Le assurde priorità dei politici nostrani

imageSel e le percentuali. E la politica dov’e’ ?
di Ottavio Olita*
Giovedì 14 luglio, l’Istat fa conoscere cifre spaventose sulla diffusione della povertà in Italia: non ce n’è mai stata tanta, nell’ultimo decennio, e il dramma colpisce sempre di più i giovani.

Martedì 12 luglio: la tragedia dello scontro frontale fra i treni in Puglia dà ancora una volta la terribile dimostrazione del ritardo infrastrutturale del sud d’Italia. Ritardo che non si traduce più soltanto in servizi carenti, ma addirittura in decine di morti e feriti.

Luglio 2016 i dati statistici continuano a confermare l’enorme incidenza della disoccupazione giovanile e il numero crescente di quanti, delusi, non si mettono neppure alla ricerca di un impiego. Tutto questo mentre il jobs act viene sbandierato come soluzione dei problemi e contemporaneamente viene sottovalutato o ignorato del tutto il grave problema della dequalificazione professionale diventata quasi obbligatoria per chi vuole trovare un qualunque lavoro, oltre alla perdita di diritti elementari e al pagamento delle prestazioni con voucher.

In questa situazione, tu, uomo progressista, di sinistra, che credi fermamente nei doveri dello Stato verso i cittadini-contribuenti onesti, ti aspetteresti un duro atto d’accusa da parte di una delle forze politiche di riferimento, quale Sel. Invece cosa leggi? II dirigenti sardi di quella formazione politica lanciano un duro attacco contro Sinistra Italiana, denunciandone il fallimento. La rivendicazione è riferita al fatto che il 7,8 per cento ottenuto alle comunali di Cagliari dà a Sel il diritto-dovere di allearsi con il Pd – qualunque esso sia? – e con gli altri partiti con i quali governa alla regione e al comune.

Pura logica di potere. Ma la politica, dov’è la politica? Quella che non c’è e che ha spinto alla delusione la gran parte dei maggiori sostenitori di Francesco Pigliaru nella corsa a presidente della Regione; quella della eliminazione delle tasse aeroportuali dal primo settembre, a stagione estiva ormai conclusa; quella del gran pasticcio della Asl unica; quella delle modalità della lotta alla peste suina africana che fa imbestialire gli allevatori barbaricini. E quanto ancora si potrebbe raccontare!

Quel che conta è quell’8 per cento. Almeno fosse un riconoscimento del successo personale di Massimo Zedda! Neppure quello. Lo sbandieramento di quel 7,8 per cento equivale al pesante condizionamento che all’epoca della tanto deprecata prima repubblica partitini come il Psdi o il Pli, con segretari come Pietro Longo o Malagodi, mettevano in atto nei confronti della Dc per occupare posti di governo e sottogoverno.

Ma davvero Sel può credere che ottenendo una poltrona in più nella Pigliaru-bis e non ponendo precise questioni politiche, il governo regionale potrà migliorare? O può pensare che il pifferaio magico fiorentino potrà impunemente continuare ad affermare che prima di lui non c’è stato niente e che solo con lui le cose cambiano? E non intende chiedere, Sel, come ha fatto Sinistra Italiana, in qual modo questo cambiamento si attuerà in Italia? Forse con quella pericolosa riforma costituzionale che mette a rischio la futura democrazia? Ecco l’ultimo e più importante banco di prova. Finora silenzio. Ma non potrà essere così fino all’autunno. Non sarà che lo scontro con Sinistra Italiana abbia per finalità ultima proprio quella di prendere una posizione diversa su quel tema fondamentale? Spero di sbagliare.

L’ultima considerazione è sconsolante. Ancora una volta si è persa l’occasione di favorire l’incontro invece di brandire l’arma dello scontro. Con quale scopo? Sconsolante e preoccupante perché è questa la strada che potrebbe portare il pifferaio magico fiorentino e la sua idea di una democrazia autoritaria a sconfiggere la voglia di partecipazione che sente ogni cittadino convintamente democratico. Chiusi nelle stanze del potere, in torri d’avorio impedite di aprirsi alla società, si rischia di diventare, politicamente, ciechi e sordi

* su il manifesto sardo
Ottavio Olita http://www.manifestosardo.org/wp-content/uploads/2016/07/ottavio-olita-1024×682.jpg

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One Response to Le assurde priorità dei politici nostrani

  1. admin scrive:

    Commento tratto dalla pagina fb di Lilli Pruna (a commento dell’articolo di Alessandra Carta su Sardinia Post: http://www.sardiniapost.it/politica/sel-alla-resa-dei-conti-zedda-aderito-sinistra-italiana/)
    La resa dei conti dentro Sel e dintorni ha poco di sinistra nei temi e molto di sinistro nei modi. E tuttavia rispetta una solida tradizione e conferma che la classe politica, anche quella più giovane o di recente ingresso, è perfettamente allineata alla vecchia scuola dei galli nel pollaio che si sfidano con il petto in fuori, dei clan (familiari e non) e delle correnti (non di pensiero, che di pensiero non c’è traccia), dei capi e dei capetti (maschi di ogni età con relativa cresta), sempre in lotta per il comando, in perenne conflitto (a tratti solo latente), che trova nel PD la massima e devastante espressione ma che costituisce un modello quasi istintivo per il machismo politico di ogni colore e sponda.
    E dunque siamo all’ennesima irrilevante resa dei conti, all’ennesimo sfoggio muscolare che dovrebbe ridefinire i precari equilibri dei piccoli numeri, da cui discendono banalmente onori e poltrone (per gli oneri c’è sempre tempo). Ma i conti non tornano mai, e non torneranno neanche questa volta, dopo le ritorsioni, le richieste di dimissioni, le vendette servite calde perché la fretta di consumarle non le fa freddare abbastanza.
    I conti non tornano soprattutto a noi, che aspettiamo di capire da che cosa ci si dovrebbe accorgere che in questa Giunta regionale c’è la sinistra, in quale politica dovremmo individuare il segno della sinistra che partecipa al governo dell’Isola sempre più infelice. Abbiamo votato a sinistra per eleggere consiglieri regionali che mostrassero attenzione e concretezza (non retorica) sui temi più rilevanti per la vita e i diritti dei cittadini e delle cittadine – lavoro, istruzione, cultura, salute, casa, mobilità – ma nella sostanza si sono dimostrati in sintonia con la linea politica dettata dal PD nazionale e dal suo gruppo accademico locale, e non è una linea che disegna uno scenario di progresso.
    Sull’attività della nuova Giunta di Cagliari è necessario aspettare per esprimere valutazioni, ma è indubbio che sia stata persa l’occasione di puntare ancora più in alto nella proposta politica e nella scelta delle persone chiamate a realizzarla. Lo slancio ideale e corale si è spento ed è riapparso il pollaio con i galli che ricominciano a lottare.

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