DIBATTITO

tempi_moderni__-738x413Perché è necessario un Osservatorio sulla democrazia?
di Nadia Urbinati su L’Huffington Post 21/09/2016.
By sardegnasoprattutto/ 22 settembre 2016/ Culture/

Amiamo immaginare la nuova sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli come un cantiere di utopia, un laboratorio che osserva i processi sociali in corso e le trasformazioni della politica e della cultura delle nostre città. Cantiere di utopia perché convinto che l’immaginazione democratica abbia una propensione alla sovversione di schemi adusi e al ripensamento delle procedure e delle istituzioni nel tentativo ininterrotto di aggiustare la realtà all’immaginario egualitario. Da questa filosofia muove l’Osservatorio della democrazia con la sua attività di ricerca e di divulgazione.

Nella città democratica ideale la possibilità di fruire della cultura dovrebbe essere un bene collettivo al quale tutti e ciascuno possano accedere liberamente. Nella città democratica reale questa possibilità è purtroppo condizionata, in forma sempre più rilevante, dalle disponibilità economiche di chi ricerca la cultura e dal senso del bene comune di chi la offre. Detto altrimenti, vivere in società capitalistiche con ordinamenti politici ispirati a principi democratici è una sfida non di poco conto per chi assegna valore alla democrazia. La relazione tesa, e a tratti labile e conflittuale, tra l’ordine dell’interesse economico e l’ordine dell’eguale libertà politica è alla radice del progetto dell’Osservatorio sulla Democrazia della Fondazione Feltrinelli.
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Alla fine del primo ciclo di attività, ospitato nella sede storica di via Romagnosi 3, l’Osservatorio troverà nella nuova sede, che la Fondazione inaugura quest’anno, uno spazio di grande suggestione, capace di trasmettere un surplus di energia e immaginazione creativa. Nel suo primo ciclo di vita, l’Osservatorio ha prodotto seminari di studio, conferenze pubbliche, pubblicazioni di documenti in dotazione della biblioteca della Fondazione e saggi critici sui temi più direttamente connessi alle trasformazioni della democrazia rappresentativa nata a partire dalla seconda guerra mondiale.

Il declino della capacità di attrazione dei cittadini da parte dei partiti politici, la dissociazione della rappresentanza “dall’accountability” per assegnare priorità alla selezione elettorale della classe politica, l’incremento di potere delle funzioni delegate di governo rispetto a quelle rappresentative e partecipative, il declino di influenza di alcuni corpi intermedi e interessi organizzati, sono stati tra gli ambiti di studio dell’Osservatorio.

Alla base di essi la consapevolezza dell’impatto dell’innovazione informatica – internet ha, nel bene e nel male, sancito una vera e propria rivoluzione che muterà la forma, i costumi, e l’immagine della democrazia praticata. Se l’invenzione della stampa nel Cinquecento aprì la strada alla riforma religiosa e alle rivoluzioni costituzionali e democratiche, anche questa rivoluzione dei mezzi di informazione e comunicazione avrà un impatto sulla cui portata e le cui implicazioni possiamo solo ipotizzare.

L’Osservatorio ha iniziato a studiare questa costellazione di mutamenti, scegliendo di dedicarsi prima di tutto al populismo, un fenomeno che attraversa l’Europa e mette in discussione non soltanto il progetto di cosmopolitismo democratico che ha segnato gli ultimi settant’anni di sviluppo sociale del vecchio Continente, ma anche le forme della sovranità popolare e il peso assegnato alla rappresentanza della maggioranza eletta.

Accanto al populismo, che è stato tra l’altro oggetto di seminari e e-book, il secondo filone di ricerca iniziato nel corso di questo anno di attività dell’Osservatorio è lo studio del nesso lavoro/cittadinanza democratica, a partire dall’Assemblea Costituente italiana (1946-1947) ma con l’intento di meglio comprendere il nostro tempo.

L’Osservatorio ha messo in cantiere una serie di workshop sul ruolo e le trasformazioni del lavoro e della cittadinanza che hanno orientato l’analisi, il giudizio e la decisione politica nella democrazia moderna. La conclusione di questa ricca attività avverrà nella nuova sede della Fondazione con un convegno aperto al pubblico nel corso del 2017.

Per sviluppare la ricerca e metterla al servizio della collettività grazie alla divulgazione dei suoi risultati la Fondazione ha arricchito la sua proposta culturale tramite l’investimento in quattro borse di studio intorno a quattro grandi obiettivi:

a) le trasformazioni del lavoro contemporaneo di fronte alle sfide della rivoluzione tecnologica;

b) le dinamiche globali delle nuove economie per il confronto su nuovi modelli di crescita sostenibile e di superamento delle diseguaglianze;

c) i cambiamenti della rappresentanza politica, delle formule di partecipazione e azione comune, il profilo dei nuovi soggetti sociali e dei nuovi immaginari collettivi;

d) le radici storiche dell’identità europea e le sfide della convivenza interculturale.

Ci sono tutte le condizioni per progettare il futuro dell’Osservatorio e, soprattutto, per tornare a fare della cultura critica e politica un bene comune dei cittadini.

2 Responses to DIBATTITO

  1. admin scrive:

    Le dinamiche globali delle nuove economie per il confronto su nuovi modelli di crescita sostenibile e di superamento delle diseguaglianze.
    Sarebbe un bel titolo per la prolusione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell”Università di Cagliari

  2. […] dell’Università di Cagliari. “Quale economia al servizio dell’umanità? Le dinamiche globali delle nuove economie per il confronto su nuovi modelli di crescita sostenibile …. Opportunità per lo sviluppo della […]

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