Vincenzo Urracci

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In ricordo di Vincenzo Urracci
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img_3792-bisIl 28 agosto 2017 è venuto a mancare, a 75 anni, Vincenzo Urracci, uno degli studenti – lavoratori che prese parte all’esperienza di Scuola Popolare (S.P.) ad Is Mirrionis. Con Vincenzo, ci hanno già lasciato negli anni Claudio Pilleri, Luigi Cuomo, Aldo Laconi, Franca Piredda: ognuno di essi, in modalità diverse, ha contribuito a costruire nella S.P. un’esperienza unica, fatta di ricerca di sapere, di condivisione, di crescita culturale e umana.
Di Vincenzo, che ha affrontato con grande dignità la sua dolorosa fine, mi piace ricordare la sua umiltà, la sua umanità, la sua sete di giustizia, il suo senso dell’umorismo, le sue capacità organizzative, il suo anteporre sempre gli altri a se stesso. Sempre col sorriso sulle labbra, per molti anni ha partecipato alle Feste dell’Unità cucinando montagne di salsicce o di maialetti a beneficio dei compagni. Così come quando cucinava in cene fra di noi ed era sempre preoccupato di far star bene gli altri prima che se stesso.
Quando giunse, all’età di 31 anni, alla Scuola Popolare di Is Mirrionis, faceva il ciabattino e aveva già l’idea di mettere su una cooperativa di calzolai (che di lì a poco avrebbe realizzato a Quartu raggiungendo ottimi risultati), né era particolarmente interessato al “pezzo di carta” così come per altri lavoratori per i quali il raggiungimento di tale obiettivo avrebbe permesso inserimenti lavorativi. Vincenzo aveva fame di cultura, voleva migliorarsi sviluppando uno spirito critico, maggiori capacità di ragionamento, di confronto, di solidarietà. Qualità che mantenne e rafforzò, dopo la Scuola Popolare, impegnandosi all’interno della sezione del PCI di Monserrato.
Ma credo sia più utile ascoltare direttamente le sue parole registrate all’interno di una sua testimonianza tratta dalla pag. 126 del libro sulla Scuola Popolare redatto nel 2015/16 e per la cui stesura diede, ancora una volta, un contributo decisivo.
“La scuola mi servì soprattutto per migliorare la mia comprensione del mondo, per migliorare le mie conoscenze, la mia cultura. Il mio interesse non era tanto per la licenza media quanto per gli incontri, le discussioni, il confronto, lo studiare senza dover pensare al voto, lo studiare per la vita. Anche quando ho dato l’esame ho utilizzato questo modo di conoscere e studiare perché scelsi un metodo interdisciplinare….Alla prima domanda ho risposto svolgendo un mio ragionamento, collegando fra loro vari temi che mi interessavano e continuai così anche dopo la seconda domanda. Sono passato così da una materia all’altra. Quando mi sono fermato, tutti i commissari dissero che per loro andava bene. Tranne quella di Francese, alla quale risposi che, anche se mi faceva una domanda, io non avrei risposto perché per il mio lavoro e per la mia vita il francese non mi serviva a niente. Mi girai per cercare lo sguardo di Virginia, che insegnava francese nella Scuola Popolare, e non la trovai forse perché per la vergogna si era nascosta sotto il banco. Allora il commissario di francese cambiò registro e mi chiese se conoscevo il nome del presidente della Repubblica. Io risposi Giscard d’Estaing. Qualcos’altro di politica… Al di là della licenza –che comunque ottenni con il giudizio di Ottimo- quello che mi interessava era dimostrare che come lavoratore ero in grado di reggere un confronto su temi importanti”.
Ecco, Vincenzo era questo: capace di ascoltare, determinato nell’apprendere, nel difendere le sue idee di comunista convinto e coerente, sempre rispettoso degli altrui convincimenti. Il tutto fatto con leggerezza, umiltà, un sorriso dolce, uno sguardo trasparente così come il suo animo che rimangono nel ricordo di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Da credente, posso affermare convintamente che ha amato gli uomini in misura tale da acquisire un prioritario “lasciapassare” per il Paradiso.
Grazie per tutto quello che sei stato e che ci hai insegnato, amico nostro carissimo.
E che la terra ti sia lieve.
giorgio seguro

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