Il migliore augurio: lavoro per tutti

L’agenda che aspettiamo
di Aladin

In cima alle varie priorità da affrontare nel nuovo anno c’è ancora una volta il lavoro: inteso come diritto al lavoro per tutti. Non è certo una novità, ma considerati i tratti inediti della situazione di crisi in cui si dibattono i paesi europei e al loro interno le zone con maggiori problemi economici e sociali, come la nostra Sardegna, occorre ragionare in modo profondamente diverso rispetto al passato. Per quanto ci riguarda, come sardi, dobbiamo fare scelte decisive e non procrastinabili. Dobbiamo certo disporre di maggiori risorse rispetto a quelle attualmente disponibili; e ciò significa sia garantirci i trasferimenti statali e i finanziamenti comunitari, sia aumentare la ricchezza prodotta dall’economia sarda. Ovviamente si tratta di sapere utilizzare al meglio, sapientemente, le risorse animando un’economia che si basi su quanto di meglio dispone la Sardegna, a partire, pertanto, dai suoi abitanti, siano essi sardi di nascita o sardi  di altra provenienza. In questo quadro pertanto il lavoro è centrale. Non concepiamo nessuno sviluppo sostenibile senza una piena occupazione, cioè il diritto di tutti i sardi a un lavoro dignitoso. Per il 2013 dobbiamo allora puntare a disporre di un grande Piano per il lavoro, che costituisca un riferimento per tutte le iniziative di carattere economico che si intraprenderanno. Non sembri scontata o banale tale impostazione, perchè non lo è, considerato che le indicazioni che affiorano nelle politiche allo stato prevalenti in Italia come in Europa considerano il lavoro come secondario rispetto agli obbiettivi del contenimento del deficit, del risanamento dei bilanci statali e così via. Non possiamo ulteriormente consentire che il prezzo che si paga ora e che si pagherà in futuro sia il crescente impoverimento delle masse popolari e l’aumento crescente della disoccupazione. Vogliamo invece un altro modello di sviluppo che si basi appunto sulla valorizzazione di tutte le risorse di cui disponiamo a partire dalle persone.

Che fare allora? Innanzitutto condividiamo questa impostazione e insieme mettiamoci al lavoro per costruire un grande piano economico-sociale sostenibile e condiviso. Ciascuna organizzazione e ciascun cittadino faccia la sua parte e partecipi all’impresa di costruzione di una nuova economia, anche con le proprie risorse, nella misura indicata dai dettati della nostra Costituzione.
E’ un discorso da approfondire e da sviluppare in tutti gli aspetti, ma prima di tutto cerchiamo di essere chiari nei principi e quindi uniti e solidali nella loro condivisione e attuazione. Ecco l’agenda chi ci aspettiamo dai politici che si apprestano a chiederci il voto
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Gli auguri di Marco Meloni
“Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo lo chiama farfalla.”
Comunque sia stato il vostro anno, qualunque siano state le difficoltà che abbiate dovuto superare, che abbiate vinto o che abbiate perso nell’insolito gioco della vita vi auguro un nuovo anno di gioia, soddisfazione e intensità.
Coscenti che i cambiamenti non si fanno negli anni, non con i propositi di capodanno, ma giorno per giorno, singola azione per singola azione.
Domani nè il mondo, nè la nostra terra in ginocchio saranno migliori per il sol fatto di essercelo augurato, lo saranno nella misura in cui ci impegneremo insieme per cambiarli.


Sulla questione lavoro vedi l’editoriale di Lilli Pruna su Sardinews di dicembre 2012

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