Risultato della ricerca: Sant'Efisio

Ricordando Roberto Porrà

1c218a99-f695-4f32-9553-65a02786872c[Franco Meloni] L’amicizia con Roberto risale agli inizi degli anni 70, quando ci trovammo a militare insieme nelle formazioni della cd sinistra extraparlamentare: Pdup, Democrazia Proletaria. Entrambi approdati all’impegno politico direttamente dalla spinta dei valori della cultura cattolica di cui eravamo impregnati. [segue]

1° maggio: buon primo maggio a tutti

brancaccio-11° maggio 2021

SE MANCA LA MATERIA PRIMA
di Gianni Loy

Festa celebrata con tristezza, oggi come tante altre volte, perché ancora scorre, davanti ai nostri occhi, il lavoro come forma di sfruttamento, il lavoro che manca, il lavoro che uccide. Scorrono, impietosamente, le immagini di chi, per guadagnarsi un pane, è costretto a piegarsi ad ogni umiliazione, ad abbandonare la propria terra, a morire, senza sepoltura, di morte atroce.
Sembra che l’angelo del dipinto ancora brandisca la spada della cacciata dal paradiso terrestre. Che i nostri primi progenitori ancora fuggano dal giardino verso l’ignoto, inseguiti dallo sguardo del Dio poderoso, lasciandosi alle spalle la felicità.
Sembra ancora di udire le parole della condanna: maledetta la terra, da essa, con fatica, trarrai il nutrimento, mangerai il pane con il sudore del tua fronte.
Così nacque il lavoro, come maledizione, come sofferenza; per i credenti come espiazione dal peccato originale. Spregevole fatica destinata agli schiavi, ai servi, ai rematori delle galere. Ché le persone “libere” disdegnavano. Non è neppure lontano il tempo in cui le donne della borghesia persino fuggivano i raggi del sole per non essere confuse con le loro sorelle che, lavorando nei campi dall’alba al tramonto, vedevano iscurire la loro pelle. Più tardi l’avrebbero chiamata abbronzatura.
- Che questo lavoro sia maledetto! Ebbe a gridare anche Victor Hugo, alla vista di fanciulli, dei quali neppure uno sorrideva, e di bimbe di otto anni “che vanno a lavorare quindici ore sotto le macine, che se ne vanno dall’alba alla sera, a far eternamente, nella medesima prigione, il medesimo movimento”.
Il giorno d’oggi non ci consola. Né nelle periferie, lontane eppur così vicine, né sul nostro marciapiede. Le leggi hanno affermato i fondamentali diritti della persona che lavora ma non hanno potuto arrestare la povertà che ancora prospera proprio a causa del lavoro negato e del lavoro sfruttato.
Eppure, sin dal principio, è germogliata una differente e contrapposta visione del lavoro che, ben lungi dall’esser considerato una condanna ed una pena, veniva riscoperto nel suo valore essenziale di dignità della persona. A partire dallo stesso San Paolo che, pur potendosi avvalere, in quanto ministro del culto, del diritto di esser mantenuto dalla Comunità, decide, invece, di mantenersi con il proprio lavoro e proclama con orgoglio: “nessuno mi toglierà questo vanto”.
Un percorso lento e faticoso. La schiavitù è scomparsa dal diario della storia appena l’altro giorno, e neppure del tutto. È stata necessaria la ribellione organizzata degli sfruttati, con il sacrificio di innumerevoli vittime, per far progredire la storia. Così che, oggi, è proprio sul lavoro che si fonda la Repubblica italiana e a tutti i cittadini viene chiesto di concorrere, con la propria attività, al progresso materiale o spirituale dell’intera società.
Per altro verso, è attraverso la cultura che dovrà penetrare nell’intimo di ogni persona, e della collettività nel suo insieme, la consapevolezza della dignità insita in ogni attività umana.
La storia va avanti, ma il processo di crescita democratica a volte s’inceppa. In un primo maggio devastato dalla pandemia, due esempi possono aiutarci a meglio intendere il valore del lavoro.
Il primo è quello di un Papa che proprio il primo maggio dell’anno passato, durante la celebrazione della messa, nella cappella di Casa Santa Marta, ha raccontato una parabola. Un uomo, rimasto senza lavoro e impossibilitato a sfamare la propria famiglia, si recò nella sede della Caritas per chiedere aiuto. Un volontario gli diede un pacco contenente prodotti alimentari e, nel consegnarglielo, gli disse: “Almeno lei può portare il pane a casa”. Quell’uomo, al sentire quelle parole, si rivolse al volontario e gli rispose: “Ma a me non basta questo, non è sufficiente. Io, il pane che porto a casa lo voglio guadagnare”. Papa Francesco, in perfetto stile stile evangelico, ha così commentato: – Vedete. A quell’uomo mancava la dignità, la dignità di poter ‘fare’ egli stesso il pane con il proprio lavoro e portarlo a casa. La dignità del lavoro, che tanto è calpestata, purtroppo.
Chi non lavora “non ha”, è evidente, ma soprattutto “non è”.
Papa Francesco ha concluso ricordando che il lavoro altro non è che la continuazione della creazione e che “il lavoro umano è la vocazione dell’uomo ricevuta da Dio alla fine della creazione dell’Universo”.
Il secondo è un ammonimento del nostro Remundu Piras, in occasione dei festeggiamenti di Sant’Antiogu, nel 1976 a Ghilarza. Prima di tutto, con una bellissima espressione, ha invitato tutti a “guardare in faccia il lavoro”: “Nara a sa moderna zonventude, de abbaidare su trabagliu in cara”, cioè a prendere piena consapevolezza del suo valore.
Quindi, con una mirabile metafora, spiega l’indispensabilità del lavoro, perché “sena s’istuppa non faghet filonzu, non ballat fusu e non si faghet filu …” In mancanza della stoppa non si può filare, il fuso non potrà “ballare” e non si potrà produrre il filato.
Insomma, il lavoro è la materia prima. Senza lavoro, senza un lavoro dignitoso, la terra, questa nostra unica terra, calpesta e derisa, non potrà ballare.

Gianni Loy
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Nell’illustrazione in testa: Cappella Brancacci, Cacciata di Adamo ed Eva (restaurato).
Autore: Masaccio – Data 1424-1425 – Tecnica: affresco Dimensioni 214×88 cm.
Ubicazione: Cappella Brancacci, chiesa di Santa Maria del Carmine, Firenze
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Nelle foto:
- manifestazione di lavoratori ambulanti, giostrai, torronai. Cagliari 21 aprile 2021.
- la prima pagina de Il Manifesto, del primo maggio 2021.
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IN PRIMO PIANO
1° maggio 2021: la solitudine dei lavoratori
30-04-2021 – di: Livio Pepino su Volerelaluna
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1° maggio a Cagliari
Sant’Efisio
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Lettera di uno stampacino al Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu: Sant’Efisio domani 3 maggio passi davanti all’ospedale SS Trinità

s-efisio-2019Caro Paolo,
(…) io sono stampaxinu di molte generazioni. La famiglia dei nonni paterni abitava in via S.Efisio e due sorelle di babbo Giulio sono morte sotto le bombe del 1943 in via San Giorgio. La mia famiglia ed io stesso abbiamo abitato in via Cammino Nuovo nr.1 (sa murialla) fino al 1961 [segue]

Oggi venerdì 1° maggio 2020 Festa dei lavoratori. Non passada Sant’Efis.

4cc66a59-7246-48ab-b904-13b603124020sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2senza-titolo1lampadadialadmicromicro13democraziaoggi-loghetto55aed52a-36f9-4c94-9310-f83709079d6dasvis-oghetto
—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti———————-
W il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori
Il 1° maggio di Rodari [su Democraziaoggi]
I colori dei mestieri
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano un dito
ma il loro mestiere non è pulito.[…]
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Partenzia de S. Efis
di Mercede Mundula
[su Democraziaoggi]
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s-efisio-2019Viva Sant’Efis. 364a Festa di Sant’Efisio: in fiduciosa attesa di tempi migliori, che in certa parte dipendono da noi.
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IL PAPA E IL PRESIDENTE. LA FASE 2 IN AFFANNO
30 Aprile 2020 by Forcesi | su C3dem [segue]

Sant’Efis passa duminigu, fui fui.

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PROGRAMMA SANT’EFISIO CAGLIARI 2020
L’Arciconfraternita del Gonfalone di Sant’Efisio Martire ha diramato il programma delle funzioni per il 364° scioglimento del voto solenne della Municipalità cagliaritana al Santo.
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Elisio Santo di maggio

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efis-1-05-19lampadadialadmicromicro133“Protettori poderosu, De Sardigna speziali, Liberainosì de mali Efis martiri gloriosu” Renato d’Ascanio Ticca ha pubblicato sulla sua pagina fb la seconda parte del servizio fotografico sulla 363a Sagra di Sant’Efisio del primo maggio, realizzato in accordo con la Direzione di Aladinpensiero News (con autorizzazione/pass del Comune di Cagliari). Le fotografie possono essere scaricate dalla stessa pagina fb e dal nostro sito, e ripubblicate, purché ne siano citati l’Autore e la fonte. Per il servizio fotografico e per la disponibilità ringraziamo Renato, che ci fa dono di immagini bellissime della Festa di Sant’Efisio. Ecco il secondo servizio fotografico di 597 scatti: https://www.facebook.com/renato.dascanio/posts/10218400236466133 .

Efis c’esti bissiu, abetaus chi torri.

efis-renato-dascefis-1-05-19lampadadialadmicromicro133Renato d’Ascanio Ticca ha pubblicato sulla sua pagina fb la prima parte del servizio fotografico sulla 363a Sagra di Sant’Efisio del primo maggio, realizzato in accordo con la Direzione di Aladinpensiero News (con autorizzazione/pass del Comune di Cagliari). Le fotografie possono essere scaricate dalla stessa pagina fb e dal nostro sito, e ripubblicate, purché ne siano citati l’Autore e la fonte. Per le foto e per la disponibilità ringraziamo Renato, che ci fa dono di immagini bellissime della Festa di Sant’Efisio, Efis per i cagliaritani e, in particolare per gli stampacini che lo venerano non solo come Santo ma come un Amico di sempre. Ecco il primo servizio fotografico di 129 scatti: https://www.facebook.com/renato.dascanio/posts/10218395592710042 .

Oggi mercoledì primo maggio 2019

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s-efisio-2019Oi sa bissira de Efis.
I servizi fotografici per la 363a Sagra di Sant’Efisio saranno curati per la nostra News da Renato d’Ascanio Ticca. La gran parte degli scatti fotografici saranno ospitati nella sua pagina fb.
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Primo maggio, giorno del riscatto del lavoro
1 Maggio 2019
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
Di seguito un articolo di Grandi sul I° Maggio e sul valore del lavoro, di cui in questo blog, grazie anche alla spinta del Costat e dell’ANPI, ci siamo occupati con continuità, tanto da fare un importante Convegno e produrre un libro (ora in libreria), su cui si veda la recensione di Gianna Lai. Sul tema cogliamo l’occasione per linkare un bell’articolo di Tonino Dessì.
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Crasi pássada Sant’Efis

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- Antonio Corriga, la processione di Sant’Efisio del 1° maggio. Dipinto proprietà Banco di Sardegna, nella sede di Cagliari.

Beni comuni urbani inutilizzati. Appunti per il prossimo Sindaco

Dicevamo su Aladinews il 24 febbraio 2017 (oltre due anni fa)
Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?
Palazzo sorcesco 2Inutile recuperare stabili di proprietà comunale se poi non li si mette a disposizione dei cittadini: il caso del palazzo sorcesco del corso Vittorio Emanuele.
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Ecco il progetto, poi effettivamente realizzato: http://www.archilovers.com/projects/146279/palazzo-sorcesco-consolidamento-e-restauro-conservativo.html
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palazzo-sorcesco-8-03-19[oggi su fb] Beni comuni urbani. Appunti per il prossimo Sindaco. Il cd Palazzo sorcesco del corso Vittorio: lavori da tempo ultimati, ma tuttora inutilizzato. Si aspetta che venga vandalizzato?
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Elezioni sarde. Punta de billete/Save the date

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- La pagina fb dell’evento. lampadadialadmicromicro133DOCUMENTAZIONE: il messaggio dei Vescovi sardi.

Santa Igia

img_7035Il territorio di Santa Igia e il progetto di fondazione del Castello di Cagliari, città nuova pisana del 1215
Riassunto
Il nucleo della città nuova fu progettato dai pisani nel 1215 nei territori di Santa Igia, capitale del Giudicato di Cagliari. L’analisi di alcune parti pervenute del contesto originario permette una più ampia valutazione di vari aspetti della fondazione pisana, quali la strategia adottata per disconnettere l’assetto territoriale precedente e l’introduzione di innovazioni sul piano della costruzione urbanistica ed edilizia.
La caratura culturale della città nuova è quella di una “grande opera” in un panorama europeo nel quale le fondazioni sono una pratica diffusa. Il progetto di Cagliari interpreta istanze politiche e mercantili, eseguite secondo i più avanzati dispositivi militari, estetici, simbolici e culturali.
[segue]

Giovedì 26 luglio Sant’Efisio al Museo

I 40 anni di Sant’Efisio su Videolina.
cattura

ALADINE(W)STATE. Contus stampaxinus.

L’albero cavo di via Sant’Efisio.
di Anonimo stampacino

8291911f-ea63-4427-8cac-cd134e3e1b09 Fino alla fine degli anni 60 nello slargo della via Sant’Efisio prospicente le scalette di Santa Restituta vi erano due grandi alberi. Da quel tempo, non ricordo di preciso il mese e l’anno, ne sopravvive solo uno, come si vede nella foto (del 19 luglio 2018) rigoglioso e ben saldo. L’albero gemello, nel caso fosse esistito a tutt’oggi, forse non godrebbe di altrettanta buona salute, ma la causa della sua anticipata dipartita fu una sconsiderata azione umana. Che ora vi racconto. [segue]

Oggi martedì 1° maggio 2018 Festa dei Lavoratori – Cagliari festeggia Sant’Efisio

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lampada aladin micromicrodemocraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2img_4633Anpi logo nazimg_4939costat-logo-stef-p-c_2-2——————–Dibattiti&Commenti—————————
1-maggio181° maggio
Nel 1866 la rivendicazione “otto ore come limite legale dell’attività lavorativa” apriva la strada a lotte internazionali. Dal 1889 ogni 1° maggio si celebrano i diritti dei lavoratori. La data ricorda una manifestazione operaia a Chicago del 1886, repressa nel sangue. Su eddyburg, ripresa da aladinews.
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1° Maggio festa dei lavoratori: rileggiamo Karl Marx
1 Maggio 2018

Red su Democraziaoggi.
77c5304a-855a-4c74-abf5-cc4d9d31b374Caduta l’URSS e la vicenda del socialismo reale, intrisa dell’indelebile marchio dello stalinismo, Karl Marx riprende a giganteggiare in tutta la ricchezza del suo pensiero, piegato a una lettura e applicazione totalitaria, ma volto alla liberazione dell’uomo, all’affermazione della democrazia, come governo del popolo. Basta leggere le sue riflessioni su La Comune per capire che la sua “dittatura del proletariato”, non era la dittatura di un partito.
Ora, nel nuovo clima, prende luce il pensiero di Marx, che si ricostruisce da frammenti di opere e non ha mai avuto carattere monolitico, se non nelle pubblicasul sito Democraziaoggi] la nuova prospettiva, aperta, fra gli altri, da Marcello Musto, in un suo libro, recensito da Alfio Neri, di cui pubblichiamo una sintesi.
————————–Festa del Lavoro?——-——————————-
sedia di VannitolaBUON 1 MAGGIO MA NON CHIAMATELO FESTA DEL LAVORO.
Il lavoro manca per i giovani e i meno giovani. I nostri figli, ancora precari a 35 anni, costretti a emigrare nelle città del nord come i nostri padri. I nostri figli che pagano oltre 500 euro dai loro miseri stipendi per un alloggio. I morti sul lavoro che sono diminuiti nelle statistiche soltanto perché si sono drasticamente ridotti i posti di lavoro. I diritti dei lavoratori umiliati, calpestati e ridotti dalle leggi sull’occupazione degli ultimi governi. L’affermarsi e il diffondersi delle politiche del neoliberismo estremo e della destra fascista. Ma quale Festa? Potremmo definirla al massimo giornata di riflessione e di lotta per cambiare qualcosa ma non prendeteci in giro con la retorica del mega concerto dei Sindacati a Roma. (V.T.)
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f3c557f2-422d-4ade-80de-076179f32533Sempre e ovunque Resistenza, anche a Mores
1 Maggio 2018

Luisa Sassu su Democraziaoggi.
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