L’agricoltura torna la priorità della Sardegna

di Aladin

Che l’agricoltura sia tornata una priorità lo dimostra il successo della manifestazione promossa da Coldiretti Sardegna, che si è tenuta stamane (20 febbraio) presso l’Hotel Mediterraneo a Cagliari. Gli organizzatori non si aspettavano il notevole afflusso di pubblico, tanto è che si è dovuto rimuovere il separatore della sala per allargarla e contenere tutti i partecipanti. Precisamente l’argomento era centrato sulla PAC, la nuova Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, relativa alla programmazione dei fondi del settennio 2014-2020. Sono temi complessi che il bravo relatore esperto della direzione nazionale della Coldiretti, Stefano Leporati, ha cercato di porgere nel modo più comprensibile possibile, in parte riuscendovi, in parte rinviando agli ulteriori chiarimenti e approfondimenti. “Per capire tutto e bene ci vorrebbe un master in PAC” – ha commentato nel suo intervento il prof. Giuseppe Pulina, docente dell’Università di Sassari - che al riguardo non si è fatto scappare l’occasione per proporre proprio un maggiore impegno del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (ma possiamo dire dell’Università della Sardegna), di cui Pulina è direttore, anche con un apposito Master in gestione delle risorse agricole (il titolo è assolutamente provvisorio), magari scegliendo come sede Oristano (per la sua centralità, ma anche perchè già ospita un insediamento universitario pertinente). Pulina ha detto molte cose interessanti, ma qui vogliamo riportarne una in modo particolare: “Dobbiamo portare la conoscenza al Km. zero, nel senso di crearla e approfondirla a diretto contatto con le problematiche e al servizio dei sardi”. Ecco un bel concetto, della serie: “Anche in agricoltura, non chiederti cosa può fare la Sardegna per l’Università, ma, piuttosto, cosa può fare l’Università per la Sardegna”.

La Coldiretti negli autorevoli interventi del neo presidente regionale Battista Cualbu e del direttore Luca Saba, è sembrata portatrice di un rinnovato spirito di collaborazione ( “occorre fare squadra” ) non solo tra le Organizzazioni del settore, ma con la Regione, a cui si chiede anche il riposizionamento delle funzioni e dell’organizzazione delle Agenzie (Laore e Agris), con gli Enti locali (in particolare i Comuni) e con l’Università. Si deve dare vita a un “tavolo permanente” in grado di costruire una forte politica agricola della Regione, che possa sostenere il confronto in sede nazionale (Ministero delle politiche agricole e forestali) e soprattutto europea. In questo quadro si è proposto anche di praticare politiche di alleanze con le regioni italiane più forti, proprio per aumentare il potere contrattuale degli agricoltori sardi nei confronti delle diverse Istituzioni (lo sguardo è ovviamente rivolto soprattutto a Bruxelles), anche perchè non tutte le decisioni risultano ancora prese nelle diverse “stanze dei bottoni”. Non si tratta però solo di politiche di salvaguardia delle risorse comunitarie a favore degli agricoltori sardi, ma di ripensare tutta la politica agricola in relazione a nuovi modelli di sviluppo della Sardegna. Ripensare dunque la politica agricola in stretta connessione con le scelte complessive in campo economico-sociale.

Nel suo intervento Cristiano Erriu, sindaco di Santadi e presidente dell’Associazioni dei Comuni sardi (Anci Sardegna) ha ribadito come solo un rifiorire dell’agricoltura può salvare i paesi sardi dalla desertificazione e dall’abbandono delle giovani generazioni. Nell’aderire al “tavolo permanente” ha proposto che si pratichi una valorizzazione dei prodotti sardi, dando priorità alla qualità piuttosto che alla quantità, portando come felice esempio proprio la “Cantina di Santadi”, che ha diminuito la produzione complessiva, aumentando la qualità e il fatturato. Recentemente un alto funzionario cinese si è recato in visita a Santadi per toccare con mano queste politiche produttive, anche per imitarle. Ovviamente si tratta di vedere caso per caso, ma certo non bisogna farsi irretire da proposte che potrebbero stravolgere l’agricoltura senza portare adeguati benefici. Attenzione all’uso intensivo di terreni agricoli per altri scopi. Erriu ha poi ricordato l’esistenza di fondi europei diversificati, come il FSE e il FESR, che possono essere utilizzati in sinergia con gli interventi per l’agricoltura e ha rimarcato la necessità di intervenire per l’innovazione dei processi e dei prodotti e per la formazione delle persone.
(Aladin)
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allegoria agricoltura
Palazzo Civico di Cagliari: Andrea Valli, allegoria dell’Agricoltura

5 Responses to L’agricoltura torna la priorità della Sardegna

  1. admin scrive:

    Da L’Unione Sarda di giovedì 21 febbraio 2013
    L’appello di Coldiretti a «fare squadra». In palio i 36 miliardi dell’Italia per il 2014-2020 Pac, nuova sfida per la Sardegna Saba: unendoci alle regioni forti possiamo ottenere di più La Politica agricola comune (Pac) è una delle chiavi di volta per il rilancio della Sardegna. Il momento della distribuzione delle risorse si sta avvicinando. Per Coldiretti, «oggi bisogna fare squadra per ottenere, in termini di aiuti, il massimo possibile». Fra il 2007 e il 2013 nell’Isola sono arrivati 1,12 miliardi.
    L’ACCORDO L’8 febbraio scorso, l’accordo raggiunto in Consiglio europeo ha definito le risorse per l’Italia: per il 2014-2020 sul piatto ci sono 36 miliardi, il 6% in meno rispetto alla programmazione 2007-2013. «Entro quest’anno, attraverso una Conferenza Stato-Regioni, andrà fatta la distribuzione regionale degli aiuti che si traducono in premi diretti in base agli ettari coltivati», commenta Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti, che ieri ha organizzato a Cagliari un convegno sul tema, «ma se alla Conferenza andremo tutti uniti con una proposta, la Sardegna, dalla nuova Pac, potrà addirittura guadagnarci».
    GLI OBIETTIVI Per Battista Cualbu, presidente regionale di Coldiretti, occorre lavorare per creare «una Pac a misura di Sardegna, in un’ottica di connessione fra agricoltura, turismo e artigianato. Dobbiamo arrivare a una “new economy” incentrata sull’enorme ricchezza paesaggistica dell’Isola e sulle sue produzioni tipiche».
    I TAVOLI Ma per raggiungere questi obiettivi, secondo Coldiretti, la Sardegna ha due tavoli su cui giocare le proprie carte: «Il primo», spiega Saba, «è quello della Conferenza Stato-Regioni, dove saranno decisi i criteri per la regionalizzazione degli aiuti diretti. E non sarà un problema da poco», avverte il direttore di Coldiretti. La nuova Pac, infatti, stabilisce la necessità di un’omogeneizzazione del livello medio dei pagamenti fra i territori dei Paesi beneficiari, al fine di ridurre le attuali disparità del sostegno finanziario. Luca Saba non ha dubbi: «Se la Sardegna, con una collaborazione fra associazioni, enti locali e Regione, riuscisse a tracciare un percorso di regionalizzazione che ci veda “accoppiati” a Regioni con premi più elevati, come quelli della Lombardia, allora potremmo registrare un sostanziale incremento dei contributi per gli agricoltori isolani».
    I PSR Il secondo tavolo è quello del partenariato nazionale, organismo decisivo nella declinazione delle strategie comunitarie nei diversi Psr regionali (i Programmi di sviluppo rurale). «Anche in questo caso», conclude Saba, «sarà essenziale proporre un’unica visione agricola sarda, da attuare poi nella redazione del nuovo Psr 2014-2020». Insomma, per Coldiretti è arrivato il tempo di attivare «un coordinamento fra Regione, Università, Comuni e associazioni che tracci una proposta in grado di influenzare le decisioni sulla spesa dei fondi comunitari agricoli nei prossimi sette anni».
    Lanfranco Olivieri

  2. admin scrive:

    Da L’Unione Sarda di giovedì 21 febbraio 2013
    Cia «Nuove regole ci penalizzano. Cappellacci alzi la voce»
    La nuova Pac mette in allerta la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia). Ieri durante una sessione formativa nel centro congressi di Tramatza, i vertici dell’associazione hanno elencato le loro preoccupazioni: «L’accordo», spiega Velio Ortu, direttore regionale della Cia, «penalizza il mondo dei campi con 42 miliardi di euro in meno previsti per il primo pilastro (integrazione al grano duro, all’olio d’oliva) e 11 miliardi in meno per il secondo pilastro (investimenti in azienda, misure agro ambientali, benessere animale e tutela del suolo)». In Italia arriveranno 36 miliardi: il taglio, rispetto al precedente periodo di programmazione 2007-2013, è del 6%.
    Insomma, nonostante la positività di alcuni interventi (ad esempio la dotazione “extra” per lo sviluppo rurale e rivisitazione del “greening”, l’agricoltura ecocompatibile), la Cia denuncia la presenza «di un serio problema per l’agricoltura sarda che, soprattutto in questo momento di profonda crisi dove ogni piccola risorsa può fare la differenza, dipende in modo importante dalla Politica agricola comunitaria». Per Martino Scano, presidente di Cia Sardegna, «sarà ora fondamentale gestire bene la fase della regionalizzazione degli aiuti. E questo sarà il compito principale della Regione». ( lan. ol. )

  3. [...] strade fallimentari – Intanto il convegno sassarese di oggi su: La nuova PAC per la Sardegna. Correlazioni aladine. Antonio Piludu, Antonio Piludu e Gino Mereu CREL, La nuova PAC per la Sardegna, La nuova PAC per [...]

  4. […] Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori – Nel secondo riquadro: Municipio di Cagliari, Allegoria dell’Agricoltura […]

  5. […] ——————— Nell’illustrazione in alto Andrea Valli, “Allegoria dell’Agricoltura”, Munic… […]

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