Che succede all’Università di Sassari?

img_4842Documentazione su una questione delicata e rilevante su cui ritorneremo
L’Unione Sarda venerdì 23 febbraio 2018 – Provincia di Sassari (Pagina 40 – Edizione CA)
SASSARI. Bufera all’Università. Il Rettore: tutto falso, ci tuteleremo
Assunti senza requisiti:
«La Commissione sapeva»

«Pensavamo di tirare un filo ed è venuto giù tutto il maglione». Così l’avvocato Gianni Loy, che descrive un sistema «fatto di arroganza e di potere», dove tutto sembra permesso, anche non rispondere alla domanda di accesso agli atti.
L’ipotesi, sostenuta dai ricercatori esclusi, è che cinque candidati su sette non avessero i requisiti: avrebbero solo «intrattenuto saltuarie relazioni scientifiche di collaborazione con istituti stranieri» o svolgevano dottorati di ricerca nell’Isola.
Un tira e molla che si è concluso con il ritiro dell’ultima tranche dei denari stanziati dalla Regione a favore dell’Università di Sassari (circa 500mila euro), per il rientro dei cervelli, procedura avviata nel 2008 per favorire il rientro in Sardegna delle sue forze migliori.
(segue)
GLI ATTI La storia è questa: la Regione aveva finanziato per l’Ateneo sassarese le risorse per il rientro di sette universitari con specifiche competenze, precisi requisiti, con esperienza all’estero. Con quei denari garantiva loro tre anni di dottorato. Peccato che, secondo i candidati esclusi, autori di una denuncia, cinque dei sette prescelti, non possedessero i requisiti richiesti. Insomma, la scelta sarebbe ricaduta su persone non idonee, una addirittura «avrebbe fatto domanda venti giorni prima di conseguire il dottorato di ricerca».
LA RISPOSTA DEL RETTORE Il rettore Carpinelli, all’indomani della bufera affida la sua risposta a un comunicato stampa: «L’Università di Sassari segue con attenzione la vicenda relativa alla sospensione dei fondi da parte della Regione per il bando Rientro dei Cervelli. Respinge fermamente ogni falso addebito e annuncia che si farà a sua volta promotrice, nelle opportune sedi legali, di ogni azione volta a dimostrare la correttezza amministrativa del suo operato. Gli atti che verranno inviati dall’Università alla Procura evidenzieranno che l’Ateneo ha operato legittimamente sulla base della documentazione prodotta dai candidati, i quali erano in possesso dei requisiti stabiliti dal medesimo bando, peraltro attestati dalle Istituzioni Universitarie straniere ove i candidati hanno svolto il triennio richiesto all’estero».
«Tutto questo non risulta affatto dalla documentazione in nostro possesso, ottenuta dopo una nostra richiesta di accesso agli atti, ignorata per mesi – risponde Loy – In alcuni casi non esiste traccia di lavori all’estero. Dai certificati presentati di tre candidati si scopre che erano addirittura studenti». Quanto alla commissione che avrebbe dovuto vigilare, «i verbali raccontano perplessità ben precise sull’insussistenza dei requisiti».
Patrizia Canu, L’Unione Sarda.
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universita-sassari-300x200Il servizio su Repubblica.it online del 19 febbraio 2018.
repubblica-ithttp://www.repubblica.it/scuola/2018/02/19/news/bando_truccato_la_regione_sardegna_toglie_i_finanziamenti_all_universita_di_sassari-189265332/?ref=nrct-1
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- Anche su SardegnaSoprattutto.
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La foto in testa è tratta da L’Unione Sarda del 23.02.2028
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Unione sarda di oggi (sabato 24 febbraio 2018)
SASSARI. Denari bloccati, l’Ateneo: tutto regolare e lo dimostreremo
Università nella bufera:
le anomalie dei ricercatori
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Una candidata dichiarata vincitrice grazie all’assegnazione di punteggi ottenuti in virtù di falsi materiali. Altri suoi colleghi non avrebbero invece mai svolto alcuna attività professionale all’estero. Ricercatori che non hanno nemmeno mai indicato «esattamente la tipologia del rapporto, la data di inizio ed il termine dello stesso». Nessuno l’ha fatto e tuttavia sono stati ammessi alla borsa di studio per il “Rientro dei cervelli”.
ANOMALIE C’è di più: Nel triennio nel quale sarebbero dovuti essere impegnati all’estero, «alcuni di essi lavoravano invece, regolarmente, nelle sedi universitarie della Sardegna, in qualità di assegnisti di ricerca, borsisti o professori a contratto. Uno di loro, addirittura, per quasi tutto il triennio nel quale si sarebbe dovuto trovare all’estero, prestava servizio retribuito in qualità di assegnista presso la stessa università di Sassari». A una candidata «sono stati attributi 15 (decisivi) punti per il possesso del titolo di dottore di ricerca che non possedeva affatto (lo avrebbe ottenuto in data successiva alla scadenza delle domande)». Così l’avvocato Gianni Loy, rappresentante dei candidati tagliati fuori: «Questo procedimento è in corso. Il recente decreto di archiviazione del gip di Sassari non riguarda questa vicenda (acclarata dopo aver preso visione degli atti), ma soltanto le prime avvisaglie». Nel frattempo la Regione, in via cautelativa, si è tenuta nella borsa quasi mezzo milione di euro, l’ultima tranche del finanziamento destinato a Sassari.
L’ARCHIVIAZIONE L’università di Sassari dal canto suo non ha alcuna intenzione di risolvere le sue battaglie a mezzo stampa, e preferisce battere le aule del tribunale. Gli atti che verranno inviati dall’Università alla Procura, fa sapere l’ufficio stampa, «evidenzieranno che l’Ateneo ha operato legittimamente sulla base della documentazione prodotta dai candidati, i quali erano in possesso dei requisiti stabiliti, peraltro attestati dalle Istituzioni Universitarie straniere ove i candidati hanno svolto il triennio richiesto all’estero». Infine, «va rimarcato che i giudici, sia amministrativi che penali, hanno già acclarato l’infondatezza di ogni addebito finora mosso all’Ateneo turritano».
Di qualche giorno fa l’archiviazione di un fascicolo relativo a una prima segnalazione, negli anni 2013, sempre riguardo ai requisiti fallaci di candidati al concorso. «Quell’archiviazione non tocca il tema dei 5 candidati miracolati – dice l’avvocato Loy – Quella vicenda è saltata fuori in seguito, quando finalmente è stato possibile l’accesso agli atti, consentito soltanto dopo una denuncia in Procura».
Patrizia Canu, L’Unione Sarda.
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