Contus stampaxinus: San Luigi Gonzaga decollato

f96cdd23-d561-42fe-9846-d73b9e8e6f35e9781fa2-97b1-4e03-bfcb-b1a3ca52ded5ape-innovativaChe i chierichetti siano per definizione dei bravi bambini è una credenza popolare non sempre verificata nella realtà. Perlomeno non tutti lo sono. Come infatti si dimostrò quella sera di una stagione imprecisata (l’anno 1958, forse), quando alcuni chierichetti si introdussero nel saloncino parrocchiale dove stava esposto un tabellone che riportava un resoconto, quotidianamente aggiornato, delle presenze di ciascun chierichetto alle funzioni religiose (messa, rosario, benedizione, e così via). Nel tabellone erano elencati i nomi di tutti i chierichetti, con affianco a ciascuno una sequenza di pallini bianchi, che venivano riempiti, colorandoli con un lapis rosso (di esclusiva dotazione del prete) con un certo criterio (a metà o totalmente) sulla base dei servizi liturgici prestati. (Segue) In tal modo il tabellone dava conto visivamente e con immediatezza della classifica dei più assidui. Ad una certa data, di regola prima della festa patronale del 26 luglio, si chiudeva il concorso e i primi classificati venivano premiati, con doni modesti ma appetibili, come una sveglia, un pallone, un binocolo, un temperino svizzero multiuso (d’imitazione, ma il più ambito), un materassino da mare, e così via. Ma torniamo ai nostri chierichetti, anzi ad alcuni di essi che indietro nella classifica perché poco solerti, decisero di alterarla: “Che ci vuole? Basta procurarsi un lapis rosso e riempire i pallini bianchi per portarsi senza fatica alcuna nei più alti posti”. Così, prima che la chiesa di Sant’Anna chiudesse, all’ora del tramonto, profittando dell’assenza di preti e sacristi, in particolare del capo sacrista, impegnato nella ricognizione della stessa e in dato momento nella parte opposta dell’edificio, i chierichetti manigoldi si introdussero nel saloncino per compiere la disdicevole impresa. Ma, prima che mettessero mano al tabellone, udirono i passi del sacrista che rientrava dalla ricognizione pre-chiusura. Impauriti oltre misura, dimenticarono il loro piano e scapparono; nel buio non si accorsero della statua di gesso di San Luigi Gonzaga, situata proprio di fianco al tabellone su un tavolino poco stabile contro cui andò a sbattere uno dei chierichetti in fuga, facendola cadere rovinosamente per terra, con il risultato che la testa del santo si staccò nettamente dal corpo. Tutti riuscirono a scappare e uscire dalla chiesa non visti dal sacrista, ancora lontano dal luogo del misfatto. Infatti sopraggiungeva lentamente per via di una brutta sciatica che lo affliggeva da sempre. La presenza del sacrista era facilmente rilevabile nella chiesa vuota per il rumore fatto dal trascinamento del suo piede storto, che svelava la ragione del suo soprannome: pei de dama. Il giorno dopo, all’apertura della chiesa, si trovò il santo irrimediabilmente decollato. Il parroco di adirò non poco, e se la prese con il sacrista che non aveva adeguatamente vigilato. Non dispose ulteriori indagini e ordinò un aggiustamento provvisorio della statua, con il rincollaggio della 1d953d68-d6b9-4a5d-80a1-712995d429actesta al busto, assicurata da un opportuno bendaggio simile a quello di chi subisce un tamponamento automobilistico. Presto il parroco capì che il restauro a regola d’arte sarebbe stato troppo costoso e comunque più caro dell’acquisto di una nuova statua, come infatti più tardi si risolse a fare. Ma, all’arrivo della stessa il parroco non se la sentì di buttare all’immondezza quella danneggiata e decise di mantenerle entrambe, tuttavia tutt’e due finirono relegate in un deposito del retro sacristia, dove tuttora, dopo oltre 50 anni, giacciono. Forse perché san Luigi Gonzaga, nonostante sia patrono degli studenti, poco o pochissimo è venerato nel quartiere di Stampace, essendo gli stampacini impegnati in prevalenza con altri Santi per loro più importanti ed elargitori di grazie e addirittura di miracoli.
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d21d6b86-52b3-481a-9ee3-f2c6badce9b4Le foto. Quella in testa (chierichetti con mons. Antioco Piseddu) si riferisce all’anno 1974, oltre 15 anni anni dopo i fatti narrati in questo post. Quella qui di fianco (particolare) e quella sotto sono invece dell’epoca, ma non si riferiscono a persone coinvolte nel racconto. Le altre due, quelle delle statue di San Luigi Gonzaga, sono scatti di Aladin del 9 agosto 2018. Le due “foto storiche” sono tratte dal sito stampacinidoc, curato da Cicci Marcialis (che ringraziamo).
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One Response to Contus stampaxinus: San Luigi Gonzaga decollato

  1. […] lasciato proprio il 13 agosto 2018 all’età di 80 anni. La signora Efisia Mureddu era figlia del sacrista maggiore della Parrocchia di Sant’Anna il famoso sig. Rosario Mureddu di cui si è parlato in un altro episodio, anche ricordando la figura dell’aiuto sacrista sig. […]

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