Immigrazione in Sardegna: come stanno davvero le cose

Dossier 2016 libroD O S S I E R S TAT I S T I CO I M M I G R A Z I O N E 2 0 1 6
PARTE V I contesti regionali
Sardegna. Rapporto immigrazione 2016 .
Maria Tiziana Putzolu ft fbRedazione regionale: Maria Tiziana Putzolu
(Centro Studi Relazioni Industriali – Università di Cagliari)

Tra un anno e l’altro sono diversi gli aspetti che, se non proprio uguali, rimangono simili. Il loro perdurare aiuta comunque a cogliere meglio le linee strutturali di lettura del fenomeno migratorio in Sardegna dove, seppure con una dimensione quantitativa ridotta rispetto alle regioni del Centro e del Nord Italia, si riscontra il coinvolgimento isolano nel fenomeno della globalizzazione e la sua forte connotazione euro-mediterranea (senza trascurare una significativa presenza di cittadini asiatici). In Sardegna hanno un segno negativo la demografia e il movimento con l’estero, a differenza di quanto si registra per gli immigrati: il loro apporto è positivo ma, senza altri supporti strutturali, sembra fuori posto ipotizzare un futuro più promettente.
Caratteristiche della presenza immigrata I movimenti della popolazione.
Il fenomeno migratorio della Sardegna nel 2015 si inserisce dentro un quadro demografico che conferma il calo generale della popolazione a partire dal 2013. Dai dati Istat si registra infatti una diminuzione di abitanti (-5.148) superiore all’anno precedente quando il calo era stato più contenuto (-573): la popolazione totale in Sardegna è passata da 1.663.286 alla fine del 2014 a 1.658.138 alla fine del 2015. Un dato in lieve controtendenza rispetto al 2013, anno nel quale si era verificato un contenuto aumento della popolazione totale in regione, pur in presenza di un saldo naturale negativo. Nella regione, infatti, il tasso di natalità è in caduta da molti anni e nel corso del 2015 si è ulteriormente abbassato al 6,7% rispetto al 6,9% dell’anno precedente. La dinamica negativa della popolazione in Sardegna non è compensata neppure dalla presenza degli immigrati, nonostante nel corso 2015 siano aumentati di numero. Gli stranieri residenti in Sardegna alla fine del 2015 sono 47.425, di cui il 54,4% donne. La componente femminile è in flessione, visto che nel 2014 era il 55,8% sul totale e nel 2013 il 56,1%. Nel corso del 2015, i residenti stranieri sono aumentati di 2.346 unità, registrando un incremento percentuale del 5,2% rispetto all’anno precedente (contro il 6,9% del 2014 quando l’aumento si attestava a 2.920 persone). Dopotutto, osservando il periodo post censuario, i dati mostrano una crescita a passo sempre più contenuto: nel 2011 si registravano in Sardegna 31.101 stranieri residenti, il cui numero è aumentato del 14,5% nel 2012 e del 18,4% nel 2013, per poi rallentare al 6,9% nel 2014 fino al 5,2% del 2015. Tuttavia va considerato che gli aumenti intensi dei primi anni devono imputarsi in parte alle operazioni di recupero delle posizioni anagrafiche di molti stranieri sfuggiti al censimento, e per questo andrebbero ridimensionati.
Gli immigrati incidono sulla popolazione sarda per il 2,9% (contro il 12,0% che si registra in Emilia Romagna, la regione italiana con la più alta densità di immigrati) e sono lo 0,9% di tutti gli stranieri residenti in Italia. I movimenti migratori nell’Isola hanno registrato 4.535 iscritti dall’estero, di cui 3.782 stranieri e 753 italiani; sono stati invece cancellati per l’estero 3.096 residenti, dei quali 449 stranieri e 2.647 italiani. Sono nati 410 bambini stranieri contro i 425 dell’anno precedente (il 3,7% di tutti i nuovi nati nell’Isola) e sono morti 69 stranieri. 861 immigrati hanno acquisito la cittadinanza italiana ed escono di conseguenza dalla voce “immigrati”. Il saldo naturale della popolazione straniera è quindi positivo; risulta invece di segno negativo il saldo migratorio degli italiani da e per l’estero (-1.894). Il tasso di crescita naturale in Sardegna risulta così negativo (-3,3%) come quello di crescita totale (-3,1%).
Paesi di provenienza, femminilizzazione, età e località di residenza.
La fotografia della popolazione immigrata residente in Sardegna è contenuta in tre variabili: graduatoria delle nazionalità di provenienza, percentuale di femminilizzazione all’interno della nazionalità di riferimento e provincia di residenza. Vi sono immigrati che si muovono, a seconda della nazionalità, per genere (in prevalenza maschile o solo femminile), mentre vi sono immigrati che si muovono per nuclei familiari o che, almeno, tendono a comporlo (è il caso della comunità cinese ma anche di quella marocchina). Gli stranieri residenti in Sardegna giungono per oltre il 50% (24.969) da paesi del continente europeo, in particolare dalla Romania, paese dal quale sono arrivate in totale 13.550 persone. Di questi 9.183 sono donne. Dal 2004 ad oggi si è passati da 375 immigrati provenienti da questo paese (di cui 291 donne) al dato odierno, in conseguenza, come è noto, dell’inclusione nel 2007 della Romania all’interno dell’Unione Europea. L’osservazione dei dati relativi agli stranieri provenienti dall’Europa dell’Est, anche quando il numero assoluto appare modesto, mette in luce un tipo di immigrazione quasi completamente femminile, con incrementi nel corso degli anni decisamente considerevoli. Tra le collettività più numerose, marcano questa caratteristica di genere quella ucraina, dove le donne sono l’86,5% dei 2.304 connazionali residenti, e quella polacca che vede una percentuale di donne pari all’82,2% sul totale dei cittadini polacchi residenti (1.116). In totale dal continente europeo giungono in Sardegna 17.225 donne, delle quali 13.430 provengono dall’Europa comunitaria. La collettività cinese è composta in totale da 3.208 unità di cui 1.559, quasi la metà, sono donne. In costante aumento dal 2004, anno nel quale si registravano 984 cinesi residenti, questa comunità registra una frenata della crescita di presenze. Consistente è pure la collettività filippina, in continuo aumento negli ultimi dieci anni. I residenti originari di questo paese erano 483 nel 2004 e sono oggi 1.806, dei quali 1.032 donne. La comunità è diminuita di 129 unità nel corso del 2015. I residenti di nazionalità marocchina presentano una certa simmetria tra i generi: sono 4.390, di cui 1.878 donne. E’ assai nota la tendenza delle comunità cinese e marocchina ad insediarsi per nuclei familiari. Il modello migratorio rappresentato dal breadwinner adulto è quello degli immigrati provenienti dal Senegal, paese dal quale sono giunti a ritmi pressoché costanti nel corso degli anni 4.211 immigrati (erano 3.799 i residenti nel 2014) di cui solo 691 donne. Analogo discorso per il Bangladesh, paese dal quale provengono 1.015 residenti (erano 858 nel 2014) dei quali solo 156 donne, e per il Pakistan che conta 1.121 residenti (879 lo scorso anno) di cui 228 donne. I residenti stranieri si sono insediati per lo più nelle aree costiere. In provincia di Cagliari sono aumentati del 6,7%, sono in totale 15.724 ed incidono sulla popolazione per il 2,8%. Nella provincia di Olbia-Tempio sono 11.826 e sono aumentati rispetto all’anno precedente del 2,4%; questi incidono sulla popolazione residente per il 7,4%, rappresentando la più alta percentuale di concentrazione di tutta la Sardegna. Nella provincia di Sassari sono 8.982. Il numero più esiguo si registra nella provincia dell’Ogliastra (919) e la più bassa percentuale di concentrazione si rileva nella provincia del Medio Campidano con l’1,3% sul totale della popolazione residente. In Sardegna su 47.425 residenti stranieri sono presenti 7.087 minori concentrati per lo più dove più alta è la concentrazione di adulti, cioè nelle province di Cagliari (2.168), di Olbia (2.059) e di Sassari (1.334). Il gruppo di stranieri più numeroso è costituito da coloro che hanno un’età compresa tra i 30 ed i 44 anni (16.554), dei quali 5.491 risiedono nella provincia di Cagliari e 4.458 nella provincia di Olbia. I residenti stranieri tra i 45 ed i 64 anni sono 12.920, mentre i più giovani nella fascia di età compresa tra i 28 ed i 29 anni sono in totale 8.700 dei quali 3.154 nella provincia di Cagliari. Gli immigrati della Romania risiedono per lo più nella provincia di Olbia Tempio (5.305), di Sassari (2.124) e di Cagliari (2.100). Un numero relativamente elevato (1.654), in aumento rispetto all’anno precedente (+3,7%), si è insediato nella provincia di Nuoro, area nella quale sono presenti nuclei familiari in piccolissimi paesi prevalentemente ad economia agro pastorale.
Immigrazione, lavoro, pensioni.
Nel 2015 si è rafforzata l’espansione occupazionale che aveva preso avvio nella seconda metà dell’anno precedente. Secondo i dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, il numero degli occupati nell’anno è aumentato del 3,1%, valore superiore sia a quello registrato nel mercato del lavoro nazionale sia in quello delle regioni meridionali (rispettivamente dello +0,8% e +1,6%). Il tasso di occupazione delle persone in età da lavoro si è attestato al 50,1%, (1,8% in più rispetto al 2014). Il miglioramento del quadro occupazionale ha contribuito a ridefinire il ruolo dell’occupazione straniera anche in Sardegna (sempre schiacciata su professionalità low skills e spesso con asimmetrie tra istruzione posseduta e lavoro svolto) con incoraggianti segnali di riassorbimento della disoccupazione. Come rileva anche l’archivio Inail (il quale include sia i lavoratori italiani nati all’estero che sono rimpatriati, sia gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana, generando in tal modo una certa sovrastima), in Sardegna gli occupati nati all’estero, che fino al 2012 avevano conosciuto un trend costante di aumento, seguito da un calo nell’ultimo triennio, evidenziano nel 2015 una performance positiva attestandosi a 25.032 unità (13.537 maschi e 11.495 femmine) con incrementi registrati in tutte le provincie, in particolare Cagliari. 16.410 occupati provengono dal continente europeo, di cui 7.243 dell’Europa a 27, e in particolare dalla Romania (5.947). Di tutti gli occupati nati all’estero, 15.963 (il 63,8%) sono impiegati nei servizi, 4.705 (il 18,8%) nell’industria e 2.478 (il 9,9%) in agricoltura e lavorano per lo più in micro imprese da uno a nove addetti (74,2%).
Il 2015 registra un buon andamento anche per le imprese immigrate (quelle in cui oltre la metà dei soci e degli amministratori o il titolare, per le imprese individuali, sono nati all’estero), aumentate del 6,1% rispetto al 2014. Complessivamente le imprese a conduzione immigrata attive in regione sono 10.243 (il 6,1% del totale registrato negli elenchi camerali). La loro distribuzione per province vede prevalere Cagliari (4.319) e Sassari (4.026), mentre Nuoro (1.435) e Oristano (463) ne accolgono decisamente di meno. Tra le imprese immigrate, quelle a conduzione femminile sono il 22,5%. In regione, è assai limitato il numero delle pensioni per invalidità, vecchiaia e superstiti che nel 2015 l’Inps ha corrisposto a beneficiari nati in paesi non comunitari (198, di cui 153 a donne, su un totale di 323.557 pensioni erogate). Un’analoga considerazione va fatta anche per le pensioni assistenziali a carattere non contributivo: 564 quelle in pagamento a cittadini non comunitari che, seppur in leggero aumento negli ultimi anni (erano 395 nel 2013), corrispondono allo 0,4% di quelle corrisposte in totale in regione.
Invio delle rimesse in patria.
Nel 2015 la quota di denaro inviata dai cittadini stranieri nei loro paesi d’origine è stata 62.053 milioni euro, in diminuzione rispetto al 2014. Le rimesse sono concentrate in prevalenza nella provincia di Cagliari (27.869 milioni di euro) e di Sassari (22.023 milioni di euro), le stesse province che esprimono il più alto numero di immigrati e di attività anche imprenditoriali ad essi collegate. L’Europa nel suo complesso resta il primo continente di destinazione con il 49,0% delle rimesse ricevute, delle quali il 36,2% viene inviato nella sola Romania. Nel continente africano la quota di rimesse inviata corrisponde al 24,9% del totale, di questa quota il 14,25% raggiunge il Senegal ed il 5,5% il Marocco. In Asia vengono inviate rimesse pari al 17,0% del totale, il 5,5% è diretto in Bangladesh, il 4,0% in Cina e il 3,4% in Pakistan.
Immigrati, migranti e ripopolamento delle zone interne.
Il fenomeno dei cosiddetti “sbarchi” ha segnato gran parte delle comunicazioni mediatiche anche nel corso del 2015. Gli arrivi, spesso molto consistenti, sono stati accolti dalla task force coordinata dalla Prefettura di Cagliari e dall’Azienda sanitaria che da tempo ha istituito dei presidi. Chi arriva vive come segregante lo “sbarco” in Sardegna e tenta in ogni modo di proseguire il cammino verso il continente europeo. Gli sbarchi ed il conseguente circuito di attenzione mass mediatico, oscurano la reale portata del fenomeno migratorio che investe la Sardegna, quello cioè degli immigrati regolari. I numeri ci dicono che il fenomeno è sì in crescita, ma di scarsa entità rispetto ad altre regioni italiane. Soggetti sociali “visibili” per via del fenomeno della concentrazione in alcune zone o aree (di grande risonanza mediatica quello in Piazza Matteotti adiacente al Porto di Cagliari e di fronte al Comune), sono invece i migranti provenienti per la maggior parte, come è noto, dal continente africano. Nel corso del 2015 si è affacciata l’idea (proveniente dal settore della politica) che dell’accoglienza dei migranti potrebbero farsi carico le cosiddette “zone interne” della Sardegna che, con i migranti, vedrebbero una frenata del calo demografico che da anni investe l’Isola. Un’idea che contrasta con i dati disponibili, gli stili e le rotte di viaggio dei migranti, con le asimmetrie di genere, di cittadinanza, di età, di nuclei familiari degli immigrati insediati nelle diverse aree dell’Isola, comprese le “zone interne” nelle quali sono comunque presenti.

2 Responses to Immigrazione in Sardegna: come stanno davvero le cose

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  2. […] Vanni Tola. Migranti in Sardegna, cresce l’allarme per attentati e minacce agli amministratori. La Sardegna ha accolto e ospita un numero di migranti perfino superiore e quello indicato nelle disp…. Una accoglienza ancora limitata a quella che definiamo “prima accoglienza” (alloggio, vitto e […]

Rispondi a Immigranti: “Si rendono necessari interventi qualificati per avviare processi di reale integrazione” | Aladin Pensiero Annulla risposta

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