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Università sarde: create per la crescita o la subalternità culturale sardi?
(Recensione del saggio “Un Ateneo in bilico tra sopravvivenza e sviluppo” di Giancarlo Nonnoi)
13 Maggio 2018
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
[...] Dal saggio di Nonnoi sulle tormentate vicende che hanno caratterizzato l’Ateneo cagliaritano possono essere tratte le seguenti conclusioni. In primo luogo, l’istituzione dell’Università a Cagliari è stato il risultato di due esigenze apparentemente contrapposte ma, in realtà, convergenti: l’una espressa dall’interesse dei ceti urbani a garantire una professione (civile o religiosa) ai loro “rampolli”, senza doversi sobbarcare le spese di studi in Italia o in Spagna; l’altra determinata dall’esigenza da parte della dominazione spagnola di chiudere i regni sotto la sua giurisdizione alle “infezioni riformiste” e tenere sotto controllo la formazione delle élite locali. Insomma, un piano non molto progressista, anzi per molti aspetti reazionario e conservativo.
In secondo luogo, l’esigenza del controllo politico-sociale è risultata presente anche nella rifondazione piemontese, la quale, a quanto si sa, è stata un’operazione dirigistica e concepita interamente a Torino o da parte di funzionari piemontesi trasferiti nell’Isola. Naturalmente, queste vocazioni autoritarie non hanno impedito (eterogenesi dei fini) agli studi di “innescare” processi di modernizzazione politica e sociale tra le nuove generazioni dei sardi.
Infine, un punto di debolezza del sistema universitario sardo, sempre rimarcato dai “riformatori” di ieri e di oggi, ha riguardato l’esistenza di due atenei in un’isola, considerati sovrabbondanti per un territorio scarsamente popolato. La scarsa consistenza della popolazione universitaria cagliaritana in molte delle fasi della storia isolana ha infatti contribuito a rafforzare nei “dominatori venuti dal mare” la convinzione che occorresse, per ragioni economiche, operare una “reductio ad unum” dell’istruzione superiore
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Illustrazione in testa.
Dipinto di Filippo Figari, Sardegna Industre, 1925, olio su tela, aula magna dell’Università di Cagliari (Università della Sardegna).
Sardegna Industre simboleggia “il benessere che reca lo studio delle scienze in pro dell’agricoltura e dell’industria della Sardegna. In primo piano, a sinistra un gruppo di donne in costume che significano la prosperità della terra e proteggono la nuova generazione; a destra, lavoratori della terra, del mare, delle officine; al centro la Sardegna Universitaria che regge la bandiera sarda dei quattro mori, ed ha a sinistra l’abbondanza e a destra l’Industria che frena i cavalli” (R. Carta Raspi, 1929).

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