La storia della medicina

piero-di-liciadi Piero Marcialis, su fb.
31. Girolamo Fracastoro.
Un morbo nuovo e terribile si manifestò nel 1495 a Napoli durante l’assedio condotto da Carlo VIII di Francia.
Dicevano che il morbo fosse portato dai marinai che andarono con Colombo nelle Indie, che contagiarono gli spagnoli e che questi poi contagiarono i francesi.
I francesi chiamavano la malattia “la napoletana”, gli spagnoli invece “il mal francese”, infine un medico nel 1521 scrisse un poema e la chiamò “sifilide”: quel medico era Girolamo Fracastoro.
fracastoroNato a Verona nel 1483, da nobile famiglia, studiò a Padova e, oltre che alla medicina, da uomo rinascimentale, si dedicò anche a matematica, geologia, astronomia, musica e poesia.
Nel poema “Syphilis, sive morbus Gallicus” immagina che il pastore Syphilus fosse punito dagli dei con una malattia ripugnante e contagiosa, che descrive accuratamente nei sintomi e nella cura.
Merito straordinario di Fracastoro, che ne fa il fondatore della epidemiologia moderna, è l’aver immaginato l’esistenza di particelle invisibili, seminaria, che diffondono l’infezione per contatto diretto, per “fomiti” (attraverso capi di vestiario), per via aerea a distanza, quando la microbiologia era una scienza sconosciuta.
Fracastoro è anche il primo a riconoscere il tifo petecchiale.
Pubblica l’opera De Contagione nel 1546.
Fracastoro muore ad Affi, presso Verona, il 6 agosto 1553.
L’epoca del Rinascimento con lui, e altri di cui abbiamo già parlato, si rivela straordinaria non solo per ciò che riguarda l’arte, di cui molto di più si parla, ma anche per quanto riguarda il meraviglioso progresso della medicina.
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One Response to La storia della medicina

  1. […] Gerolamo Cardano è forse più noto come genio della matematica e della meccanica che come medico, ma certo è figura singolare che merita di essere ricordata. Tipico uomo del Rinascimento si diletta anche di filosofia e di astrologia, con risultati discutibili. Dire della sua vita che sia stata travagliata è un eufemismo. Nasce il 24 settembre 1501, nonostante i tentativi della madre di abortirlo; da neonato la balia gli contagia la peste; è un bambino malaticcio; da adulto soffre di impotenza, ma guarisce, si sposa e ha tre figli: il maggiore, uxoricida, muore decapitato; il più giovane è un tale farabutto che il padre deve denunciarlo, della figlia non sappiamo. Accusato d’eresia ormai vecchio è costretto ad abiurare e giurare di non più insegnare. Muore il 13 settembre 1576 e si ignora dove sia sepolto. [segue] Cardano studiò a Padova e si laureò in medicina a Venezia nel 1526. Fu ammesso nel collegio dei medici di Milano solo nel 1539, grazie al fatto di aver curato con successo alcuni membri della famiglia Borromeo. Nel 1543 ha la cattedra di medicina a Pavia fino al 1551. Come medico vanta un prestigioso risultato: è chiamato nel 1552 per curare di asma l’arcivescovo primate di Scozia Hamilton, nonostante che costui avesse un proprio medico personale, lo spagnolo Cassanate. Cardano intuisce l’origine allergica del male di Hamilton e lo cura con risultati brillanti, tanto che l’arcivescovo sopravvive altri venti anni, e morirà non di malattia ma condannato a morte per tradimento. Nel 1562 lo troviamo a Bologna occupare la cattedra di medicina, grazie all’interessamento del cardinale Borromeo. Nel 1570 viene arrestato per eresia. Solo nel 1573 incontra la benevolenza del Papa Gregorio XIII, che era stato suo collega all’università. Nel 1575 viene ammesso nel collegio dei medici romani, ma ormai si è ritirato a scrivere la sua autobiografia. Pur non vantando scoperte mediche Cardano ebbe merito di collezionare fatti e chiarire concetti importanti, facilitando ad altri la ricerca scientifica. ——– Su aladinpensiero online. […]

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