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L’importanza della luce quando siamo al buio

sedia-van-gogh4di Vanni Tola

“Se questo è un uomo”, già, se questo è un uomo. Come avrebbe commentato la strage di Parigi lo scrittore Primo Levi? Quali considerazioni avrebbe sviluppato sugli uomini che, in nome di Dio, hanno realizzato una strage di esseri umani per vendicare le offese al loro Profeta, realizzate con vignette satiriche? Se questo è un uomo. Come avrebbe descritto Primo Levi la barbarie di quei combattenti che, in nome della grandezza del loro Dio, hanno ripetutamente violato l’innocenza e l’integrità fisica di una bambina collocandole addosso un ordigno esplosivo per poi mandarla tra persone, anche esse innocenti, e farla esplodere come un pacco bomba, usando un telecomando? Che avranno pensato mentre, lontani dalla scena dell’attentato, la osservavano camminare verso i “nemici”? Che cosa le avranno raccontato per convincerla o indurla a recitare fino in fondo il terribile compito che le era stato assegnato? Che sensazioni avranno provato un attimo prima di attivare il comando elettronico che l’avrebbe ridotta in mille pezzi insieme a tante altre persone? E dopo, dopo, che sensazioni avranno provato? Si saranno sentiti eroi appagati per il loro eroico gesto o si saranno sentiti oppressi dal dubbio di aver compiuto una azione vigliacca quanto inutile e crudele? Non lo sapremo mai Primo Levi non c’è più. Nel cielo volano uccelli scuri, avvoltoi rapaci pronti a raccogliere brandelli di corpi innocenti per dare fiato ai loro propositi di guerre contro i diversi, guerre di “religione”, “guerre di civiltà”. Noi, i buoni, contro gli islamici, i cattivi. Niente di buono all’orizzonte. Dice una diciottenne Pakistana, il premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, essa stessa vittima di un vile attentato degli estremisti islamici.
“Tutti ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando ci troviamo al buio e tutti ci rendiamo conto dell’importanza della voce quando c`e il silenzio. Non odio neppure il Taliban che mi ha sparato. Anche se avessi una pistola in mano ed egli mi stesse davanti e stesse per spararmi, io non sparerei. Questa è la compassione che ho appreso da Mohamed, il profeta misericordioso, da Gesù Cristo e dal Buddha. Questo è il lascito che ho ricevuto da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhammed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non-violenza che ho appreso da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che la mia anima mi dice: siate in pace e amatevi l’un l’altro. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo. L’istruzione potrà salvare il mondo. I libri e le matite sono la nostra arma più formidabile, quella che potrà farci vincere la miseria e conquistare la pace”.
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scarpete rosse JLussu
C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE
di Joyce Lussu

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C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald

servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald

erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti non crescono

c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti

non consumano le suole.

Dai MOVIMENTI degli ANNI ’70 alla SARDEGNA di OGGI, ricordando Riccardo Lai

MANIFESTO11 ric lai Convegno a Sassari, il 29 Novembre ore 16,00: i movimenti tra ieri e oggi e il 30 novembre 2014: ore 9,30 Movimenti, Sindacati e politica.
DAI MOVIMENTI DEGLI ANNI ’70 ALLA SARDEGNA DI OGGI, ricordando Riccardo Lai.
Aula magna del Dipartimento di Chimica e Farmacia, Università di Sassari, via Vienna.
sedia-van-gogh4 di Vanni Tola
L’iniziativa, promossa congiuntamente dalla Legacoop e dalla Fondazione Sardinia ha lo scopo di promuovere la conoscenza ed il dibattito tra i cittadini di Sassari e della Regione su un periodo di svolta nella storia internazionale, portatore di riflessi profondi nel contesto peninsulare e regionale, che, seppur trattato in alcune ricerche, necessita ancora di indagini ed approfondimenti per la sua estrema problematicità. I lavori sono dedicati alla memoria di Riccardo Lai, un giovane sassarese studente e lavoratore, prematuramente scomparso all’inizio degli anni Ottanta. Protagonista molto conosciuto, in città e non solo, del movimento giovanile, vi si era distinto fin da giovanissimo per il suo sincero e generoso impegno civile e politico. L’iniziativa si propone di analizzare l’incidenza sulla società sarda dei movimenti degli anni Settanta – operaio, giovanile, femminista – e di centrare l’attenzione, tra gli altri, sul problema del lavoro giovanile, così come allora, nella incipiente crisi della deindustrializzazione, andava sviluppandosi in Sardegna, ponendo le radici della drammatica situazione attuale.
Tematiche del Convegno in sintesi saranno:
1) I movimenti degli anni Settanta, con particolare riferimento a quello operaio, studentesco, delle donne. Aspettative e punti critici.
2) La Sardegna nella bufera economico-sociale della deindustrializzazione. Le ripercussioni sulla società sarda e nel territorio di Sassari, Alghero, Porto Torres.
3) Specificità dei movimenti sardi. I giovani ed il lavoro che non c’è: l’esperienza delle cooperative L. 285 per l’occupazione giovanile.
4) Fare Memoria, tra reticenze, rimozioni e problematicità.