Risultato della ricerca: benaltristi

Oggi lunedì 14 ottobre 2019

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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Un fine settimana ricco di notizie dolorose e preoccupanti con qualche spiraglio di promettente impegno
14 Ottobre 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Un fine settimana ricco di eventi significativi. Uno su tutti per il dolore profondo che suscita. L’assassinio di Hevrin Khalaf. Guardate che bella faccia, specchio della sua bella anima. Hevrin aveva 35 anni, era segretaria generale del Partito Futuro siriano, era una attivista per i diritti delle donne e per la pace. Secondo […]
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flavia-a-capo-frascaCAPO FRASCA 12-10-2019. Il senso di una battaglia.
di Francesco Casula
Una gran bella Manifestazione. Alla faccia delle cugurre, dei disfattisti, dei benaltristi. Sempre pronti alle maldicenze e, persino alle falsità.
Una Manifestazione partecipata, numerosa: di 3-4-5 mila? Convinti e decisi. In una località non particolarmente agevole da raggiungere. Di persone libere e generose. Non intruppate in Partiti e Sindacati o da loro “pagati” e spesati.
Una manifestazione colorata, pacifica, gioiosa con intere famiglie, bambini e anziani, ma soprattutto giovani e donne. Qualche minuta scaramuccia, non fa testo: Ma poiché sciacalli e iene (della comunicazione ma non solo) si “buttano” inevitabilmente su tali inezie, ingigantendole, meglio evitarle.
Una manifestazione plurale: con tanti soggetti, sensibilità politiche e culturali anche diverse, movimenti, associazioni: tutti uniti da un solo obiettivo: la lotta contro le basi, contro l’occupazione militare.
Una Manifestazione dunque di precisa e netta e circostanziata denuncia per l’occupazione del nostro territorio da parte dello Stato italiano: sequestrandolo, inquinandolo, devastandolo. Che procura morti, invalidi, malati.
Ricordo la denuncia, a novembre del 2014,del deputato di Sel Michele Piras: “23 lavoratori su 70 hanno contratto il cancro a Capo Frasca: 12 sono deceduti, 7 sono invalidi permanenti, a nessuno è stato riconosciuto l’indennizzo”.
Una manifestazione di protesta e di denuncia ma anche di proposte: un grande piano e progetto di bonifica e disinquinamento per poi restituire tutto il territorio occupato a contadini e pastori, per attività produttive, turistiche, civili.
Ma tutto bene allora per quanto riguarda la nostra manifestazione?
No.
Dobbiamo fare di più e meglio. Allargare il fronte. Dare continuità alla nostra battaglia: convinti che essa deve essere la battaglia di tutti i sardi. Non solo dunque di una parte minoritaria, magari più “politicizzata” e più avvertita culturalmente e politicamente.
Una battaglia che è nel contempo culturale e politica, ambientale ed economica.
Per una Sardegna libera e prospera. Per un’Isola di pace e non di guerra: nell’intera area mediterranea ma non solo.
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La leggina regionale che costituisce Sardegna Free Zone rischia di fermare il faticoso cammino del punto franco di Cagliari

“Sardegna Free Zone”: un’operazione di benaltrismo?

Mi sbaglierò, ma la legge regionale approvata oggi, al di là delle intenzioni dei consiglieri regionali che l’hanno approvata con voto unanime, rischia di rallentare le poche iniziative positive in atto in materia di “zona franca”, come l’avvio del “punto franco” doganale nel porto di Cagliari. Sapete cosa significa creare una nuova entità, formata dai sindaci (quali?) dalle autorità portuali, dalla Regione? E perchè sono state ignorate le Camere di Commercio (che dovrebbero rappresentare le imprese). I nostri politici hanno girato il mondo (a nostre spese) per vedere le diverse esperienze. A tutti è piaciuta Barcellona. Bene si fa forse Catalogna zona franca?  E l’Autorità portuale Piergiorgio Massidda, il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Deidda e il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda che dicono? (f.m.)

Noi di Aladin comunque approfondiremo e vigileremo

- La proposta di legge regionale nel testo poi approvato

- La legge regionale approvata

La notizia su L’Unione Sarda on line (continua)

La LAMPADA di ALADIN. Per ottenere la zona franca, nell’unica tipologia oggi possibile, scoviamo e combattiamo i “benaltristi”

di Aladin
I BENALTRISTI
A proposito di zona franca. Si chiede Benedetto Barranu in un intervento su La Nuova Sardegna di oggi “(…) Perché invece di fare propaganda per nascondere la propria inerzia (…) non si cerca di attuare ciò che è previsto dallo Statuto sardo e dalle norme di attuazione del 1998, nell’ambito della normativa europea, cioè i sei punti franchi collegati alle aree industriali e alle aree urbane già individuate?”. Da molto tempo ce lo chiediamo anche noi. E’arrivato il tempo di chiedere conti ai responsabili di tali ritardi, di cui sappiamo nomi e cognomi, primi tra tutti Ugo Capellacci (presidente della Regione) e, limitatamente al punto franco doganale di Cagliari, Piergiorgio Massidda (presidente dell’Autorità portuale di Cagliari e della Società Free Zone), Natale Ditel (commissario del Cacip e amministratore delegato della Soc. Free Zone). Ma ci chiediamo anche il perchè altri non pongano con chiarezza il problema dell’attuazione del punto franco doganale di Cagliari, quello che poteva essere attuato almeno da dodici anni e che potrebbe vedere la luce in tempi rapidissimi, se solo si avesse la volontà politica di farlo. Tra questi ultimi è urgente che prendano posizione e pretendano tempi certi il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda (l’entità di gestione della zona franca di Cagliari dovrebbe avere come naturale presidente il Sindaco), nonchè il presidente della Camera di Commercio (altro ente necessario) Giancarlo Deidda; al riguardo non dimentichiamo che la Camera ha da tempo preso posizione, rivendicando un ruolo importante nella gestione della zona franca. E’ ora quindi di precisare ruoli, impegni dei soggetti coinvolti e, soprattutto, occorre darsi tempi certi e verificabili dai cittadini. Basta con gli alibi dei troppi benaltristi, che assumono a giustificazione del loro far niente il fatto che benaltro di meglio potrebbe in teoria essere fatto. Cosa impossibile, almeno in tempi brevi e medi, senza quindi proiettarci troppo nel futuro, come è realistico e necessario fare, considerato – come diceva Keynes – che nei tempi lunghi saremo tutti morti!