Risultato della ricerca: Palazzo sorcesco

Castello sorcesco: una storia infinita

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- Su Giornalia: ripetere giova. Spazi civici a Cagliari: il problema ( che non si vuole affrontare) è la gestione.
Dall’esame di un caso concreto (il persistente inutilizzo del cd palazzo sorcesco, recentemente ristrutturato) al problema generale di carenza regolamentare del Comune di Cagliari.
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- Su Aladinpensiero online: Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?
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- Beni comuni urbani: l’Università in campo. L’Università di Cagliari presenta un progetto in sintonia con le esigenze della partecipazione dei cittadini alla gestione dei beni comuni urbani.

Beni comuni urbani. Dossier ObC Sardegna

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Spazi civici a Cagliari: il problema ( che non si vuole affrontare) è la gestione

palazzo-sorcesco-8-03-19La vicenda del “palazzo sorcesco”. Ristrutturazione (sa fabbrica de Sant’Anna) e il problema (mai affrontato adeguatamente) della gestione*. Oggi su L’Unione Sarda. Aladinews ne parla da tempo.
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* lampadadialadmicromicroPer la gestione di questo come di altri spazi/edifici occorre un apposito regolamento che il Comune di Cagliari non ha ancora adottato (nonostante le promesse anche a fronte delle nostre sollecitazioni**), dovendo ricorrere pertanto quando necessario a regolamentazioni ad hoc, che si prestano a critiche in fatto di dubbia imparzialità nelle scelte dei contraenti. Siamo fiduciosi che la prossima Amministrazione affronterà questa problematica non appena insediata. Al riguardo chiediamo che i candidati Sindaci inseriscano questo impegno nei programmi con i quali si presentano e chiedono il voto agli elettori (Francesca Ghirra e Matteo Lecis Cocco-Ortu conoscono bene l’argomento, che era stato oggetto di un incontro con l’Osservatorio dei beni comuni della Sardegna). Ne terremo conto. Noi assicuriamo fin d’ora la nostra collaborazione.
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UN ESERCIZIO GIAPPONESE. Città di Cagliari. REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA, LA GESTIONE CONDIVISA E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI[Aladinews 4 marzo 2017]
BC Viale Merellolampada aladin micromicroAbbiamo preso il Regolamento di Torino e l’abbiamo letteralmente ricopiato sostituendo a Città di Torino Città di Cagliari. E’ solo un esercizio alla “giapponese”, come si diceva un tempo perché erano i giapponesi i maestri del ricopiare/imitare. Oggi, invece, sono considerati tali soprattutto i cinesi. A prescindere, in questo caso vogliamo solo sostenere che a redigere un regolamento sui beni comuni urbani, di cui la Città di Cagliari è priva, basta poco: basta appunto copiare intelligentemente dalle migliori regolamentazioni (a cui corrispondano buone pratiche) conosciute. Noi vorremmo però arrivare all’approvazione formale di un regolamento (da parte del Consiglio comunale) attraverso un percorso di condivisione con i cittadini attivi e le loro organizzazioni associative. Spetta al Comune e, in particolare ai consiglieri comunali (tutti: di maggioranza e di minoranza) e, ovviamente, al Sindaco e alla Giunta, di avviare questo percorso partecipativo per arrivare rapidamente alla meta. Al riguardo il Laboratorio sulla Sussidiarietà (www.labsus.org) guidato dal prof. Gregorio Arena fornisce ogni necessario e qualificato supporto. Spetta poi all’Amministrazione comunale di dotarsi di un’adeguata organizzazione di carattere gestionale perché tutto venga concretamente attuato nel migliore dei modi. (Franco Meloni direttore di Aladinews e componente dell’Osservatorio Beni Comuni della Sardegna).

Beni comuni urbani inutilizzati. Appunti per il prossimo Sindaco

Dicevamo su Aladinews il 24 febbraio 2017 (oltre due anni fa)
Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?
Palazzo sorcesco 2Inutile recuperare stabili di proprietà comunale se poi non li si mette a disposizione dei cittadini: il caso del palazzo sorcesco del corso Vittorio Emanuele.
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Ecco il progetto, poi effettivamente realizzato: http://www.archilovers.com/projects/146279/palazzo-sorcesco-consolidamento-e-restauro-conservativo.html
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palazzo-sorcesco-8-03-19[oggi su fb] Beni comuni urbani. Appunti per il prossimo Sindaco. Il cd Palazzo sorcesco del corso Vittorio: lavori da tempo ultimati, ma tuttora inutilizzato. Si aspetta che venga vandalizzato?
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Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?

Palazzo sorcesco 2Inutile recuperare stabili di proprietà comunale se poi non li si mette a disposizione dei cittadini: il caso del palazzo sorcesco del corso Vittorio Emanuele.
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Ecco il progetto, poi effettivamente realizzato: http://www.archilovers.com/projects/146279/palazzo-sorcesco-consolidamento-e-restauro-conservativo.html
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Della questione si occuperà presto l’Osservatorio dei beni comuni della Sardegna, recentemente costituito. La pagina fb dell’Osservatorio.

Bologna, per esempio

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REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA
E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI

CAPO I – Disposizioni generali
Art. 1 – (Finalità, oggetto ed ambito di applicazione)
Art. 2 – (Definizioni)
Art. 3 – (Principi generali)
Art. 4 – (I cittadini attivi)
Art. 5 – (Patto di collaborazione)
Art. 6 – (Interventi sugli spazi pubblici e sugli edifici)
Art. 7 – (Promozione dell’innovazione sociale e dei servizi collaborativi)
Art. 8 – (Promozione della creatività urbana)
Art. 9 – (Innovazione digitale)
CAPO II – Disposizioni di carattere procedurale
Art. 10 – (Disposizioni generali)
Art. 11 – (Proposte di collaborazione)
CAPO III – Interventi di cura e rigenerazione di spazi pubblici
Art. 12 – (Interventi di cura occasionale)
Art. 13 – (Gestione condivisa di spazi pubblici)
Art. 14 – (Gestione condivisa di spazi privati ad uso pubblico) Art. 15 – (Interventi di rigenerazione di spazi pubblici)
CAPO IV – Interventi di cura e rigenerazione di edifici
Art. 16 – (Individuazione degli edifici)
Art. 17 – (Gestione condivisa di edifici)
CAPO V – Formazione
Art. 18 – (Finalità della formazione)
Art. 19 – (Il ruolo delle scuole)
CAPO VI – Forme di sostegno
Art. 20 – (Esenzioni ed agevolazioni in materia di canoni e tributi locali)
Art. 21 – (Accesso agli spazi comunali)
Art. 22 – (Materiali di consumo e dispositivi di protezione individuale)
Art. 23 – (Affiancamento nella progettazione)
Art. 24 – (Risorse finanziarie a titolo di rimborso di costi sostenuti)
Art. 25 – (Autofinanziamento)
Art. 26 – (Forme di riconoscimento per le azioni realizzate)
Art. 27 – (Agevolazioni amministrative)
CAPO VII – Comunicazione, trasparenza e valutazione
Art. 28 – (Comunicazione collaborativa)
Art. 29 – (Strumenti per favorire l’accessibilità delle opportunità di collaborazione)
Art. 30 – (Rendicontazione, misurazione e valutazione delle attività di collaborazione)
CAPO VIII – Responsabilità e vigilanza
Art. 31 – (Prevenzione dei rischi)
Art. 32 – (Disposizioni in materia di riparto delle responsabilità)
Art. 33 – (Tentativo di conciliazione)
CAPO IX – Disposizioni finali e transitorie
Art. 34 – (Clausole interpretative)
Art. 35 – (Entrata in vigore e Sperimentazione)
Art. 36 – (Disposizioni transitorie)

CAPO I – Disposizioni generali
Art. 1 (Finalità, oggetto ed ambito di applicazione)
1. Il presente regolamento, in armonia con le previsioni della Costituzione e dello Statuto comunale, disciplina le forme di collaborazione dei cittadini con l’ammini- strazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, dando in particolare attuazione agli art. 118, 114 comma 2 e 117 comma 6 Costituzione.
2. Le disposizioni si applicano nei casi in cui l’intervento dei cittadini per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani richieda la collaborazione o risponda alla solleci- tazione dell’amministrazione comunale.
3. La collaborazione tra cittadini e amministrazione si estrinseca nell’adozione di atti amministrativi di natura non autoritativa.
4. Restano ferme e distinte dalla materia oggetto del presente regolamento le previ- sioni regolamentari del Comune che disciplinano l’erogazione dei benefici economici e strumentali a sostegno delle associazioni, in attuazione dell’art. 12 della legge 7 agosto 1990 n. 241.
Art. 2 (Definizioni)
1. Ai fini delle presenti disposizioni si intendono per:
a) Beni comuni urbani: i beni, materiali, immateriali e digitali, che i cittadini e l’Am- ministrazione, anche attraverso procedure partecipative e deliberative, riconoscono essere funzionali al benessere individuale e collettivo, attivandosi di conseguenza nei loro confronti ai sensi dell’art. 118 ultimo comma Costituzione, per condividere con l’amministrazione la responsabilità della loro cura o rigenerazione al fine di migliorar- ne la fruizione collettiva.
b) Comune o Amministrazione: il Comune di Bologna nelle sue diverse articolazioni istituzionali e organizzative.
c) Cittadini attivi: tutti i soggetti, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni sociali, anche di natura imprenditoriale o a vocazione sociale, che si attivano per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani ai sensi del presente regolamento.
d) Proposta di collaborazione: la manifestazione di interesse, formulata dai cittadini attivi, volta a proporre interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani. La proposta può essere spontanea oppure formulata in risposta ad una sollecitazione del Comune.
e) Patto di collaborazione: il patto attraverso il quale Comune e cittadini attivi defini- scono l’ambito degli interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani.
f) Interventi di cura: interventi volti alla protezione, conservazione ed alla manuten- zione dei beni comuni urbani per garantire e migliorare la loro fruibilità e qualità.
g) Gestione condivisa: interventi di cura dei beni comuni urbani svolta congiuntamen- te dai cittadini e dall’amministrazione con carattere di continuità e di inclusività.
h) Interventi di rigenerazione: interventi di recupero, trasformazione ed innovazione dei beni comuni, partecipi, tramite metodi di coprogettazione, di processi sociali, eco- nomici, tecnologici ed ambientali, ampi e integrati, che complessivamente incidono sul miglioramento della qualità della vita nella città.
i) Spazi pubblici: aree verdi, piazze, strade, marciapiedi e altri spazi pubblici o aperti al pubblico, di proprietà pubblica o assoggettati ad uso pubblico.
l) Rete civica: lo spazio di cittadinanza su internet per la pubblicazione di informazioni e notizie istituzionali, la fruizione di servizi on line e la partecipazione a percorsi inte- rattivi di condivisione.
m) Medium civico: il canale di comunicazione – collegato alla rete civica – per la rac- colta, la valutazione, la votazione e il commento di proposte avanzate dall’Ammini- strazione e dai cittadini.
Art. 3 (Principi generali)
1. La collaborazione tra cittadini e amministrazione si ispira ai seguenti valori e prin- cipi generali:
a) Fiducia reciproca: ferme restando le prerogative pubbliche in materia di vigilanza, programmazione e verifica, l’Amministrazione e i cittadini attivi improntano i loro rapporti alla fiducia reciproca e presuppongono che la rispettiva volontà di collabora- zione sia orientata al perseguimento di finalità di interesse generale.
b) Pubblicità e trasparenza: l’amministrazione garantisce la massima conoscibilità del- le opportunità di collaborazione, delle proposte pervenute, delle forme di sostegno assegnate, delle decisioni assunte, dei risultati ottenuti e delle valutazioni effettuate. Riconosce nella trasparenza lo strumento principale per assicurare l’imparzialità nei rapporti con i cittadini attivi e la verificabilità delle azioni svolte e dei risultati otte- nuti.
c) Responsabilità: l’amministrazione valorizza la responsabilità, propria e dei cittadi- ni, quale elemento centrale nella relazione con i cittadini, nonché quale presupposto necessario affinché la collaborazione risulti effettivamente orientata alla produzione di risultati utili e misurabili.
d) Inclusività e apertura: gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni devono essere organizzati in modo da consentire che in qualsiasi momento altri cittadini inte- ressati possano aggregarsi alle attività.
e) Sostenibilità: l’amministrazione, nell’esercizio della discrezionalità nelle decisioni che assume, verifica che la collaborazione con i cittadini non ingeneri oneri superiori ai benefici e non determini conseguenze negative sugli equilibri ambientali.
f) Proporzionalità: l’amministrazione commisura alle effettive esigenze di tutela degli interessi pubblici coinvolti gli adempimenti amministrativi, le garanzie e gli standard di qualità richiesti per la proposta, l’istruttoria e lo svolgimento degli interventi di collaborazione.
g) Adeguatezza e differenziazione: le forme di collaborazione tra cittadini e ammini- strazione sono adeguate alle esigenze di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani e vengono differenziate a seconda del tipo o della natura del bene comune urbano e delle persone al cui benessere esso è funzionale.
h) Informalità: l’amministrazione richiede che la relazione con i cittadini avvenga nel rispetto di specifiche formalità solo quando ciò è previsto dalla legge. Nei restanti casi assicura flessibilità e semplicità nella relazione, purché sia possibile garantire il rispet- to dell’etica pubblica, così come declinata dal codice di comportamento dei dipendenti pubblici e dei principi di imparzialità, buon andamento, trasparenza e certezza.
i) Autonomia civica: l’amministrazione riconosce l’autonoma iniziativa dei cittadini e predispone tutte le misure necessarie a garantirne l’esercizio effettivo da parte di tutti i cittadini attivi.
Art. 4 (I cittadini attivi)
1. L’intervento di cura e di rigenerazione dei beni comuni urbani, inteso quale concreta manifestazione della partecipazione alla vita della comunità e strumento per il pieno sviluppo della persona umana, è aperto a tutti, senza necessità di ulteriore titolo di legittimazione.
2. I cittadini attivi possono svolgere interventi di cura e di rigenerazione dei beni co- muni come singoli o attraverso le formazioni sociali in cui esplicano la propria perso- nalità, stabilmente organizzate o meno.
3. Nel caso in cui i cittadini si attivino attraverso formazioni sociali, le persone che sottoscrivono i patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento rap- presentano, nei rapporti con il Comune, la formazione sociale che assume l’impegno di svolgere interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.
4. L’efficacia dei patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento è condizionata alla formazione secondo metodo democratico della volontà della forma- zione sociale che assume l’impegno di svolgere interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.
5. I patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento riconoscono e valorizzano gli interessi, anche privati, di cui sono portatori i cittadini attivi in quanto contribuiscono al perseguimento dell’interesse generale.
6. Il Comune ammette la partecipazione di singoli cittadini ad interventi di cura o ri- generazione dei beni comuni urbani quale forma di riparazione del danno nei confronti dell’ente ai fini previsti dalla legge penale, ovvero quale misura alternativa alla pena detentiva e alla pena pecuniaria, con le modalità previste dalla normativa in materia di lavoro di pubblica utilità.
7. Gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani possono costituire progetti di servizio civile in cui il Comune può impiegare i giovani a tal fine selezionati secondo modalità concordate con i cittadini.
Art. 5 (Patto di collaborazione)
1. Il patto di collaborazione è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi con- cordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.
2. Il contenuto del patto varia in relazione al grado di complessità degli interventi concordati e della durata della collaborazione. Il patto, avuto riguardo alle specifiche necessità di regolazione che la collaborazione presenta, definisce in particolare:
a) gli obiettivi che la collaborazione persegue e le azioni di cura condivisa;
b) la durata della collaborazione, le cause di sospensione o di conclusione anticipata della stessa;
c) le modalità di azione, il ruolo ed i reciproci impegni dei soggetti coinvolti, i requisiti ed i limiti di intervento;
d) le modalità di fruizione collettiva dei beni comuni urbani oggetto del patto;
e) le conseguenze di eventuali danni occorsi a persone o cose in occasione o a causa degli interventi di cura e rigenerazione, la necessità e le caratteristiche delle coperture assicurative e l’assunzione di responsabilità secondo quanto previsto dagli artt. 31 e 32 del presente regolamento, nonché le misure utili ad eliminare o ridurre le interferenze con altre attività;
f) le garanzie a copertura di eventuali danni arrecati al Comune in conseguenza della mancata, parziale o difforme realizzazione degli interventi concordati;
g) le forme di sostegno messe a disposizione dal Comune, modulate in relazione al va- lore aggiunto che la collaborazione è potenzialmente in grado di generare;
h) le misure di pubblicità del patto, le modalità di documentazione delle azioni re- alizzate, di monitoraggio periodico dell’andamento, di rendicontazione delle risorse utilizzate e di misurazione dei risultati prodotti dalla collaborazione fra cittadini e amministrazione;
i) l’affiancamento del personale comunale nei confronti dei cittadini, la vigilanza sull’andamento della collaborazione, la gestione delle controversie che possano insor- gere durante la collaborazione stessa e l’irrogazione delle sanzioni per inosservanza del presente regolamento o delle clausole del patto;
l) le cause di esclusione di singoli cittadini per inosservanza del presente regolamento o delle clausole del patto, gli assetti conseguenti alla conclusione della collaborazione, quali la titolarità delle opere realizzate, i diritti riservati agli autori delle opere dell’in- gegno, la riconsegna dei beni, e ogni altro effetto rilevante;
m) le modalità per l’adeguamento e le modifiche degli interventi concordati.
3. Il patto di collaborazione può contemplare atti di mecenatismo, cui dare ampio rilievo comunicativo mediante forme di pubblicità e comunicazione dell’intervento realizzato, l’uso dei diritti di immagine, l’organizzazione di eventi e ogni altra forma di comunicazione o riconoscimento che non costituisca diritti di esclusiva sul bene comune urbano.
Art. 6 (Interventi sugli spazi pubblici e sugli edifici)
1. La collaborazione con i cittadini attivi può prevedere differenti livelli di intensità dell’intervento condiviso sugli spazi pubblici e sugli edifici, ed in particolare: la cura occasionale, la cura costante e continuativa, la gestione condivisa e la rigenerazione.
2. I cittadini attivi possono realizzare interventi, a carattere occasionale o continua- tivo, di cura o di gestione condivisa degli spazi pubblici e degli edifici periodicamente individuati dall’amministrazione o proposti dai cittadini attivi. L’intervento è finaliz- zato a:
- integrare o migliorare gli standard manutentivi garantiti dal Comune o migliorare la vivibilità e la qualità degli spazi;
- assicurare la fruibilità collettiva di spazi pubblici o edifici non inseriti nei programmi comunali di manutenzione.
3. Possono altresì realizzare interventi, tecnici o finanziari, di rigenerazione di spazi pubblici e di edifici.
Art. 7 (Promozione dell’innovazione sociale e dei servizi collaborativi)
1. Il Comune promuove l’innovazione sociale, attivando connessioni tra le diverse ri- sorse presenti nella società, per creare servizi che soddisfino bisogni sociali e che nel contempo attivino legami sociali e forme inedite di collaborazione civica, anche attra- verso piattaforme e ambienti digitali, con particolare riferimento alla rete civica.
2. Il Comune promuove l’innovazione sociale per la produzione di servizi collaborativi. Al fine di ottimizzare o di integrare l’offerta di servizi pubblici o di offrire risposta alla emersione di nuovi bisogni sociali, il Comune favorisce il coinvolgimento diretto dell’u- tente finale di un servizio nel suo processo di progettazione, infrastrutturazione ed erogazione. La produzione di servizi collaborativi viene promossa per attivare processi generativi di beni comuni materiali, immateriali e digitali.
3. Il Comune persegue gli obiettivi di cui al presente articolo incentivando la nascita di cooperative, imprese sociali, start-up a vocazione sociale e lo sviluppo di attività e progetti a carattere economico, culturale e sociale.
4. Gli spazi e gli edifici di cui al presente regolamento rappresentano una risorsa fun- zionale al raggiungimento delle finalità di cui al presente articolo. Il Comune riserva una quota di tali beni alla realizzazione di progetti che favoriscano l’innovazione socia- le o la produzione di servizi collaborativi.
Art. 8 (Promozione della creatività urbana)
1. Il Comune promuove la creatività, le arti, la formazione e la sperimentazione arti- stica come uno degli strumenti fondamentali per la riqualificazione delle aree urbane o dei singoli beni, per la produzione di valore per il territorio, per la coesione sociale e per lo sviluppo delle capacità.
2. Per il perseguimento di tale finalità il Comune riserva una quota degli spazi e degli edifici di cui al presente regolamento allo svolgimento di attività volte alla promozione della creatività urbana e in particolare di quella giovanile.
3. Il Comune promuove la creatività urbana anche attraverso la valorizzazione tem- poranea di spazi e immobili di proprietà comunale in attesa di una destinazione d’uso definitiva. I suddetti beni possono essere destinati a usi temporanei valorizzandone la vocazione artistica, evitando in tal modo la creazione di vuoti urbani e luoghi di conflitto sociale.
Art. 9 (Innovazione digitale)
1. Il Comune favorisce l’innovazione digitale attraverso interventi di partecipazione all’ideazione, al disegno e alla realizzazione di servizi e applicazioni per la rete civica da parte della comunità, con particolare attenzione all’uso di dati e infrastrutture aperti, in un’ottica di beni comuni digitali.
2. Al tal fine il Comune condivide con i soggetti che partecipano alla vita e all’evoluzio- ne della rete civica e che mettono a disposizione dell’ambiente collaborativo e del me- dium civico competenze per la coprogettazione e realizzazione di servizi innovativi, i dati, gli spazi, le infrastrutture e le piattaforme digitali, quali la rete e il medium civici.
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Tutto il regolamento di Bologna.
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labsus
Altri regolamenti sul sito LabSus
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scuola popolare is mirrionisPalazzo sorcesco 1Palazzo sorcesco 2

Politiche giovanili. Progetto CultuRAS 4

palazzo sorcescoDOCUMENTAZIONE
Giunta regionale RAS. Delibera del 25 novembre 2016, n. 63/35 [file .pdf]
Intese Fondo nazionale politiche giovanili n. 96/CU del 21.7.2016: Approvazione Progetto “CultuRAS 4 – Interventi in materia di politiche giovanili, volti a promuovere-iniziative culturali e formative e appositi centri o spazi e/o forme aggregative dei giovani” – attività di orientamento e placement, nonché attività dirette alla prevenzione del disagio giovanile e al sostegno dei giovani talenti”, nell’ambito degli Accordi tra Pubbliche Amministrazioni in materia di Politiche Giovanili tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e la Regione Sardegna – Direzione Generale della Pubblica Istruzione.
- All. 63/35 [file .pdf].
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Giunta regionale RAS. Delibera del 25 novembre 2016, n. 63/20 [file .pdf].
Progetti di mobilità giovanile internazionale, di promozione dell’interculturalità e della cittadinanza europea; promozione degli scambi giovanili.

DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE MANDATO AMMINISTRATIVO 2016/2021 SINDACO MASSIMO ZEDDA

Torri municipio Cagliarilampadadialadmicromicro13Il nostro amico consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Pino Calledda ci ha fatto avere in anteprima il documento con le dichiarazioni programmatiche che il Sindaco Massimo Zedda esporrà nella prossima seduta del Consiglio comunale di Cagliari prevista martedì 11 ottobre. Le stesse dichiarazioni sono pervenute a tutti i consiglieri comunali su richiesta del presidente dell’assemblea civica Guido Portoghese ma allo stato non sono disponibili nel sito web del Comune. Nei prossimi giorni in spirito di servizio, come si diceva un tempo, formuleremo osservazioni critiche – in senso lato – cercando di mantenere comunque una serenità di giudizio. Ciò significa apprezzamento per quanto riteniamo positivo, critica per quanto riteniamo sbagliato, richiesta di spiegazioni per quanto viene omesso. Proprio a quest’ultimo riguardo lasciateci anticipare un interrogativo: perché nelle dichiarazioni non si parla degli immigrati e delle politiche di accoglienza? Ne vogliamo parlare? Ecco: in questo contesto e in questa direzione noi siamo impegnati, ma vorremmo essere in buona compagnia, cioè vorremmo che tutti coloro che hanno qualcosa da osservare o segnalare, per questioni di carattere generali o specifiche, intervenissero. Con tutto il rispetto che abbiamo dei nostri rappresentanti istituzionali che si esprimeranno nell’esercizio del loro mandato, crediamo che non debba mancare l’intervento dei semplici cittadini singoli o associati. A tal proposito gli spazi di ALADINEWS sono dunque a disposizione.
StemmaAraldico_ComuneCagliari_feb2015_d0

    DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE – MANDATO AMMINISTRATIVO 2016/2021
    SINDACO MASSIMO ZEDDA

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