Verso le elezioni. La prima mossa è una giravolta di Grillo nel circo della politica

sedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola

Grandi riposizionamenti di truppe: comincia il M5S con una giravolta nel Parlamento Europeo.

o-circo-seuratRiprende l’attività politica dopo la pausa natalizia. Pausa soltanto apparente. In effetti durante i brindisi natalizi si è registrata una frenetica attività sotterranea dei partiti e movimenti per riposizionare le truppe in vista della madre di tutte le battaglie, la tornata elettorale del nuovo anno. Renzi che scalpita per arrivare alle elezioni nel più breve tempo possibile per non perdere il suo residuo capitale di consensi ed evitare che il governo fotocopia e pro tempore diventi un governo di legislatura rinviando il suo ritorno a quella politica che aveva più volte dichiarato di abbandonare in caso di sconfitta al referendum costituzionale. Berlusconi sembra andare in direzione contraria, ha bisogno di più tempo per tentare di riorganizzare la propria armata, di ricostruire una unità del centro destra cercando di dipanare la matassa della leadership e le alleanze. Il PD rigidamente controllato da Renzi segretario con la cosiddetta opposizione interna che sembra esistere soltanto sulla carta e non è in grado di rilanciare una ipotesi di ricostruzione del centro sinistra con la quale superare il renzismo. In questo confuso e articolato campo di battaglia la prima mossa la ha realizzata Grillo. Ieri si è svegliato di buon mattino e, senza alcuna consultazione preventiva della maggior parte dei suoi, ha deciso di proporre alla rete una formidabile giravolta. Beppe Grillo chiede al movimento di scegliere le alleanze politiche in Europa per stabile quale futuro avrà la sua formazione a Strasburgo. La proposta di Grillo e di Casaleggio sarebbe quella di abbandonare l’alleanza con l’Ukip di Farage e favorire la costituzione di un nuovo gruppo con Alde (Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa), di cui è capogruppo Guy Verhofstadt, al quale, poco più di un anno, lo stesso Grillo aveva indirizzato durissimi attacchi e critiche. In pratica, dall’oggi al domani, i componenti il Movimento si sono visti recapitare la proposta di abbandonare l’accordo con la destra estrema fascista e antieuropeista di Farange per stipularne uno nuovo con l’Alleanza dei liberali e democratici d’Europa. La proposta e l’indizione della consultazione in rete dei giorni otto e nove gennaio ha colto tutti di sorpresa, compresi i parlamentari del M5S alcuni dei quali pare abbiano manifesto malumori per le modalità della scelta politica indicata e le procedure seguite nel comunicarla. La Rete, a fine giornata ci farà sapere quale sarà il destino di questa proposta. Naturalmente gongola la Lega. Se la proposta di Grillo venisse accolta, e niente autorizza a pensare che ciò non accada, la bandiera dell’oltranzismo antieuropeista, della opposizione dura e cruda all’Unione, all’euro, alle politiche sull’immigrazione passa nelle mani della formazione di Salvini che consolida cosi il proprio ruolo di forza di opposizione alla politica dell’Unione. Una occhiata alla rassegna stampa dei quotidiani permette di ricostruire interessanti retroscena relativi alla improvvisa correzione di rotta di Beppe Grillo sulla politica europea. Particolarmente interessante la ricostruzione delle probabili motivazione della proposta di Grillo realizzata da Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera.
Una prima considerazione riguarda i soldi e le cariche nel parlamento europeo. Con il gruppo di Farange che sta per sciogliersi è necessaria per il Movimento una collocazione più “solida”. Chi non ha un gruppo nel Parlamento europeo perde automaticamente 700 mila euro. Questo è uno degli elementi della riflessione grillina. Un esponente grillino, in braccio destro di Casaleggio David Borrelli ha condotto nel mese di dicembre una trattativa con i liberali europei per la possibile costituzione del gruppo parlamentare comune dopo che si era rivelata impraticabile la possibilità di una confluenza del M5S nel gruppo dei Verdi.
Una mossa tenuta all’oscuro di gran parte della delegazione e concordata in gran segreto con i vertici del Movimento di Milano e Genova. L’urgenza dell’operazione lanciata da Grillo sarebbe legata alla necessità di “contare” nella scelta del nuovo presidente del Parlamento europeo e alla prospettiva concreta di ricavarne un vantaggio politico, per esempio un incarico di vicepresidenza per un pentastellato. La ricostruzione dei retroscena pubblicata dal Corriere della Sera va anche oltre. Non avere un gruppo nel parlamento europeo comporta l’iscrizione al gruppo dei non iscritti. In termini economici ciò comporta perdere buona parte dei fondi europei destinati ai gruppi. “Si tratta di una cifra di circa 40mila euro all’anno per ogni parlamentare, un tesoretto di circa 680mila euro usati dai penta stellati anche per finanziare attività sul territorio”. Un passo che potrebbe mettere in difficoltà i Cinque Stelle impegnati per costruirsi un ruolo di forza di governo nazionale. Conosceremo in giornata il responso della Rete nel merito della proposta di Grillo.

One Response to Verso le elezioni. La prima mossa è una giravolta di Grillo nel circo della politica

  1. […] Grillo: “L’establishment è contro di noi” su Il fatto quotidiano. Per correlazione: riflessione di Vanni Tola su Aladinews. ——————————— Tre referendum sul […]

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