No allo smantellamento dell’Ospedale San Giovanni di Dio. La politica e le Istituzioni rispondano alle esigenze della popolazione.

img_6231s-g-di-d-1-6-18Si è tenuto questa sera un incontro organizzato dal “Comitato contro la chiusura e per la salvaguardia del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio di Cagliari”. E’ stato fatto il punto sulla vertenza. Apprezzata la mozione approvata l’8 maggio 2018 dal Consiglio regionale [vedasi in appendice]. Occorre andare avanti su questa strada. Presto un dettagliato resoconto dell’incontro con i contributi dei diversi partecipanti intervenuti con le relazioni introduttive (Tonino Masala, presidente del Comitato, Gianni Agnesa, coordinatore dell’evento) e nel dibattito: prof. Andrea Loviselli, Franco Meloni (direttore di Aladinews), Ennio Neri, Letizia Calledda e altri abitanti del quartiere, Francesca Ghirra (assessore comunale all’Urbanistica), Matteo Lecis Cocco Ortu (consigliere comunale e presidente della Commissione consiliare all’Urbanistica”.
Presenti anche il prof. Aldo Lino, docente dell’Università di Sassari, Dipartimento di Architettura (profondo conoscitore della struttura ospedaliera oggetto dell’incontro), il parroco di Sant’Anna, mons. Ottavio Utzeri, l’attore Mario Faticoni, Gianni Pisanu e Maria Teresa Arba (esponenti del Comitato per l’attuazione della Costituzione e dell’Osservatorio Beni Comuni della Sardegna).
Ha concluso Gianni Agnesa.
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Appendice
[segue]
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

MOZIONE N. 406/40

MOZIONE AGUS – PERRA – BUSIA – ZANCHETTA – COMANDINI – COZZOLINO – COLLU – ZEDDA Paolo – USULA sul mantenimento di un presidio sanitario presso i locali dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- 1′Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari è ubicato nel centro storico di Cagliari e rappresenta uno dei presidi ospedalieri dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari;
- la riforma della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale il 25 ottobre 2017 ha definito la riorganizzazione delle rete ospedaliera della Regione con lo scopo di garantire la migliore assistenza sanitaria possibile alla popolazione;
- tale riforma ha previsto per l’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari una funzione non assegnata e da ridefinire;

RILEVATO che
- i residenti del quartiere hanno espresso forte preoccupazione di fronte all’ipotesi del completo smantellamento di tutti i servizi sanitari operanti nell’ospedale e, recentemente, con un documento sottoscritto da 1.500 abitanti, si sono appellati al sindaco della città di Cagliari per chiedere un suo intervento presso la Regione al fine di promuovere presso gli enti competenti l’avvio di incontri e dibattiti che coinvolgano la popolazione residente sul futuro della struttura del San Giovanni di Dio e degli ulteriori spazi presenti in zona e inutilizzati da tempo;
- nella petizione i cittadini hanno proposto di mantenere attivi presso l’ospedale i due reparti di dermatologia e oculistica rimasti nel nosocomio, di trasferire presso i locali del San Giovanni di Dio il servizio ambulatoriale ATS di viale Trieste (in procinto di essere trasferito in quanto operante in struttura non a norma) e di attivare un servizio di almeno h 12 di guardia medica per il primo soccorso;

CONSIDERATO che:
- l’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari rappresenta l’unico presidio sanitario del centro di Cagliari;
- il centro storico di Cagliari è caratterizzato da un notevole afflusso quotidiano di persone che si recano nella zona per usufruire dei numerosi servizi e attività commerciali insediate;
- con il forte aumento dei flussi turistici rilevato negli ultimi anni in città, il centro storico attraversa lunghi periodi dell’anno in cui è frequentato quotidianamente da migliaia di turisti;
- gli interventi di riqualificazione urbana messi in atto dall’amministrazione comunale di Cagliari sono orientati verso una progressiva pedonalizzazione dell’area ed un miglioramento generale del decoro urbano di tutta la zona, si rende necessario concordare obiettivi comuni tra l’amministrazione comunale, la Regione e l’Università di Cagliari, per sviluppare una visione generale di tutta l’area che preveda anche la definizione della destinazione d’uso di spazi e immobili attualmente inutilizzati, o con funzioni da ridefinire, come nel caso dell’Ospedale di San Giovanni di Dio;
- per scongiurare il ripetersi, questa volta nel centro della città, di un nuovo caso “ex Ospedale marino di Cagliari”, è necessario stabilire quanto prima il futuro dell’Ospedale di San Giovanni di Dio evitando che la struttura (risalente a metà del XIX secolo) possa nel tempo decadere e divenire un rudere su cui, in futuro, dover dibattere solo per deciderne la demolizione,

impegna il Presidente della Regione

1) attivare un confronto con i residenti del centro storico di Cagliari, con l’amministrazione comunale e con l’Università di Cagliari, per consentire di pianificare collegialmente il futuro dell’Ospedale San Giovanni di Dio e degli ulteriori spazi inutilizzati presenti in zona di proprietà regionale e dell’Università;
2) valutare la fattibilità delle proposte elaborate dagli abitanti del centro storico di Cagliari sull’ipotesi di utilizzo futuro dell’Ospedale San Giovanni di Dio.

Cagliari, 26 marzo 2018

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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana dell’8 maggio 2018.

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Quando si cominciò a parlare di smantellamento (agenzia adnkronos del 17 marzo 2012): http://www1.adnkronos.com/IGN/Regioni/Sardegna/Non-e-a-norma-dopo-168-anni-chiude-lospedale-civile-di-Cagliari_313083192005.html

2 Responses to No allo smantellamento dell’Ospedale San Giovanni di Dio. La politica e le Istituzioni rispondano alle esigenze della popolazione.

  1. admin scrive:

    In risposta a un commento su fb https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10215072022741275&set=a.10201710505671699.1073741825.1452014508&type=3&theater).
    di Franco Meloni.
    Non credo che la maggior parte degli anziani del Centro Storico disponga di auto propria e comunque per interventi sanitari di primo intervento o quelli riconducibili alla sanità di base gli stessi (e gli altri cittadini) debbano recarsi in Ospedali distanti dal centro (per arrivare al Policlinico di Monserrato occorre mediamente più di un’ora). Si tratta di attivare servizi di prossimità, che la riforma ospedaliera chiama “Casa della salute” (ce lo ha ricordato il prof. Andrea Loviselli nel suo intervento all’incontro di venerdì) e quindi passare dalle enunciazioni programmatiche alle concrete realizzazioni. Per questa finalità si può utilizzare anche il San Giovanni di Dio. Per questo complesso vi è poi l’obbligo di ristrutturarlo e restituirlo rinnovato alla città. E’ obbligatorio: come per i romani mantenere in efficienza il Colosseo. Le risorse si possono trovare. Eccome! Innanzitutto ricercandole nei fondi delle Fondazioni ex bancarie. E non mi riferisco solo alla Fondazione di Sardegna, anche alle Fondazioni legate alle altre Banche che fanno incetta dei risparmi dei cittadini cagliaritani. Evidentemente occorre costruire un progetto credibile, che veda come soggetti promotori innanzitutto la Regione, il Comune e l’Università. Si deve parlare anche di gestione, con la partecipazione dei cittadini attivi. Al riguardo, come ci ha scritto in una lettera il prof. Umberto Allegretti (http://www.aladinpensiero.it/?p=83287), un buon esempio viene dall’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze, che ha creato un’apposita Fondazione di partecipazione (http://www.fondazionesantamarianuova.com/…/lospedale…/). Ma sicuramente ci sono in Italia e nel mondo altre interessanti realizzazioni. Non si abbia paura di fare i giapponesi e quindi di copiare quanto di buono fanno gli altri, ovviamente riportando le buone pratiche altrui alle nostre esigenze e ai nostri contesti.

  2. […] recente incontro promosso dal Comitato per la salvaguardia del San Giovanni di Dio il prof. Andrea Loviselli, docente della Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, […]

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