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DEF e Reddito di cittadinanza. Le catastrofiche argomentazioni di Brunetta, sfacciatamente interessate e spudoratamente strumentali (“Gli speculatori potranno fare il loro gioco, spread e rendimenti saliranno e il credit crunch si allargherà. E tutto per cosa? Per nuovi investimenti? No, per il reddito di cittadinanza”) convincono perfino alcuni ambienti progressisti cattolici. Che tristezza!

lucchettolampada aladin micromicrodi Franco Meloni.

Ecco come si esprime oggi nella sua pagina fb il prof. Leonardo Becchetti, economista cattolico di area progressista: “Siamo ancora in tempo x cambiare la manovra ed evitare disastri (che cadrebbero sulle spalle degli ultimi. I rischi spiegati da Brunetta (e il 90% del resto degli economisti in questi giorni sui giornali)”, dando pertanto pienamente ragione a Renato Brunetta (intervistato dal quotidiano cattolico Avvenire del 28 c.m.), che della manovra governativa boccia, guarda caso, soprattutto e in modo puntiglioso il cd “reddito di cittadinanza”, additato come sicuro responsabile della imminente rovina dell’Italia. In questo dimostrando sicura ignoranza e pure malafede. Infatti occorre rammentare che il cd reddito di cittadinanza proposto dal M5S e punto qualificante del “contratto di governo”, altro non è che un “reddito di inclusione sociale” che intende modificare – neppure sostanzialmente e auspicabilmente migliorandolo (aumento degli importi e ampliamento della platea dei beneficiari) – il REI (Reddito di inclusione) introdotto dal Governo Gentiloni alla fine della passata legislatura (decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147); collegamento peraltro riconosciuto dalla mozione approvata dalla Camera l’11 settembre scorso che ne sollecitava l’adozione (http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1-00018&ramo=C&leg=18). Misure di questa o analoghe fattispecie erano state sollecitate dal Parlamento Europeo in una risoluzione del 24 ottobre 2017, con la quale si invitano “tutti gli Stati membri a introdurre regimi di reddito minimo adeguati, accompagnati da misure di sostegno al reinserimento nel mondo del lavoro per chi può lavorare e programmi d’istruzione e formazione adeguati alla situazione personale e familiare del beneficiario, al fine di sostenere le famiglie con redditi insufficienti e garantire loro un tenore di vita decoroso; sottolinea che il reddito minimo dovrebbe rappresentare l’ultima rete di protezione sociale e consistere in un sostegno finanziario adeguato, oltre che in un accesso garantito a servizi di qualità e politiche attive del lavoro, quale modo efficace per combattere la povertà e assicurare un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti; sottolinea, a tale proposito, che il diritto all’assistenza sociale è un diritto fondamentale e che regimi di reddito minimo adeguati aiutano le persone a vivere dignitosamente, sostengono la loro piena partecipazione alla società e garantiscono la loro autonomia durante tutto l’arco della vita (…)”. Si tratta dunque di una misura necessaria, giustamente varata dal centro-sinistra e che oggi è prioritario adeguare, migliorandola e dotandola di sufficienti risorse, sicuramente superiori a quelle indicate dall’attuale formulazione del DEF. Dove trovare le risorse, aggiuntive rispetto a quanto già stanziato per finanziare l’attuale REI e istituti similari? Certo non semplicemente nell’aumento del deficit, ma possibilmente soprattutto attraverso una tassazione patrimoniale che solidaristicamente chiami a contribuire i ceti più abbienti della nostra società. Quanto alla concreta regolamentazione dell’istituto in questione occorre provvedere prendendo esempio delle migliori pratiche già in attuazione in molti paesi europei, adattandole alla situazione italiana. Ma, per favore, si discuta seriamente e senza preclusioni ideologiche di una materia che richiede concretezza e urgente attuazione. Appello che vale per tutti e in modo particolare per il PD, che rappresenta la parte maggioritaria dell’opposizione.
Un’ultima considerazione: spiace che la componente del mondo cattolico progressista, rappresentata dal prof. Becchetti, sorvoli, almeno in questo caso, dando ragione all’on. Brunetta, sui danni che sicuramente provocheranno l’adozione (per ora in misura limitata) della flat tax, peraltro incostituzionale, nonché del condono fiscale ribattezzato “pace fiscale”: misure che in tutta la loro perniciosa estensione (diciamo noi) Brunetta esalta come specifiche del centro-destra per una ricercata ricomposizione dell’alleanza con la Lega di Salvini, appunto lamentando la timida presenza delle stesse nella manovra governativa, a suo dire pesantemente condizionata dalla proposizione del reddito di cittadinanza.

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avvenireManovra. Brunetta: «Governo masochista, così la Lega si allontana da Forza Italia»
Nicola Pini sabato 29 settembre 2018, su Avvenire.it
L’ex ministro di Forza Italia, parla di «scelte scellerate e autolesionistiche», di «apprendisti stregoni che ci stanno portando a fondo».
Su questa strada l’Italia andrà a sbattere. Renato Brunetta la vede nera e stronca la politica economica del governo gialloverde. L’ex ministro di Forza Italia, parla di «scelte scellerate e autolesionistiche», di «apprendisti stregoni che ci stanno portando a fondo». Prevede con l’aumento del deficit un taglio del rating che porterà il nostro debito vicino al livello spazzatura e una stretta del credito bancario. Il tutto in nome di una «cattiva spesa pubblica clientelare per dare soldi ai nullafacenti» che non potrà avere effetti positivi sulla crescita. Una politica, sottolinea, che allontana la Lega dal programma del centrodestra, e lo porta a sostenere un’alleanza con «un partito populista, peronista e di estrema sinistra come i Cinquestelle. L’Italia rischia non solo una spaventosa crisi finanziaria, ma anche un’involuzione democratica ed etica. Che il governo e le forze responsabili della Lega ci ripensino».