Risultato della ricerca: elezioni e legge elettorale

Elezioni Europee. SOS per la Lista Pace Terra Dignità

Guardate questi sondaggi aggiornati al 15 c.m. da La7:
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Soffermiamo l’attenzione sui dati riguardanti Pace Terra Dignità (1,8) e Verdi Sinistra (4,1), due liste a cui teniamo molto. La prima “Pace Terra Dignità”, proposta da Michele Santoro e Raniero La Valle si prevede decisamente sotto il risultato del 4%, quota minima necessaria per eleggere parlamentari europei; la seconda “Verdi Sinistra” di poco sopra tale quota.
Pur considerato che i sondaggi possono sbagliarsi e, ancora, che il Sondaggio proposto dà atto che il 38% degli intervistati non risponde, presumibilmente perché indeciso, con possibile propensione all’astensione, resta la preoccupazione che in questo settore della sinistra si verifichi una dispersione di voti, terribilmente probabile per la lista “Pace Terra Dignità”. Occorre scongiurare questo possibile esito. Per questo chiediamo che i responsabili delle due liste trovino un accordo tecnico per presentarsi uniti alle elezioni, con ragionevole ampia probabilità di centrare l’obbiettivo del quorum. E’ una proposta. Sarebbe davvero una sciagura che una o tutt’e due le liste non trovassero una tribuna per diffondere le ragioni della Pace nel futuro assetto istituzionale dell’Unione Europea, pericolosamente volto, purtroppo qualunque sia il risultato elettorale, a una politica guerrafondaia. E’ evidente che l’onere maggiore di un tale accordo tecnico ricadrebbe sul Partito dei Verdi/Sinistra, che ragionevolmente centrerebbe il quorum, seppure in una zona pericolosamente border line. Aspettiamo una generosa risposta da ambedue gli schieramenti.

Renato Soru: problema o risorsa?

img_5945Il problema o la risorsa Soru.
Soru questa volta l’ha fatta grossa: l’avventura elettorale della sua coalizione si è conclusa con un disastro totale, rischiando di far perdere la coalizione del centro-sinistra. Non ci è riuscito, per fortuna, solo ha impedito che il successo di Alessandra Todde fosse più consistente. Ora alcuni amici che hanno votato Soru come candidato presidente mi chiedono se non sia il caso di chiamare Soru a collaborare con la coalizione vincente. Dicono: “C’è bisogno di mettere insieme tutte le risorse utili nell’interesse della Sardegna. E Soru è una risorsa”. Ma, dico io: se Soru ha qualcosa di utile e buono da mettere a disposizione della Sardegna sia lui a fare proposte. Se poi vuole formalizzare in un partito politico almeno una parte della sua coalizione (Progetto Sardegna + Liberu + Sardegna chiama, eventualmente al netto di Calenda, Renzi, Pizzarotti, Rifondazione comunista) lo faccia e, in conseguenza, potrà essere ammesso alle trattative come rappresentante di detta formazione politica, a cominciare da quelle che si terranno per le imminenti elezioni amministrative.

Chiedo ora a tutti coloro che hanno un’opinione in merito e la vogliano esternare: cosa ne pensate?

Risposte

Alessandra Todde presidente

W Alessandra Todde presidente della Sardegna
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https://elezioniregionali2024.regione.sardegna.it/risultati-riassuntivi?
Alla nostra presidente Alessandra Todde
L’abbiamo sostenuta non appena la sua candidatura è stata proposta e poi ufficializzata dalla coalizione aperta del centro sinistra. Al di là di ogni appartenenza, Alessandra Todde è il nome nuovo che da tanto tempo aspettavamo per guidare una nuova rinascita della Sardegna. Ha vinto nonostante molte avversità, tra cui il fuoco amico di Renato Soru ( che ne ha impedito un’affermazione di più larga portata), le consuete diffidenze di tanti intellettuali spaccapelo e di componenti indipendentiste distanti dal popolo che vorrebbero rappresentare, la celata opposizione di tanti all’affermarsi di leadership femminili. Alessandra Todde e’ risultata credibile per ridare dignità alla Regione Autonoma della Sardegna, come strumento al servizio del popolo sardo, creato per consentirne un giusto benessere. Dopo cinque anni disastrosi nei quali sono peggiorate le condizioni di vita della popolazione sarda, soprattutto dei ceti meno abbienti, l’elettorato ha dato fiducia a chi proponeva il rinnovamento. Ai partiti e movimenti appartenenti al cd campo largo, per noi, semplicemente a una coalizione di centro sinistra, il merito di avere intercettato e dato una possibile risposta a questa esigenza diffusa di rinnovamento, anche dei tanti, troppi, che esprimono con l’astensione al voto il proprio dissenso verso la politica così come praticata dai politici al potere. Ad Alessandra Todde il compito difficile di guidare questi processi che possono avere compimento solo con la partecipazione popolare, attivando concretamente spazi e opportunità, a cominciare dalla radicale modifica della legge elettorale sarda. Così come rifiutiamo la logica del “salvatore della patria”, non intendiamo caricare la nuova presidente di missioni impossibili, convinti come siamo che dalla situazione di disagio del popolo sardo si possa uscire solo con un impegno collettivo che punti sulla valorizzazione di tutti i cittadini, innanzitutto dei nostri giovani. Con questi intenti, assicurando a Alessandra Todde il nostro contributo di impegno civico, stando con i piedi per terra, ci sia consentito pensare che un mondo migliore sia possibile anche con il nostro piccolo contributo.
Siamo appena all’inizio, buon lavoro ad Alessandra Todde e a tutti noi.
Franco Meloni, direttore di Aladinpensiero News online.

Quando si confondono i processi reali con i propri desideri

img_3442Tra i grandi sostenitori di Renato Soru vi è il suo ricuperato amico (in altre circostanze nemico) Paolo img_5909Maninchedda, il quale scrive molto di frequente, nel suo blog, in modo sferzante contro gli avversari dello stesso Soru. Nell’ultimo articolo di oggi, intitolato “Elezioni: inizia la settimana della pressa“ se la prende con tutta la stampa e televisioni locali colpevoli di aver ignorato il suo beniamino per dare spazio ai leader nazionali calati da Roma in appoggio delle coalizioni di csn e cdx. In particolare se la prende con l’Unione e con La Nuova. Ciò che mi interessa rilevare sono due passaggi semi occulti, nei quali lascia intendere che esistano sondaggi favorevoli a Soru e previsioni di una sua performance positiva. Ecco i due passaggi;
1) L’Unione segue i piazzisti italici con più prudenza, perché conosce i sondaggi;
2) [Soru] È la vittima designata, perché se continua a crescere, come sta crescendo, e magari vince …
Ma di quali sondaggi parla Maninchedda non è dato di sapere. La butta lì, aggiungendo un presunto dato di crescita dei consensi di Soru, “magari” fino ad ipotecare la vittoria.
Desiderata puri, senza riferimenti sostenibili.
Come ha osservato Vito Biolchini nel suo intervento odierno sul suo blog, emerge molto nervosismo da parte di Soru dei suoi supporter. Rivela un clima pesante nel quale sempre più emerge che comunque vada il piazzamento finale di Soru sarà al terzo posto. Sappiamo che secondo la pessima legge elettorale questo significa per lui un vero disastro. Tornando a Maninchedda, ho altre volte ricordato come di previsioni elettorali poco ha da vantare. Quando lui si presentò in solitaria nelle ultime elezioni regionali sosteneva che avrebbe preso almeno l‘8% facendo eleggere alcuni consiglieri. Prese invece il 3,35% rimanendo a bocca asciutta. Vorrei infine osservare come nel linguaggio di Maninchedda prevalga la supponenza che si esplica perfino nel dileggio nei confronti di Alessandra Todde, più di quanto faccia nei confronti di Truzzu. Questo non lo ammetto e mi autorizza a mandarlo al diavolo, brutto maleducato! Il cammino prosegue e il responso è vicino. Io ho buone ragioni di credere che Alessandra Todde ce la farà. Lo so, le mie “previsioni” sono frutto di ragionamenti e insieme di sentimenti che sgorgano dal cuore, avendo apprezzato in questa campagna elettorale le sue doti, proprio con una lettura opposta alla denigrazione dell’astioso Maninchedda.

Tonino Dessì. Chi voto.

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img_6158di Tonino Dessì. Sosterrò col mio voto, alle imminenti elezioni regionali, la coalizione “Sardegna è ora”.
È la coalizione che può, vincendo, conseguire il più urgente obiettivo “di salute pubblica”: quello di liberare il governo della Regione dalla destra sarda e italiana e dai suoi alleati.
Il centrodestra ha pessimamente governato la trascorsa legislatura regionale sotto la guida sardoleghista e non è proprio auspicabile che riprenda la gestione dell’istituzione autonomistica proponendosi stavolta sotto la guida di un esponente ultraconservatore di Fratelli d’Italia.
Considero che per tutte le componenti democratiche e popolari della società sarda e per tutti i sardi portatori di interessi economici, sociali, civili di vitale valore collettivo generale, una compagine di maggioranza e di governo progressista possa costituire un interlocutore istituzionale e politico assai più permeabile, aperto e sensibile di quanto abbia dimostrato di essere questa destra, che ha invece rappresentato e rappresenta poteri oligarchici, corporativi, lobbistici e affaristici, interni ed esterni all’Isola.

Alla disperata

Oggi un articolo di Vito Biolchini sul suo blog (e sulla pagina fb)
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Di seguito due commenti del direttore.
I militanti a disposizione della coalizione di Renato Soru sono in misura largamente inferiori a quelli delle due coalizioni più grosse. Lo evidenzia la numerosità dei candidati: oltre 500 per ciascuna delle due grandi, circa 250 per quella di Soru. Si capisce quindi che alla disperata Soru cerchi di inserirsi nella contesa tra il primo e secondo posto, invitando alla pratica del voto disgiunto. Tutto legittimo. Come ben argomenta Tonino Dessì il voto disgiunto, di per se disdicevole, nel caso della pessima legge elettorale sarda può costituire un utile correttivo per rendere chiaro quale sia il vincitore delle elezioni. La cosa alquanto improbabile è che Renato Soru riesca a insidiare uno dei primi due posti. D’altronde si capisce che questa può essere per lui l’unica chances in alternativa al disastro, come capito’ a Michela Murgia.

Leggi anche: https://www.aladinpensiero.it/?p=151811
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Ho idea che i suoi alleati, quelli che hanno fatto con lui un matrimonio di interesse come Azione+Europa, se ne fottano delle sue insane voglie di potere, pronti a tradirlo, tutti tesi a conquistare il fatidico 10% che consentirebbe ad alcuni di essi l’elezione a consigliere. Sembra che tra le liste della coalizione di Soru, che sostanzialmente si riducono a due, Progetto Sardegna e Azione+Europa sia proprio quest’ultima a prevalere numericamente. Quanto al Pd, dato come sempre in rovina, ad opera soprattutto del grande moralizzatore (!), ma quando mai? Caro on. Soru, il Pd con tutti i suoi guai, potrebbe risponderle: acca’ nisciuno è fesso!
Sono lungo e a volte noioso, ma lasciatemi osservare quanta palese ipocrisia e mala fede si nasconda dietro la ricostruzione delle vicende che hanno portato alla scelta di Alessandra Todde come candidata presidente. Ma crede Soru che siamo tutti fessi, che ci beviamo le sue ricostruzioni da verginello? Alla cagliaritana lo guardiamo in faccia e gli diciamo: ma ti possu toccai?

Elezioni regionali: la contesa finale è a due

img_6101img_3442Una lucida analisi di Vito Biolchini sulla fase politica elettorale. Sul suo blog.
Caro Diario,
mancano sedici giorni alle elezioni regionali.

La competizione sta entrando nel vivo. Finalmente le posizioni dei quattro candidati iniziano a definirsi. Si delineano differenze e similitudini. Emergono anche le inadeguatezze e le contraddizioni, insieme però a posizioni più credibili e strutturate. La debolezza della politica sarda si evince anche da questo: il programma è un cantiere aperto per tutti, e i quattro candidati hanno ancora due settimane per definire meglio le loro proposte.

Gli obiettivi no, quelli invece sono già molto chiari, e sono per tutti differenti.

Previsioni con le pinze

img_3442Il voto disgiunto tra sondaggi poco attendibili e aspettative poco realistiche.
di Antonio Dessì su fb
Riflettendoci un po’ sopra, mi pare di poter dire che se il voto disgiunto ammesso dalla legge regionale statutaria sarda avesse dato luogo nelle precedenti elezioni a risultati particolarmente stravolgenti, il sistema dei maggiori partiti rappresentati in Consiglio regionale si sarebbe posto il problema di modificare sul punto la normativa.
Non lo si è fatto per una ragione.
Il voto disgiunto può incidere per l’elezione del Presidente della Regione quando tra i due blocchi principali di liste coalizzate si verifica una condizione quasi di testa a testa.

Elezioni sarde: i sondaggi dicono: Giocatevela!

5b2215a3-344d-49a9-a9e8-42f9045134bfIl sondaggio BiDiMetro è stato fatto seriamente con tutti i limiti enunciati con chiarezza assoluta dalla società che lo ha realizzato (BiDiMetro). I risultati corrispondono precisamente a quello che sarebbe emerso da un consulto di un gruppo di saggi intellettualmente onesti che senza condizionamento alcun o fossero stati chiamati a formulare una previsione sulla base dei dati empirici disponibili del passato e del presente. Il responso e’ chiaro: potrebbe andare così, ma tutto è possibile. Accontentatevi: c’è tutto lo spazio per tutti per costruire il proprio risultato positivo!
img_6219Ho definito il sondaggio “Charlot” nel senso che piace a tutti: al centro destra dato per vincente, al centro sinistra che può ricupera e ribaltare la situazione, alla coalizione di Soru, a pochi passi dal fatidico quorum del 10% che le darebbe un pugno di valorosi consiglieri, in condizione di condizionare qualsiasi maggioranza vincesse. Al riguardo dirò qualcosa di più preciso più avanti. In effetti l’unico scontento è Renato Soru. E ne ha motivo. Perché? Perché quand’anche il suo dato di candidato presidente, possa essere sottoposto stimato (11,1% nel sondaggio) si palesa come “missione impossibile” aggiudicarsi un primo o secondo posto nella tenzone in atto. Tutto può succedere e i miracoli a volte avvengono, ma non mi risulta alcun osservatore che abbia sostenuto che la tenzone abbia protagonisti diversi dalle due grandi coalizioni in lizza, D’altra parte la pessima legge elettorale è stata fatta per costruire questi esiti: premio al vincitore, premio di consolazione al secondo, nulla al terzo, fuori dal Consiglio quant’anche con le sue liste raggiungesse (e pure superasse) il quorum del 10%. Soru tutto questo lo sa benissimo e punta tutto sul Miracolo. Non è uomo di fede: a quale santo si avocherà? Torno un momento sul dato delle liste della Coalizione di Soru. Secondo il sondaggio a un filino del fatidico disperazionequorum (9,8 rispetto a 10). Soffermiamoci sulla ripartizione interna: 3,7 per la lista Azione-+Europa con Soru, 3,5 Progetto Sardegna. Altri a distanza. Ciò significa che nel caso (auspicabile) che la Coalizione di Soru prendesse consiglieri, gli stessi sarebbero ripartiti tra le due liste nominate. La prima a trazione Calenda, la seconda tutta soriana. Non mi è sfuggito nella presentazione YouTube del sondaggio un certo compiacimento di Nicola Sanna, ex Sindaco di Sassari, candidato della lista Azione-Europa. Devo dire che la Coalizione di Soru porterebbe in Consiglio pochi e qualificati consiglieri, lui inesorabilmente assente. E tutto ciò è bene, a mio parere. Peranto in bocca al lupo alla Coalizione Soru. Magari se il loro voto fosse, in modalità disgiunta, per la candidata presidente Alessandra Todde, apprezzerei molto. In cauda venenum? Si, senza cattiveria. Saludos

L’atteso sondaggio: lo chiameremo Charlot.

img_6219 Charlot il noto personaggio di Charlie Chaplin, piaceva a tutti, ai grandi e ai piccini, agli uomini e alle donne, ai poveri e ai ricchi. Pressapoco come il recente sondaggio elettorale pubblicato ieri 5 febbraio 2024.
Da un dibattito sulla pagina fb di Vito Biolchini. A commento di un post di Lilli Pruna. Sai perché è un sondaggio che convince? Perché da veste scientifica a un risultato che è nell’aria. Che convince molti e non chiude a esiti diversi. Sta vincendo Truzzu? Bene per il centro destra, ma basterà poco per ribaltare il pronostico. Todde potrebbe ricuperare quei 4 punti che la separerebbero dal rivale. Il più scontento è Soru che puntava sul miracolo di arrivare primo e, a male andare, secondo. E che invece rimarrà inesorabilmente fuori dal Consiglio a causa della pessima legge elettorale sarda Forse Soru si sarebbe accontentato di piazzare un suo gruppo di fedelissimi capace di negoziare con la maggioranza qualsiasi essa sarà. Obbiettivo ancora possibile, ma non scontato. Il suo terrore è mancarlo. Lui ha detto “saremo presenti alla prossima scadenza elettorale: le comunali” Si ma senza un successo perlomeno di secondo livello a queste elezioni, lui, col suo progetto, non esisterà più, politicamente!
Se queste mie considerazioni sono valide, nei prossimi giorni vedremo mutare la tattica elettorale di Soru.
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Per doverosa chiarezza verso i lettori

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Con Aladinpensiero abbiamo utilizzato il primo dei sondaggi di BiDiMedia, nel quale erano noti gli elementi richiesti dalla legge per l’elaborazione e divulgazione dei sondaggi, anche se in verità non appariva la sigla della Ditta BiDiMedia. Abbiamo comunque sempre avvertito che il sondaggio era da prendere con le pinze, tra l’altro realizzato su un universo decisamente piccolo. Abbiamo anche detto che i risultati erano coerenti con la tornata elettorale in cui Pigliaru sconfisse Cappellacci e Michela Murgia disperse oltre 70 mila voti. Punto. Aspettavamo come aspettiamo indagini scientificamente validate. Vediamo se arrivano.
https://www.castedduonline.it/taroccato-e-fatto-girare-un-sondaggio-sui-candidati-presidente-in-sardegna-lhacker-lascia-la-firma-e-reset-unica/
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Riflessioni elettorali. Truzzu, il fascino popolano della mediocrità

img_6101.img_3442 Avevo scritto alcune settimane fa che non avrei parlato più di Soru. Oh Renato, teni passienzia, teneusu atra cosa importanti de fai. Ponidi a una parti! Sono costretto invece a tornare su alcune questioni. La mia valutazione sulla base della lettura dei dati delle precedenti consultazioni era (ed è) che inesorabilmente lo scontro decisivo coinvolge esclusivamente le grandi coalizioni di centro sinistra, con Alessandra Todde e di centro destra, con Paolo Truzzu. La coalizione capeggiata da Renato Soru comunque vada guadagnerà il terzo posto: un pugno di mosche, che a prescindere dai numeri vedrà inesorabilmente Soru neppure eletto. E il prodotto della pessima legge elettorale, lo sappiamo.
A questo punto l’obbiettivo di Soru va dal “cerchiamo almeno di non fare una figura di merda” a “cerchiamo di rastrellare più voti possibile” per fare entrare il Consiglio una pattuglia di cinque/sei consiglieri. E chi s’e’ visto s’e’ visto.
Che fare allora? “La coalizione più contigua e’ quella del centro sinistra: cerchiamo i voti li”
E come fare? Strappiamoli alla Todde, in tutti i modi possibili. Ecco allora il quotidiano tiro al bersaglio. Indaghiamo, qualche peccato lo scopriremo. Roba seria, tipo evasione fiscale, compravendite sospette, etc. Difficile. Ma anche denunciare che da piccola Alessandra ha sicuramente sputato in chiesa. E ora come lo spiegherà al mondo cattolico che la sostiene?
A parte le amenità, trovo che il comportamento di Soru sia vergognoso e, in ogni caso privo di utilità, per lui.
Comunque più che avvantaggiarlo il suo comportamento costituisce un danno reale o almeno potenziale per Alessandra Todde. A mio parere non bisogna perdere tempo a inseguire Soru, se non liquidarlo con poche battute. Fatti salvi gli aspetti di tutela personale in via giudiziaria. Soprattutto che Soru venga messo da parte rispetto allo scontro decisivo Todde-Truzzu.
Truzzu, si è visto, e’ una muzziga surda. La sua campagna elettorale sarà molto dedicata al silenzio. La sua “cifra” è la mediocrità. E con questa sua “s-qualità” cerca di catturare consensi. Da questa lettura emerge che l’astensionismo danneggerà maggiormente il centro sinistra.
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Qualche consiglio?
Per quanto mi riguarda solo pochi:
1) replicare subito alle loro dichiarazioni in modo secco: “Porteremo tanti soldi” . Bugie: non li avete portati in cinque anni, peggio sarà nei prossimi.

2) Contrastare la campagna di immagini della Meloni. E cercare di spiegare il metodo usato, anche se noto.

AVVERTIAMO LA DESTRA che le Elezioni del 25 febbraio 2024 chiamano i sardi a scegliere i consiglieri regionali e il presidente o la presidente della Regione. Cosa c’entra la presidente del Consiglio? Nulla. E’ un’operazione meschina e imbroglionesca contro i sardi.
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Che succede? Le scelte elettorali dei Progressisti. Tra fake news scherzose e comunicati (veri) in stile doroteo.

Riceviamo da persona affidabile, ma sembra proprio una fake news. A partire dal simbolo dei Progressisti, grossolaneamente alterato (Prosessista). A ben vedere si tratta di uno scherzo di Banana (Intanto in viale Trento) img_344283abeb9e-423e-4708-8570-5bb9b280789f
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Scusandoci con Massimo e con i lettori (per l’iniziale equivoco, a cui ci aveva per un momento indotto Banana), riprendiamo invece dal blog di Vito Biolchini, il comunicato ufficiale dei Progressisti.
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Documento conclusivo del coordinamento dei Progressisti del 7 gennaio 2024 Elezioni regionali sarde 2024

Il Coordinamento Regionale dei Progressisti, riunitosi in data odierna in forma allargata per l’esame della situazione politica sarda, conferma la convinzione, più volte espressa, che la Sardegna necessiti di una fase di ricostruzione economica, sociale ed istituzionale dopo l’azione demolitrice di cui è responsabile l’attuale Giunta regionale.

La Sardegna attraversa una profonda crisi sociale, economica, politica e istituzionale. La Regione è stata resa subalterna al neocentralismo dei poteri politici ed economici nazionali. Il Consiglio Regionale è stato paralizzato dalla inconcludenza della maggioranza e si è determinato uno sfilacciato rapporto tra Regione ed Enti locali. Tutto questo richiede una profonda revisione del sistema amministrativo regionale, una modifica radicale delle norme elettorali, la piena attuazione della legge statutaria in vigore per la definitiva codifica delle elezioni primarie e/o l’introduzione del ballottaggio tra i candidati alla Presidenza della Regione, per favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte che contano.

In proposito va ribadito il giudizio negativo sulle scelte operate dal PD e dal M5S di non promuovere le elezioni primarie nella individuazione della/o candita/o alla Presidenza. La pretesa di racchiudere tale scelta dentro le stanze delle segreterie (nazionali) dei due partiti ha rischiato di provocare un’insanabile rottura con l’elettorato e compromettere la possibilità di battere lo schieramento di destra sardo leghista e del mal governo di questi 5 anni alla Regione.

Sul metodo utilizzato per indicare la candidatura dello schieramento democratico abbiamo ritenuto, coerentemente con il nostro impegno politico, promuovere, insieme ad altri e in particolare a Renato Soru, una battaglia di principio, perché non si ripeta più l’errore di rendere marginali i sardi elettori nelle scelte dei candidati. Le liste bloccate e le imposizioni verticistiche sono concausa rilevante del pericoloso declino della partecipazione democratica, della crisi delle istituzioni parlamentari, del crollo della qualità politica, culturale e tecnica delle rappresentanze.

Non abbiamo mai rinunciato, in alcun momento di questo complicato percorso, ad affermare la necessità della costruzione di una proposta unitaria di governo della Regione. Anzi rivendichiamo, senza tema di smentita alcuna la primogenitura nella organizzazione delle occasioni di incontro tra i gruppi di opposizione in Consiglio Regionale, tra i partiti tutti di cultura democratica e progressista, e al fine di dare compattezza programmatica all’alleanza elettorale. Per questo non abbiamo mai pensato che potessero esistere due coalizioni contrapposte del medesimo schieramento avanzato. Per questo abbiamo lavorato e lavoriamo per l’unità.

In questo senso rivolgiamo l’invito a Renato Soru e alle altre formazioni politiche, che hanno condiviso con noi la fondata contestazione sul metodo centralista per la scelta della candidatura alla Presidenza, perché si promuova un atto collettivo di generosità e si valuti insieme l’utilità di costituire una lista unitaria che rafforzi nello schieramento democratico unito la posizione culturale e politica espressa nelle iniziative della “rivoluzione gentile”.

Oggi, in piena autonomia, in totale coerenza con le determinazioni adottate dagli organismi dirigenti dei “PROGRESSISTI”, confermiamo la decisione di costituire con tutte le altre forze politiche democratiche e progressiste, socialiste e autonomiste e dell’autodeterminazione, una unica coalizione programmatica per dare alla Regione un governo complessivo all’altezza delle necessarie soluzioni ai problemi di vita delle donne e degli uomini di Sardegna. Non consentiremo di aggiungere alle affermazioni elettorali della destra italiana anche la Regione Autonoma Sarda.

Nelle prossime ore concorderemo con gli alleati le necessarie iniziative politiche.
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Potere al Popolo: Siamo sempre presenti nelle lotte e non partecipiamo alla scadenza elettorale. Una posizione coerente e da rispettare.

img_3442[Nota stampa di Potere al Popolo - Sardegna]
Perché non troverete una vera alternativa di classe sulla scheda elettorale
Chi, alle prossime elezioni regionali, sperava di poter sostenere un progetto popolare di alternativa al polo unico che da decenni gestisce il potere in Sardegna, rimarrà delusə.
Noi di Potere al Popolo abbiamo iniziato a ragionare molto presto sull’esigenza di costruire un blocco di reale alternativa per le Regionali del 2024, e abbiamo in più occasioni, già all’indomani delle elezioni politiche del 2022, indicato la strada maestra nell’esperienza di Unione Popolare – fiduciosз, del resto, che il Partito della Rifondazione Comunista, che ha condiviso con noi quel percorso, sentisse la medesima esigenza, pur nella comune volontà di mettere quella piattaforma a disposizione di tutte le soggettività interessate a partecipare ad un processo di discussione pubblica, inclusivo e senza preconcetti, che portasse all’unità delle sinistre anticapitaliste sarde.
Su proposta del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo, con pazienza e senso di responsabilità, partecipato per mesi ad un confronto con altre sigle, organizzato eventi pubblici perché un tale dialogo fosse trasparente e partecipato, mostrato la nostra disponibilità a superare certe rigidità in nome dell’urgenza del momento. Infine, pur manifestando una serie di perplessità, abbiamo fatto un passo indietro sulla nostra proposta di continuità del simbolo di Unione Popolare, favorendo l’inclusione del campo indipendentista nel nascente fronte di opposizione, per costruire in esso una proposta fondata sui temi decisivi dei beni comuni e del diritto all’autodeterminazione aggrediti dalla barbarie capitalistica. È da queste premesse che nasceva il “Secondo Polo”.
Dopo mesi di discussione, durante i quali il tentativo di rimuovere ogni riferimento alla sinistra di classe ha prevalso sull’esigenza di ragionare sui programmi, le e gli indipendentistз hanno deciso di abbandonare il tavolo del “Secondo Polo” per entrare nella coalizione padronale e leaderistica di Renato Soru. Per quanto il nostro giudizio su tale scelta sia severo, essa non ci sorprende; riteniamo invece assai più incongruente che, a stretto giro, la stessa risoluzione sia stata assunta dal Partito della Rifondazione Comunista, non tanto e non solo perché le nostre organizzazioni partecipano al comune progetto di Unione Popolare, ma anche e soprattutto in quanto una tale alleanza – al di là delle formule con cui la si è giustificata, parlando di “desistenza” – è oggettivamente irricevibile per ragioni che non dovrebbe essere necessario spiegare a chi si dichiara comunista.
Le acrobazie retoriche non ci appartengono.

Oggi mercoledì 20 dicembre 2023

img_3099 Premierato inammissibile ed eversivo perché contro la sovrantà popolare
20 Dicembre 2023
A.P. Su Democraziaoggi

Da quando sono scomparse le maggiori forze costituenti (DC, PCI, PSI) ha avuto inizio un sistematico attacco alla Carta, volto a modificarne l’impianto fondamentale. Non solo la destra, anche il PD di Renzi ha fatto la sua parte in questa vicenda. Ma quale il punto centrale dell’attacco? La sovranità popolare e il continuum che assicura […]
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img_3442L’ultimo valzer di Renato Soru
19/12/2023 alle 21:56 di Vito Biolchini su vitobiolchini.it

C’è qualcosa di tragico, di comico e di tragicomico in questa campagna elettorale per le elezioni regionali che il prossimo 25 febbraio vedrà i sardi chiamati alle urne per decidere del loro futuro.