanno e per venire incontro alle esigenze aziendali in questo momento di crisi hanno proposto di lavorare con un contratto di solidarietà: meno soldi in busta paga ma anche meno ore di lavoro alla settimana, pur garantendo il massimo impegno lavorativo, considerato che tutto il personale in occasione delle grandi manifestazioni come la Fiera Campionaria o la Fiera Natale non conosce ferie e riposo ma anzi resta a disposizione per la programmazione e la buona riuscita degli eventi.

Con queste considerazioni i diciassette hanno inviato una lettera al Presidente della Regione, ai Consiglieri regionali, al sindaco di Cagliari per chiedere attenzione sulla vicenda. La missiva è stata indirizzata pure all’arcivescovo Arrigo Miglio. “La preoccupazione – scrivono – oltre che per un futuro personale incerto per noi e le nostre famiglie, è quella di una grave perdita economica, culturale e morale per tutta la Sardegna“. E non potrebbe essere altrimenti: oltre alla grande Fiera di Maggio, il centro di viale Diaz ospita da anni grandi manifestazioni come la Fiera Natale, il salone dedicato ai matrimoni ‘Fiori e spose’, il Turisport. Di recente ha accolto il congresso nazionale di Emergency e ancora incontri e seminari su medicina, turismo, banche, politiche del lavoro.

“Ci sembra assurdo – continua la lettera dei dipendenti Fiera – che si annulli una realtà senza un cenno verso una prospettiva per i destini dei lavoratori della azienda, nella quale essi credono ancora e che si augurano venga rilanciata verso sicure prospettive di un ritorno non solo economico ma anche di immagine per Cagliari e la Sardegna intera”. Ironia della sorte, ricordano ancora i dipendenti, appena poche settimane fa la struttura di viale Diaz ha accolto il ‘Job Day’, evento in collaborazione con la Regione interamente dedicato al lavoro, “lo stesso che oggi ci vediamo negare”.

La proposta del contratto di solidarietà dei dipendenti è stata rifiutata dal Consiglio di amministrazione e così il futuro della Fiera pare davvero segnato: il Commissario straordinario ha deciso, si legge nella delibera del 23 marzo, di “sopprimere l’Azienda Speciale Fiera Internazionale della Sardegna con contestuale assunzione di tutti i rapporti attivi e passivi in capo alla Camera di Commercio di Cagliari, fatta eccezione per quelli relativi al personale“.

A sostegno dei lavoratori è arrivata una nota diffusa dal consigliere regionale del Pd Piero Comandini che sottolinea che i conti in rosso, dovuti a cattiva gestione economica e manageriale che non ha permesso un efficace piano di rilancio, non devono ricadere sui dipendenti. È inoltre necessario, secondo Comandini, “trovare una soluzione per ridare all’Ente Fiera quello che è il suo ruolo naturale, promuovere e le imprese della Sardegna. In questi anni le manifestazioni fieristiche hanno interessato tutti i rami della produzione, mettendo in particolare evidenza e promuovendo le iniziative imprenditoriali dell’economia isolana. Il Centro Congressi, ha ospitato i più importanti eventi dell’isola”.

In attesa di risposte dalla Regione, gli impiegati continuano a lavorare: impossibile abbandonare gli uffici ora, con alle porte l’edizione numero 68 della Fiera di maggio che accoglie espositori da tutto il mondo e migliaia di visitatori. Ci si chiede, inevitabilmente, cosa accadrà dei diciassette dipendenti dopo il grande evento e quale sarà il loro futuro. Incerta anche la destinazione dell’intero quartiere fieristico: una superficie di dodici ettari con dodici padiglioni espositivi e tre centri congressi, situata in una posizione strategica di Cagliari a due passi dal porto e dal mare.

Francesca Mulas su SardiniaPost del 31 marzo 2016

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