Noi, ragazzi della Toniolo

Si terrà oggi, martedì 4 aprile, con inizio alle ore 17 nella chiesa di Santa Restituta un Convegno dal titolo Impegnati per il lavoro nel nome di Giuseppe Toniolo, a cui parteciperanno con gli abitanti del quartiere di Stampace, il parroco, giornalisti, docenti universitari, ex soci dell’associazione Toniolo (che l’hanno promosso) e l’arcivescovo.
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Noi, ragazzi della Toniolo.
ape-innovativadi Franco Meloni
A noi, ragazzi degli anni sessanta/settanta che frequentavamo nella Parrocchia di Sant’Anna l’associazione “Gioventù Italiana di Azione Cattolica Giuseppe Toniolo”, bastava essere identificati come “quelli della Toniolo”, fieri di appartenere a un’organizzazione laicale prestigiosa, in grado di coniugare impegno religioso, sociale, culturale, sportivo, la cui fondazione risaliva agli anni del secondo dopoguerra. Poco sapevamo del personaggio che le dava nome, che solo più tardi abbiamo appreso essere un grande scienziato economista e sociologo, impegnato cristianamente al servizio della società civile e fervente uomo di Chiesa, qualità che gli valsero nel 2012 la beatificazione. Così nei nostri periodici appuntamenti di “ex soci della Toniolo”, che datano da diversi anni, oltre che nel piacere di ritrovarci, più o meno anziani, intorno al nostro storico assistente spirituale, mons. Dino Pittau (per noi sempre don Dino, oggi ottuagenario, per il quale preghiamo Dio che ce lo conservi a lungo), abbiamo pensato di ricordare Giuseppe Toniolo sia per ripercorrerne la vita esemplare (1845-1918), sia per coglierne gli insegnamenti tuttora attuali per noi e, soprattutto, per le nuove generazioni. Per delineare sinteticamente l’importanza del pensiero di Toniolo, utilizziamo le parole di Aldo Carera, curatore del libro “Giuseppe Toniolo. L’uomo come fine”, edito da Vita e Pensiero nel 2014, in una recente intervista al quotidiano L’Avvenire. «Toniolo è stato un originale interprete della secolare tradizione italiana che vedeva agire le istituzioni intermedie liberamente costituite come tramite tra l’interesse individuale e un interesse collettivo ordinato al bene comune. Una tradizione che portava a considerare l’economia connessa alla morale, in cui i lavoratori non sono considerati come una merce ma come persone, che anteponeva le ragioni dell’equa distribuzione dei risultati dell’arricchimento alle logiche dell’accumulazione e della speculazione finanziaria. Affermando la necessità di perseguire l’armonizzazione dell’utile individuale con il bene comune, Toniolo criticava sia le forme storiche assunte dall’economia di mercato sia la stessa scienza economica ispirata, soprattutto in ambiente anglosassone, alle ragioni dell’utilitarismo che egli considerava incapace di dare le indicazioni indispensabili per porre rimedio ai mali sociali generati dal capitalismo industriale. Una denuncia radicale che usciva dagli schemi culturali del suo tempo (…) Difficile, a riscontro con l’attuale processo di concentrazione della ricchezza nelle mani di ceti sociali sempre più ristretti, non aver presente la denuncia di Toniolo della «cupidigia» delle classi dominanti, del considerare l’uomo come mezzo per giungere alla ricchezza e non viceversa. (…) Toniolo non viveva solo di libri e di riflessioni teoriche; dai suoi studi derivava proposte operative, come la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese. Non limitandosi a prospettare nel lungo periodo l’abolizione del salariato, si fece promotore di una visione non conflittuale dei rapporti nelle imprese. Per lui il valore di ogni bene e di ogni ricchezza era frutto del desiderio che ogni uomo ha di svolgere un lavoro utile e oneroso per migliorare il proprio benessere e per estendere le proprie soddisfazioni sino ai beni accessori e voluttuari. Poneva l’uomo al centro di ogni sistema economico, anche di quello capitalistico (…) Impressionante, pensando ai suoi tempi, la capacità di Toniolo di considerare le vicende economiche nella più ampia gamma possibile di ambientazioni, di paesi, di continenti. Una prospezione che gli ha consentito di identificare le criticità di comportamenti sempre più diffusi, “cosmopolitici” diceva, quali, per esempio, la messa in dubbio dell’autonomia economica e degli assetti delle singole nazioni, piuttosto che i rischi di una generale diffusione del liberalismo e del socialismo. (…) Li considerava accomunati, pur per opposizione in eccesso – il mercato da una parte, lo Stato dall’altra –, dall’incapacità di salvaguardare contemporaneamente le ragioni della libertà individuale e il progresso dell’intera società. Due libertà da ricomporre agendo sulla moralità e sull’operosità degli individui e delle famiglie, sulla moralità e sull’operosità delle istituzioni e degli attori sociali. Alla cupidigia imperante opponeva un’economia intesa come attività produttiva e sociale a un tempo, ma sempre al servizio dell’uomo in quanto espressione materiale di un’armonia definita dai valori morali, coerente – scriveva – “con i fini spirituali della civiltà”».
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Ecco perché Toniolo è molto attuale. E fa bene la Chiesa a riproporne le idee e le sue indicazioni in occasione delle giornate delle “Settimane sociali dei Cattolici italiani”, che proprio Toniolo promosse a partire dal 1907 e che nella 48a edizione si terrà a Cagliari nei giorni 26-29 ottobre p.v. sul tema suggerito da Papa Francesco “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”.
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- I ragazzi della Toniolo, qualche anno dopo (200?).

9 Responses to Noi, ragazzi della Toniolo

  1. […] resoconti dell’evento. – Noi, ragazzi della Toniolo. Editoriale di Franco Meloni su Aladinews. – Schema dell’intervento di Paolo Matta […]

  2. […] a risarcire il danno avrebbero potuto chiamare il presidente dell’associazione parrocchiale (la Giac G. Toniolo), di cui tutti noi del gruppo facevamo […]

  3. […] l’anno 1960, quello delle Olimpiadi di Roma, nel quale la Toniolo organizzò uno dei suoi mitici campeggi, il primo fuori dalla Sardegna. Come località fu scelta […]

  4. […] l’anno 1960, quello delle Olimpiadi di Roma, nel quale la Tonioloorganizzò uno dei suoi mitici campeggi, il primo fuori dalla Sardegna. Come località fu scelta […]

  5. […] Il luogo più frequentato era il “Bar Centrale” di Marcello nella piazza Jenne. Anche l’associazione Toniolo – per impulso del giovane assistente spirituale, don Dino, uomo appassionato di nuove […]

  6. […] per ricordarci la felice ricorrenza del compleanno dello storico assistente spirituale dell’associazione Toniolo mons. Dino Pittau: un’occasione per ritrovarci, noi ex soci dell’associazione […]

  7. […] Martedì 9 GIUGNO 2020, nella Chiesa di Sant’Anna,Cagliari si è formato i Consiglio dell’Associazione Cattolica Giuseppe Toniolo, nelle persone di: – Mons. Dino Pittau, Assistente Spirituale; – Giorgio Paladini, […]

  8. […] LA TONIOLO È QUELLA COSA … (a Nanni Murgia) […]

  9. […] 92 anni è morto oggi Don Dino Pittau. Ne danno notizia i suoi ex ragazzi della Toniolo (nella chat Noi della Toniolo), con uno scarno comunicato pieno di pathos: “Cari amici della […]

Rispondi a Ricordi della Toniolo (1960). A piedi da Genzano a Castelgandolfo per vedere e sentire il Papa – AladinAgorà Amici sardi della Cittadella Annulla risposta

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