Ambiente e Lavoro

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di Fernando Codonesu

Lunedì 28 maggio, alle 17.30, il Comitato di Iniziativa Costituzionale e Statutaria promuove un incontro dibattito sul tema “Ambiente e Lavoro”.
Si tratta di un tema già affrontato dal Comitato nel convegno sul lavoro del mese di ottobre 2017 che intendiamo approfondire in alcuni aspetti specifici della nostra terra, con uno sguardo sicuramente attento a ciò che si muove intorno a noi, ma anche con lo sguardo largo che viene da considerazioni più profonde sullo stato dell’ambiente del pianeta e più specificatamente delle biosfera, quello strato sottile e delicato in cui si svolgono le vicende di tutti gli esseri viventi: uomini, animali, piante.
E’ in questo strato sottile, appena 20 km di spessore intorno al pianeta, comprendendo il suolo, le profondità marine e i primi 10 km dell’atmosfera, che si nasce, si vive e si muore.
E’ questo strato delicato indispensabile alla vita sulla terra che si è formato nel corso di alcuni miliardi anni e che, soprattutto negli ultimi 300 anni, abbiamo gravemente compromesso. E’ per tale motivo che da circa 50 anni sono nati in tutto il mondo grandi movimenti, associazioni, partiti e istituzioni locali, nazionali e sovranazionali che agiscono localmente e globalmente per combattere le variazioni climatiche indotte dall’uomo e si battono per uno sviluppo sostenibile.
Al riguardo, corre d’obbligo ricordare che nel mese di settembre del 2015, presso le Nazioni Unite, è stata approvata l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
In sintesi, come altri analoghi programmi delle Nazioni Unite, si tratta di un ambizioso programma di azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Come tanti altri programmi analoghi, però, senza una partecipazione e vigilanza attive da parte delle società civili dei vari angoli del pianeta, si rischia che rimangano “buone intenzioni” messe per iscritto e controfirmate da capi di stato, di governo e alti rappresentanti, che poi vengono sistematicamente disattese con gravi ripercussioni per tutti gli esseri viventi a partire proprio dall’uomo.
Così è successo per altri lodevoli appuntamenti precedenti riguardanti il clima, l’ambiente o lo sviluppo, come Rio, Kyoto, Marrakesh e recentemente per Parigi, con la recente nota defezione dai solenni impegni sottoscritti da parte degli U.S.A. ora guidati da Trump.
A differenza di altre iniziative analoghe, nel caso dell’agenda 2030 è evidente una maggiore consapevolezza dello scarso tempo a disposizione per l’intera umanità per interrompere e invertire la tendenza allo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali, a partire dal riconoscimento che lo sradicamento della povertà in tutte le sue forme e dimensioni è la più grande sfida globale ed un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile.
Nel preambolo dell’Agenda si sottolinea che “siamo decisi a liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e vogliamo curare e salvaguardare il nostro pianeta”.
In tale scenario a tendere, vengono descritti i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile che
mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. Essi sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale ed ambientale.
Siamo convinti che quando si parla di ambiente e lavoro è necessario tener presente il quadro generale rappresentato dall’Agenda 2030 e nel contempo, per tornare alla dimensione locale in cui si svolge la nostra azione quotidiana, dobbiamo interrogarci sulle annose e gravi emergenze del nostro paese e della nostra isola: dissesto idrogeologico, messa in sicurezza, bonifica, rispristino e riuso delle aree inquinate di origine industriale, mineraria e militare, ristrutturazione energetica a tutto campo per la produzione e utilizzazione dell’energia nei luoghi di produzione, nei servizi, nei trasporti, negli immobili, nelle città e nella campagne, azioni necessarie e improcrastinabili per mitigare e invertire il trend del cambiamento climatico.
Così come già sperimentato nel convegno generale sul lavoro del 4-5 ottobre 2017, dove a fianco all’analisi dei problemi ci siamo confrontati con realtà imprenditoriali innovative presenti nel tessuto produttivo regionale, l’incontro dibattito del 28 maggio vuole parlare perciò di ambiente e di opportunità di lavoro perché siamo convinti che su questi temi l’analisi, ancorché necessaria, non sia più sufficiente.
Non è più sufficiente in termini di prospettiva generale perché l’analisi senza proposte progettuali e operative lascia sempre il tempo che trova, ma non è sufficiente neanche a partire da un semplice sguardo alla realtà che ci circonda. Una realtà che in Sardegna come nel resto del paese ci fa scoprire interessanti progetti imprenditoriali diventati già imprese di successo.
E’ per tale motivo che ascolteremo con attenzione i nostri relatori: Massimo Dadea che nel suo ruolo di medico e analista politico focalizzerà il suo intervento sui problemi della nostra isola indicando strade percorribili per il superamento dell’attuale situazione, Alessandro Murgia che ci parlerà della normativa e delle metodologie delle bonifiche realizzabili e Nicola Lamieri e Giovanni Lamieri, due imprenditori che partendo dalle problematiche ambientali hanno creato due importanti realtà lavorative.

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