Risultato della ricerca: Marino de Medici

Ricordando Marino de Medici

7eee326d-ba8c-4b70-b9f1-8457a7bf4509Martedì 15 u.s. con infinita tristezza abbiamo dato notizia della morte di Marino de Medici, grande giornalista, che per alcuni anni abbiamo avuto l’onore di annoverare tra i collaboratori della nostra News, con la pubblicazione dei suoi articoli, competenti, informati e brillanti sulle vicende politiche degli Stati Uniti d’America, in particolare sulle malefatte di Donald Trump. Ma non ci ripetiamo, rinviando a quello scritto. Pubblichiamo ora, di seguito, un simpatico e commovente ricordo che di Marino fa Giancarlo Morgante, nostro amico e collaboratore della News, amico di Marino, che ha avuto, tra l’altro il merito di farci conoscere. A parte pubblichiamo poi uno degli ultimi scritti di Marino, che aveva inviato a Giancarlo, che crediamo dia uno spaccato della situazione politica degli USA, soprattutto con riferimento alla ormai avviata fase elettorale presidenziale. Giancarlo ne sottolinea l’importanza e la pertinenza, cosa che ci esonera da aggiungere ulteriori parole. Salvo proporne il carattere di omaggio al nostro amico Marino (fm).
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Ho avuto il piacere di conoscere Marino De Medici durante una sua vista a Cagliari ospite di comuni amici, persona colta, squisita e cordiale. Gli abbiamo fatto conoscere Cagliari e tutti i luoghi di carattere paesaggistico, storico ed artistico. Da cronista che aveva girato gran parte del nostro pianeta, mostrava molto interesse per le vicende storiche della nostra Isola. Ricordo il suo interesse quando seduti ad un tavolino di un bar in piazza Martiri, all’aperto, gli mostrai il balcone dove Emilio Lussu subì una aggressione da parte di squadristi fascisti locali. Mi disse che pur avendolo incontrato per lavoro, non aveva mai avuto l’opportunità di leggere un suo libro. Qualche tempo dopo gli inviai nella sua residenza (distante da New York un centinaio di km) due libri di Emilio Lussu, “Niente di nuovo sul fronte occidentale” e “Marcia su Roma e dintorni”. Qualche tempo dopo ci sentimmo tramite WhatsApp, mi ringraziò, mi disse di averli letti volentieri e che nella scrittura di Lussu , soprattutto nel libro “Marcia su Roma e dintorni” intravedeva similitudini col suo stile di scrittura come corrispondente di guerra (era stato reporter durante la guerra del Vietnam, i golpe in Cile e in Argentina, ecc.).
Corrispondente da Whashington dell’Agenzia ANSA, e corrispondente dagli Stati Uniti per il quotidiano “Il Tempo”. [segue]

Trump? C’è perfino di peggio!

5f302898-2cc4-4030-83b7-d37c8abc84ba L’ultimo messaggio, tutto politico, di Marino de Medici.
RON DESANTIS: NEGAZIONE DELL’EREDITA’ DI GRANDI ITALO AMERICANI

Un nome nella nauseante compagine dei trumpiani dovrebbe rattristare tutti quegli italiani che in passato hanno tratto fierezza dall’enorme contributo degli italo-americani allo sviluppo sociale e morale dell’America. Basti ricordare Amadeo Peter Giannini che fece della Bank of Italy di San Francisco la poderosa Bank of America; il sindaco di New York Fiorello La Guardia; il premio Nobel Enrico Fermi; il governatore dello stato di New York Mario Cuomo; Ferdinand Pecora che ristrutturò il sistema bancario americano attraverso lo Security Exchange Act del 1934; il Congressman Peter Rodino e il giudice John Sirica, illuminati protagonisti della saga parlamentare del Watergate; il grande sindacalista della ILGWU Luigi Antonini; Geraldine Ferraro, candidata alla vicepresidenza; il grande Joe Di Maggio, icona del baseball.
[segue]

È morto Marino de Medici, grande giornalista

lutto11c35674-b950-42d4-ac75-296a89f0ea17Apprendiamo in questo momento che è morto Marino de Medici, nostro amico e per alcuni anni prestigioso collaboratore di Aladinpensiero, che arricchiva di documentati contributi sulla politica Usa, schierato
in questi anni irriducibilmente contro il presidente Trump, mettendone in rilievo le malefatte. Per questa sua nobile posizione schierandosi in modo particolare contro le scelte opportuniste di molti autorevoli personaggi italo-americani diventati filo trumpiani. Di questa stagione trumpiana che inizia prima del quadriennio presidenziale e che rischia (oggi possiamo forse dire “rischiava”) di riproporsi, Marino sapeva tutto 7f610418-439e-49eb-8f2b-7877fe1e9b75e ne parlava con mirabile competenza nei suoi articoli, in certa parte pubblicati su Aladinpensiero, fortemente apprezzati e, con riferimento specifico al periodo della presidenza Trump e immediatamente successivo, raccolti in un libro: “Donald Trump. Quattro anni di democrazia a rischio”.
Marino era decano dei giornalisti italiani negli Stati Uniti, corrispondente da Washington dell’agenzia ANSA e dagli Stati Uniti per il quotidiano Il Tempo. Dalla sua biografia riportiamo alcuni dati importanti: “Nella sua lunga carriera, ha intervistato Presidenti, Segretari di Stato e della Difesa americani. Giornalista appassionato e scrupoloso, ha firmato importanti articoli sulla guerra nel Vietnam e sui colpi di stato in Cile e in Argentina”. Di recente si era aggiudicato il Premio Speciale Amerigo nella sua XII edizione.
Condoglianze e vicinanza alla moglie Nicki Furlan, ai familiari, agli amici tutti che hanno, come noi, potuto apprezzare Marino de Medici nella sua esistenza e vicenda umana e professionale.
Franco Meloni, Giancarlo Morgante.

Che succede. Che fare?

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LA “GUERRA GRANDE”

8 Agosto 2022 su C3dem

La cupa analisi di Lucio Caracciolo: “Siamo in piena Guerra Grande. Sfida a tre per il primato mondiale” (La Stampa). Gianluca Micalessin, “Taiwan, la sfida di Xi Jinping a Usa e storia” (Il Giornale). Guido Santevecchi, “Pechino svela la nuova strategia” (Corriere della sera). L’ambasciatore di Taiwan in Italia, Andrea Sing-Ying Lee: “La Cina ci teme, siamo il suo opposto” (intervista a Repubblica). Adriana Castagnoli, “Perché al di là della retorica alla Cina conviene avere buoni rapporti con gli Usa” (Sole 24 ore). Vittorio E. Parsi, “Il filo sottile che sostiene la pace a Taiwan” (Messaggero). UCRAINA/RUSSIA: Nello Scavo, “Volontari cercasi per le truppe russe. Il reclutamento illegale in Transnistria” (Avvenire). Luigi Accattoli, “Il papa deciso ad andare a Kiev” (Corriere). Angelo Scelzo, “I margini di speranza con il papa in Ucraina” (Mattino). Giacomo Gambassi, “Basta bombe, è tempo di dialogo. Chi cerca ancora una via per la pace” (Avvenire). INOLTRE: Mario Giro, “Per contrastare Cina e Russia serve un nuovo multilateralismo” e “La guerra torna ad essere un’abitudine contagiosa” (Domani). Riccardo Barlaam, “Africa al centro della nuova guerra fredda” (Sole 24 ore). Stefano Stefanini, “Israele/Palestina, il conflitto permanente che ora rischia di esplodere” (La Stampa). Cecilia Sala, “Perché il disastro di Kabul parla all’Italia” (Foglio). Maurizio Stefanini, “In Nicaragua Ortega e la moglie stanno silenziando i cattolici” (Foglio). Paolo Lepri, “Myanmar. Il coraggio e il dolore nelle lotte di Nilar Thein” (Corriere).
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IN MEZZO AL GUADO

8 Agosto 2022 su C3dem
Così spiega Carlo Calenda: “Hanno voluto l’ammucchiata contro e perderanno” (intervista al Corriere). Così reagisce Enrico Letta: “Da Calenda un regalo alla destra. Ora scateniamo la campagna Pd” (intervista a Repubblica). Commento comprensivo verso Calenda di Marcello Sorgi: “Così il Pd resta in mezzo al guado” (La Stampa). Più neutrale Stefano Folli: “L’anno zero del centrosinistra” (Repubblica). Critico sull’insieme Antonio Polito: “Quando il gusto dell’ideologia prevale su tutto” (Corriere). Per Stefano Feltri, “Senza Calenda al Pd non resta che fare la sinistra” (Domani). Marco Damilano è sulla stessa linea e fa un’ampia biografia politica di Enrico Letta: “Ora Letta è costretto a essere di sinistra” (Domani). Fabio Martini, “La delusione di Prodi” (La Stampa). Ezio Mauro torna sulle simpatie fasciste persistenti nel partito di Giorgia Meloni: “La vera sfida di Letta e Meloni”. Duri i giudizi di Antonio Floridia, “Un gioco delle tre carte” (rivista il mulino) e Gad Lerner, “Un suicidio assistito per seguire il centrismo” (Il Fatto). La scelta di Federico Pizzarotti: “Correremo con Italia Viva perché ci lascia liberi” (intervista al Corriere). AL VOTO. LE LISTE E I COLLEGI: Roberto Gressi, “Liste, nuovi accordi, nomi. Come cambieranno i giochi” (Corriere). Carlo Melzi d’Eril, “Partiti, regole e strategie nella sfida dei collegi” (Sole 24 ore). SCENARI POLITICI: Giovanni Orsina, “La legislatura dell’ambiguità” (La Stampa). Claudio Cerasa, “L’improbabile ritorno di Salvini al Quirinale” (Foglio). Gianpaolo Galli, “Che fare per la crescita e il debito? Un test in vista del voto” (Foglio). PRESIDENZIALISMO: Paolo Armaroli, “In polemica con Zagrebelsky. Semipresidenzialismo, perché sì” (Il Giornale). Sabino Cassese, “Presidenzialismo? La Carta si cambia solo con cautela” (intervista a Repubblica).
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LA SINISTRA. SUI TRAVAGLIATI ACCORDI RAGGIUNTI

7 Agosto 2022 su C3dem
Giovanna Vitale, “’Più di così non potevo’. Letta e la strategia del doppio schema” (Repubblica). Il realismo di Romano Prodi, “Il compromesso inevitabile e le distanze da superare” (Messaggero). Roberto Gressi, “La preoccupazione del leader Pd che non vuole perdere a tavolino” (Corriere). Claudio Tito, “Una sinistra responsabile” (Repubblica). Stefano Folli, “Un fronte costruito fra contraddizioni” (Repubblica). Marcello Sorgi, “Senza chimica, ma capaci di dar fastidio” (la Stampa). Ilario Lombardo, “Calenda è tentato dallo strappo. ‘Gli accordi non erano questi” (La Stampa). Stefano Cappellini, “Il piano B di Letta. Se salta l’accordo andiamo al voto da soli” (Repubblica). Due (ben diversi) commenti illustri: Angelo Panebianco, “Coalizioni poco affiatate, tra dubbi e scenari post-voto” (Corriere); Barbara Spinelli, “Perdere le elezioni. L’operazione Letta” (Il Fatto). Antonio Polito spiega cos’è l’agenda Draghi: “I partiti e la credibilità dell’Italia” (Corriere); ma per il romanzieri Maurizio Maggiani le cose non stanno così: “Caro Letta, venga nelle spiagge a vedere che effetto fa l’agenda Draghi” (Secolo XIX). E ancora: Stefano Lepri, “L’agenda Draghi per il dopo Draghi” (La Stampa). Altri punti di vista: Mario Tronti (vecchio intellettuale comunista), “Un dovere repubblicano stare uniti per battere la destra” (intervista a Repubblica). Gian Enrico Carofiglio, “Un patto solo anti-destra ha già perso. Senza contenuti è un minestrone” (intervista a La Stampa). Roberto Napoletano, “Le elezioni si vincono se c’è un progetto Paese” (Il Quotidiano). Arturo Parisi, “Questo centrosinistra non è l’Ulivo. L’unità politica premia sempre. Letta stia attento agli anti-Draghi” (intervista a Domani). Giuliano Ferrara, “Moralismo e bullismo, il Papeete strisciante della sinistra” (Foglio). Alfio Mastropaolo, “Il colpo grosso contro l’unità del Paese e la democrazia” (Manifesto). Sergio Fabbrini, “Le due coalizioni e la Ue: le percezioni sbagliate e gli effetti sul voto” (Sole 24 ore).
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LA DESTRA, GLI ALTRI, E LA CRISI DELLA POLITICA

7 Agosto 2022 su C3dem
Marco Esposito, “Centrodestra. Europa, Nato, fisco e presidenzialismo. Il progetto in 15 punti” (Corriere della sera). Gustavo Zagrebelsky, “Presidenzialismo, un pericolo per questa Italia” (intervista a Repubblica). Claudio Cerasa, “Un duello con Crosetto” (Foglio). GLI ALTRI: Matteo Renzi, “Il veto del Pd ci apre uno spazio politico” (intervista a Repubblica). Giuseppe Conte, “Al governo con il Pd? Improbabile” (intervista a Repubblica). Emilia Patta, “Conte e Renzi in solitaria per il terzo polo” (Sole 24 ore). LA CRISI DELLA POLITICA: Roberto Gressi, “Il labirinto di una legge in cui non sai chi ti rappresenta” (Corriere della sera). Carlo Carboni, “Se le élite politiche non sono classe dirigente” (Sole 24 ore). Francesco Ricciardi, “Elezioni. Restituiteci la vera scelta” (Avvenire). Francesco Seghezzi, “Tra Stato e individuo i partiti dimenticano la società” (Domani). Marco Follini, “I partiti trattano come se gli elettori non ci fossero” (La Stampa). Aldo Schiavone, “A questa politica senza anima diamo una bussola morale” (La Stampa). Raffaele Alberto Ventura, “La rivoluzione di cui abbiamo bisogno non passerà dalle urne elettorali” (Domani). Enzo Risso, “Tutte le identità politiche di un’Italia diventata sempre più frammentata” (Domani). Eugenio Mazzarella, “Se l’astensione dei poveri riporta al voto censuario” (Avvenire). Alessandro Penati, “L’Italia al voto tra decrescita infelice e redistribuzioni impossibili” (Domani).
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Dall’editoriale precedente
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LA POLITICA, LE ELEZIONI E LE NUOVE ÉLITE. ZAMAGNI SU CATTOLICI E POLITICA

4 Agosto 2022 su C3dem
Con un articolo di notevole spessore Stefano Zamagni interviene nel dibattito su “Cattolici e politica” aperto su Settimana news, dopo l’intervento di Marco Damilano. Mauro Zampini (già segretario generale della Camera) torna sulla scelta di Draghi: “Draghi, la scelta dello statista” (Alto Adige). Vitalba Azzollini, “Abbiamo un Parlamento cui piace modificare di continuo la Costituzione” (Domani).
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trump-di-marino2Trump Le ruote della giustizia si muovono.
di Marino de Medici sul sito marinodemedici.com

Ukraina. Il gioco cinico e spregiudicato di Putin tra segni di disponibilità, bluff e follia

a5db051f-a3fb-4163-9ae0-46c64ac0fd30 I NEGOZIATI NECESSARI MA FUTILI CON PUTIN
di Marino de Medici
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L’interrogativo cruciale sul quale si interrogano gli analisti americani è se i cosiddetti “negoziati” al confine tra Ukraina e Bielorussia possano influenzare il pensiero di Vladimir Putin ed obbligarlo a riconoscere una colossale “miscalculation” evitando in tal modo una interminabile guerra di attrito in Ukraina. Molti ne dubitano e segnalano che i “negoziatori” sono personaggi di scarsissimo rilievo. In verità, gli unici sviluppi che possono agire sull’imperscrutabile cervello del nuovo Zar russo non sono le sanzioni finanziarie ed economiche alla Russia
nè quelle morali dilaganti nel mondo occidentale e nelle sedi internazionali, e per ultima l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha condannato l’invasione dell’Ucraina con 141 voti a favore, 35 astenuti e solo 5 contrari. Quel che può pesare sul calcolo strategico di Putin è la prospettiva di un nuovo Afghanistan nel quale l’apporto occidentale alla resistenza ukraina sta assumendo proporzioni neppure lontanamente paragonabili alla fornitura dei missili antiaerei Stinger forniti dalla CIA ai mujadeen. La realtà che si sta solidificando in Ukraina è quella di crescenti e potenti furniture belliche dai Paesi NATO, per quanto questi non siano in conflitto con la Russia. Parecchio, se non tutto, dipende dalla sostenibilità della campagna nazionale di resistenza agli invasori.
[segue]

Guerra e Pace. Lo sguardo dall’America: l’aggressione fallirà

66b2f235-0ac2-4523-a412-a2da91467f34L’INSURREZIONE NELL’UCRAINA PREVARRÁ
di Marino de Medici
Il destino dell’Ucraina è ormai indissolubimente legato a quello dell’insurrezione che sconvolgerà quel vasto territorio. È ancora presto per preconizzarlo, ma l’invasione a lungo pianificata da Vladimir Putin non raggiungerà i suoi obiettivi ma fallirà dinanzi ad una resistenza nazionale assistita e rifornita dagli Stati Uniti e dall’alleanza dei maggiori Paesi europei. [segue]

America America

45926d82-9679-4bbe-aca3-f6ced7dfad26QUALCOSA SI MUOVE DENTRO IL GOP?
di Marino de Medici
Eppur si muove, è il caso di osservare dinanzi a crescenti segnali di distacco di una sparuta minoranza di repubblicani nei confronti della perversa strategia del loro incontestato condottiero Donald Trump. [segue]

America America

ec1fd554-4f59-4a41-96c9-d6cdf3bb8db6L’AMERICA VERSO UNA QUASI DEMOCRAZIA
di Marino de Medici
L’argomento principe in questa America spaccata a metà
è se ci sarà una nuova guerra civile o quanto meno uno scontro intenso e perverso tra le due metà, impegnate a combattersi senza quartiere – come i loro predecessori nel tragico decennio dell’ottocento – senza riguardo alla conseguente distruzione dell’architettura costituzionale e dell’identità stessa dell’America. E’ triste ammetterlo ma gli Stati Uniti sono avviati su un sentiero che farà dell’America una quasi – democrazia. E dire che il mondo civile riconosceva all’America il titolo di più vecchia ininterrotta democrazia. La stato in cui versa l’America contemporanea giustifica una nuova definizione per l’America, quella di “anocrazia”, cioè di una nazione sospesa tra democrazia e autocrazia. [segue]

Oggi sabato 15 gennaio 2022

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2aladin-logonge-cover-1lampadadialadmicromicro13democraziaoggi-loghettogf-02
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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni———
America America. Verso una quasi democrazia. Marino de Medici su aladinpensiero online.
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Per la defossilizzazione dei processi produttivi e dei consumi nel pianeta. Per un modello energetico sardo totalmente rinnovabile
15 Gennaio 2022
Fernando Codonesu su Democraziaoggi.
La Scuola di cultura politica “Francesco Cocco” di Cagliari ha in programma il lancio di una “Manfesto per lo Sviluppo della Sardegna”, da costruire con contributi, seminari e dibattiti. Fra gli altri, verranno trattati la questione energetica e la mobilità, protese verso il tema unificante del lavoro […]
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CARO DAVID… QUALE PRESIDENTE? FINE VITA: UNA SVOLTA. L’UCRAINA E NOI
14 Gennaio 2022 su C3dem.
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Roberto Di Giovan Paolo, “Caro David, coltivo la rosa bianca …”. Pierluigi Bersani, “Addio David” (The Post internazionale). Luca Nitiffi (suo consigliere politico a Strasburgo), “Era gentile, ma fermo. Sapeva fare politica” (intervista al Corriere della sera). Il video del TG1 del funerale di David Sassoli (il video inizia dalle 11.30, ma la messa inizia alle 12 e si conclude circa alle 13.40). Il tweet con cui, alla vigilia dello scorso Natale, David Sassoli, nella sua qualità di presidente del Parlamento europeo, ha rivolto il suo augurio per il nuovo anno (e letto dalla figlia Livia al termine della messa). QUIRINALE: Francesco Bei, “Un presidente modello Sassoli” (Repubblica). Gianfranco Pasquino, “Per una presidenza di qualità” (Paradoxaforum). Tommaso Ciriaco, “Renzi esclude il bis di Mattarella. ‘Il 27 gennaio avremo un eletto’” (Repubblica). L. Giarelli, “Castagnetti: su Mattarella lusinghe moleste” (Il Fatto). Marcello Sorgi, “Le incognite del ballottaggio al quarto voto” (La Stampa). Gianni Cuperlo, “Se Draghi va al Colle serve un governo politico” (The post internazionale). Marianna Rizzini, “Appello del sindaco pd Matteo Ricci per Draghi al Colle” (Foglio). Michele Ainis, “Draghi al Colle? Così si rischia uno strappo” (intervista a Il Giornale). Antonio Polito, “Il fantaColle – Le chance di Casini” (Corriere della sera). GOVERNO: Roberto D’Alimonte, “Se Salvini vuole sedersi al tavolo della legge elettorale” (Sole 24 ore). Vladimiro Zagrebelsky, “La scelta politica di aprire la scuola” (La Stampa). Mario Deaglio, “Così può esplodere il debito pubblico” (La Stampa). La critica alla legge di bilancio di “Sbilanciamoci”: “Contro l’insostenibile leggerezza della legge di bilancio”. SINISTRA: Vincenzo Vita, “La sinistra immaginaria” (Centro Riforma dello Stato). FINE VITA: Fabrizio Mastrofini, “La svolta della Chiesa: sì alla legge sul suicidio assistito” (Il Riformista – a proposito di un articolo di Carlo Casalone sj su La Civiltà Cattolica). Giovanni Maria Flick, “Sì a una legge saggia sul suicidio assistito” (Avvenire). UCRAINA: Jens Stoltenberg, “Putin vuole dominare. La Nato reagirà” (intervista a Repubblica). Non così la pensa Franco Cardini, “Se il virus oscura la guerra alle porte” (Mattino). Angelo Panebianco, “Cosa vogliono Cina e Russia?” (Corriere della sera). Kurt Volker, “Il ritorno dell’impero russo” (Repubblica). INOLTRE: Monica Perosino, “Il confine dimenticato” (quello tra Bielorussia e Polonia – La Stampa) e intervista a Kyle McNally, “L’Europa si volta dall’altra parte”. Daniele Raineri, “L’Occidente ancora sveglio” (sulla sentenza del Tribunale di Coblenza su un criminale di guerra siriano – Foglio).
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America America

usa-6-gennsioIL 6 GENNAIO: UN ALTRO GIORNO DELL’INFAMIA
di Marino de Medici
Come il “giorno dell’infamia” del dicembre 1941, cosí chiamato dal presidente Roosevelt all’indomani dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, l’America affronta il 6 gennaio la rievocazione di un altro “giorno dell’infamia”, l’insurrezione delle milizie di Donald Trump contro le istituzioni della democrazia americana. [segue]

America America

biden-mediciLO SPETTRO DELLE LEGISLATURE SULL’ELEZIONE PRESIDENZIALE
di Marino de Medici
La strategia di Donald Trump per la rielezione nel 2024 non
è un segreto ma é chiara e lampante. Ha pure un nome:
“legislatura indipendente degli stati”. In altre parole: le
legislature degli stati possono ottenere il controllo “plenario”, ossia esclusivo, delle norme valide per la scelta degli “elettori
presidenziali”. In pratica, ogni legislatura avrebbe a sua
disposizione una base legale per annullare il risultato
dell’elezione e potrebbe procedere a nominare gli “elettori”
che preferisce. E’ uno spettro che grava sul sistema
elettorale americano nel senso che una legislatura statale
avrebbe il potere di imporre le sue norme elettorali in una
sconvolgente interpretazione dell’Articolo II della Costituzione. [segue]

America, America

biden-marinoIL PARTITO DI BIDEN HA LA DISTRUZIONE DENTRO CASA
di Marino de Medici
Non passa giorno ormai che i segni dello sgretolamento della presidenza Biden non si facciano più evidenti. In ordine di tempo, l’ultima conferma viene dall’ammissione dei democratici che la legge sociale di due trilioni e passa non potrà essere approvata prima della fine dell’anno. La principale ragione è presto detta: è l’opposizione di un italo-americano, Joe Munchin III (il nome dice tutto sulla sua impudenza), senatore della West Virginia, che passerà alla storia come il distruttore del partito al quale appartiene. [segue]

America America

a7ea09a4-ec8a-4164-b80f-caf0b9240243BIDEN SUL CIGLIO DEL BURRONE MA FIDUCIOSO
di Marino de Medici
Joe Biden e il partito democratico procedono sul ciglio del burrone ad un anno dalle esplosive elezioni di midterm, nelle quali la perdita di un seggio senatoriale e di tre seggi democratici alla Camera dei Rappresentanti consegnerebbero il potere nelle mani dei repubblicani. La pandemia non accenna ad affievolirsi: ogni giorno muoiono mille americani e le vaccinazioni vanno a rilento. Ma l’orizzonte non è completamente buio per Biden: gli ultimi dati sull’occupazione e sulla spesa dei consumatori lasciano sperare sul ritorno alla normalità. In sostanza, l’esito della prossima consultazione non dipende da alcun effetto dirompente del predominio che l’ex presidente Trump esercita sul partito e i suoi candidati ma dalla crescita dell’economia americana di pari passo con la crescita dei posti di lavoro.
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America America

a7ea09a4-ec8a-4164-b80f-caf0b9240243a895aa12-499c-4ae1-ac18-30ff36f82392LE MONTAGNE RUSSE DI JOE BIDEN
di Marino de Medici*

Le montagne russe di Joe Biden non finiscono mai. Lo Speaker della Camera dei Rappresentanti, Santa Nancy Pelosi, è riuscita a raffazzonare la legge di 550 miliardi di dollari per le infrastrutture, frutto di un sofferto compromesso tra i moderati e i liberali del partito democratico. Il miracolo propiziato da Santa Nancy è avvenuto quando lo Speaker ha perso solo sei voti di democratici progressisti ma ne ha incamerati tredici repubblicani. I negoziati erano stati estenuanti ma alla fine l’approvazione della legge per le infrastrutture veniva raggiunta grazie all’impegno dei deputati centristi di impegnarsi a favore della più impegnativa legislazione sociale che prevede la spesa di 1 trilione 750 milioni a condizione che venga giudicata finanziariamente praticabile dall’ufficio congressuale del bilancio. [segue]

America America

a7ea09a4-ec8a-4164-b80f-caf0b9240243LA PRESIDENZA BIDEN AFFONDA
di Marino de Medici*
La presidenza Biden ha cominciato ad affondare in Virginia e tutto lascia pensare che affonderà totalmente tra un anno. Saranno le elezioni mid term a segnare il definitivo tracollo del partito democratico che ha miseramente
fallito la prova di governare con leggi socialmente avanzate al Congresso.
Dopo lo sfacelo della candidatura McAuliffe nell’elezione per il governatorato della Virginia, l’immagine del partito democratico propagata dall’apparente inattitudine del presidente Biden e dalla paralisi del suo partito al Campidoglio peserà in misura decisiva sulle elezioni congressuali del novembre 2022. La prevedibile perdita democratica di entrambe le camere del Congresso segnerà non tanto il ritorno di Donald Trump, lo spettro che continua ad incombere sulla democrazia americana, quanto lo scollamento del partito democratico, che nel giudizio di un commentatore del New York Times sembra composto da “falsi moderati e di simulatori radicali”. In termini meno esoterici, il partito di Biden è ideologicamente radicale, con improduttivi connotati razziali e indirizzi polarizzanti.
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